Il 23 marzo D. Bosco teneva conferenza a Ponte Sisto con vari signori per la definitiva e stabile organizzazione delle Letture Cattoliche in Roma, per la corrispondenza con Torino, per la spedizione de’ fascicoli e per il modo di fare il versamento delle somme pagate dagli associati.
D. Bosco parlò dell’approvazione del Santo Padre e dell’appoggio promesso dal Cardinal Vicario, e quindi pregò il Sig. Abate Botaudi di assumere l’ufficio di Corrispondente destinato a ricevere le Associazioni, a tenere in deposito i fascicoli ed a distribuirli. Il buon sacerdote accettò volentieri quell’incarico. Fecesi anche parola di studiare il modo per creare vari centri di associazione in altre città degli stati Pontificii.
Concluso questo affare, al quale D. Bosco annetteva grande importanza, egli volle rivedere attentamente gli archi trionfali di Tito e di Costantino. Contemplò le gigantesche rovine dell’anfiteatro Flavio o Colosseo, di forma ovale con 527 metri di circonferenza esterna, e alto ancora cinquanta metri, per lungo tratto. Nei tempi del suo splendore era tutto coperto di marmi, ornato di colonnati, di centinaia di statue, di obelischi, di quadrighe di bronzo; e nell’interno sosteneva tutto all’intorno immense gradinate, che potevano capire circa 200.000 persone, perchè assistessero ai combattimenti delle bestie feroci, de’ gladiatori, ed alle stragi di migliaia e migliaia di martiri. D. Bosco entrò nell’arena degli spettacoli la quale conserva l’antico spazio Cioè 241 metri di circonferenza. Nel bel mezzo, tra rottami, erbe e cespugli s’innalzava un’umile croce, e tutt’intorno erano allora disposte quattordici cappelle per le stazioni della Via crucis. D. Bosco desiderò guadagnare le indulgenze di quelle stazioni, e appagata la sua pietà dal Colosseo si recò al Vaticano essendo invitato a pranzo dal Cardinale Antonelli.
La sera del 23 marzo il Card. Antonelli, dopo il pranzo, teneva conversazione. Sopraggiunsero vari Vescovi, illustri e nobili personaggi, fra i quali il Card. Marini, il Card. Patrizi e Mons. De Luca, Segretario della Sacra Congregazione de’ Vescovi e Regolari. A un tratto il Card. Marini interrogò D. Bosco ove fosse andato in quel mattino e qual monumento avesse visitato.
- Il Colosseo, rispose D. Bosco.
- Ha visto in quelle parti il sepolcro delle sante martiri Perpetua e Felicita?
- Io non saprei se vi siano sepolcri in que’ dintorni. Ho letto che Perpetua e Felicita furono martirizzate in Africa; e a meno che il loro corpo non sia stato trasportato in Roma senza che io lo abbia saputo, credo che si trovi ancora ove era una volta. Il breviario nelle lezioni dice forse essere Roma il luogo del loro martirio?
Tutti i convenuti si guardavano in viso ridendo, e il Card. Antonelli, voltosi al Card. Marini, esclamò: – Ve la siete meritata questa risposta.