Marco 10, 2-16: 2 In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. 3 Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». 4 Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di’ ripudio e di ripudiarla». 5 Gesù disse loro: «Per La durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6 Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; 7 per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. 8 Cosi non sono più due, ma una sola carne. 9 Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 10 A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: 11 «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; 12 e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». 13 Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 14 Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 15 In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». 16 E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Marco 10, 2-18
In quel tempo, avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E` lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?». Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma all`inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l`uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L`uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un`altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s`indignò e disse loro: «Lasciate che i
bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso». E prendendoli fra le braccia e ponendo le mani sopra di loro li benediceva
(Bibbia Cei: Versione 1971)
Esegesi
Gesù continua il suo insegnamento ai discepoli. E tra il secondo annunzio della passione (9, 31) e il terzo (10, 32-34) dà a loro insegnamenti basilari per la vita cristiana: consigli vari sulla vita di comunità (9, 35-50); rispetto del legame coniugale (10, 1-12); spirito da bambini (10, 13-16); messa in guardia contro le ricchezze (10, 17-31).
PARTITO DI LA’ (1)
Nel versetto che precede il brano proposto dalla liturgia, Marco ci informa che Gesù è in viaggio verso Gerusalemme: “ va nel territorio della Giudea, oltre il Giordano”, evita la Samaria, passa il Giordano si dirige ad est verso la Perea in Trasgiordania, poi ripassa il Giordano ed entra in Galilea, tornando verso ovest.
AVVICINATISI DEI FARISEI (2)
Incontriamo di nuovo i farisei (= separati) che si trovano continuamente lungo il cammino di Gesù. Questi zelanti ed eccessivi esecutori della legge, sono cattivi oppositori di Gesù e non cercano un vero dialogo.
E’ LECITO RIPUDIARE (2)
La questione che propongono, i Farisei l’hanno già risolta. Per loro il divorzio, ma solo dell’uomo, e’ lecito. Pongono la questione a Gesù per “metterlo alla prova”. Se Gesù risponde affermativamente si mette in contraddizione col suo insegnamento di bontà, perché il divorzio è contro la donna, se risponde negativamente, si pone contro la legislazione vigente.
COSA HA ORDINATO MOSE’
La legislazione di Mosè che qui entra nel discorso non prescriveva il divorzio, ma prendeva atto dell’usanza esistente e poneva alcune condizioni. Già quella legislazioni in parte era in difesa della donna.
PER LA DUREZZA (5)
Il motivo per cui Mosè non abolì il divorzio è stata la “durezza di cuore, (sherokardia) che nella Bibbia indica la chiusura dell’uomo a Dio e alla sua parola e anche l’allontanamento dal progetto iniziale e dai valori della creazione, che Dio ha voluto “buona”.
ALL’INIZIO (6)
Gesù, passando sopra qualunque legislazione si riferisce al piano originario di Dio, citando due passi della Genesi.“ Dio li fece maschio e femmina” (Gn 1, 27), “per questo… sola carne “ (Gn 2, 24). E asserisce che il Matrimonio è voluto da Dio ed è monogamico.
UNA SOLA CARNE. L’UOMO NON SEPARI (8-9)
Gesù respinga ogni prassi divorzistica, appellandosi al primitivo orientamento dato dal Creatore. Le asserzioni di Gesù sull’indissolubilità del Matrimonio sono anche una presa di posizione in favore della donna e in favore di una società matrimoniale paritetica. E’ opportuno riflettere parlando di questa posizione di Gesù sull’attualizzazione che fa Marco (10,10-12) e sull’inciso non chiaro di Matteo (“eccetto che nel caso di “porneia”) in 5, 32 e 19, 19. Utile è anche conoscere il privilegio di san Paolo in favore della fede (1 Cor 7, 12-15).
RIENTRTI IN CASA…CHI RIPUDIA (10-11)
La spiegazione ulteriore è data a “casa” ai discepoli. Tuttavia non troviamo nulla di nuovo, eccetto il fatto che è preso in considerazione anche il ripudio del coniuge da parte della donna. Questo ripudio non era possibile tra i Giudei, ma avveniva nel mondo greco-romamo. Forse Marco ha voluto attualizzare l’insegnamento di Gesù per il mondo in cui avveniva l’evangelizzazione.
ADULTERIO (11)
Il caso proposta non riguarda la pura e semplice separazione, ma la separazione cui segue un altro matrimonio. Questo fatto è chiamato adulterio, qualunque sia la legislazione vigente.
E GLI PRESENTARONO (13)
Senza nessun nesso evidente con quanto precede, Marco presenta una suggestiva istantanea di Gesù con i bambini. I bambini qui presentati sono “paidia”, cioè bambini che hanno già raggiunto l’uso di ragione. Tra gli Ebrei era consuetudine avvicinare i bambini ad un “rabbi” famoso per ottenere da lui una benedizione, che li accompagnasse per tutta la vita.
LI SGRIDAVANO (13)
L’atteggiamento dei discepoli riflette la mentalità ebraica che trascurava i bambini fino a 12 anni e li riteneva incapaci di apprendere gli insegnamenti della Legge di Dio.
S’INDIGNO’ (14)
Gesù manifesta invece una grande sensibilità per i bambini che sono in armonia col suo messaggio, anche se ancora inconsciamente.
A CHI E’ COME LORO (14)
Gesù dice che il Regno è di coloro che hanno le qualità che sono proprie dei bambini: fiducia, disponibilità, assenza di pregiudizi e di prevenzioni, ecc.
CHI NON ACCOGLIE (16)
E’ necessario farsi come i fanciulli. Non è detto che per accedere al Regno bisogna essere infantili, ma che bisogna mettersi nelle condizioni di chi, come i fanciulli, si riconosce povero e indigente, debole e bisognoso di aiuto.
LI BENEDICEVA (16)
Gesù benedice imponendo le mani, come chi vuole mettere in risalto la sua benevola protezione e trasmettere le ricchezze spirituali che possiede.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
LEGGE DIVINA E MATRIMONIO
Tu ripudi la tua sposa quasi fosse nel tuo pieno diritto, senza temere di commettere un`ingiustizia; tu credi che ciò ti sia permesso perché la legge umana non lo vieta. Ma lo vieta la legge di Dio: e se obbedisci agli uomini, devi temere Dio. Ascolta la legge del Signore cui obbediscono anche quelli che fanno le leggi: “Ciò che Dio ha unito, l`uomo non divida” (Mt 19,6).Ma non è soltanto un precetto del cielo che tu violi: tu in certo modo distruggi un`opera di Dio…..Forse qualcuno potrà dire: “Ma allora perché Mosè ha comandato di dare il libello di divorzio e di licenziare la moglie?” (Mt 19,7; Dt 24,1). Chi parla in questo modo è giudeo, non è cristiano: egli obietta ciò che fu obiettato al Signore, e perciò lasciamo al Signore il compito di rispondergli: “Per la durezza del vostro cuore” – dice – “Mosè vi permise di dare il libello del divorzio e di ripudiare le mogli; ma all`inizio non era così” (Mt 19,8). Cioè egli dice che Mosè lo ha permesso, ma Dio non lo ha ordinato: all`inizio valeva la legge di Dio. Qual è la legge di Dio? “L`uomo lascerà il padre e la madre e si unirà alla sua sposa, e saranno due in una carne sola” (Gen 2,24; Mt 19,5). Dunque chi ripudia la sposa, dilania la sua carne, divide il suo corpo. (Ambrogio, Exp. in Luc, 8).
DUE IN UNA SOLA CARNE
Considera le parole stesse di Cristo: «Il Creatore da principio li creò maschio e femmina»; essi cioè uscirono da una stessa radice e si unirono in una stessa carne. E aggiunge che i due saranno in una carne sola. Poi, volendo intimorire chi pretende condannare questa legge e per fissare bene questa norma, non dice: Non dividete e neppure non separate. Ma che dice allora? «Non separi dunque l`uomo ciò che Dio congiunse». E se voi – aggiunge – mi citate Mosè, io vi cito il Signore di Mosè e ve lo confermo inoltre riferendomi al tempo. Infatti «Dio da principio li creò maschio e femmina». Questa infatti è una legge antichissima, anche se sembra che sia io a introdurla ora, e venne stabilita con grande vigore e fermezza. Dio infatti non presentò semplicemente all`uomo la donna, ma gli comandò che per lei abbandonasse il padre e la madre. E non ordinò soltanto di accostarsi alla donna, ma di congiungersi a lei, indicando, con la forma stessa delle espressioni, l`inseparabilità dei due. E neppure di questo si contentò, ma ricercò e aggiunse un altro vincolo piú intimo: «Saranno i due in una sola carne». Dopo aver riproposto la legge antica, promulgata con fatti e con parole, e aver dimostrato il rispetto che meritava a causa di colui che l`aveva emanata, ora con autorità egli stesso la interpreta e sancisce, dicendo: «Pertanto non sono piú due, ma una carne sola». Ebbene, cosí come è delitto tagliare carne umana, è un crimine separare il marito dalla moglie. E non si limita a questo, ma si appella anche all`autorità di Dio, dicendo: «Non separi dunque l`uomo ciò che Dio congiunse». Dimostra cosí che tale separazione va contro natura e contro la legge: contro natura, perché si taglia ciò che è una sola carne; contro la legge, perché avendo Dio congiunto e comandato che non si separi ciò che egli ha unito, essi non pensino ugualmente a separarlo. (Giovanni Crisostomo, Comment. in Matth., 62, 1s.)
VIRTU’ DI DONNA SPOSATA AD UN INFEDELE
La moglie che ha cura della casa, sarà anche pudica e regolerà tutto; né si darà ai piaceri, a spese ingiustificate e simili cose. “Perché non sia bestemmiato il nome di Dio”, dice l`Apostolo. Lo vedi che egli si preoccupa principalmente della predicazione e non delle cose temporali? Difatti, scrivendo a Timoteo dice: “Meniamo una vita quieta e tranquilla con tutta pietà e onestà” (1Tm 2,2); qui poi dice: “Perché non sia bestemmiato il nome e la dottrina di Dio”. Se capita, infatti, che una donna fedele maritata a un infedele, non sia ben fornita di virtù, di qui suole nascere la bestemmia contro Dio, ma se è ben fornita di virtù le sue parole e le sue azioni promuoveranno la gloria di Dio. Sentano le donne che sono sposate a uomini malvagi o infedeli; sentano e imparino a indurli alla pietà con i loro buoni costumi. Se, infatti, non dovessi cavarci altro né riuscissi a ridurlo alla vera fede, però ne chiuderai la bocca e non gli darai occasione di bestemmiare contro la religione cristiana. E questo non è tanto poco, è anzi moltissimo, perché dai contatti della vita la nostra verità acquista ammirazione. (Giovanni Crisostomo, In epist. ad Tit., 4, 2)
CONIUGI CHE DEVONO VIVERE LONTANI
Siamo accorti nel formare e nel conservare l`unione coniugale, amiamo la parentela a noi concessa. Se coloro che sono stati separati in lontane regioni sin dal tempo della loro nascita ritornano insieme, se il marito parte per l`estero, né la lontananza né l`assenza possano mai diminuire l`amore reciproco. Unica è la legge che stringe i presenti e gli assenti; identico è il vincolo di natura che stringe, nell`amore coniugale, sia i vicini, sia i lontani unico è il giogo benedetto che unisce i due colli, anche se uno deve allontanarsi assai in regioni remote: hanno infatti accolto il giogo della grazia non sulle spalle di questo corpo, ma sull`anima. (Ambrogio, Exameron, 5, 18)
GESU’ BENEDICE I FANCIULLI
Siccome i farisei non avevano altro movente alle loro azioni se non la malvagità e l`orgoglio, per questo il Signore ripete ai suoi discepoli in ogni occasione il comando di essere semplici, e mentre allude ai farisei istruisce i discepoli. Niente infatti come il comando e la preminenza spinge gli uomini all`arroganza. Orbene, siccome i discepoli avrebbero goduto di grande onore per tutta la terra, il Signore previene il loro spirito e non permette che essi abbiano qualche sentimento umano, che ricerchino gli onori della moltitudine o si offrano a spettacolo davanti alle folle. Benché queste cose sembrino insignificanti, tuttavia esse sono causa di grandi mali. Cosí i farisei, per aver desiderato i saluti, l`autorità e i primi posti, hanno raggiunto il culmine della malvagità; di qui sono passati a concepire la piú furiosa passione per la gloria e sono precipitati infine nell`empietà. Ecco perché si allontanano da Gesú, dopo aver attirato su di sé la sua maledizione per averlo tentato; i fanciulli, invece, ottengono la sua benedizione, essendo liberi da tutte queste passioni. Diventiamo anche noi come i fanciulli e siamo come loro privi di malizia. Non vi è infatti altro modo di vedere il cielo.(Giovanni Crisostomo, Comment. in Matth., 62, 4)
LE LEGGI NON CONFORMI AL MEGLIO
I farisei chiedono a Gesù di pronunciarsi circa la legge mosaica del «ripudio» della moglie. Gesù risponde con due affermazioni: dapprima spiega che quella legge era stata data «per la durezza del vostro cuore»; poi richiama il progetto di Dio creatore sull’unità della coppia umana. La legge, data da Mosè, veniva incontro alle debolezze e fragilità umane; era una specie di compromesso tra il progetto-volontà di Dio e la incomprensione peccaminosa dell’uomo. Molte leggi, anche religiose, sono state fatte nella prospettiva di impedire una corruzione maggiore, per porre un argine alla cattiva volontà umana, per richiamare a un minimo senza il quale è la morte stessa dell’umanità. Ma la legge non esprime sempre l’ideale e nemmeno è dalla «legge» che impariamo a conoscere pienamente la volontà di Dio. Anche oggi la Chiesa consente a due cristiani di «separarsi», qualora la convivenza coniugale diventi insopportabile. Ma non è da questa legge che dobbiamo dedurre quale sia l’ideale della coppia cristiana. (Antonio Bonora)
PROGETTO DI DIO SUL MATRIMONIO
Gesù richiama al meraviglioso progetto di Dio creatore: «All’inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola. Sicché non sono più due, ma una sola carne. L’uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto». Gesù ci fa conoscere quali siano le esigenze della «creazione» perché egli ci manifesta Dio meglio che qualsiasi speculazione sulla «natura». C’è contraddizione dunque tra la Legge e Gesù? No, Gesù non è venuto ad abolire semplicemente la Legge, e neanche soltanto per sostituirla con un’altra legge. Gesù è venuto per «portare a compimento», ossia per mostrare in se stesso l’esigenza e l’ideale assoluti voluti da Dio. Ogni legge non è che la traduzione «storica» della necessaria tensione a fare come ha fatto Gesù. Già la legge mosaica era nella traiettoria di Gesù, pur con le sue imperfezioni e i suoi compromessi; ma ciò può accadere anche a certe leggi della Chiesa. (Antonio Bonora)
LA LEGGE NON BASTA
Le leggi servono per richiamarci dei limiti insuperabili, per impedirci di allontanarci rovinosamente da Gesù. Ma la nostra vita morale non dovrebbe accontentarsi delle leggi, bensì guardare addirittura all’ideale che è la condotta di Gesù. Sarebbe «durezza di cuore» anche credersi a posto perché si è osservato la legge. Gesù vuole da noi molto di più: nel caso degli sposi, Gesù chiede di non arrendersi alle difficoltà di carattere, alla incomunicabilità, alle difficoltà varie. Egli, che sa bene cosa vuol dire «incomunicabilità» perché l’ha vissuta, ci garantisce che «a Dio tutto è possibile». (Antonio Bonora)
CULTURA IN CONTRASTO COL VANGELO
Le situazioni umane possono far apparire il piano di Dio più un giogo che un dono d’amore. Per coglierlo nella luce giusta, è necessaria una fede cristallina e – aggiunge Gesù – la disponibilità accogliente di un bambino. Il tema del divorzio è di assoluta attualità. Si moltiplicano situazioni sociologiche e culturali che rendono difficile, anche per i cristiani, l’accettazione e perfino la comprensione della visione evangelica dell’unità e della indissolubilità matrimoniale: aumentano i divorzi e le conseguenti situazioni di unioni irregolari; cresce la percentuale di matrimoni civili rispetto a quelli religiosi; si vanno moltiplicando le unioni di fatto, da parte di giovani che rifiutano legami permanenti e ufficiali; si va accentuando una cultura che esalta a tal punto la soggettività nelle scelte umane, da pretendere che sia l’uomo stesso arbitro assoluto di esse anche sotto il profilo etico.(G. Passini)
VERITA E CARITA NELLE SITUAZIONI DIFFICILI
Ci sono famiglie nate con l’impegno di un matrimonio indissolubile, che di fronte a vicende difficili e dolorose si sono sfasciale. Assai spesso si sono formate nuove unioni che non sono secondo il piano di Dio. Il papa ci ha invitato a seguire con amore queste situazioni spesso cariche di sofferenza: sono fratelli che fanno parte della Chiesa, anche se non possono partecipare interamente alla sua vita. (Giovanni Nervo)
ATTRATTIVA, AMORE, SACRAMENTO
Nell’unione fra l’uomo e la donna si possono distinguere tre piani. Il piano della passione che contrassegna specialmente gli inizi. E’ una forza sconvolgente che scuote con violenza l’abisso dei sentimenti. Ma è di sua natura instabile: tende a logorarsi con il tempo e l’abitudine. Molti non vanno più in là di questo sentimento passionale: allora si capisce bene il divorzio. Il piano dell’amore, che tende a tradursi in amicizia e con il tempo è chiamato ad approfondirsi. C’è infatti nel mutuo dono di sé una tendenza all’assoluto: è quasi la prova della presenza in esso del principio divino. Questo amore ama più donare che ricevere, spinge a ricercare il bene dell’altro più che il proprio, si gode e si soffre insieme, nella buona e nella cattiva sorte, si mette tutto in comune, il mutuo rapporto si approfondisce nel sacrificio quotidiano. Già a questo livello puramente umano l’amore ha una parola sola. Il piano del Sacramento. Il sacramento è un gesto divino, che introduce nella zona di Dio. Sulla libera scelta dei coniugi Dio mette il sigillo: una consacrazione cioè che la supera. A questo livello l’amore umano diventa partecipe di quello divino. Si fa “simbolo” di quella unione totale, feconda, indefettibile che intercorre tra Cristo e la Chiesa. Così l’amore umano si appoggia sulla carità gratuita e indefettibile di Dio. E una realtà divina che nessun uomo e nessuna istituzione, né lo Stato, né la Chiesa, possono arbitrasi di scindere. Intaccare questa sacralità è sacrilegio. Siamo di fronte al caso in cui la fede viene a illuminare un valore naturale. cristianesimo è anche promozione dell’uomo. La “divorziabilità” mina alla radice la famiglia, che rischia di essere già divisa potenzialmente nel suo sorgere. E a farne le spese sono soprattutto i figli. Non per nulla sullo scorcio finale della pagina evangelica sono in scena i bambini. E’ giusto, perché sono essi i più interessati alla faccenda. Per essere salvata la famiglia ha urgente bisogno di essere colta e vissuta in prospettiva cristiana. La fede salva il divino e l’umano: qui come in tutto il resto. (Mariano Magrassi)
INTERROGATIVI
Gesù esclude in ogni caso il divorzio. La legge italiana lo ammette e divorzi si moltiplicano. Cosa penso del divorzio?
Alcuni in Italia giudicano con indifferenza i vari tipi di rapporti: i matrimoni civili, i matrimoni sacramento, le unioni di fatto, quelle tra divorziati e le unioni tra persone dello stesso sesso. Cosa penso di queste situazioni?
Quando si parla di amore coniugale tutti si riferiscono alla stessa realtà o con la parola “amore” intendono realtà diverse? Cosa è per me l’amore coniugale?
PREGHIERA (pregare la parola)
•Dio, che hai creato l’uomo e la donna, perché i due siano una vita sola, principio dell’armonia libera e necessaria che si realizza nell’amore; per opera del tuo Spirito riporta i Figli di Adamo alla santità delle prime origini, e dona loro un cuore fedele perché nessun potere umano osi dividere ciò che tu stesso hai unito. (Colletta 27 perannum B)
•Beato l’uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie. Vivrai del lavoro delle tue mani, sarai felice e godrai d’ogni bene. La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa. Così sarà benedetto l’uomo che teme il Signore. Ti benedica il Signore da Sion! Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme per tutti i giorni della tua vita. Possa tu vedere i figli dei tuoi figli. Pace su Israele! (salmo 117)
•Padre buono, tutto hai creato in modo stupendo: in Adamo l’intera umanità era presente in unità perfetta, maschio e femmina avevi creato gli uomini, ben sapevi che l’amore fa l’unità e che l’amore non è amore se non ha su chi riversarsi o se non c’è chi lo riceva e lo ricambi. Tu volesti dare all’uomo la gioia di poter esprimere l’amore, poiché a tua immagine l’avevi creato, per amare ed essere amato. Ed ecco la donna, «carne della sua carne» che potesse stargli di fronte per ricevere e ricambiare l’amore. Quale momento sublime per Adamo: le corde del suo cuore si mettono a vibrare e il canto, inciso da te, suo creatore, sgorga a rivelare che il cuore umano è fatto per amare.
•Ti ringrazio, mio Dio, perché l’hai voluto tu che l’uomo, staccandosi dal suo ambiente familiare, si unisse alla donna; ti ringrazio perché l’unione coniugale non è seguire un istinto ma è vocazione all’amore e nel tuo amore affonda le sue radici. Sacramento dell’amore, il matrimonio è simbolo del tuo amore per la nostra umanità, del tuo donarti senza limiti per ciascuno di noi del tuo entrare in comunione con ogni creatura che si apra a te. Tu la elevi al tuo livello, la rendi partecipe di tutti i tuoi beni nella tua dimora di gloria. Ogni sacra pagina ci parla di questo amore, che ti lega all’umanità con patto eterno.
•Sì, di amore eterno ci hai amati (cf. Ger 31,3) Come un giovane sposa una vergine così tu, nostro Creatore, hai voluto sposare il tuo popolo; e come gioisce lo sposo per la sposa, così tu, nostro Dio, gioisci per la tua creatura che in te si abbandona (cf. Is 62,5). Chiunque ti ama può sentire in fondo al suo cuore il canto del tuo amore sponsale: «Alzati, amica mia, mia bella e vieni, o mia colomba che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi; mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave il tuo viso leggiadro» (Ct 2,13-14).
•E’ sempre vero per chiunque ti ama, che, trovato te, amato dal suo cuore, si stringe fortemente a te, e non vuole più lasciarti! Come la sposa del Cantico dei cantici, la quale esclama; «Io sono per il mio diletto e il mio diletto è per me» (Ct 6,3).
•Signore Gesù nel grembo di Maria di Nazaret quando assumesti la nostra carne mortale, si realizzò il connubio fra l’uomo e Dio, connubio che fu pienamente consumato sulla croce ove il tuo amore per l’uomo si manifestò fino alla morte e oltre la morte. Così la Vergine chiesa potè iniziare il suo cammino con te in novità di vita: infatti l’avevi unita a te per renderla partecipe della tua vita di risorto, al fine di vedertela comparire immacolata e gloriosa (Ef 5,27) un giorno, bella come una sposa (Ap 21,2). Il mistero è grande, è vero, perché l’unione fra l’uomo e la donna è solo segno di una realtà che è grande quanto il tuo amore.
•Comprendiamo, Signore, che l’unione coniugale è tuo dono e che l’indissolubilità è un privilegio per coloro che credono nel tuo amore. Nessuno dei coniugi, Signore, senta come un peso il suo vincolo nuziale, ma nel tuo Spirito che è Amore possa ogni coppia realizzare il dono reciproco di eterno amore.
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Difendiamo sempre il dono del matrimonio, unico, indissolubile, elevato da Cristo alla dignità di sacramento.