Il cuore, l’anima, la particolarità dell’organo sono i registri. Ad essi si deve il suono, ad essi si deve la qualità e la suonabilità, ad essi si deve la bellezza e l’arte di questo strumento. Tutto il meccanismo di generazione dell’aria è la parte “ingegneristica” dello strumento, ma nei registri c’è la vera arte strumentale. Dall’uso sapiente dei registri dipende la riuscita di un organista.
Un registro è l’equivalente a uno strumento dell’orchestra: produce un determinato timbro per tutta l’estensione della tastiera. Quindi, con un solo registro noi possiamo suonare quello che vogliamo. Nell’organo però, di registri ce ne sono vari: ecco perché è chiamato “il re degli strumenti”: l’organista dispone di una vera e propria orchestra, a seconda della grandezza dello strumento (che, ricordiamo, è tarato sull’ambiente in cui si trova ad operare); passiamo da un quartetto d’archi a un’orchestra sinfonica a degli strumenti solisti, dipende dal costruttore cosa ha pensato e creato.
Il suono dei registri è dato dalle canne: ogni canna produce un determinato timbro per una determinata nota. Quindi, per avere un registro che copra l’estensione classica di 5 ottave (cioè 61 note), abbiamo bisogno di 61 canne. Per avere 10 registri, 610, e così via. Si capisce facilmente il motivo del grande numero delle canne necessarie in un organo! Più sono numerose le file di canne, più lo strumento è ricco di combinazioni timbriche e (di conseguenza) più lo strumento è grande. Il numero di canne non è limitato a quelle che si vedono nella tribuna di facciata: addirittura talvolta le canne di mostra sono mute! Esse adempiono a due compiti molto importanti:
• Riparare dalla polvere le canne vere, in quanto la polvere e l’umidità sono i peggiori nemici per l’organo
• Funzione estetica, in quanto le canne vere sono disposte con un ordine tecnico, dettato da esigenze costruttive, e sarebbero brutte a vedersi.
Ritornando all’affermazione che, più sono numerose le canne, più l’organo è grande, aggiungiamo che uno strumento, per essere sufficiente per svolgere il servizio liturgico, deve disporre di almeno 800 canne; per l’uso concertistico, invece, ne deve avere più di 2.000. Il nostro organo ne ha quasi 5400!
L’altezza della canna determina l’altezza della nota emessa (più è altra più il suono è grave), mentre il diametro, la forma ed il materiale caratterizzano il timbro. Per produrre i vari timbri, le canne hanno forme, sezioni e materiali diversi.
In base alle varie caratteristiche, possono essere divisi in famiglie:
- in base alla modalità costruttiva: ad anima (registri labiali) e ad ancia
- in base al timbro: Principali, Flauti e Bordoni, Ance, Oscillanti, Violeggianti o Orchestrali, vari.
Chiaramente, per avere tutte le famiglie, l’organo deve essere grande, altrimenti per avere dei registri “particolari” si trascurano quelli “fondamentali”, il che rende lo strumento poco usabile. E’ quasi superfluo dire che il nostro organo possiede registri praticamente di tutte le famiglie.