Matteo 1, 18-24: 18 Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20 Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21 ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22 Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. 24 Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo de Signore e prese con sé la sua sposa.
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Matteo 1, 18-24
Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. però, mentre stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l`angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
Il brano che precede questa pericope (1, 1-17) presenta la genealogia (bìblos gheneseos) di Gesù, a partire da Abramo, in cui l’ultimo personaggio è Giuseppe. Ora, dal momento che Gesù è nato da Maria Vergine, Matteo vuole dire come può essere discendente di Davide, visto che Giuseppe, di stirpe davidica, non ha avuto parte nella sua generazione. Dio stesso., risponde l’evangelista, si è incaricato di inserire Gesù nella discendenza davidica, facendo sì che Giuseppe accogliesse nella sua casa Maria e ne riconoscesse legalmente il figlio.
ECCO COME AVVENNE (18)
L’autore riprende l’affermazione del v. 16, insolita nelle genealogie: “Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato il Cristo”. Tutta la genealogia, e quindi il Vangelo dell’infanzia, hanno lo scopo di spiegare il mistero dell’origine (e ghenesis) di Gesù Cristo.
SUA MADRE MARIA (18)
Con il fidanzamento (qiddusin), che avveniva davanti a due testimoni, il matrimonio si riteneva già celebrato, in modo che un figlio nato durante questo periodo si riteneva legittimo. Il matrimonio era però ritenuto civilmente incompleto se non interveniva, generalmente dopo un anno, la festa nuziale (nissuin), con cui la sposa era introdotta nella casa del marito.
SI TROVO’ INCINTA (18)
Matteo ricorda la gravidanza di Maria per sottolineare il suo carattere eccezionale. Maria ha concepito senza alcun contributo umano; Dio ne è l’autore, per opera dello Spirito Santo.
GIUSEPPE.. CHE ERA GIUSTO (19)
Giuseppe è detto giusto, perché è un uomo pio, retto, timorato di Dio, strumento docile nelle mani del Signore.
LICENZIARLA IN SEGRETO (19)
Giuseppe si rivela giusto prima con un licenziamento “in segreto”, che non si capisce bene cosa sia, ma che è variamente interpretato dagli esegeti. Alcuni dicono che egli applica moderatamente la legge (Dt 22, 20-27), altri pensano che crede all’innocenza di Maria, anche se non capisce, altri ancora che intuisce un mistero e ritiene non essere più al suo posto accanto a Maria e si tira indietro.
ECCO GLI APPARVE IN SONNO (20)
Il sogno nell’ambiente antico e nella Bibbia (Gn 15, 12; 37, 5, ecc) è veicolo, mezzo della divina rivelazione. Il sogno, considerato come un elemento etereo, manifesta più chiaramente, come anche il fuoco e la nube la presenza di Dio.
UN ANGELO DEL SIGNORE (20)
Per “angelo del Signore” s’intende in molti casi nella Bibbia lo stesso Javhé, il Dio dell’alleanza. E’ qui suggestivo il confronto con Abramo, che viene a sapere da Dio che da Sara avrà un figlio (Gn 17, 19-21); qui Giuseppe viene a sapere da Dio l’identità del figlio di Maria. Abramo e Giuseppe conoscono il dramma dell’obbedienza.
VIENE DALLO SPIRITO SANTO (20)
E’ lo stesso contenuto dell’annunzio dell’angelo a Maria: “ Lo Spirito Santo verrà su di te, e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà”. (Lc 1, 35)
LO CHIAMERAI GESU’ (21)
Giuseppe non è una semplice comparsa. Egli gli darà il nome e lo riconoscerà così come figlio adottivo e lo introdurrà nella discendenza di Davide. Giuseppe agirà da padre. Gesù è il nome ebraico Jesua, nome abbreviato da Jehosua, che significa “ Javhè è salvezza”. La frase “ egli infatti salverà” è la spiegazione del nome.
PERCHE’ SI ADEMPISSE (23)
La rivelazione circa la concezione verginale di Maria è integrata con la conferma scritturistica tratta dalla celebre profezia di Isaia, 7, 14. Questo testo in origine parla di una “giovane donna”, ma Matteo segue, come Luca, la traduzione greca dove la parola usata (partenos) indica una ragazza vergine. Inoltre la profezia all’origine si riferiva probabilmente al figlio di Acaz, ma poi aveva acquistato un forte colore messianico. Il nome Emmanuele si trova in Isaia e la traduzione “ Dio con noi” è di Matteo, che per “noi” intende la Chiesa.
COME GLI AVEVA ORDINATO
Giuseppe di nuovo si dimostra giusto, obbedendo al Signore. Il fatto di “prendere con sè la sua sposa” è l’atto della definitiva conclusione del matrimonio (nissuin). In questo atto di fede di Giuseppe si può leggere il simbolo di tutto l’Antico Testamento che accoglie il Messia in Gesù; ma è un Messia che viene in modo ben diverso da come lo si aspettava.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
ASSUNSE UN CORPO
Per questo motivo il Verbo di Dio, incorporeo ed incorruttibile ed immateriale, si calò nella nostra dimensione, benché mai neppure prima ne sia stato lontano, dal momento che, unito com’è al Padre suo, non ha lasciato alcuna parte della creazione vuota di sé e riempie ogni cosa. ….Il Signore ebbe pietà della nostra stirpe e si fece misericordioso nei rispetti della nostra debolezza. Volle rimediare alla nostra corruzione e non sopportò che la morte la spuntasse su di noi, anche la sua creatura non perisse e l`opera compiuta dal Padre suo, nel creare gli uomini, non si dimostrasse inutile. Assunse dunque un corpo, ed un corpo che non è diverso dal nostro. Egli, infatti, non ha voluto semplicemente «trovarsi in un corpo», come non ha voluto unicamente «mostrarsi»: in quest`ultimo caso, altrimenti, avrebbe potuto realizzare questa teofania in un essere piú potente d`un uomo. Il Signore assume, invece, un corpo come il nostro, né si accontenta semplicemente di rivestirsene, ma vuole farlo nascendo da una vergine senza colpa né macchia, che non conosceva uomo, prendendo cosí un corpo puro e del tutto incontaminato da qualsiasi unione carnale. Benché onnipotente e demiurgo dell`universo, all`interno di questa vergine egli si edifica il proprio corpo come un tempio e, manifestandosi e dimorando in esso, se ne serve come d`uno strumento. Dal nostro genere, pertanto, il Signore acquista una natura analoga alla nostra e, allo stesso modo come tutti noi siamo condannati alla corruzione ed alla morte, non diversamente anch`egli, per il beneficio di tutti, consegna il proprio corpo alla morte, presentandolo al Padre….Cosí, unito a tutti gli uomini attraverso un corpo simile al loro, il Figlio incorruttibile di Dio può a giusta ragione rivestire tutti gli uomini d`incorruttibilità, promettendo altresí loro la risurrezione. La corruzione stessa della morte, perciò, non ha piú alcun potere contro gli uomini, grazie al Verbo che dimora fra questi, in un corpo simile al loro…….Da quando egli è venuto nella nostra terra ed ha abitato un corpo simile al nostro, ogni iniziativa dei nemici contro gli uomini ha avuto termine e la corruzione della morte, che per lungo tempo aveva imperversato contro di essi, è scomparsa. Il genere umano sarebbe completamente perito, se il Figlio di Dio, signore dell`universo e salvatore, non fosse disceso a porre termine alla morte. (Atanasio, De incarnat. Verbi, 8 s.)
SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE
Non giova nulla affermare che il nostro Signore è figlio della beata Vergine Maria, uomo vero e perfetto, se non lo si crede uomo di quella stirpe di cui si parla nel Vangelo. Scrive Matteo: « Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo» (Mt 1, 1). Segue l’ordine della discendenza umana con tutte le generazioni fino a Giuseppe, al quale era sposata la Madre del Signore. Luca invece, percorrendo a ritroso la successione delle generazioni, risale al capo stesso del genere umano per dimostrare che il primo Adamo e l’ultimo sono della stessa natura. Certo l’onnipotenza del Figlio di Dio, per istruire e giustificare gli uomini, avrebbe potuto manifestarsi come già si era manifestata ai patriarchi e ai profeti, sotto l’aspetto di uomo, come quando affrontò la lotta con Giacobbe o dialogò o accettò l’accoglienza di ospite o mangiò persino il cibo imbanditogli. Ma quelle immagini erano soltanto segni di questo uomo che, come preannunziavano i mistici segni, avrebbe assunto vera natura dalla stirpe dei patriarchi che lo avevano preceduto. Nessuna figura poteva realizzare il sacramento della nostra riconciliazione, preparato da tutta l’eternità, perché lo Spirito santo non era ancora disceso sulla Vergine, né la potenza dell’Altissimo l’aveva ancora ricoperta della sua ombra. La Sapienza non si era ancora edificata la sua casa nel seno immacolato di Maria. Il Verbo non si era ancora fatto carne. Il Creatore dei tempi non era ancora nato nel tempo, unendo in sé in una sola persona la natura di Dio e la natura del servo. Colui per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, doveva egli stesso essere generato fra tutte le altre creature. Se infatti questo uomo nuovo, fatto a somiglianza della carne del peccato (cfr. Rm 8, 3), non avesse assunto il nostro uomo vecchio, ed egli, che è consostanziale con il Padre, non si fosse degnato di essere consostanziale anche con la Madre e se egli, che è il solo libero dal peccato, non avesse unito a sé la nostra natura umana, tutta quanta la natura umana sarebbe rimasta prigioniera sotto il giogo del diavolo. Noi non avremmo potuto aver parte alla vittoria gloriosa di lui, se la vittoria fosse stata riportata fuori della nostra natura. In seguito a questa mirabile partecipazione alla nostra natura rifulse per noi, il sacramento della rigenerazione, perché, in virtù dello stesso Spirito da cui fu generato e nacque Cristo, anche noi, che siamo nati dalla concupiscenza della carne, nascessimo di nuovo di nascita spirituale. Per questo l’evangelista dice dei credenti. «Non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati». (Gv 1, 13). (Dalle «Lettere» di san Leone Magno, papa (Lett. 31, 2-3; Pl 54, 791-793)
L’EMMANUELE DIO CON NOI
La Chiesa, attraverso la predicazione e la liturgia, continua a ripetere all’uomo che la salvezza vera e definitiva è un dono che Dio stesso ci porta venendo fra noi. Al centro della liturgia di questa domenica sta la rivelazione di questo segreto, di questo mistero tenuto nascosto per secoli: lo svelamento, cioè, del piano salvifico che Dio ha preparato ed attuato per nostro amore. Questo disegno di salvezza ha una sua storia ed ha dei segni rivelatori. …..La storia della salvezza ha un suo preciso piano di attuazione. Concepito nella mente di Dio prima dell’inizio del tempo, fu preannunciato ai progenitori all’indomani della caduta, e messo in opera con la scelta di un uomo (Abramo) e di un popolo (il popolo eletto); quando giunse la pienezza dei tempi fu attuato con la venuta di Cristo, il figlio di Davide. Dire che Cristo è figlio di Davide significa riconoscere la sua appartenenza ad Israele; ricordare una realtà che è segnata dalla sconfitta, come lo fu la storia della dinastia davidica. Dire che è Figlio di Dio, implica che la storia della salvezza ha ora il suo «Messia» capace di aprire questa storia a «tutte le genti». Credere oggi al figlio di Davide costituito Figlio di Dio significa accettare che la storia non è estranea alla costruzione della Chiesa, anzi è il linguaggio che Dio ha voluto usare per comunicare con gli uomini: egli si serve degli avvenimenti dell’uomo anche quando sembrano strumenti indocili, come Davide ed i suoi successori, per la realizzazione del suo piano. ……In questo grande piano, la liturgia di oggi ricorda la profezia di Isaia: i primi elementi della attuazione della promessa sono l’obbedienza di Giuseppe, il « sì » di Maria e l’incarnazione del Figlio di Dio ……. Il piano di Dio s’incontra con la volontà e la collaborazione umana: Giuseppe e Maria. Maria, «eccelsa Figlia di Sion» (LG 55), è il fiore di tutta l’umanità; Giuseppe è l’uomo «giusto» (Mt 1,19), non di quella giustizia legale che vuol mettere la legge dalla sua parte col ripudiare la fidanzata, e nemmeno di quella giustizia che ha paura dei pregiudizi del prossimo, ma di quella giustizia religiosa che gli vieta di appropriarsi dei meriti di un’azione di Dio nella vita e nella vocazione di suo Figlio. Un angelo interviene per dirgli che Dio ha bisogno di lui: è vero che il concepimento è opera dello Spirito Santo, ma Giuseppe deve far entrare il bambino nella discendenza di Davide. (Messalino ldc)
UN DIO DEGLI UOMINI
Il segno dell’Emmanuele trova il suo perfetto compimento in Gesù Cristo, «sacramento dell’incontro tra Dio e l’uomo», la cui presenza nell’Eucaristia e nelle azioni liturgiche è il nuovo «segno» offerto a coloro che accettano di aver piena fiducia in Dio Padre. La salvezza però non dipende esclusivamente da una iniziativa sovrana di Dio, per cui all’uomo non rimarrebbe altro che attenderla passivamente: Dio non salva l’uomo senza la sua cooperazione. Dio rispetta l’uomo come ha rispettato la libertà di Maria e di Giuseppe, e nonostante ciò il suo dono è sempre totale e continuamente rinnovato in ogni eucaristia in cui ci è «dato il pegno della vita eterna». In Gesù è l’onnipotenza divina che si addossa le sofferenze di un mondo che si evolve e di uomini peccatori; è l’onnipotenza divina che in Gesù sana gli infermi e varca il confine della nostra morte. Il cristiano, pur cogliendo nella creazione il mistero del dolore e del male, scorge il mistero della potenza dell’amore: Dio si è lasciato così intimamente coinvolgere dalle nostre situazioni, da assumere tutta la debolezza che ci affligge. (Mesalino ldc)
SOFFERENZA DI MARIA
Dio manifesta il suo progetto anche attraverso le alterne vicende umane, addirittura attraverso il dramma di alcune persone, Rileggendo alcune pagine bibliche e le vicende umane ivi testificate ci accorgiamo che è proprio la via della sofferenza il nostro modo tipico di collaborare con Dio nella realizzazione della storia della salvezza, come nel caso di Giuseppe e di Maria. Maria ha vissuto il suo dramma personale, accanto a quello di Giuseppe e nel più vasto orizzonte del dramma dell’umanità, che sta per ricevere il più grande dono da parte di Dio. E’ il dramma della sposa accanto allo sposo; è il dramma della madre che vive in anticipo quello del Figlio suo. Ognuno di questi drammi si gioca nell’accettazione della volontà di Dio, la quale, a sua volta si realizza nel fatto della maternità verginale e della verginità feconda. Non c’è altro modo per entrare come collaboratori di Dio nella sua opera di salvezza…. Tutti siamo chiamati ad esperimentare la fecondità attraverso il sacrificio di noi stessi; siamo chiamati a realizzare la nostra vita entrando liberamente e gioiosamente nell’orbita del disegno di Dio. Dio si manifesta ricco attraverso strumenti poveri, si manifesta potente, attraversi strumenti deboli, si manifesta grande, attraverso la collaborazione dei piccoli. (Riflessioni di Carlo Ghidelli)
MARIA DONNA DEL “SI”
Il parto verginale evidenzia che Dio salva l’uomo non con i mezzi abituali di questo mondo, con la ricchezza, il potere, la sessualità, bensì con la povertà e la debolezza. E’ una vergine marginale di un paese disprezzato, l’eletta a divenire la Madre del Messia. Vergine sposata ad un carpentiere attanagliato dal dubbio, egli stesso figura assolutamente non rilevante, quotidiana. Il profondo di Maria è terreno sgombro dai molti messaggi che confondono, dimora nell’unico messaggio avuto da Gabriele: è terreno sgombro dalle oscillazioni che scindono e rendono incostanti; donna del “si’” incondizionato della fede; è terreno sgombro dai molti desideri e pensieri, posseduta da un unico Spirito che è in lei potenza e sapienza di Dio. Maria è vergine, donna indivisa, perché sposata ad una sola parola, ad una sola risposta. ad un solo Spirito, che compirà in lei la parola dell’angelo. (Giancarlo Bruni)
GIUSEPPE. LA CHIESA
Unicamente una chiesa vergine, legata alla Parola, accolta e contemplata in compagnia dello Spirito, può produrre il frutto per il quale è stata chiamata: generare al mondo Gesù, il Dio con noi, attraverso la triplice testimonianza dell’annunzio, della vita evangelica, del dono di sé per amore. La figura di Giuseppe è emblema delle difficoltà a leggere nelle determinate vicende della vita il passaggio e la presenza di Dio, a vederci chiaro. E’ simbolo della pura fede come adesione fiduciosa al Signore. (Giancarlo Bruni)
L’EMMANUELE
Gesù è l’Emmanuele, il Dio con noi, “Dio con noi a nostra salvezza”, l’unico Salvatore, “in nessun altro c’è salvezza” (At 4, 12), che “per noi e per la nostra salvezza discese dal cielo” (Credo). Gesù significa appunto “Il Signore salva”, “Il Signore è salvezza” dal grande peccato della negazione di Dio, l’incredulità e della negazione dell’uomo, l’odio. I peccati al plurale ne sono le conseguenze. (Giancarlo Bruni)
DIO ENTRA NEL SUO TEMPIO
Il salmo 23 canta l’ingresso dell’Arca, simbolo della presenza di Dio, nel Tempio in mezzo al suo popolo, dove veniva a stabilire la sua dimora. Nella pienezza dei tempi Cristo viene nella nostra società, considerata con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Coloro che non si macchiano o sono lavati spiritualmente, sono il luogo più sacro e privilegiato della sua presenza. Colui che viene è lo stesso Dio della gloria, lo stesso creatore e padrone del mondo che faceva il suo ingresso regale nel Tempio dell’antica alleanza, è il re, il rivelatore, il salvatore, il Dio con noi. (V. Raffa)
ACCOGLIENZA
La venuta dell’Emanuele è resa possibile dall’accettazione di Maria. Nel suo essere è avvenuto l’appuntamento del Redentore con l’umanità. In Lei il Dio vivente si è unito all’uomo in modo nuovo e inaudito. Suo Figlio è Dio e uomo ad un tempo. Ed ella è ad un tempo vergine e madre. Due contrasti, o meglio due armonie. Maria personifica tutto Israele: è la punta di diamante, l’immagine più pura di quel “resto” del Popolo di Dio che era in attesa del salvatore. “Rallegrati” le dice l’Angelo. Quel saluto è l’eco di promesse profetiche: “Figlia di Sion, rallegrati, Israele …il Signore è in mezzo a te” (Sof 3, 14-15). La “figlia di Sion”, personificazione poetica di un popolo, si configura realmente in una donna in carne e ossa. Ella da sola riceve l’annuncio della salvezza ; lo accetta e ne rende possibile il compimento. Alla radice della sua grandezza sta un fatto: Ella è madre di Gesù. (M. Magrassi)
ECCO LA SERVA COLEI CHE HA CREDUTO
Il segreto della grandezza spirituale di Maria è tutto racchiuso nella sua risposta all’angelo: “Ecco la serva”. Quel termine richiama la spiritualità di Jahwè che trova in Maria il suo culmine. Essa si sente una povera creatura bisognosa di tutto, e perciò pienamente ricettiva. Un’anima libera e immensamente aperta, in cui tutte le fibre attendono il Signore. I “suoi” non lo ricevettero. Lei invece era tutta attesa. Per questo il Dio vivente le è andato incontro in modo meraviglioso e si è fatto carne nel suo seno. Maria è “colei che ha creduto”: una fede così totale ed incondizionata che l’ha coinvolta negli avvenimenti di Cristo con tutta la sua persona. Con il suo “fiat” ha giocato la vita. “abbracciando con tutto l’animo e senza peso alcuno di peccato la volontà salvifica di Dio. Consacrò totalmente se stessa, quale ancella del Signore, alla persona e all’opera del Figlio suo” (Lumen Gentium 56). Maria così incarna la pienezza del mistero della Chiesa, ne è la porzione più splendida: perché ha accolto la parola divina con fede totale . In lei la Chiesa ha già raggiunto la perfezione. Ella è già quel mondo nuovo verso cui la Chiesa faticosamente cammina. (M. Magrassi)
IL SI TOTALE A DIO
Per Matteo e per la Chiesa non c’è alcun dubbio che Maria è vergine: rimane incinta per opera dello Spirito Santo, e resta vergine anche dopo la nascita di Gesù. La verginità è il si’ radicale a Dio, vissuto da Maria con tutta se stessa, anche col suo corpo. Non si tratta solo di uno stato di illibatezza, ma anche di disponibilità radicale, illimitata. Maria ha creduto col cuore e col corpo.
ACCOGLIENZA DI GIUSEPPE
L’accoglienza di Giuseppe è stupenda. Egli accetta di diventare uno strumento dell’azione di Dio. Gli viene chiesto di fidarsi della parola di Dio contro le apparenze e di cambiare i suoi progetti. Ed è proprio attraverso l’obbedienza di Giuseppe che passa la realizzazione del piano di Dio. Giuseppe è della famiglia di Davide ; attraverso di lui la nascita di Gesù potrà realizzare le promesse che Dio aveva fatto a Davide. Certo: chi compie ogni cosa è Dio ; eppure Dio ha voluto aver bisogno degli uomini per inserire concretamente la sua azione nella storia. (Sibroni)
DIO CON NOI
Sia Isaia che Matteo riferiscono i nomi assegnati al bambino che viene tra gli uomini: “Si chiamerà Emanuele” (Isaia), “ Lo chiamerai Gesù “ (Matteo). In quei tempi si dava molta importanza al significato dei nomi. Emanuele e Gesù sono nomi pieni di significato. Emanuele vuol dire “Dio con noi” e Gesù significa “ Dio salva, Dio è salvezza”. I due nomi dicono dunque che Dio viene a stare con gli uomini e a realizzare un progetto di salvezza. La vicenda terrena del Verbo incarnato si è conclusa con la morte e la risurrezione. Ma non è venuta meno la presenza di Dio con noi. Anzitutto la sua è una presenza spirituale e noi lo scopriamo presente nel profondo della coscienza. Ma sappiamo anche che Gesù è dove due o più persone sono riunite nel suo nome. E che Dio si rende presente nella Santa Messa: lo incontriamo nelle sue parole e lo riceviamo nell’Eucaristia. E possiamo servire il Dio con noi, quando ci doniamo ai fratelli bisognosi: “Tutte le volte che lo avete fatto ai più piccoli dei miei fratelli lo avete fatto a me “ (E. Bianco)
SEGNI DI GESU’ CHE VIENE
Dio viene nel mondo prendendo un corpo come il nostro in Gesù, “sacramento dell’incontro tra Dio e noi”. Dio si rivela a noi sempre attraverso segni. Così è segno sublime Maria,, la madre di Gesù, che si presenta come ideale concreto di tutto ciò che Dio stima enormemente: la fede, l’umiltà la docilità, l’amore, la purezza. Segno è la Chiesa, corpo di Cristo, miracolo storico da oltre 2000 anni, segno sono i Sacramenti e segno sono le persone che incarnano e fanno risplendere in sè la parola di Cristo.
DONO E COLLABORAZIONE
Il Signore viene a salvarci. Ma la salvezza non dipende esclusivamente da una iniziativa sovrana di Dio, per cui all’uomo non rimarrebbe altro che attenderla passivamente: Dio non salva l’uomo senza la sua cooperazione. Dio rispetta l’uomo, come ha rispettato la libertà di Maria e di Giuseppe, e nonostante ciò il suo dono è sempre totale e continuamente rinnovato in ogni eucaristia, in cui ci è “dato in pegno di vita eterna”. (Messalino LDC)
PREGHIERA (pregare la parola)
•O Dio, Padre buono, tu hai rivelato la gratuità e la potenza del tuo amore, scegliendo il grembo purissimo della vergine Maria per rivestire di carne mortale il Verbo della Vita: concedi anche a noi di accoglierlo e generarlo nello spirito con l’ascolto della parola, nell’obbedienza della fede. (Colletta IV Avvento: A)
•Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e potente, il Signore forte in battaglia, Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche ed entri il re della gloria. (Dal salmo 23)
•Signore Gesù, tu sei l’Emmanuele, il Dio con noi. Aiutaci a comprendere questo mistero di amore, per il quale hai stretto alleanza con l’umanità. Aiutaci ad inserirci in questo mistero come il bambino in seno alla famiglia, per vivere della sua pienezza. (Charles Berthes)
•L’Emmanuele è oggi presente nelle nostre assemblee liturgiche. Egli è il Signore risuscitato per la potenza dello Spirito ed è in mezzo a noi per darci la vittoria sulla morte e sul peccato. Ti ringraziamo, Signore.
•O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell’angelo, nello stupore di tutto il creato hai generato il creatore, madre sempre vergine, pietà di noi peccatori. (Dalla Liturgia)
•O Vergine Madre di Dio, colui che il mondo intero non può contenere si è formato nel tuo seno, facendosi uomo. La vera fede del tuo Figlio ha lavato i peccati del mondo, e la tua verginità è rimasta integra. L’universo ti chiama, o Madre di misericordia, in suo soccorso, vieni dunque in aiuto dei tuoi servi, madre benedetta. (Canto gregoriano)
•Tutta bella sei, o Maria e in te non c’è macchia originale. Tu sei la gloria di Gerusalemme, la letizia di Israele, l’onore del nostro popolo, l’avvocata dei peccatori. O Maria, Vergine prudentissima, Madre clementissima, prega per noi, intercedi per noi presso il Signore Gesù Cristo. (Dalla liturgia)
•Donaci, Signore, l’obbedienza di Giuseppe, che non comprende il mistero che si attua in Maria, ma obbedisce prontamente alle indicazioni del Signore.
•O Padre, sostieni il cuore dei genitori con la tua grazia; apri il cuore dei figli alla tua volontà di amore e rendi le nostre comunità famiglie di famiglie perché, forti di te, possiamo tutti annunziare al mondo, con l’obbedienza della fede come quella di Giuseppe e Maria, che solo Gesù è la salvezza del mondo, solo lui è la nostra speranza e la via che ci porta a Te. (Giuseppe Sacino)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della Parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Accogliamo il Signore come Maria e come Giuseppe.