L’Amore si raggiunge, è un cammino, un percorso, una scoperta continua: per questo si chiama “mistero”, cioè qualcosa che si scopre continuamente. Se si perde di vista il cammino, si sconfina nel moralismo, senza più vedere la centralità della persona.
San Bernardo da Chiaravalle teorizzò l’Amore, e il cammino nell’Amore, in quattro gradi, ognuno susseguente (e non scavalcante) il precedente: non si può avere il terzo senza contemporaneamente il primo e il secondo, così come non ci si può fermare in eterno al primo. L’annuncio cristiano parte proprio dal primo, di nuovo oggi così essenziale.
1) L’AMORE DI SE STESSI PER SÉ: l’uomo ama se stesso.
[...] bisogna che il nostro amore cominci dalla carne. Se poi è diretto secondo un giusto ordine, [...] sotto l’ispirazione della Grazia, sarà infine perfezionato dallo spirito. Infatti non viene prima lo spirituale, ma ciò che è animale precede ciò che è spirituale. [...] Perciò prima l’uomo ama sé stesso per sé [...]. Vedendo poi che da solo non può sussistere, comincia a cercare Dio per mezzo della fede, come un essere necessario e Lo ama.
Bernardo vuol dire che è bene amare se stessi, sebbene così si corra il rischio di giungere all’egoismo, cioè all’amor-proprio che non è il vero amore di se stessi: quando si ama veramente se stessi, si desidera aprirsi all’amore.
2) L’AMORE DI DIO PER SÉ: si ama Dio in vista di se stessi
«Nel secondo grado, quindi, ama Dio, ma per sé, non per Lui. Cominciando però a frequentare Dio e ad onorarlo in rapporto alle proprie necessità, viene a conoscerlo a poco a poco con la lettura, con la riflessione, con la preghiera, con l’obbedienza; così gli si avvicina quasi insensibilmente attraverso una certa familiarità e gusta pura quanto sia soave.»
Cioè ci si rivolge con amore a Dio, ma non per suo amore bensì perché preoccupati innanzitutto del bene che si riceve da Lui e non ancora dell’amore di Lui stesso: è un amore funzionale e, quindi, imperfetto.
3) L’AMORE DI DIO PER DIO: l’uomo giunge ad amare Dio per Dio stesso.
«Dopo aver assaporato questa soavità l’anima passa al terzo grado, amando Dio non per sé, ma per Lui. In questo grado ci si ferma a lungo, anzi, non so se in questa vita sia possibile raggiungere il quarto grado.»
Non esiste vero amore che non sia amore dell’altro in quanto tale, amore perché l’Altro – ma anche l’altro – è ed ama: questo amore è perfetto perché non è preoccupato dei benefici che derivano dall’amore, ma dall’amore stesso dell’Altro.
4) L’AMORE DI SÉ PER DIO: l’uomo giunge ad amare se stesso – ed i fratelli tutti – per Dio.
«Quello cioè in cui l’uomo ama sé stesso solo per Dio. [...] Allora, sarà mirabilmente quasi dimentico di sé, quasi abbandonerà sé stesso per tendere tutto a Dio, tanto da essere uno spirito solo con Lui. Io credo che provasse questo il profeta, quando diceva: -Entrerò nella potenza del Signore e mi ricorderò solo della Tua giustizia-.»
Per Bernardo non è ancora nel terzo grado la perfezione: essa si raggiunge nel quarto grado, appunto, quando l’uomo giunge ad amare se stesso – ed i fratelli tutti – per Dio. Il credente, giunto all’amore di Dio, riesce a cogliere lo splendore di Dio in tutte le sue opere, a goderne e ad amare le persone per amore di Dio.