1. Le coccole
Tutti i bambini del mondo nascono ammalati di una dolce malattia: la ‘Coccolite’. Tutti amano essere abbracciati, vezzeggiati, avviluppati nel tepore di qualcuno. Un bambino privo di coccole, molto facilmente, sarà, domani, un adulto apprensivo, ansioso, incerto, incapace di serenità e di sicurezza. Le coccole fanno bene! Su questo, ormai, nessuno discute più! Con le coccole, infatti, mandiamo mille messaggi tutti positivi al bambino: “Ti vogliamo bene. Siamo contenti che ci sia. Tu ci importi. Sei prezioso!”. Non per nulla la parola ‘carezza’ deriva dal latino ‘carus’ nel senso di ‘caro’ e ‘prezioso’.
“La carezza è sempre una dichiarazione d’amore”, diceva Piero Balestro, autore di un prezioso lavoro: Parole d’amore. La terapia delle coccole.
Le coccole fanno così bene che alcuni psicologi propongono il “metodo della mamma canguro”. Il contatto pelle a pelle tra il bambino e la madre è terapeutico: giova alla crescita, previene le malattie, migliora l’umore, stabilizza le funzioni cardiache, fa passare la ‘bua’… A parte questo, il valore delle coccole sta, soprattutto, nel fatto che sono un vero e proprio nutrimento affettivo: proiettano sul bambino calore, dolcezza, piacere. Gli danno una gioia totale. Cinque secondi di carezze lanciano più messaggi che cinque minuti di parole. A questo punto diventa chiaro che coccolare non è viziare, non è arrendersi al bambino. Coccolare è amare allo stato puro: è baciare l’anima. Gesù stesso ha praticato il linguaggio dell’abbraccio (Mt 10,16). Dunque, passiamo alle coccole! è urgente!
Lo psicologo colombiano Carlos Restreps nel suo studio “Il diritto alla tenerezza” sostiene che noi Occidentali siamo sempre più analfabeti in fatto di tenerezza. Possiamo dargli torto?
2. Il benessere: conquista o trappola?
“A mio figlio non deve mancare nulla…!”: è una specie di ritornello di tanti genitori. E così la distanza tra il desiderio e la sua realizzazione è diventata, via via, sempre più breve, fino ad azzerarsi. Sono scomparse l’attesa e la conquista che erano stati efficaci ormoni della crescita psicologica. Il desiderio ha perso la sua spinta creativa. Tutto è lì pronto. L’uomo trova tutto, meno lo sforzo. Il che è come dire: l’uomo non trova più l’Uomo. Quando la persona umana non ha da faticare, da combattere, da raggiungere, da costruire, da battersi per qualcosa e per qualcuno, è come se fosse morta.
Il benessere: una conquista o una trappola?
3. Controllo delle nascite. E controllo dei genitori?
All’inizio del 1992 la Camera dei Deputati ha approvato la legge che obbliga tutte le Amministrazioni Comunali a piantare un albero per ogni bambino che nasce. L’idea di abbinare bimbo e albero può essere buona. Ma perché non obbligare anche le Amministrazioni ad esigere che vicino ad ogni bambino che nasce vi siano un vero padre ed una vera madre preparati con tanto di corsi specifici ed obbligatori per apprendere l’Arte di educare? E’ accettabile che si sia fatto molto per il controllo delle nascite e nulla per il controllo dei genitori!?
4. Figli prolungati
Raccontano che in Oriente quando la mamma vuole svezzare il bambino, si tinge di nero il seno. Il piccolo crede che la mamma lo rifiuti, in realtà è proprio quello il momento in cui la mamma lo ama come non mai!
I figli, infatti, sono come le navi: le navi non sono fatte per restare in porto, ma per prendere il largo. Ecco perché l’amore vero vuole che ci disponiamo a tagliare il cordone ombelicale. La cosa non è sempre facile. Vi sono genitori che temono che il figlio cresca uomo. Lo vorrebbero eterno bambino per poterlo coccolare e vezzeggiare per tutta la vita.
Lo direste? Ultimissimi dati ci dicono che il 59% è la cifra record dei ‘bamboccioni’ italiani (di fronte al 29% dei ragazzi e delle ragazze inglesi), cioè dei giovani tra i 18 ed i 34 anni che non vogliono separarsi da mamma e papà. E’ vero che le cause che hanno come effetti i cosiddetti ‘figli prolungati’ possono essere tante, ma sovente una è proprio quella dei genitori che non hanno capito che il loro lavoro è attrezzare il figlio perché, al più presto, possa gestirsi da solo, camminare sulle proprie gambe, volare con le proprie ali. Chi ama i fiori, non li calpesta, non li coglie per sé, ma li lascia crescere, liberi e belli, nel campo!
5. “è solo un bambino…!”
Un giorno il famoso pittore Marc Chagall accompagnò il nipote in libreria per comprargli un libro sugli animali. L’anziano pittore voleva acquistare una lussuosa edizione di alcune tavole di Albrecht Dürer. Subito intervenne la mamma: “È solo un bambino! Non ne vale la pena: le sciuperebbe subito!”. Chagall comprò un modesto album di disegni da colorare. Arrivato a casa, invitò il nipotino a pranzo. Al momento della frutta, scelse la mela più piccola e più brutta e la mise sotto il naso del piccolo. La madre si mostrò contrariata. “E’ solo un bambino!”, commentò ironicamente Chagall.
6. Carezze
Don Mazzi, il sacerdote impegnato nel recupero dei ragazzi sbandati, ha questa opinione: “Sarebbe meglio fare una carezza in meno ai bambini e una carezza in più agli adolescenti, soprattutto quando non se la meritano: il bambino può andare a letto anche con un genitore arrabbiato, ma un adolescente no, perché ha dentro dei rimorsi terribili e non li racconterà mai. Poi col tempo gli si può far capire, lo si fa ragionare, ma dopo”. Che dire dell’opinione dell’effervescente don Mazzi?
SANPIETRINI PEDAGOGICI
I sanpietrini sono blocchetti di basalto tradizionalmente usati per lastricare le strade e le piazze. Anche l’arte di educare ha i suoi sanpietrini che non stanno in cielo, ma sono la base che ci permette di camminare sul sicuro.
Eccone una prima manciata:
1. A dieci anni è difficile mutar panni.
2. Ai piccoli gli adulti appaiono grandi perché sperano che lo siano davvero.
3. Un sorriso fa fare il doppio di strada di un brontolio.
4. Spesso curando la mamma, il bambino guarisce.
5. Amare non è solo dare: è anche negare.
6. Tutte le mattine in cui ci ricordiamo d’essere stati piccoli anche noi, il bambino passerà una magnifica giornata.
7. Credendo nei fiori, sovente si fanno sbocciare.
8. Più stimiamo corto il cervello del figlio, più glielo accorciamo.
9. Non ci si sente a casa dove si vive, ma dove si è compresi.
10. Ogni coccola è una piccola vittoria
(tratto da “IL BOLLETTINO SALESIANO” – Autore: PINO PELLEGRINO)