Il 13 marzo alle dodici e mezzo, presente D. Bosco, fu tenuta radunanza dei Confratelli della Società di S. Vincenzo in casa del Marchese Patrizi, per trattare del modo di stabilire le conferenze annesse, fra i giovani degli Oratorii.
Furono presi e notati tutti i suggerimenti dati in proposito da D. Bosco, perchè avevasi vivo desiderio di stabilirle in Roma.
Verso le due pomeridiane D. Bosco andò a Ponte Sisto a far visita, col Ch. Rua, al sig. D. Botaudi. S’intrattenne con lui con gran piacere, perciocchè era persona molto zelante per tutto ciò che riguarda la gloria di Dio e la salute delle anime. Sistemate alcune cose che riguardavano le Letture Cattoliche, fu stabilito quanto occorreva per l’avvenire, dimostrando D. Botaudi volervi mettere gran sollecitudine per diffonderle.
Nel ritorno da Ponte Sisto D. Bosco recossi col suo compagno presso Mons. San Marzano Arciv. di Efeso. Questo nobile piemontese dimorava nel palazzetto Sciarra nella piazza di questo nome. Lo accolse con gran bontà e cortesia, e, dopo che D. Bosco gli ebbe fatte alcune commissioni affidategli in Torino, parlarono assai della Biblioteca e de’ codici del Vaticano.
Monsignore finì con promettere a D. Bosco che lo avrebbe condotto dal celebre Cav. De Rossi, uomo assai erudito nell’archeologia cristiana.
Oggi la stazione era nella chiesa di S. Maria degli Angioli alle Terme di Diocleziano.
È così chiamata perchè costrutta ove anticamente erano i famosi bagni di questo imperatore, intorno ai quali faticarono migliaia di cristiani condannati per la fede ai lavori forzati.
Per incarico ricevuto dal Sommo Pontefice Pio IV, Michelangelo Buonarotti aveva ridotte in chiesa una parte di quei superbi edifizi.
Quivi D. Bosco andò, sia per guadagnare l’indulgenza plenaria che i Papi concedono a chi fa tale visita, sia per pregare Iddio acciocchè benedicesse il nostro Oratorio e i nostri giovanetti. Nel giorno della stazione la chiesa è ornata con ispeciale eleganza, e si espongono alla pubblica venerazione le reliquie più insigni, in una cappella accanto all’altar maggiore. Erano in numero grandissimo, fra le quali il corpo di S. Prospero, di S. Fortunato, di S. Cirillo, la testa di S. Giustino martire, di S. Massimo martire e di moltissimi altri.