Tutto sarà più difficile di come sembrava dal cielo. Visto da lì l’amore era l’irresistibile, il sicuro vincitore. Bastava solo avvicinarsi agli uomini con il calice pieno, e gli assetati si sarebbero inginocchiati mendichi per un sorso. Dovevano avvertire una vicina salvezza, altro non avrebbero potuto fare. In questa certezza egli era venuto. Ed ora che è là vestito di oscura carne, e nel suo petto batte questo cuore di carne, come tutto è diverso, estraneo, di come lui pensava! Quanto questa veste oscura il celeste raggio!
E di quanta cautela ci sarà bisogno! Come lieve, esitante egli dovrà porre il piede a terra affinché non abbiano a urtare nel suo amore, non abbiano a fraintenderlo! Giacché essi intuiranno il grande calore del suo cuore, e allungheranno le braccia per afferrarlo. Ma non è questo l’amore che lui intende e dovrà per amore sottrarsi ad essi, dovrà mostrarsi gelido e far violenza al suo cuore. E più duro ancora sarà il fatto che egli, a coloro che ama, dovrà non solo donare il suo amore ma insegnarlo loro e senza pietà educarli alla sua stessa compassione, spingerli in una solitudine soffocante come la sua. Alla creatura umana a lui più cara dovrà con le sue mani trafiggere il cuore con sette spade, lasciar morire di proposito il suo amico (e ne soffrirà amaramente), e coloro che a fatica aveva raccolto nel suo gregge dovrà spedirli nel mondo inermi come agnelli tra lupi.
Il popolo è stolido e animalesco, i sacerdoti stanno in agguato, i discepoli sono di dura cervice e litigano per il primo posto, uno dei dodici lo tradirà. Nella sua patria, nella sua città paterna, perfino nella casa paterna, il profeta urta nella diffidenza, i cugini lo ritengono matto. Per colpire lui si assassinano i bambini. Viene tirato di qua e di là, perché nessuna posizione è sopportabile sul letto stretto. Talvolta passa all’ attacco, li vuol costringere all’amore, li minaccia di morte eterna qualora non mangeranno il suo corpo e si rivela davanti ai tre prediletti nell’ estasi della sua gloria innata. Ma subito si ritira perché non lo amino per costrizione: nessuno può costruirsi una capanna allo splendore della sua luce celeste. Comunque egli si volga, la prenderanno a male. Simile al vasaio che modella il suo vaso sulla ruota in movimento, egli modifica il suo cuore per rioffrirlo diversamente. Inutile: non fanno attenzione. Sanno già tutto. L’hanno pesato e trovato troppo pesante.
Come è leggero il loro amore: capisce subito, non impara la fatica, è come dormire e mangiare. A che pro la gran fatica, la danza vertiginosa sulla corda in alto, che torce lo spirito, che sbaglia le misure? Vi si rifiutano, lui vaga in mezzo a loro come un estraneo. In mezzo al suo mondo Dio ha imparato ad essere ciò che era da sempre: solitario e uno. Con la solitudine ha redento il mondo. (da “Il cuor del mondo”, Hans Urs von Balthasar)