Sono una donna di poco più di trent’anni sposata civilmente e con un bimbo di un anno […]. Quando avevo 18 anni ho abortito stroncando la vita al bambino che avevo nel grembo […]. Allora pensavo solo a me stessa, alla carriera, convinta che solo quella contasse e che un figlio avrebbe ostacolato i miei progetti. Dio non era presente nella mia vita[…]. Qualche anno fa ho perso una persona a me molto cara.[…] Da qual momento, ho conosciuto un sacerdote che mi ha avvicinato al Signore […]. ho intrapreso insieme a mio marito un cammino di fede e la mia vita è cambiata totalmente […]. Ci troviamo oggi a voler celebrare il matrimonio religioso, ma ho questa pena nel cuore. C’è salvezza per noi? Possiamo sposarci oppure per me che ho abortito volontariamente non è possibile farlo.
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Signora,
Dio non condanna mai nessuno… eccetto chi vuole essere condannato, chi, cioè, non cambia strada, s’irrigidisce nei suoi errori, non sterza a U. Lei l’ha fatto, ha sterzato, ha ritrovato la via, ha ripreso il cammino. Dio è il Signore della misericordia, non il giudice inflessibile che non perdona. Dio perdona, non è sottoposto a leggi, è sovranamente libero e proprio per questo sovranamente misericordioso. Non esiste una colpa imperdonabile, altrimenti avremmo come Dio un carceriere. Dunque vada avanti nelle sue buone intenzioni… Dio non vuole perdere nessuno dei suoi figli, qualsiasi errore abbiano commesso. Al riguardo san Bernardo è tassativo: «Ha sbagliato colui che disse: “troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono” Gn 4,13)».