Noi cristiani d’occidente, della vecchia Europa in particolare, secondo tutte le analisi, studi, approfondimenti sul rapporto con il nostro Dio, abbiamo un grande problema: abbiamo perso Dio. Abbiamo perso il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, di Mosè, di Gesù Cristo.
Come si può affermare questo? Ce lo dice la scrittura. Essa ci dice che Gesù “fa nuove tutte le cose”, quindi non fa cose nuove, non cambia quelle esistenti: Lui, e a coloro che credono veramente il Lui, dà la facoltà di vedere con occhi nuovi quelle che già sono. Un cristiano non ha bisogno di cambiare la realtà per essere felice, perchè è così libero che la sua felicità non dipende da ciò che gli accade, tanto che in un altro passo S. Paolo ci dice che “tutto concorre al bene per coloro che amano Dio”. Tutto, ma proprio tutto. Il che paradossalmente, e i Santi ce lo testimoniano bene, è proprio ciò che le cose le cambia veramente.
Ma allora, come faccio a capire se io amo Dio? Ce lo dice Giovanni nella sua prima lettera: “Noi amiamo, perché Egli ci ha amati per primo. Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede.”
Ecco, qui sta il punto: il rapporto con Dio è dipendente dal rapporto che ho con i fratelli. Quest’anno approfondiremo e cammineremo lasciandoci guidare da questo tema, per poter essere sempre in cammino dietro a Lui.
“Se ti chiedessi sull’amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile. Non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi, sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla Terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell’inferno. Non sai cos’è la vera perdita, perché questa si verifica solo quando ami una cosa più di quanto ami te stesso. ” (cit.)