Il 24 marzo D. Bosco recavasi alla Basilica di San Clemente
per venerare le reliquie del quarto Papa dopo S. Pietro, quelle di S. Ignazio martire Vescovo d’Antiochia; e per ammirare l’architettura dell’antichissima chiesa a tre navate. In quella di mezzo, davanti all’altare della Confessione, vi ha un recinto di marmo bianco, che costituisce il coro per il clero minore, con due pulpiti: uno pel canto del vangelo, presso il quale si alza una colonnina destinata pel cero pasquale, e l’altro per il suddiacono che doveva leggere l’epistola; a fianco di quest’ultimo un leggìo per i chierici cantori e lettori delle profezie e degli altri libri delle sacre scritture.
Intorno all’abside vi è il sedile destinato per i sacerdoti, e in fondo, nel centro, sorge su tre gradini la cattedra del Vescovo.
Tutti questi oggetti furono tolti dalla Basilica Costantiniana, che ora forma come i sotterranei di quella che visitava D. Bosco, e nei quali si vedono, sulle pareti, immagini di santi dipinte indubbiamente nel secolo IV, altri affreschi dei secoli successivi fino all’XI, ed una Madonna col bambino sulle ginocchia del secolo IX.
Quanti errori dei protestanti vide D. Bosco essere confutati dai monumenti di questa doppia basilica!
Di qui D. Bosco procedette alla chiesa di forma basilicale, detta dei quattro coronali, a visitare i sepolcri dei santi martiri Severo, Severino, Carpoforo e Vittorino, uccisi sotto Diocleziano; passò a S. Giovanni avanti la porta latina, presso la quale sta una cappella edificata sul luogo ove S. Giovanni Evangelista fu immerso nella caldaia d’olio bollente; s’inoltrò fino alla chiesina del Domine quo vadis, così chiamata perchè apparve in quel punto il Divin Salvatore a S. Pietro che usciva da Roma, per sottrarsi, pressato dai fedeli, al furore della persecuzione:
- Signore, dove vai? gridò l’Apostolo stupito.
E Gesù gli rispose: – Vengo per essere crocifisso un’altra volta. S. Pietro comprese, e ritornò in Roma dove lo aspettava il martirio.
Da questo tempietto D. Bosco rifece la strada, dopo aver dato uno sguardo alla via Appia, lungo la quale si contano moltissimi mausolei dei tempi del paganesimo, i quali ricordano qual fine sovrasti ad ogni grandezza umana.