Marco 1, 7-11: 7 In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». 9 Ed ecco, in quei giorni,. Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10 E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11 E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
(Bibbia Cei: versione 2007)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Marco 1, 7-11
Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: «Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali.
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
Nel secondo vangelo, subito dopo l’inizio (inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio), troviamo Giovanni che annunzia il Messia: “Si presentò (egheneto = apparve) Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati”. Giovanni proclama come “un araldo nel deserto” (Is 40, 3) un battesimo, un lavacro, che è il segno, il simbolo esteriore della conversione. Questo battesimo non concedeva il perdono, ma disponeva a riceverlo, se veramente i battezzati erano convertiti. Marco dice enfaticamente che “accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme” e asserisce che Giovanni vestiva come un profeta, come Elia (pelli di cammello e cintura di pelle ai fianchi) e mangiava come un povero nomade (locuste e miele selvatico), quindi prosegue ricordando la sua predicazione sul Messia. Il brano scelto dalla liturgia odierna presenta il battesimo di Gesù, con la visione del Giordano, che per Gesù è un po’ quello che era la visione inaugurale dei profeti antichi (Cf Is 6; Ez 1). Fu un gesto con cui Dio dava il via all’attività messianica, che Gesù doveva portare a termine, come “Servo di Javhé” e come “Figlio di Dio”.
E PREDICAVA (7)
Le parole di Giovanni sono la risposta che egli dava a chi lo interrogava, credendolo il Messia. Con essa egli annunziava il Messia senza nominarlo: la “forza” (più forte di me) era infatti una delle prerogative dei tempi messianici (cf 2 Sm 22, 31; Sl 7, 12) e per la stessa persona del Messia (cf Is 9, 6; 49, 25).
IO NON SON DEGNO (7)
Questa espressione è riferita dai 4 evangelisti e anche da At 13, 25; evidentemente doveva essere un elemento ordinario della catechesi dei primi tempi. Esalta soprattutto l’altezza morale del Cristo e della sua missione, maggiormente se si tiene conto che nessuno schiavo ebreo era costretto a sciogliere i lacci dai sandali del suo padrone.
CON ACQUA… CON LO SPIRITO SANTO (8)
Nonostante il suo valore, il battesimo di Giovanni si riduce ad essere un battesimo di “acqua”, ossia un’immersione che aiuta a far prendere coscienza fino a che punto l’uomo ha bisogno di Dio, Il battesimo di Gesù è radicalmente diverso, perché immerge l’uomo nello Spirito di Dio, che è Spirito di santità e di vita.
IN QUEI GIORNI (9)
La formula è generica e non fornisce indicazioni circa il tempo preciso del battesimo di Gesù.
GESU’ VENNE DA NAZARET (9)
La Galilea era fuori della zona ricordata prima, “il deserto”, che era una depressione del Giordano, probabilmente tra Gerico e il Mar Morto. Con questa precisazione geografica Marco dimostra di voler parlare di una persona storica, concreta.
E FU BATTEZZATO (9)
Gesù si fa battezzare come tutti gli altri, scendendo nel fiume Giordano e risalendo da esso (uscendo dall’acqua). Marco racconta il fatto con estrema sinteticità, senza preoccuparsi dei problemi teologici connessi, come il fatto che Gesù non era peccatore come gli altri, ma innocente.
E, USCENDO DALL’ACQUA, VIDE (10)
Letteralmente: “ Quindi, (eutus = subito) uscendo dall’acqua, vide”.. Chi vede è Gesù. A differenza degli altri evangelisti che presentano il fatto come una solenne teofania, Marco la presenta come un’esperienza vissuta da Gesù, forse perché ha voluto sottolineare la fede della Chiesa primitiva in Cristo Messia, Unto del Signore e Figlio di Dio.
APRIRSI I CIELI (10)
I cieli che “si squarciano” è un’espressione comune nei profeti e nella letteratura apocalittica (Ez 1, 1; Gv 1, 51; Ap 16,19; Mat 27; Is 63, 19: “O se tu squarciassi i cieli e discendessi”) e indica l’irruzione del divino nella sfera umana.
E LO SPIRITO DISCENDERE (10)
Gesù sale dall’acqua e lo Spirito discende su di lui. E’ come un andare incontro di colui che scende a colui che sale.
COME UNA COLOMBA (10)
Non si tratta di un’apparizione in forma di colomba, ma di una semplice immagine (“os” in greco, “tanquam” in latino, “come” in italiano, indicano approssimazione), che richiama in qualche modo Gn 1, 2 (e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque). L’immagine è presente nei quattro evangelisti e si comprende alla luce della tradizione rabbinica, che con essa raffigurava la presenza di Dio. Secondo Isaia lo Spirito accompagna e guida gli Israeliti nel passaggio del Mar Rosso (Is 63, 14); in vari passi dell’AT è detto che lo Spirito è il dono per eccellenza del Messia (Is 11, 2; 42, 1) e secondo Giovanni lo Spirito è il segno da cui Giovanni riconosce il Messia (Gv 1, 32).
SI SENTI’ UNA VOCE (11)
Da dove è venuto lo Spirito, dal cielo, considerato come la dimora di Dio, viene una voce, che è la stessa voce di Dio. I rabbini pensando che la voce di Dio non poteva essere udita da nessuna persona umana, per rispetto alla trascendenza divina, dicevano “ la figlia della voce” ossia l’eco della voce e non la voce diretta di Dio. Comunque qui è solo Gesù che vede e sente.
TU SEI IL MIO FIGLIO (11)
Queste parole richiamano secondo alcuni quelle del salmo 2, 7: “Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato”, con cui Dio proclama l’adozione a figlio del re davidico o, secondo altri Isaia 42, 1: “Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio” , in cui Dio dichiara Israele suo servo, con la sostituzione di “servo” con “Figlio”. Qui, come sarà poi confermato nella trasfigurazione (Mc 9, 7) , “Figlio” , detto di Gesù, significa che è realmente Figlio di Dio; “diletto”, unito a “Figlio” significa “unico” o “unigenito” (cf Mc 12, 6; Gn 22, 6; Gr 6, 26); “in cui mi sono compiaciuto” significa che è oggetto di un tenerissimo amore, è gradito a Dio, è la gioia del suo cuore.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
INVESTITURA COME MESSIA
Il battesimo di Gesù segna la sua investitura ufficiale come Messia. Marco, presentando la scena in termini scarni, senza alcun commento, sembra voler sottolineare che il riconoscimento solenne del Padre e il suo compiacimento nei confronti del Figlio è conseguente al suo inserimento solitario nell’umanità peccatrice per riscattarla e farne il suo corpo, la chiesa. L’apparizione dello Spirito Santo, “come una colomba”, simbolo biblico della pace, rafforza l’annunzio del progetto divino di salvezza: il Verbo è venuto nel mondo per riconciliare, unire, ricostruire la famiglia umana. In tal mondo il battesimo al Giordano è molto più di un episodio: è l’annunzio di tutta una vita che rivela il volto trinitario del Dio Amore (Giuseppe Pasini). L’evento del battesimo di Gesù riassume tutta la cristologia: Gesù è la piena e perfetta rivelazione del Padre, perché possiede e dona lo Spirito in quanto egli è l’unico Figlio di Dio, venuto per radunare intorno a sé i molti figli di Dio, la nuova famiglia di Dio. Ciò significa che Gesù , e non noi, fa la Chiesa. Anche nel nostro battesimo è Gesù che ci invia lo Spirito, ci fa figli e ci introduce nella nuova comunità di fratelli e sorelle (Mc 3, 32). (Antonio Bonora)
DISCESA DELLO SPIRITO
“Lo Spirito discendere su di lui, come una colomba” (Mc 1, 10). Attorno alla “colomba” si addensano tanti valori simbolici. Il primo è esplicitato da Marco che raccorda la colomba allo Spirito di Dio che scende in pienezza sul Messia, come aveva cantato Isaia (11, 1-2) su di lui si poserà lo Spirito del Signore). La tradizione rimanda pure a Genesi 1, 2 in cui si diceva che il Signore “aleggiava” (o anche “covava”) sulle acque del caos primordiale. Un’altra tradizione paragonava la voce di Dio e dello Spirito Santo al tubare della colomba, menzionato con tenerezza nel Cantico dei Cantici. La colomba rappresenterebbe l’effusione in Gesù dello Spirito messianico e profetico. In alcuni passi dell’AT la colomba è quasi lo stemma di Israele (Sl 67/68, 14; Os 7, 11). In questo caso avremmo un secondo valore; accanto a Gesù si configurava idealmente il nuovo popolo di Dio che è pieno di Spirito Santo, come avverrà nella Pentecoste. Ma c’è un terzo rimando della tradizione: nella nuova creazione, dopo il giudizio del diluvio, è una colomba a fungere da ambasciatore della salvezza. Con Gesù, si inaugurerebbe il nuovo mondo sul quale aleggia lo Spirito di Dio, come già era stato fatto balenare dalla pagina della Genesi. Tra parentesi, le lettere della parola “shekinah” (presenza di Dio), sono le stesse della frase ebraica “ciò che è come colomba”.
IL NOSTRO BATTESIMO
Il battesimo di Giovanni e la rivelazione del Padre ci aiutano a ricordare e a riscoprire il nostro battesimo. Noi siamo dei battezzati: per questo ci chiamiamo cristiani. E’ strano che noi ci ricordiamo il giorno della nascita, il compleanno, e non ricordiamo il giorno del battesimo. In quel giorno un sacerdote ha versato dell’acqua sul nostro capo e ha pronunziato le parole volute da Gesù: “ Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. In realtà è Gesù Cristo che ci ha battezzati: “Egli”, aveva detto Giovanni, “vi battezzerà con lo Spirito Santo”. Che cosa è avvenuto? Siamo rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo; siamo stati innestati nella vita di Dio; siamo diventati tralci, uniti alla vite Gesù Cristo: siamo stati immersi nel mistero della morte e risurrezione di Cristo; siamo diventati figli adottivi di Dio. Questo è il nostro battesimo. Se tutti i giorni della vita lo abbiamo coltivato con la preghiera, i sacramenti e la parola di Dio, ha portato in noi i frutti dello Spirito Santo che sono la fede, l’amore del prossimo, la gioia, la bontà, la fedeltà, l’umiltà. (Giovanni Nervo)
Nel fatto che i cieli si sono spalancati, quando il Signore uscì dalle acque dopo il Battesimo, si deve capire che per noi, rinati nel battesimo, si spalancano i cieli: quei cieli che il Figlio di Dio, salendo nel suo corpo al cielo, ha spalancato per la prima volta. E perciò, nel fatto che subito è disceso lo Spirito Santo, che si fa sentire la voce del Padre dire: “ Questi è il mio Figlio”, in tutto ciò ci si rivela la successione del mistero celeste e della nostra salvezza, perché saremmo in seguito diventati figli di Dio mediante il battesimo salutare dell’acqua, saremmo stati arricchiti del dono dello Spirito Santo, mediante il quale vanno la lode e la gloria del Padre e del Figlio per i secoli dei secoli. (Cromazio di Aquileia)
NASCITA SPIRITUALE
La nostra nascita spirituale non ha luogo senza lo Spirito Santo e giustamente perché, come la nostra prima creazione fu opera della Trinità, così la nostra seconda creazione è opera della Trinità. Il Padre infatti non fa niente senza il Figlio e senza lo Spirito Santo, perché l’opera del Padre è anche del Figlio e l’opera del Figlio è anche dello Spirito Santo. Non c’è che una sola e medesima grazia della Trinità. Ora siamo dunque salvati dalla Trinità, perché in origine siamo stati creati dalla Trinità. (Cromazio di Aquileia)
Ritornare all’origine del nostro battesimo non è nostalgico volgersi all’inizio, ad un periodo innocente, di cui forse non conosciamo il ricordo. E’, invece, un volgersi all’”originario” lavacro di Gesù, anticipo della croce, della sua vita come incondizionata dedizione a Dio e agli uomini. Per questo già la chiesa primitiva ha segnato come evento originario, come limitare di accesso al ministero di Gesù, lo scandalo del “figlio amatissimo” che si fa servo in fila con i peccatori e ha protetto la pretesa prepasquale di Gesù con la confessione ormai forte e luminosa della fede pasquale. L’organo precettivo di questa “origine” – che non è solo l’inizio cronologico, ma la fonte, la sorgente, il fondamento, il cuore vivo e pulsante dell’esistere cristiano – è la coscienza credente: quella che partecipa alla “visione” di Gesù che nei segni ascolta la “voce” del cielo. Vedere e ascoltare è seguire il Signore, perché solo il “servo” di Javhé ci introduce a partecipare alla signoria di Dio. (Franco Giulio Brambilla)
IL FIGLIO PREDILETTO
“Viene dopo di me uno che è piú forte di me, e io non sono degno di chinarmi per sciogliergli i lacci dei suoi sandali” (Mc 1,7). Siamo di fronte a una grande prova di umiltà: è come se avesse dichiarato di non essere degno di essere servo del Signore… “Io vi battezzo con acqua” (Mc 1,8), cioè sono solamente un servo: egli è il creatore e il Signore: io vi offro l`acqua, sono una creatura e vi offro una cosa creata: egli che non è stato creato, vi porge una cosa increata. …..Dapprima accorsero da Giovanni Battista la Giudea e gli abitanti di Gerusalemme: nostro Signore che dette inizio al battesimo del Vangelo e mutò in sacramenti del Vangelo i sacramenti della legge, non venne dalla Giudea né da Gerusalemme, ma dalla Galilea delle genti. Gesú viene infatti da Nazareth, villaggio della Galilea. Nazara significa fiore: cioè il fiore, che è Gesú, viene dal fiore. “E fu battezzato da Giovanni nel Giordano” (Mc 1,9). E` un grande atto di misericordia: si fa battezzare come un peccatore colui che non aveva commesso alcun peccato. Nel battesimo del Signore tutti i peccati vengono rimessi: ma, in un certo senso, il battesimo del Signore precede la vera remissione dei peccati che ha luogo nel sangue di Cristo, nel mistero della Trinità. “E subito, risalendo dall`acqua, vide i cieli aperti” (Mc 1,10). ….Gesú Cristo è battezzato da Giovanni, lo Spirito Santo discende sotto forma di colomba e il Padre dai cieli rende la sua testimonianza. Guarda o Ariano, guarda o eretico: anche nel battesimo di Gesú c`è il mistero della Trinità. Gesú è battezzato, lo Spirito discende come colomba, e il Padre parla dal cielo. «Vide i cieli aperti», scrive Marco. Cosí, dicendo «vide» mostra che gli altri non videro: non tutti infatti vedono i cieli aperti……E non si creda che i cieli si aprano cosí, materialmente e semplicemente: noi stessi che qui sediamo, vediamo i cieli aperti o chiusi a seconda dei nostri meriti. La fede piena vede i cieli aperti, la fede esitante li vede chiusi. (Girolamo, Comment. In Marc, l).
ECCO L’AGNELLO DI DIO
Cristo, concluso il discorso sui segni rivolto ai suoi discepoli disse loro: «Andiamo sul fiume Giordano».E s`incamminarono insieme con lui e giunsero in Betania che si trova tra Gerusalemme e il Giordano e passarono la notte in casa di Lazzaro. Sul far del giorno, Nostro Signore disse ai discepoli: «Andiamo insieme sul Giordano. Lì sentiremo una voce che grida nel deserto per appianare le mie vie (cf. Is 40,3); lí vedrete una fiaccola ardente che splende di vivida luce”. Quando Giovanni vide Gesú gridò a gran voce: «”Ecco l`agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo” (Gv 1,29). Questi è il Figlio Unigenito che è venuto per la nostra salvezza. Questi è il Re dei re annunziato dal profeta Zaccaria. E` questi certamente il Figlio Unigenito dell`eterno Dio…». Dunque Gesú scese spogliatosi delle vesti e si fermò in mezzo al fiume. C`era lì molta gente che Giovanni battezzava. E Gesú disse a Giovanni: «Fa` quello che ti ho ordinato». E Giovanni gli si avvicinò profondamente turbato e impose le mani sul capo di Nostro Signore. E quando volse gli occhi verso il cielo, lo vide aprirsi e lo Spirito Santo scendere sul capo di Cristo come una colomba che aleggiando si fermò sul capo di Nostro Signore. E sentì una voce che gridava dal cielo: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto; questi è il Figlio mio prediletto di cui gioisco; questi è il Figlio mio diletto per mezzo del quale creai il cielo e la terra; questi è il Figlio mio generato prima dei secoli e dei tempi; questi è il Figlio mio che mai sarà separato da me; questi è il Figlio mio che è veramente la mia immagine». (Evangelium apocryphum Iohan., 33, 4-6.12)
LO SPIRITO E IL BATTESIMO
Cristo fu battezzato per noi quando riempí il nostro Battesimo di luce, di vita e di santità e quando divenne la via per la quale lo Spirito viene su di noi, poiché lo Spirito venne su di lui cosí come sulle primizie del nostro genere umano, per passare in seguito anche su quelli che appartengono allo stesso genere, una volta divenuti perfetti attraverso il Battesimo. (Severo di Antiochia, S. 84)
PREGHIERA (pregare la parola)
•Padre onnipotente ed eterno, che dopo il battesimo nel fiume Giordano proclamasti il Cristo tuo diletto Figlio, mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo, concedi ai tuoi figli, rinati dall’acqua e dallo Spirito di vivere sempre nel tuo amore. (1 Colletta Battesimo del Signore)
•Padre d’immensa gloria, tu hai consacrato con potenza di Spirito Santo il tuo Verbo fatto uomo e lo hai stabilito luce del mondo e alleanza di pace per tutti i popoli; concedi a noi che celebriamo il mistero del suo battesimo al Giordano di vivere come fedeli imitatori del tuo Figlio prediletto, in cui il tuo amore si compiace. (2 Colletta Battesimo del Signore)
•Ecco Dio è la mia salvezza, io confiderò, non avrò timore, perché mia forza e mio canto è il Signore; egli è stato la mia salvezza. Cantate inni al Signore perché ha fatto opere grandi, ciò sia noto in tutta la terra. Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion, perché grande in mezzo a voi è il santo di Israele. (Isaia 12, 2-6)
•Signore, mio Dio, quanto sei grande. Rivestito di maestà e di splendore, avvolto di luce, come di un manto. Quanto sono grandi, Signore, le tue opere. Tutto hai fatto con saggezza, la terra è piena delle tue creature, Tutti da te aspettano che tu dia loro cibo in tempo opportuno. Tu lo provvedi essi lo raccolgono, tu apri la mano, si saziano di beni. Se nascondi il tuo volto vengono meno, togli il tuo respiro, muoiono. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. (Dal Salmo 103)
•Signore che benedici quanti ti benedicono e santifichi quelli che pongono in te la loro fiducia, salva il tuo popolo e benedici la tua eredità, preserva la pienezza della tua chiesa, santifica quelli che amano la bellezza della tua casa, innalzali fino alla gloria del tuo divino potere, e non dimenticarci che in te poniamo la nostra fiducia. Dà pace al mondo, alla tua chiesa, al clero, al nostro paese, a tutto il tuo popolo. Poiché ogni dono viene dall’alto e da te ci è dato, Padre dei lumi, noi ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti ringraziamo, Padre, Figlio e Spirito Santo, ora e sempre, nei secoli dei secoli. (S. Giovanni Crisostomo)
•Dio Padre. “da cui ogni paternità in cielo e in terra trae nome” (Ef 3, 15), sostieni l’impegno dei genitori chiamati ad educare nella fede i propri figli, perché attraverso il culto della Parola e l’esperienza della carità offrano loro una luminosa testimonianza di vita cristiana.
•Dio Padre che ci hai donato il tuo Figlio Gesù “nel quale anche noi siamo tuoi figli”, sostieni la ricerca spirituale dei giovani, perché attraverso la testimonianza della comunità cristiane, accolgano con entusiasmo le esigenze del loro battesimo.
•Dio Padre, che hai effuso sugli uomini il tuo Spirito di vita, sostieni il cammino di tutti coloro che ti cercano con cuore sincero, perché da te guidati e sorretti giungano alla conoscenza della verità. (Preghiere di Francesco Zenna)
•Dio che generi il Signore nostro Gesù Cristo e dai a noi la vita, che ci sei
Padre e Madre, attira a te, noi tuoi figli, perché possiamo adorarti… Dio di tutto il mondo, fa che la nostra storia ci mostri come noi apparteniamo solo a te e come solo tu ci appartieni. Fa che noi peccatori ritroviamo in te quanto ci è più urgentemente indispensabile, la nostra dignità di figli e di figlie di Dio. (D.T. Niles)
•Si aprano i cieli anche sul nostro capo, Signore, e tu possa dire di ognuno di noi: questo è mio figlio diletto, nel quale ho posto le mie compiacenze. (David Maria Turoldo)
•Ascolta, o Padre, le preghiere che il tuo Spirito ci ha suggerito; donaci intelligenza per vedere i tuoi progetti e coraggio per attuarli..(Messalino festivo LDC)
•Madre di Colui che solo è misericordioso e buono, accogli la mia anima piena di miserie, rendila degna di essere un giorno alla destra del tuo unico Figlio Gesù. In te, nostra patrona e mediatrice presso Dio, del quale tu sei Madre, l’umanità pone la propria gioia, aspetta la tua protezione, solo in te trova rifugio, solo da te spera soccorso. (S. Efrem il Siro: IV secolo)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della Parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Viviamo da battezzati, non impedendo allo Spirito Santo di guidare la nostra vita cristiana.