Ebbene sì, sono passati 40 anni da quel 2 dicembre 1972 quando in una c a p p e l l i n a interna dell’Istituto Salesiano San Giovanni Bosco di Cinecittà al primo piano dinanzi a Don Armando Buttarelli in una semplicissima cerimonia ove eravamo presenti lui, io e una sorella salesiana cooperatrice Giovanna Marchitelli pronunciavamo la nostra “Promessa” a Don Bosco e alla Famiglia Salesiana. Da allora molto tempo è trascorso, direi il tempo è volato. Quante cose belle e meno belle sono successe, quante iniziative, attività, quanti momenti forti sia spiritualmente che operativamente sono successi. Cercherò in estrema sintesi di fare un veloce excursus di questa bella fetta della mia vita salesiana. Già conoscevo da anni il mondo salesiano, grazie a mio padre ex allievo del Pio XI che mi portava al raduno annuale degli ex allievi che coincideva normalmente con la festa di San Giuseppe artigiano il 19 marzo e quindi fin dalla prima adolescenza ho respirato aria salesiana. Era la fine degli anni 60 quando mi venne l’idea di partire per l ’ O l a n d a c o n l’organizzazione “Mani Tese”, ma questo mio desiderio era irrealizzabile, allora a 18 anni non si partiva per le nazioni in Europa, i genitori non permettevano ciò e allora mio padre conoscendo i salesiani s’informò per vedere se c’era qualcosa di simile in Italia e fummo indirizzati da un certo Don Armando Buttarelli deleg a t o n a z i o n a l e dell’Associazione Salesiani Cooperatori in Italia che organizzava Campi di lavoro e di Animazione Cristiana nelle due isole maggiori italiane Sarde- gna e Sicilia.
Un desiderio di aiutare il prossimo
Io mi imbarcai per la Sardegna nell’agosto del 1969 per raggiungere un paesino di 1000 anime in provincia di Nuoro nella zona dell’Ogliastra chiamato Talana ove si svolgeva uno dei due turni del campo al quale partecipavano circa 45 ragazzi e ragazze di tutte le parti d’Italia. Vi lascio immaginare com’era la Sardegna d’allora. La mattina ero con altri campisti a far brillare le mine con un minatore per allargare una strada che doveva permettere ai camion di poter transitare per portare la terra per fare un campo sportivo sopra il paese, la sera poi davanti a una birra parlavamo e cantavamo con i giovani pastori che rientravano in paese dopo una giornata con i greggi. Non mi dilungo ma ci sarebbero tante altre esperienze da scrivere. L’anno successivo 1970 di nuovo l’estate in agosto a Talana, ma già ero un capo, avevo la responsabilità del cantiere. Si, avevamo attrezzato un cantiere sotto la guida del compianto Alfredo Vittorini per edificare la sopraelevazione di un asilo d’infanzia che consisteva in alcune sale da utilizzare poi per fare catechismo e attività varie per i bambini di Talana da parte del parroco Don Pietro Pani. Memorabile fu la gettata del tetto, fatta in una giornata dalla mattina alla sera a sollevare con la carrucola cofane di cemento a pronta presa, la sera avevo doloranti calli alle mani.
Creammo il ramo giovanile
Tornati nel continente, nel settembre del 1970, i campisti romani furono convocati all’ufficio nazionale dei salesiani cooperatori a Cinecittà da don Buttarelli che aveva in animo un progetto sollecitato dall’allora Rettor Maggiore don Luigi Ricceri di iniziare a creare il “ r a m o gi o v a n i l e ” dell’associazione. Don Buttarelli ci presentò il progetto a noi piacque e fondammo il “Gruppo Centrale dei Giovani Cooperatori “ ed a me fu richiesto il servizio di coordinatore di questo nascente gruppo. Don Buttarelli aveva un grande dono sapeva valorizzare i talenti di ognuno dei membri del gruppo e prendere il buono di o gnuno di noi. Nacque un foglio di collegamento fra i gruppi dei giovani cooperatori presenti nelle varie ispettorie salesiane e delle Figlie di Maria Ausiliatrice che si chiamava “Presenza Giovani” veniva redatto ogni due mesi dal Gruppo Centrale, ciclostilato in proprio, spesso da me che nel frattempo dal settembre del 1970 ero diventato dipendente dell’ufficio nazionale e poi spedito in tutta Italia.
ebbi il regolamento da don vigano’
L’estate 1971 l’esperienza dei campi di lavoro e di animazione cristiana si è ampliata e ha raggiunto le zone di Perdasdefogu e Urzulei sempre in Sardegna e poi Cupone di Cerro al Volturno e Longano in provincia di Isernia nel Molise ove mi fu assegnato il servizio di coordinatore del campo di Cupone. Nell’anno 1974 il Consiglio Nazionale dell’Associazione mi elegge quale membro dell’allora Segreteria Esecutiva Nazionale, coordinata dal professor Giuseppe Giannantonio, con l’incarico di responsabile nazionale del ramo giovanile dell’Associazione. Questo servizio mi portò a viaggiare in lungo e in largo per l’Italia nei vari convegni dei giovani cooperatori e la responsabilità nell’organizzazione dei convegni nazionali dei giovani cooperatori che ogni due anni si celebravano a Roma per discutere ed approfondire tematiche sociali riguardanti la vita, i valori e i principi dei giovani di quel tempo. Nell’anno 1976 celebriamo il centenario della fondazione della nostra Associazione da parte di Don Bosco, approvando definitivamente il Regolamento di Vita Apostolica ed io ebbi l’onore di riceverlo dalle mani dell’allora Rettor Maggiore Don Egidio Viganò. Arriviamo all’ evento magico di “Roma 80”, un grande raduno di tutta l’Associazione a Roma con un indimenticabile momento a Castel Gandolfo, solo per il ramo giovanile, nei giardini della residenza estiva di Papa Giovanni Paolo II che attorno ad un falò ho avuto l’onore di leggergli l’indirizzo di saluto a nome di tutti i giovani cooperatori d’Italia ed avvicinarlo per presentargli gli adesivi che avevamo prodotto per l’occasione pregandolo di farli apporre sulla sua papamobile.
Fui eletto coordinatore nazionale
L’anno successivo 1981 il Consig l i o n a z i o n a l e dell’Associazione, con un grande atto di fiducia, mi elegge segretario coordinatore nazionale, servizio che espleterò sino all’aprile 1987. Grande responsabilità e profondo discernimento nelle scelte, coadiuvato sempre da un grande vice coordinatore nazionale quale fu Domenico Scafati e un’encomiabile segreteria esecutiva nazionale che mi diedero un immenso aiuto considerando la mia giovane età . Quanti viaggi per tutta Italia, quanta ricchezza e quanti doni spirituali ho ricevuto dai miei fratelli e sorelle in Don Bosco presiedendo convegni, raduni e incontri a livello ispettoriale e interispettoriale. Ricordo il mese di maggio del 1987 quando passai tre domeniche su quattro in viaggio tra la Sardegna, la Sicilia e la mia regione il Lazio, quante esperienze, quanti bei ricordi. Agli inizi del 1987 il Rettor Maggiore don Egidio Viganò su indicazione del Congress o M o n d i a l e dell’Associazione celebratosi a Roma Pisana agli inizi di quell’anno mi chiama al servizio di coordinatore generale, quindi primo r e s p o n s a b i l e dell’associazione a livello mondiale succeduto all’indimenticabile dottor Luigi Sarcheletti di Verona.
Capire lo sviluppo dell’associazione
La fiducia accordatami mi riempì di gioia ma nello stesso tempo avevo timore di non essere all’altezza del servizio richiestomi considerando la mia giovane età avevo 36 anni. Il mio primo atto ufficiale fu la partecipazione con una delegazione italiana alla Giornata Mondiale della Gioventù a Buenos Aires in Argentina pregandoin aprile 1987 con il compianto don Mario Cogliandro, fu un’esperienza indimenticabile incontrare i salesiani cooperatori di quella metropoli leggendo il mio primo discorso nella lingua spagnola. Fu il primo di una lunga serie di viaggi e di presenze nelle varie parti del mondo, perché capii che solo partecipando a congressi per lo più nazionali o di area avrei capito a fondo come s i s v i l u p p a v a l’Associazione a livello mondiale. E allora via a presiedere congressi in America Latina in Ecuador, Perù, Paraguay, Argentina e due volte in Brasile; negli Stati Uniti d’America nel Massachusetts, in Africa Etiopia e Gabon, in Asia India nella città di Calcutta e poi in varie nazioni d’Europa Spagna, Austria, Polonia, Francia.
Portare lo spirito associativo
Fu per me un’esperienza unica e indimenticabile, ovunque sono andato ho cercato di portare molto poco di me stesso ma moltissimo dello spirito associativo, del senso di appartenenza all’Associazione, la presenza mondiale dell’Associazione così viva e presente in contesti regionali così variegati, la bellezza e la grandezza di essere salesiano cooperatore. In ogni latitudine mi sentivo a casa perché la spiritualità laicale salesiana e il senso di famiglia si respira in egual misura in ogni parte del mondo. Dopo questa lunga parentesi internazionale durata sette anni, fui chiamato ad organizzare le elezioni del consiglio ispettoriale dei salesiani cooperatori della Romana (così allora si chiamava quello che ora è il consiglio provinciale del Lazio) in quanto fu sciolto prima del primo triennio. Fu eletto, non certo per mio merito un consiglio ispettoriale di spessore, basti dire che fu eletta al servizio di coordinatore ispettoriale la Noemi Bertola attuale coordinatore mondiale appena nominata dal Rettor Maggiore don Pascual Chàvez nel novembre 2012. Molti sono i servizi che l’Associazione dal 1994 mi ha richiesto. Sono stato chiamato a far parte dell’equipe di formazione della provincia del Lazio.
Negli aspiranti il futuro dell’associazione
E’ una bellissima esperienza che ancora ho la fortuna di fare perché ti mette a contatto con gli aspiranti salesiani cooperatori che anche attraverso il tuo piccolo contributo di esperienza e di amore a Don Bosco fai con loro opera di discernimento su questa loro chiamata a divenire salesiani cooperatori. Nello stesso modo vedi in loro il futuro dell’Associazione, saranno loro i futuri responsabi li a tutti i livelli associativi, e bello è dà molta gioia vederli dopo due anni di formazione provinciale e locale nelle varie scuole di formazione giungere al giorno della “Promessa” emozionati e grati al Signore e a Don Bosco che hanno dato un senso alla loro vita, ringraziarti per quello che hai detto loro. Arrivando ai giorni nostri da circa due anni sono membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Cerchi d’Onda Onlus, un associazione di famiglie, fondata alcuni anni orsono da un salesiano don Mario Oscar LLanos, docente dell’UPS, che finanziano e aiutano microprogetti nel mondo sia salesiano ma anche di altre realtà ecclesiali che ci chiedono un aiuto nei campi più disparati del sociale nei paesi meno fortunati del nostro occidente ma anche nella nostra Italia.
Anni intensi, anni entusiasmanti
Dallo scorso anno sto lavorando come coordinatore centrale alla realizzazione del progetto “Storia dell’Associazione Salesiani Cooperatori in Italia” un testo che vedrà la luce nel maggio del 2015 anno bicentenario della nascita del nostro fondatore che sarà diviso in due parti. La prima illustrerà la storia critica della nostra associazione nelle realtà locali, provinciali e della nazione Italia. Sempre dal settembre 2011 svolgo il lavoro come volontario presso il Centro d’Accoglienza Minori del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma nel progetto “Rimettere le Ali”, il mio s e r v i z i o c o n s i s t e nell’aiutare i giovani della fascia delle scuole medie inferiori che hanno difficoltà di apprendimento, a fare i compiti. Ecco ho cercato di scrivere i miei 40 anni con Don Bosco. Anni intensi, entusiasmanti e proficui proprio come il nostro fondatore ci ha insegnato.
Ringrazio tutti per la pazienza nel leggermi e vi abbraccio fraternamente.
Paolo Santoni