Caro padre, vorrei fare alcune domande sulla vita spirituale: santifico sempre la domenica e le feste comandate, però in quest’ultimo periodo ho dei dubbi su come prego. Documentandomi sul web ho appreso che esistono molti modi di pregare come la Lectio divina; ho iniziato a praticarla ma non riesco a capire il passo della contemplazione, il rosario (come lo posso recitare santamente?), la preghiera mentale (non ho capito in cosa consiste) [...] Un’altra cosa che mi affligge è la tristezza che porto nel cuore, quel vuoto che si fa più presente nei giorni di festa come posso superarla?
Infine provo in me il desiderio di fare il prete […] come posso capire se Dio mi sta chiamando per quel progetto?
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Caro amico,
esistono infiniti modi di pregare, e tutti validissimi.
Ti faccio un esempio, capitato al sottoscritto. Trovavo ogni giorno in basilica, attorno alle 16.30, seduta in un banco verso il fondo della navata desta, una vecchietta seminascosta da una colonna. Stava lì in perfetto silenzio senza una corona, senza un tremolio di labbra, senza un libro di preghiere. Si tratteneva una mezz’ora poi se ne andava. Preso da curiosità, un giorno mi sono avvicinato e: “Signora, spero che tra le sue preghiere ci sia anche una mezza avemaria per il parroco!”. Mi guarda appena e sussurra: “Io non sto pregando”. Un po’ spiazzato, provo a continuare: “Beh, magari medita… Anche quella è una preghiera, sa?”.
Risposta: “Sì, ma io non sto meditando”. Stupito e un po’ in imbarazzo le dico: “Mi scusi, signora, ma allora che cosa ci fa qui in chiesa?”. “Faccio un po’ di compagnia a Gesù!”. Mi ha lasciato senza fiato. “Splendida preghiera!”, ho sussurrato tra me e me.
Caro amico, si può pregare anche contemplando una pittura, una scultura, o immaginando ad esempio la scena di una parabola, se stai facendo la lectio su di essa; in questo caso occorre fermarsi sui particolari anche minimi e sul loro significato per te… Quindi non hai che l’imbarazzo della scelta. Perciò non è il caso di essere triste: la tristezza non appartiene al DNA del cristiano. Cristo ha patito per noi e a noi ha lasciato la gioia intima della sua perenne presenza.
E… se Lui chiama, se dentro di te senti che potrebbe essere la via della tua vita, provaci, seguila senza alcuna paura: non si può aver paura di camminare sulla strada pensata proprio per te. La paura tutt’al più potrebbe assalirti se cambi percorso.