ADORAZIONE EUCARISTICA SERALE - GIOVEDI 16 APRILE
“Sono risorto e sono sempre con te”
CANTO: IL CANTO DEL MARE
IL CANTO DEL MARE
CANTIAMO AL SIGNORE,
STUPENDA È LA SUA VITTORIA.
SIGNORE È IL SUO NOME.
ALLELUJA. (2v)
Voglio cantare in onore del Signore
perché ha trionfato, alleluja.
Ha gettato in mare cavallo e cavaliere.
Mia forza e mio canto è il Signore,
il mio Salvatore è il Dio di mio padre
ed io lo voglio esaltare.
1. INTRODUZIONE
2. ESPOSIZIONE
CANTO: DAVANTI AL RE
Davanti al Re,
ci inchiniamo insieme
per adorarlo
con tutto il cuor.
Verso di Lui
eleviamo insieme
canti di gloria
al nostro Re dei Re
3. AMARE E’ SERVIRE
Dal Vangelo secondo Giovanni
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
CANTO: QUESTO E’ IL MIO COMANDAMENTO
QUESTO E’ IL MIO COMANDAMENTO:
CHE VI AMIATE COME IO HO AMATO VOI,
COME IO HO AMATO VOI!
Nessuno ha un amore più grande
di chi dà la vita per gli amici;
voi siete miei amici
se farete ciò che vi dirò.
Il servo non sa ancora amare
ma io v’ho chiamato miei amici,
rimanete nel mio amore
ed amate il Padre come me.
“Sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano al mondo, li amò fino alla fine”; con questo versetto
Giovanni introduce la scena della “lavanda dei piedi”. È forse questo uno dei gesti più belli e importanti compiuti da Gesù, gesto che appare come un’eredità
lasciata ai discepoli, con la speranza che anche loro avrebbero mostrato l’amore verso il prossimo. Il Signore infatti si umilia al punto da servirci, pur di insegnarci
qualcosa che nella nostra mentalità non viene presa in considerazione: l’umiltà nell’essere servitore degli altri.
Noi uomini non avremmo mai pensato di umiliarci e tutt’ora non riusciamo ad essere sottomessi agli altri: seguendo il suo insegnamento saremo una sola cosa
con Lui. Con il gesto compiuto, Gesù vuole esprimere non solo la sua umiliazione ma anche fino a dove arriva il suo amore: non lava i piedi solo a chi crede in lui ma
anche a chi sa che lo tradirà, senza distinzioni. Questa vicenda ci consegna anche un’altra immagine, quella del catino con l’acqua sporca. Gesù ha ridato candore ai piedi dei dodici riversando tutta l’impurità nell’acqua, immagine della potenza del perdono. Soltanto chi guarda in faccia l’acqua sporca è capace di smettere di giudicare e aprire il proprio cuore agli altri.
Momento musicale: J. S. Bach – Kyrie
SOLISTA: Benedetto sei Tu Signore. Dio delle nostre famiglie! Dio del nostro lavoro quotidiano. Dio delle nostre gioie e delle nostre pene!
TUTTI: Noi ti preghiamo per tutti quelli che soffrono, per quelli che non hanno denaro, quelli ai quali manca l’educazione, quelli che sentono la mancanza di tenerezza: rendici attenti alle loro necessità ed insegnaci a condividere.
S: Noi ti preghiamo per i disoccupati e per i giovani che cercano lavoro: aiutaci a preparare loro un posto nella nostra società.
T: Noi ti preghiamo per i malati, per coloro che hanno perso ogni speranza di guarire, per coloro che si avvicinano alla morte: sostienili, confortali, consolali, dona loro pazienza e serenità.
S: Noi ti preghiamo per coloro che hanno fame in questo Paese, per gli esiliati, i rifugiati. Signore Padrone dell’impossibile, metti fine alle nostre lacerazioni allarga i nostri cuori e riuniscici nell’unità.
T: Infine, noi ti preghiamo e ti benediciamo per tutti i nostri fratelli del mondo, nei quali ritroviamo il tuo volto!
4. QUESTI E’ IL MIO FIGLIO PREDILETTO
Dal Vangelo secondo Marco
Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, dall’alto in basso.
Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: «Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!».
CANTO: E’ GIUNTA L’ORA
E’ giunta l’ora, Padre per me:
i miei amici affido a Te.
La vera vita, o Padre, sei Tu
col Figlio Tuo, Cristo Gesù.
Erano Tuoi, li hai dati a me
ed ora sanno che torno a te.
Hanno creduto: conservali Tu
nel tuo amore, nell’unità.
Tu mi hai mandato ai figli Tuoi:
la Tua Parola è verità.
E il loro cuore sia pieno di gioia:
la gioia vera viene da Te.
Io sono in loro e Tu in me:
che siam perfetti nell’unità
e il mondo creda che Tu mi hai mandato,
li hai amati come ami me.
“Davvero costui era Figlio di Dio!” Con queste parole il centurione compie una grande professione di fede che egli acquisisce in seguito ad un cammino conclusosi proprio sotto la croce. Da spettatore esterno alla realtà ebraica, si rende conto dell’assurdità della scelta del popolo per la liberazione di Barabba e, nel sentire Gesù invocare a gran voce il Padre, intuisce la grandezza del Cristo che muore sulla croce. Per capire cosa realmente accadde in quegli attimi di profonda sofferenza, proviamo ad immedesimarci nella figura del centurione e ad immaginare il nostro cammino di fede sulla stregua di quello che il soldato ha vissuto guardando lo scenario terrificante della condanna, della flagellazione, della salita al Golgota e della crocifissione del Signore. Solo andando oltre la razionalità umana possiamo ammirare la grandezza del gesto d’amore compiuto da Gesù per la nostra salvezza. In quei giorni non solo al centurione è stata data la possibilità di riconoscere il Figlio di Dio, ma, tuttavia, nella folla frettolosa e distratta, lui è stato l’unico a fermarsi al suo cospetto e a riconoscerLo.
Momento musicale: G. Frescobaldi – Christe
S: Gesù siamo ai piedi della tua croce. Così come un tempo ai piedi della tua croce stavano tua Madre,Giovanni, la Maddalena ed altre donne, così anche noi siamo qui. Ti preghiamo affinché tu rimanga con noi mediante la tua croce: Tu che per la croce ti sei separato da noi.
T: Ti preghiamo perché Tu rimanga con la Chiesa,perché Tu rimanga con l’umanità; perché non ti sgomenti se molti, forse passano indifferenti accanto alla tua croce, se alcuni si allontanano da essa ed altri non vi arrivano.
S: Signore resta con noi! Forse più che mai oggi l’uomo ha avuto bisogno di questa forza e di questa sapienza che sei tu solo: mediante la tua croce.
T: Resta con noi Signore mediante questo penetrante mistero della tua morte, in cui hai rivelato ‘Quanto Dio ha amato il mondo’.
S: Resta con noi Signore e attiraci a Te, Tu che sotto questa croce sei caduto.
T: Resta con noi Signore mediante la tua Madre, alla quale dalla croce hai affidato in modo particolare ogni uomo.
5. VIDE E CREDETTE
Dal Vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario che era stato sul suo capo non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
CANTO: DITEMI E’ VERO
ditemi e’ vero? veramente e’ accaduto
ditemi e’ vero? voi lo avete veduto
ditemi e’ vero? cio’ che avete annunciato
ditemi e’ vero? voi che avete creduto
ditemi e’ vero? che l’uomo non e’ perduto
che le sue mani il cielo hanno toccato
ditemi e’ vero? che dio tra noi e’ venuto
e l’uomo dall’alto e’ rinato
DITEMI E’ VERO? CHE GESU’ E’ RISORTO
CHI CON LUI MUORE NASCE A NUOVA VITA
CHI CON LUI VIVE AMA CANTA E CAMMINA
SULLA SUA STRADA NIENTE PIU’ E’ COME PRIMA
ditemi e’ vero? che il cieco ci vede
ditemi e’ vero? che il sordo ora sente
ditemi e’ vero? che lo zoppo e’ guarito
ditemi è vero che il muto urla di gioia
ditemi e’ vero? che l’uomo non e’ perduto
che le sue mani il cielo hanno toccato
ditemi e’ vero? che dio tra noi e’ venuto
e l’uomo dall’alto e’ rinato
Il vangelo presenta, con i tre personaggi del racconto (Maria Maddalena, Pietro e Giovanni), un itinerario di fede che è anche un itinerario del vedere. Inizia prima con un “vedere fisico” che ha per oggetto la pietra ribaltata dal sepolcro e la tomba vuota. Questo porta Maria Maddalena ad avere amarezza e dolore, perché le è stata sottratta “forse per sempre” l’unica reliquia che le era rimasta del suo amato Maestro. Si passa poi al “vedere” di Pietro che con stupore, meraviglia e sguardo attento, riflessivo e Interrogativo osserva le bende e il sudario ripiegato accuratamente; per poi arrivare al “vedere e credere” di Giovanni, che è l’unico a prendere conoscenza e a credere. Si tratta di diversi temperamenti e diverse mentalità: l’affetto di Maria, la lentezza di Pietro e l’intuizione di Giovanni. Tutti comunque si aiutano a vicenda, ciascuno comunicando all’altro quello che ha visto, per cercare insieme i segni della presenza del Signore. L’atto di entrare nel sepolcro da parte di Pietro e poi di Giovanni, ha una valenza simbolica per noi.
Come Pietro e Giovanni, anche noi entriamo in luoghi di morte (lutti, separazioni, abbandoni, fine di relazioni e di amicizie, incomunicabilità) lasciando entrare la sofferenza, divenendo noi altrettanto un luogo di morte per gli altri (chiusura, egoismo, arroganza, indifferenza). E’ proprio nei momenti di sconforto che il Signore passa e si fa presente,è lì affianco a noi, vuole che crediamo e ci affidiamo a qualcosa di più grande di noi, ovvero a Lui. Il Signore con il suo amore, la sua dolcezza e la sua parola ci consola e ci aiuta nelle situazioni dolorose della nostra vita, perché Lui è la sola nostra forza e speranza.
Momento musicale: A. Guilmant – Communion
S: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
T: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
S: Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto.
T: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
S: Egli fondò la terra sulle sue basi:
non potrà mai vacillare.
Tu l’hai coperta con l’oceano come una veste;
al di sopra dei monti stavano le acque.
T: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
S: Tu mandi nelle valli acque sorgive
perché scorrano tra i monti.
In alto abitano gli uccelli del cielo
e cantano tra le fronde.
T: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
S: Dalle tue dimore tu irrighi i monti,
e con il frutto delle tue opere si sazia la terra.
Tu fai crescere l’erba per il bestiame
e le piante che l’uomo coltiva
per trarre cibo dalla terra.
T: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
S: Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Benedici il Signore, anima mia.
T: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
6. REPOSIZIONE
Preghiere personali
Preghiera universale
CANTO: TANTUM ERGO
Tantum ergo sacramentum
veneremur cernui
et antiquum documentum
novo cedat ritui.
Praestet fides supplementum
sensuum defectui.
Genitori genitoque
laus et jubilatio
salus, honor, virtus quoque
sit et benedictio.
Procedenti ab utroque
compar sit laudatio. Amen.
BENEDIZIONE
CANTO: SONO RISORTO
Sono risorto e sono sempre con te. ALLELUIA.
Hai posto la tua mano su di me. ALLELUIA
Grande e mirabile è la tua sapienza.
ALLELUIA, ALLELUIA, ALLELUIA, ALLELUIA.
Ti rendo grazie, m’hai esaudito, ALLELUIA
perchè sei stato la mia salvezza; ALLELUIA
hai provato il tuo servo, ma lo hai liberato.
ALLELUIA, ALLELUIA, ALLELUIA, ALLELUIA,.
Camminerò davanti al Signore, ALLELUIA
m’ha liberato dalla morte. ALLELUIA
il Signore ha spezzato tutte le mie catene.
ALLELUIA, ALLELUIA, ALLELUIA, ALLELUIA