Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». (Mt 16, 13-15)
Questa domanda rivolge ai discepoli Gesù, direttamente, senza giri di parole. Perchè se è vero che all’inizio vediamo con gli occhi degli altri, a un certo punto abbiamo bisogno di fare un salto, di essere coinvolti direttamente, di “metterci la faccia”. E da questo nasce e cambia tutta la nostra vita.
Se ci fermassimo un attimo a riflettere, probabilmente scopriremmo che il modo di “riempire” e gestire il nostro tempo dipende molto poco da noi. Le attività, gli impegni che ci coinvolgono ogni giorno, nella settimana, nell’anno, probabilmente spesso non sono “come vorremmo”. Siamo vittime degli eventi, di situazioni che ci trascinano dentro, che ci coinvolgono molto “materialmente” e poco dal punto di visto “di senso”. Probabilmente ci facciamo un po’ trascinare da altri, e che le “priorità” molto spesso sono dettate non da noi, ma da altri o dagli eventi.
Perchè? Perchè non rispondiamo a questa domanda. Quello in cui crediamo in prima persona ci cambia: cambia le scelte, anche le più piccole, e cambia il nostro modo di vedere le cose. Possiamo si andare a rimorchio di altri, per un pò: è comodo, ci da la minestra pronta, ma ad un certo punto è necessario fare il salto. E’ necessario cercare di capire se la nostra vita ha il senso che noi vogliamo, se ce ci sta un senso cerchiamo di capire quale è. Ognuno di noi rilegga/ripensi al suo tempo e cerchi di rispondere alla domanda? E’ QUELLO CHE VOGLIO? CHE SENSO HA TUTTO QUESTO? QUALE E’ IL MIO OBIETTIVO? E QUALE E’ LA MIA META?
L’obiettivo di ognuno di noi è ESSERE FELICI. La felicità è qualcosa che inseguiamo e forse pensiamo che non riusciremo mai a raggiungere “… La felicità, come pienezza assoluta, vorrei dire ebbrezza, il toccare il cielo con un dito, è situazione molto transitoria, episodica e di breve durata. Allora…. è complicato essere felici…è complicato seguire dei propri ideali….. La tentazione è di bloccarsi, entrare nella normale routine della vita, cercare di sopravvivere. Chiaramente farò degli errori, vivrò delle incomprensioni, ma non ci posso fare nulla: una volta va male, un’altra volta andrà bene.”
Per capire il vero senso della felicità ci aiuta la lettura dell’incontro di Gesù con la Samaritana (Gv 4, 5-42). Una donna va al pozzo ad attingere acqua. È un’attività abituale che compie tutti i giorni. Nella Samaritana possiamo vedere il volto di ciascuno di noi, con le mille cose che ci impegnano, con la nostra fretta, le nostre corse, con il nostro darci da fare semplicemente perché dobbiamo. Eppure quel giorno diventa unico, irripetibile…
Ecco cosa sembra dirci la Samaritana: “Non era venuto al pozzo perché stanco ed assetato ma perché… aspettava me! Lui era lì per me! Ed io, diffidente… ed io, incapace di accogliere, gli avevo rifiutato un sorso d’acqua… Era un giorno come tanti altri, di un caldo umido, quel caldo che ti si attacca alle ossa e ti toglie il fiato. Era un giorno come tanti altri, era un uomo come tanti altri ma quell’uomo, quel giorno, mi cambiò la vita. Mi aprì gli occhi, mi spalancò il cuore e mi riempì d’amore, quell’amore che avevo tanto cercato e mai trovato”.
La vera Felicità sta nell’incontro con Cristo. “In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna”. (Giovanni Paolo II, veglia della notte della GMG del 2000)
Per incontrare Cristo bisogna conoscerlo, e metterci la faccia.
Chi è per me Cristo? Che esperienza personale ho fatto con lui?