Giovanni 1,35-42: 35 In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, 36 fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37 E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38 Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro -, dove dimori?». 39 Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. 40 Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41 Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42 e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Giovanni 1,35-42
Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l`agnello di Dio!». E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cercate?». Gli risposero: «Rabbì (che significa maestro), dove abiti?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)» 42e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)»
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
I quattro Vangeli riportano la chiamata dei primi apostoli. Secondo i Sinottici (Mt 4, 18-22; Mc 1, 16-20; Lc 5, 1-11) Gesù li chiama mentre fanno i pescatori e dopo aver dato inizio al suo insegnamento. Giovanni ne colloca la chiamata nel prolungamento del ministero di Giovanni. Mettere insieme i due racconti incontra difficoltà per il fatto che i primi cinque discepoli, secondo la narrazione di Giovanni si trovano poi assiduamente con Gesù. Ma si può osservare che i Sinottici riportano la chiamata definitiva dei discepoli, avvenuta quando Gesù ha iniziato la predicazione vera e propria, dopo l’arresto di Giovanni. In questo brano Gesù è presentato come Messia, Rabbì, Figlio di Dio, Re d’Israele, Figlio dell’uomo. La scena della chiamata si sviluppa in tre giornate.
IL GIORNO DOPO (35)
Siamo al terzo giorno della testimonianza del Battista. Giovanni indica ai suoi discepoli l’Agnello di Dio, colui che bisogna seguire, poi si mette da parte. I discepoli a sentir chiamare Gesù Agnello di Dio colgono subito il significato messianico del termine.
CHE CERCATE (38)
E’ la prima volta che in questo Vangelo parla Gesù. La domanda che fa agli Apostoli (che cercate?) la farà ancora altre due volte e sempre in momenti essenziali: all’inizio della Passione (Gv 18, 4-7) e quando apparirà alla Maddalena. (Gv 20, 15)
RABBI (38)
“Rabbi” era un titolo usuale per le persone di riguardo ed era impiegato soprattutto dall’alunno nei confronti del maestro. Il quarto Vangelo dà a Gesù il titolo di Rabbi otto volte e una volta lo chiama Rabbuni. (Gv 20, 16)
DOVE ABITI (38)
La domanda dei discepoli come suona in italiano sembra banale. Ma essi più che l’abitazione cercano un’intimità di vita con Gesù il verbo greco qui usato, infatti, (“mavein = rimanere) è il verbo della comunione, dell’intimità degli amici e persino della relazione unica del Figlio col Padre.
VENITE E VEDRETE (39)
Gesù risponde proponendo l’offerta di un’esperienza diretta, e concede l’opportunità di iniziare un cammino di sequela, almeno come esperimento e verifica.
SI FERMARONO CON LUI (39)
La proposta è accolta e apprezzata, dato che gli apostoli si fermano con Gesù per tutta la giornata e ricordano per sempre l’ora dell’incontro che ha segnato la loro vita.
UNO DEI DUE (40)
Viene detto il nome di Andrea ma non dell’altro discepolo; sotto questo anonimato però si nasconde “il discepolo che Gesù amava”, che nel quarto Vangelo non è mai nominato, ma che è l’autore stesso del Vangelo, Giovanni.
TROVATO IL MESSIA (41)
La chiamata genera chiamata. Andrea si fa portavoce presso il fratello Simone e asserisce che Gesù è il Messia. La traduzione in greco (Cristo) è stata aggiunta dall’autore o dall’editore, ad uso dei lettori di lingua greca.
TI CHIAMERAI CEFA (42)
Gesù, vedendo Simone, lo chiama e lo investe di autorità, comunicandogli il suo nuovo nome, che allude alla funzione di essere la pietra visibile della Chiesa.
IL GIORNO DOPO (43)
Segue la chiamata di Filippo (Gesù incontrò Filippo e gli disse: “Seguimi”,) La risposta è pronta e convinta, infatti Filippo cerca subito di portare a Gesù Natanaele e di vincere le sue diffidenze nei confronti di un abitante di Nazaret, da cui non era mai uscito un profeta (vieni e vedi). Natanaele resta colpito da Gesù che lo scruta nell’anima (io ti ho visto quando eri sotto il fico) e fa una grande professione di fede: “tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele”.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
CHIAMATA DI DIO
La chiamata di Dio ci viene rivolta attraverso la voce di Gesù: come nel brano di Giovanni 1, 35-42 che dipinge una scena di vocazione. Gesù domanda: “Che cercate?”, rispondono: “Rabbì, dove abiti?”, Gesù replica: “Venite e vedrete”. Un dialogo serrato, essenziale, fatto di domande fondamentali e di riposte misteriose. Il discepolo è colui che cerca la dimora di Gesù, per stare con lui, vuole conoscere chi è Gesù per seguirlo. E Gesù svela il suo mistero, cui alludono i titoli di Agnello di Dio, Maestro, Messia. L’incontro con Gesù cambia la vita: questo cambiamento è ben espresso nel cambiamento del nome di Simone in quello di Pietro. Gesù ha trasformato la vita di Simone, chiamandolo a seguirlo e affidandogli una missione decisiva nella Chiesa. (Antonio Bonora)
VENITE E VEDRETE
“Maestro dove abiti?” dicono i due discepoli, “ venite e vedrete”, risponde Gesù. Cioè apritevi a me e seguitemi, allora vi renderete conto della mia esperienza religiosa e dei miei interessi profondi… Gesù vive da sempre orientato vitalmente verso il Padre, in dialogo intimo e profondo che lo apre ad un’esperienza unica con lui (Gv 1, 1). Giovanni lo descrive abbracciato al “seno del Padre” (Gv 1, 18). Tale è l’intimità e la comunione di Gesù con il Padre. Qui risiede Gesù; qui dimora abitualmente. E quest’esperienza egli intende comunicare a quanti decidono di andare e rimanere presso di lui. Seguire Gesù per rendersi conto dove dimora e dimorare con lui, costituisce il perno principale della vita e dei rapporti con le persone e le cose, il perno delle speranze e della vocazione di un uomo. E’ l’equilibrio vero di una persona che intende crescere veramente nella vita. Quest’incontro con Gesù vale sempre; è valso per i due che lasciarono tutto e lo seguirono, perché Gesù costituì per essi una potente ragione per cambiare tutto, lasciare tutto; anzi costituì il fascino segreto e perenne della loro vita. Un ricordo da non dimenticare: “ erano le quattro del pomeriggio”. (Franco Mosconi)
LA VOCAZIONE
La vocazione ha un carattere mediato. Il Battista indica Gesù, Andrea chiama Pietro, Filippo invita Natanaele. La vocazione si media in molti modi, non è una scoperta appartata, operata nell’isolamento della propria esistenza, ma si avvale della testimonianza altrui, della cura che l’altro si prende del fratello. E’ questa la figura fondamentale della fede e quindi della vocazione cristiana…. Tutti noi si è venuti alla fede-vocazione nel vissuto di una comunità, nel rapporto personale, nell’incontro di una figura decisiva di educatore, nel modello di una fraterna testimonianza. (F. Giulio Brambilla)
MEDIAZIONE
La testimonianza del Battista conduce i suoi discepoli alla sequela di Gesù. Il Signore chiama quando vuole, come vuole e chi vuole, tuttavia il luogo normale in cui si manifesta la vocazione è la comunità viva nella fede che testimonia con coraggio l’identità del Signore Gesù. La pastorale vocazionale della Chiesa postula, anzitutto, l’edificazione di una comunità cristiana vitalizzata dall’obbedienza al Vangelo e perciò capace di rendere testimonianza all’Agnello di Dio. Le vocazioni alla vita di fede nascono dalla testimonianza di fede. (Benigno Papa)
La “mediazione” non è sostituzione, non è opaca attrazione verso l’educatore maestro, non è legata ad una storia insostituibile. Ogni mediazione è rimando all’incontro con l’Altro. È indice puntato verso la “voce” e lo “sguardo ” che viene da altrove, è attestazione dell’originario da cui tutti siamo chiamati. Rimanda all’incontro con Gesù, quale luogo della rivelazione del Padre. (F. Giulio Brambilla)
La vocazione cristiana si sviluppa attraverso itinerari di fede che consentono di raggiungere una dimestichezza con Gesù, una sintonia perfetta con il progetto di vita che la persona incarna e rivela. Attraverso il perseverante ascolto della parola di Dio, la partecipazione assidua alla vita sacramentale, la pratica annuale degli esercizi spirituali e la pratica ricorrente della direzione spirituale è possibile condurre un’esperienza di vita che renda adulti nella fede. (B.Papa)
VOCAZIONE E MISSIONE
La vocazione è legata alla missione: cioè chiamandomi, elargendomi quei doni, e assegnandomi quel compito, Dio mi mette a servizio della comunità. “Nessun uomo è un’isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo di continente”, è un’espressione di John Donne che ha avuto una meritata fama. Di quello che c’è in me sono economo, per il bene di tutti. Ogni compito e “funzione”: per gli altri.. La vocazione ci mette in atteggiamento di radicale servizio per gli altri. (Mariano Magrassi)
Teniamoci pur certi che seguitando noi a dire quel “ Fiat voluntas tua”! (Si compia la tua volontà), col desiderio che egli disponga di noi senza limiti, e facendo che nella bilancia della nostra stima non pesino che i motivi della maggior perfezione morale nostra propria, il solo bene assoluto per noi, avverrà che la volontà divina sarà fatta in noi in un modo ancor più grande di quello che noi possiamo concepire, o che osiamo espressamente sperare. La santità, il desiderio di santità, tutto verrà dietro questo: i disegni di Dio si compiranno; la legge di Dio ha una virtù nascosta, nella sua massima semplicità e intimità feconda: la Provvidenza è tutta rivolta in servizio di quelli che nella legge di Dio e in essa (non nei propri disegni) ripongono tutta la loro speranza. (Antonio Rosmini)
IL SANGUE DELLA REDENZIONE
“Il giorno seguente Giovanni ancora stava là, e con lui due dei suoi discepoli; e mirando Gesù che passava, esclamò: «Ecco l`agnello di Dio»” (Gv 1,35-36). Certamente è l`agnello per eccellenza, dato che anche i discepoli sono chiamati agnelli: “Ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi” (Mt 10,16). Essi sono chiamati anche luce: “Voi siete la luce del mondo” (Mt 5,14), ma in un senso diverso da colui del quale è scritto: «Era la vera luce, che illumina ogni uomo che viene nel mondo». Così, in un altro senso, è l`agnello per eccellenza, il solo senza macchia, senza peccato; e non perché le sue macchie erano state cancellate ma perchè mai ne aveva avute. Cosa significano queste parole di Giovanni riguardo al Signore: «Ecco l`agnello di Dio»? Giovanni non era forse un agnello anche lui? non era un uomo santo? non era amico dello sposo? E’ che Cristo è l`agnello per eccellenza: questo è l`agnello di Dio: perchè unicamente per il solo sangue di questo agnello gli uomini poterono essere redenti. Quando il tempo della misericordia di Dio arrivò, l`agnello venne sulla terra. Che agnello è questo, che i lupi temono? Che agnello è questo che, ucciso, uccide il leone? Il diavolo è detto infatti leone ruggente che va attorno cercando chi divorare (cf. 1Pt 5,8); e dal sangue dell`agnello il leone fu vinto. (Agostino, Comment. in Ioan., 7, 5-6.14)
L’AGNELLO DI DIO
Quando dice: “Ecco l`agnello di Dio”, non solo vuole indicare il Cristo, ma vuole anche esprimere ammirazione per la sua potenza – “Il suo nome sarà Ammirabile” (Is 9,5) -. Ed è veramente un agnello di meravigliosa potenza questo che, ucciso, uccise il leone; il leone, dico, del quale parla Pietro – “Il vostro avversario, il diavolo, come un leone ruggente, cerca chi può divorare” (1Pt 5,8). Perciò lo stesso agnello venne chiamato leone vincitore e glorioso – “Ecco ha vinto il leone della tribù di Giuda” (Ap 5,5) -. “Ecco l`agnello di Dio” è una testimonianza molto breve; ma è breve perché i discepoli, ai quali Giovanni parla, da ciò ch`egli aveva già detto di Cristo, erano bene informati su di lui; e anche perchè ciò che soprattutto interessava a Giovanni era di indirizzare i suoi discepoli a Cristo. E non dice «Andate da lui», perché i discepoli non credano di fargli un favore, se lo seguono; ma ne esalta il prestigio, perché capiscano che fanno bene a se stessi, se lo seguono. Perciò dice: “Ecco l`agnello di Dio”, cioè, ecco dov`è la grazia e la forza epuratrice del peccato; l`agnello, infatti, veniva offerto in espiazione dei peccati. “Gesù poi voltatosi”: queste parole stanno a dire che Gesù compie ciò ch`era stato iniziato da Giovanni, perchè “la legge non portò nessuno alla perfezione” (Eb 7,19). Quindi Cristo esamina e istruisce i discepoli, poiché “dice loro: Venite e vedrete”. Ed essi:“Maestro, dove abiti?” E l`evangelista dice: “Gesù voltatosi e visto che lo seguivano, disse loro”. Il senso letterale dice che Cristo andava avanti e i due discepoli, che lo seguivano, non ne vedevano la faccia, perciò Cristo, per incoraggiarli, si voltò verso di loro. E questo ci fa capire che Cristo dà speranza di misericordia a tutti coloro che si mettono a seguirlo con cuore puro. “Previene quelli che lo cercano” (Sap 6,14). Gesù si volta verso di noi, perché lo possiamo vedere. Questo avverrà in quella beata visione quando ci mostrerà il suo volto, come si dice nel salmo 79: “Mostraci il tuo volto e saremo salvi”(Sal 79,4). Finché siamo in questo mondo però lo vediamo di spalle, perché arriviamo a lui per via di effetti, per cui nell`Esodo (Es 33,23) è detto: “Vedrai le mie spalle”. Si volge anche Gesù per offrirci l`aiuto della sua misericordia. Questo chiedeva il Sal 89,13: “Signore, volgiti un pochino”. Finché, infatti, Cristo non offre l`aiuto della sua misericordia, ci sembra ostile. Si voltò, dunque, Gesù ai discepoli di Giovanni, che s`eran messi a seguirlo, per mostrar loro il suo volto e infondere la sua grazia in essi. Li esamina poi quanto all`intenzione. Quelli che seguono Cristo non hanno tutti la stessa intenzione: alcuni lo seguono con la prospettiva di beni temporali, altri con la prospettiva di beni spirituali, perciò il Signore chiede loro: “Che cosa cercate?”, non certo per venire a sapere, ma perchè, dando loro occasione di manifestare la loro intenzione, li vuole stringere più vicino a sé, giudicandoli degni del suo interessamento. (Tommaso d`Aquino, Ev. sec. Ioan., 1, 15, 1 s.)
IL MISTERO DELLA PASQUA
E` stata appena letta la Scrittura sull`esodo ebraico e sono state spiegate le parole del mistero: come viene immolato l`agnello e come viene salvato il popolo. Sforzatevi di ben comprendere, carissimi! E in questo modo che è nuovo e antico, eterno e temporaneo, corruttibile e incorruttibile, mortale e immortale il mistero della Pasqua: antico secondo la Legge, ma nuovo secondo il Logos; temporaneo per il simbolo, eterno per la grazia, corruttibile per l`immolazione dell`agnello, incorruttibile per la vita del Signore; mortale per la sepoltura [nella terra], immortale per la risurrezione dai morti. antica è la Legge, ma nuovo il Logos; temporaneo il simbolo, eterna la grazia; corruttibile l`agnello, incorruttibile il Signore; immolato come agnello, risuscitato come Dio. Infatti, come pecora fu condotto al macello per essere immolato (cf. Is 53,7), e tuttavia egli non era una pecora; e a mo` di agnello senza voce, e tuttavia egli non era un agnello. In effetti, il simbolo è passato e la verità è stata trovata [verificata]. Invero, al posto dell`agnello è venuto Dio e al posto della pecora un uomo, e nell`uomo, Cristo che contiene tutto. Così dunque l`immolazione dell`agnello, il rito della Pasqua e la lettera della Legge sono terminati in Cristo Gesù, in vista del quale tutto accadde nella Legge antica e più ancora nell`Ordine (“greco”: Logos) nuovo. Infatti, anche la Legge diventata Logos, e l`antico nuovo – entrambi usciti da Sion e da Gerusalemme -, e il comandamento grazia, e il simbolo verità, e l`agnello Figlio, e l`agnello uomo, e l`uomo Dio. In effetti, partorito come Figlio, e condotto come agnello, e immolato come capretto, e sepolto come uomo, egli risuscitò come Dio, essendo per natura Dio e uomo. Lui che è tutto: legge in quanto giudica, Logos in quanto insegna, grazia in quanto salva, Padre in quanto genera, Figlio in quanto è generato, agnello in quanto soffre, uomo in quanto è sepolto, Dio in quanto è risuscitato. Questo è Gesù, il Cristo; “a lui la gloria nei secoli. Amen” (2Tm 4,18; Gal 1,5; 2Pt 3,18). E questo è il mistero della Pasqua, quale è descritto nella Legge, come abbiamo letto poc`anzi… O mistero strano e inesplicabile! L`immolazione dell`agnello risulta essere la salvezza d`Israele, e la morte dell`agnello diviene la vita del popolo, e il sangue intimidì l`angelo. Dimmi, o angelo, cosa ti ha intimidito: l`immolazione dell`agnello o la vita del Signore? Il sangue dell`agnello o lo Spirito del Signore? E` evidente che tu sei rimasto intimidito perché hai visto il mistero del Signore compiersi nell`agnello, la vita del Signore nell`immolazione dell`agnello, la prefigurazione del Signore nella morte dell`agnello. Ecco perchè tu non colpisci Israele, mentre privi l`Egitto dei suoi figli. Quale inatteso mistero! (Melitone di Sardi, In Pascha, 111; 31-34)
PREGHIERA (pregare la parola)
•O Dio, che riveli i segni della tua presenza nella Chiesa, nella liturgia e nei fratelli, fa che non lasciamo cadere a vuoto nessuna tua parola, per riconoscere il tuo progetto di salvezza e diventare apostoli e profeti del tuo regno. (Colletta II perannunm B)
•Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre, mi hai fatto forza e hai prevalso. (Geremia 20, 7)
•Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato. (Sl 25, 4)
•Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto. Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. Allora ho detto: “ Ecco, io vengo. Sul rotolo del libro, di me è scritto che io faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore”. Ho annunziato la tua giustizia alla grande assemblea; vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai. (Salmo 39)
•Più ancora che la fede di Abramo ci è necessaria per seguirti, Signore. Abramo almeno camminava alla luce delle stelle, e noi invece dietro a te vagabondo e senza fissa dimora; dietro a te che sarai scandalo per gli ebrei e follia dei gentili! E non c’è altra, non c’è altra scelta: che almeno ti seguiamo per amore, e senza chiederti nulla. (David Maria Turoldo)
•Signore, tu ci chiami, ognuno ad una missione personale e ben definita. Comandaci ciò che vuoi, a condizione che tu ci resti vicino. Apri il nostro cuore, fortifica la nostra volontà. Donaci la gioia di compiere il nostro dovere, affinché uniti a te, noi possiamo edificare il regno di amore del Padre tuo. (Charles Berthes)
•Padre santo, ti ringraziamo per il tuo amore, lodiamo per sempre il tuo nome. Tu hai pensato a noi prima della fondazione del mondo ad essere santi e immacolati nell’amore. Ti lodiamo, o Signore amante della vita, perché ci hai fatto dono della vita e donandoci l’esistenza ci hai chiamato ad impegnarla nel servizio dei fratelli, ad amarli come tu ci ami.
•Ti siamo riconoscenti, Signore, perché ci invii tra i nostri fratelli ad essere annunciatori del vangelo. Aiutaci a conoscere in ogni momento della vita la tua chiamata, donaci la forza di rispondere sempre a te con la prontezza degli apostoli. Ti invoco, o mio Dio, mia misericordia, tu che mi hai creato e nella dimenticanza mia di te, non mi hai dimenticato. Ora che io ti invoco non abbandonarmi, tu che, prima che io ti invocassi, mi hai prevenuto, moltiplicando con insistenza richiami, affinché ti udissi di lontano, mi rivolgessi ed invocassi te che ripetutamente chiamavi…
•Prima che io esistessi, tu eri, mentre io non ero qualcosa alla quale tu dovessi dare l’esistenza. Eppure ecco che io esisto per la tua bontà che ha prevenuto, col fare tutto ciò che hai fatto in me… Tu non avevi bisogno di me, né io sono un bene dal quale tu possa riceverne un godimento, o Signore mio e Dio mio… Devo servirti e onorarti per essere felice di te, dal quale ho l’esistenza per arricchirla di felicità. (S. Agostino)
•Signore tu mi scruti e mi conosci. Tu sai quando mi seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri; vedi se percorro una via di menzogna e guidami alla via della vita. (Salmo 139, 23-24)
•Io mi abbandono, o Dio, nelle tue mani. Domanda, ordina: che cosa vuoi che io faccia? Dammi l’amore per eccellenza, l’amore della croce, non delle croci eroiche che possono nutrire l’amor proprio, ma di quelle croci volgari, che si incontrano ogni giorno nella contraddizione, nell’insuccesso, nei falsi giudizi, nella freddezza, nei rifiuti e nei disprezzi degli altri, nei malesseri e nei difetti del corpo, nelle tenebre della mente e nel silenzio e nell’aridità del cuore. Allora solamente tu saprai che ti amo, anche se non lo saprò, ma questo mi basta. (Robert Kennedy)
•Vergine dell’annunciazione. Ammiriamo in te la Donna totalmente libera da se stessa e così disponibile alla chiamata del Padre da accogliere in una fede assoluta, e per l’amore che portavi all’umanità, la proposta umanamente impossibile di una maternità verginale. Tu Donna responsabile, misurasti le conseguenze della tua risposta che coinvolgeva il destino di tutti gli uomini. E dicesti “sì”. Un si doloroso e gioioso col quale diventasti la prima collaboratrice nel piano della salvezza di Dio, un sì che ti avrebbe condotto alla croce e resa madre dell’umanità. (Pregare giovane)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Restiamo fedeli alla nostra vocazione, seguendo con fedeltà costante Gesù Cristo.