Questa volta cambiamo un po’… invece di raccontarvi quello che faccio io, vi riporto una lettera di mia mamma che racconta questi giorni che sta passando con me…
“mi faccio viva per comunicarvi le impressioni, le emozioni che sto provando e vivendo accanto a Giampy in questa situazione nuova per me ma non del tutto estranea vista la mia precedente esperienza in Ecuador . La prima immagine che mi viene in mente in questo momento è la foto di don Bosco che ho sulla mia scrivania in Italia, è un don Bosco sorridente e contemporaneamente rassicurante, la stessa che circola in questa casa qui al Peten laddove di rassicurante c’è solo Lui…
La seconda immagine è l’accoglienza festosa dei bambini del barrio La Paz all’arrivo di don Giampy. Lo aspettavano con ansia perché dopo la messa sapevano che avrebbe giocato con loro; erano emozionati perché sapevano che saremmo andati anche noi, i suoi genitori. Una signora nel regalarmi una piccola tovaglia ricamata da loro mi ha detto: stai tranquilla che a tuo figlio ” le cuidamos nosotros, toda la comunidad.”che in spagnolo ha un significato più forte della nostra traduzione italiana(lo curiamo noi, tutta la comunità).
La terza immagine è quella più recente di ieri della messa celebrata alle 9 nella parrocchia dove vivono questi tre missionari: la chiesa era gremita: donne, ragazzi , uomini…una trentina di chierichetti tra ragazze e ragazzi, composti nella loro serietà di servizio, per nulla annoiati o distratti nonostante il caldo (qui siamo a 33° e..fortuna che è inverno…) e la predica alquanto lunga perché tra l’altro si celebrava il battesimo di una bambina di circa un anno. La prima impressione è stata quella di vedere la gente assetata della Parola e della relativa spiegazione. Dopo la messa un gruppo di adolescenti vendeva dolci preparati dalle loro mamme per finanziare le attività dell’oratorio; sabato pomeriggio eravamo andati insieme al mercato per comprare gli ingredienti. Durante la Messa,(confesso il mio peccato), guardavo Giampiero, uno sguardo limpido, luminoso…che rivelava in pieno la sua felicità nello stare con questa gente, lo rivedevo bambino poi adolescente …lo ritrovavo uomo con una carica incredibile…una buona padronanza della lingua che usa nell’interloquire con le persone durante la messa che è una vera e propria festa con musica allegra e coinvolgente tanto che viene spontaneo seguirne il ritmo con il passo e le mani. E’ li che ho peccato di presunzione pensando che avrebbe fatto ugualmente bene in Italia…poi all’uscita della chiesa un bambino, un soldo di cacio che avrà avuto 4 anni è venuto vicino dicendomi : al padre Giampi Yo le quiero mucho( a Giampi voglio molto bene) poi è scappato e..allora la nostalgia cede il passo…
In questi giorni insieme a Mariella,( una nostra amica del gruppo Mato grosso di 40 anni fa) che è venuta con noi da Roma abbiamo dato una sistemata alla casa, soprattutto alla biancheria…l’altro giorno, invece abbiamo pulito e sistemato una sala della parrocchia, preparando dei letti di fortuna (materassi di spugna spesso rotti e spezzati , su una stuoia e ricoperti con un lenzuolo per accogliere persone che vengono da tutte le parti perché una volta al mese in ospedale operano agli occhi e qui le cure si pagano. La parrocchia li ospita la notte dopo l’operazione perché non possono permettersi un hotel essendo gente povera. Il parroco, padre Miguel (un missionario italiano venuto qui in Centro America quando aveva appena diciotto anni, infatti ha fatto gli studi qui, ora ne ha 70 , è stato missionario molti anni a san Salvador e poi inviato dai superiori ad aprire questa missione al Peten insieme a Giampy e a Shiju un salesiano giovane proveniente dall’India ) accoglie queste persone con tutto l’amore che solo chi Ama col cuore di Cristo è capace. Alla vista di quei materassi, confesso, abbiamo provato una stretta al cuore oltre che alla vista, ancor più quando Miguel ci ha detto: qui i poveri sanno apprezzare anche il minimo e per loro è molto. Gli ho chiesto quanto costano i materassi qui, mi ha detto che non lo sa ma vi assicuro gli hanno brillato gli occhi …solo per dare più dignità alle persone, quelle persone che nascondono il volto di Cristo e che noi, nel nostro benessere non sappiamo più riconoscere. Una cosa è certa, al mio rientro in Italia farò di tutto per aiutare questa gente e questa missione.
Altra esperienza forte di questi giorni: tre volte a settimana un gruppo di ragazzi e ragazze con alcune mamme preparano latte caldo e pane che poi distribuiscono in ospedale alle 10 di sera ai parenti dei degenti che dormono fuori dall’ospedale a terra e che non possono pagarsi da mangiare. Qui ammalarsi è un LUSSO perché si paga tutto e spesso la gente muore perché non può curarsi. Siamo andati anche noi con Giampi e gli altri. La cosa che più commuove è vedere con quanta ansia la gente aspetta, la dignità di queste persone che invoca per te la benedizione di Dio ma, soprattutto questi ragazzi che sacrificano il sonno per dispensare non solo il latte e il pane ,ma il loro sorriso e il loro amore..eppure hanno circa 14 -15 anni. Ho pensato molto ai miei ex alunni e confesso che ho cercato di intravedere nei volti di questi ragazzi il volto dei vari alunni che ho avuto la fortuna di avere nei circa 30 anni di insegnamento e ho sperato dentro di me di non essere stata solo la prof che spiegava storia, grammatica e letteratura ma di aver lasciato un segno diverso in loro. A qualcuno che mi ha scritto su whatsapp ho promesso che organizzeremo un campo di lavoro qui al Peten.( Accetto già prenotazioni…hihi ) Ho pensato anche e molto ai miei colleghi , alla scuola che si fa in Italia laddove si sacrifica spesso la passione dei veri valori alle nozioni sic et sempliciter…
Una bella notizia me l’ha data Ilaria P. una mia ex alunna di circa 26 anni fa, oggi affermato medico cardiologo che è venuta in guatemala a fare volontariato insieme a suoi colleghi medici …Grande Ilaria, Un sogno che ha accarezzato con me quando era appena dodicenne…Al mio rientro organizzeremo insieme qualcosa di importante per questa realtà.
Con questi pensieri vi saluto, vi aggiornerò sulle prossime esperienze che Giampi non ci risparmia. In questo momento Carlo e Giampi stanno aggiustando non so che ..sento solo il rumore del trapano e vedo Giampi che va avanti e indietro con tavole e pali di legno…Mariella sta piegando e sistemando le lenzuola ..vado anch’io. Un abbraccio a tutti e…preparatevi perché c’è bisogno anche di voi”
Don Giampiero