ADORAZIONE EUCARISTICA SERALE - GIOVEDI 8 GENNAIO
“Non temere!”
CANTO: A BETLEMME
A Betlemme di Giudea, una grande luce si levò:
nella notte sui pastori, scese l’annuncio e si cantò.
GLORIA IN EXCELSIS DEO! (2v)
Cristo nasce sulla paglia, Figlio del Padre, Dio con noi.
Verbo eterno, Re di pace, pone la tenda in mezzo ai suoi.
1. INTRODUZIONE
2. ESPOSIZIONE
CANTO: DAVANTI AL RE
Davanti al Re,
ci inchiniamo insieme
per adorarlo
con tutto il cuor.
Verso di Lui
eleviamo insieme
canti di gloria
al nostro Re dei Re
3. L’ANNUNCIO AGLI UMILI
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,1-14)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.
Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.
C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”.
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”.
CANTO: ASTRO DEL CIEL
Astro del ciel, Pargol divin, mite Agnello Redentor!
Tu che i Vati da lungi sognar, tu che angeliche voci nunziar,
LUCE DONA ALLE MENTI, PACE INFONDI NEI CUOR! (2v)
Astro del ciel, Pargol divin, mite Agnello Redentor!
Tu di stirpe regale decor, Tu virgineo, mistico fior,
Astro del ciel, Pargol divin, mite Agnello Redentor!
Tu disceso a scontare l’error, Tu sol nato a parlare d’amor,
In questo passo del Vangelo, Luca racconta dell’annuncio della nascita di Gesù ai pastori, mostrandoci la loro esperienza di fede. Questi erano uomini poveri, umili, considerati gli ultimi della società ma sono i primi a ricevere la lieta notizia: la venuta del Salvatore che giace, avvolto in fasce, in una mangiatoia. Emerge un forte Contrasto tra la povertà della nascita e la risonanza gloriosa che ha questo evento per il mondo. L’angelo del Signore si presenta loro mentre vegliavano il gregge nella notte, un gesto quotidiano che ci indica che il Signore ci fa visita nell’ordinarietà della nostra vita. Essi vengono abbagliati da una luce che li avvolge, entra nella loro vita, non è per loro soli ma per tutto il popolo. Infatti da quella notte l’amore di Cristo cambierà la loro vita, poichè luce che illumina le loro tenebre e per questo diverranno testimoni e annunciatori della vera gioia alla pari degli angeli. Comprendiamo pienamente come le misure divine siano molto differenti da quelle umane, come Dio si serve di piccole voci per dare testimonianza della sua gloria. Il loro atto di fede è proprio quello di sentirsi chiamati, scelti nonostante ilgrande timore dinanzi alla potenza di Dio, e di lasciare quel poco che possedevano per mettersi in cammino con gioia verso il Salvatore alla ricerca della grotta.
Momento musicale: J. S. Bach: Preludio al corale “Svegliatevi, una voce ci chiama”
Solista: Nasci ancora, Gesù bambino, nei cuori di chi bisogna luce,conforto, di chi necessita una mano d’aiuto. Nasci Gesù nel cuore di chi non ha figli a cui donarsi, di chi orfano cerca padre. Nasci nei cuori dei figli solitari, che non hanno nessuno con cui condividere.
Tutti: Nasci nei cuori tristi, angosciati e stanchi, in chi oppresso e affaticato soccombe.Nasci, Gesù, nei cuori lacerati dal dolore, contusi dal timore, sfiduciati e senza speranza. Nasci nei cuori amareggiati per la delusione, accasciati dal fallimento. Nasci in chi soffre nel corpo martoriato.
S: Nasci negli ospedali Gesù, nei luoghi d’abbandono, negli ospizi, tra quanti sono soli, nei luoghi d’infamia, dove si vende veleno, si colleziona morte, nasci nelle carceri e nelle chiese vuote. Nasci tra chi muore di fame. Nasci ancora, Signore, nel cuore di chi sanguina, di chi è in agonia, facendo compagnia.
T: Nasci, Gesù, per condividere e sostenere, nasci nel cuore di chi non rinuncia e continua a vivere, soprattutto visita Gesù quanti s’abbattono, e poi s’arrendono, nasci nei cuori di quanti non ce la fanno più e s’uccidono.
S: Nasci in mezzo a guerre e morti, tra indifferenza e cattiverie, tu che non demordi e sempre speri che cambiamo rotta, e finalmente t’ascoltiamo e amiamo.
T: Nasci ancora una volta, Gesù, nel ricordo di quanti hai chiamato, ravviva la memoria di quanti, deboli e peccatori, non t’hanno dimenticato, e caparbi continuano a seguirti.
S: Nasci ancora in chi ti pensa, facendo nuova qualche cosa, insegnando a non mollare, facendo il tifo e incoraggiando.
T: Nasci in me ancora e sempre, Gesù bambino da adottare che non dimentico e t’abbandono, che poi ritorno e m’allontano, in me pastore errante che volgo la sera lo sguardo al cielo, per scorgere la stella, l’astro che m’invita alla sequela, mi conduca alla tua grotta dando luce alla mia notte.
T: Marana tha, vieni Signore Gesù!
4. LA FEDE DEI SAPIENTI
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano:“Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: ‘‘E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele’’. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme
esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
CANTO: ADORO TE
Sei qui davanti a me, o mio Signore,
sei in questa brezza che ristora il cuore,
roveto che mai si consumerà,
presenza che riempie l’anima.
ADORO TE, FONTE DELLA VITA,
ADORO TE, TRINITÀ INFINITÀ,
I MIEI CALZARI LEVERÒ
SU QUESTO SANTO SUOLO,
ALLA PRESENZA TUA MI PROSTRERÒ.
Sei qui davanti a me, o mio Signore,
nella Tua grazia trovo la mia gioia.
Io lodo, ringrazio e prego perchè
il mondo ritorni a vivere in Te.
I Re Magi, l’anima eterna dell’uomo che cerca: tre uomini in cammino verso Dio, ai loro occhi Luce e Mistero. Ed è proprio una luce che sembra dir loro “non temete, seguitemi e vedrete il Salvatore del mondo”. I Magi rappresentano tutta l’umanità che si prostra dinanzi al loro Salvatore, portando doni che rappresentano la vera adorazione. La mirra per preservare dalla corruzione, l’incenso per riconoscere Gesù come restauratore del mondo e l’oro per donare l’esistenza dell’umanità nelle sue mani. In questo modo, i Re Magi trasmettono il messaggio “non temere”: il popolo di Dio ha finalmente trovato colui che li porterà nel regno dei cieli e l’umanità non deve avere paura, non deve più spaventarsi al pensiero del male nel mondo, non deve più preoccuparsi di vagare senza una guida, perchè il Salvatore è qui. “E prostratisi lo adorarono”. È questo il culmine di tutto l’itinerario dei Magi: l’incontro si fa adorazione, sboccia in un atto di fede e d’amore che riconosce in Gesù, nato da Maria, il Figlio di Dio, fatto uomo. Ora come Ostia sacra, Egli è davanti a noi e in mezzo a noi; si vela misteriosamente in un santo silenzio e svela il vero volto di Dio. Così ci invita a quel pellegrinaggio interiore che si chiama adorazione”.
Momento musicale. D. Zipoli: All’Elevazione
S: Vorrei vedere anch’io, Signore, la tua stella. Vorrei avere anch’io, la forza di partire, di abbandonare tutto per mettermi in cammino, con bagaglio leggero e cuore desto, disposto a camminare e a domandare pur di arrivare alla meta desiderata.
T: Vorrei trovare anch’io, Signore, le persone a cui porre i miei interrogativi,
quelli che mi porto dentro da troppo tempo,
come un fuoco che cova sotto la cenere di tanti sogni infranti, di tanti progetti bruciati.
S: Vorrei ricevere anch’io, Signore, la risposta che mi mette nella direzione giusta, che mi strappa alla confusione, all’imbarazzo, e mi fa percorrere l’ultimo tratto di strada.
T: Vorrei giungere anch’io, Signore, alla capanna e riconoscere nel segno che ci offri, in quel bambino che giace nella mangiatoia, la tua Parola fatta carne, il tuo Amore che ci spalanca le braccia, la tua Grazia che ci trasforma in figli accompagnati con discrezione, in figli liberati da ogni tristezza.
T: Marana tha, vieni Signore Gesù!
5. LA SACRA FAMIGLIA
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2, 22-38)
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
CANTO: NON TEMERE
Non temere, Maria,
perché hai trovato grazia
presso il tuo Signore,
che si dona a te.
APRI IL CUORE, NON TEMERE
EGLI SARA’ CON TE!
Non temere, Abramo,
la tua debolezza:
padre di un nuovo popolo
nella fede sarai.
Non temere, Mosè,
se tu non sai parlare,
perché la voce del Signore
parlerà per te.
Non temere, Giuseppe,
di prendere Maria,
perché in lei Dio compirà
il mistero d’Amore.
Pietro, no, non temere,
se il Signore ha scelto
la tua fede povera,
per convincere il mondo.
La sacra famiglia: Gesù Giuseppe, Maria – ma è una famiglia che INCLUDE IL MONDO perché è una famiglia per il mondo: entrano a farne parte immediata i pastori, i magi, Simeone, Anna. La gente umile ma anche la gente di grande cultura ma consapevole dell’urgenza della salvezza che non viene da sapere umano; la gente che si fida di Dio e sa riconoscerlo e lodarlo come Simeone e Anna
Tutto straordinario, imprevedibile – NON TEMERE – eppure tutto nella ordinarietà più totale.
Gente che nonostante la paura e l’ostilità della realtà intorno, trova saggio obbedire, fidarsi di Dio, sognare. Si vive un momento intimo, naturale di gioia. Nascita del primo figlio. La speciale concezione di Gesù non cambia l’analogia con la nostra famiglia. Sono sempre due sposi che si vogliono bene e vivono con gioia il grande l’evento. Certo sono i primi a stupirsi di ciò che avviene attorno. Vivono anch’essi di fede e sono condotti momento per momento a scoprire il volere di Dio. I Pastori si rallegrano, i magi sono certi della novità che il bambino rappresenta.
Momento musicale: M. E. Bossi: Entrèe pontificale
S: Svegliamo l’aurora. Proclamiamo sempre più con le opere e sempre meno con le chiacchiere che Gesù Cristo è vivo e cammina con noi.
T: Mettendoci in cammino per il nuovo anno, ci assale sempre il timore delle nostre debolezze. Temiamo di tornare a sbagliare.
S: Sappiamo, anche se non lo confessiamo apertamente, quanto è gracile la nostra natura umana, veloce nel fare buoni propositi, ma altrettanto veloce nel fare il male.
T: Affidiamoci a Maria, la Mamma celeste. E’ proprio della mamma vegliare sui nostri passi, pronta a darci consigli buoni, come solo le mamme sanno dare perché amano di vero amore: e pronte a prenderci in braccio, come il Padre, quando usciamo dalla via santa.
S: E allora guardiamo a Lei che ci vuole quel bene di cui abbiamo bisogno. Mettiamo le nostre mani nelle sue, sapendo che lei non abbandona mai le nostre.
E’ bello allora pensare e pregare con la gioia di saperci sotto lo sguardo della Mamma Celeste, Maria.
T: O Madre, che conosci le sofferenze e le speranze della Chiesa e del mondo,
assisti i tuoi figli nelle quotidiane prove che la vita
riserva a ciascuno e fa’ che, grazie all’impegno di tutti, le tenebre non prevalgano sulla luce.
S: Ti affidiamo tutti gli uomini, a cominciare dai più deboli: i bimbi non ancora venuti alla luce e quelli nati in condizioni di povertà e di sofferenza, i giovani alla ricerca di senso, le persone prive di lavoro e quelle provate dalla fame e dalla malattia.
T: Ti affidiamo le famiglie dissestate, gli anziani privi di assistenza e quanti sono soli e senza speranza. A Te, aurora della salvezza, consegniamo il nostro cammino nel nuovo anno, perché sotto la tua guida tutti gli uomini scoprano Cristo, luce del mondo ed unico Salvatore, che regna col Padre e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
T: Marana tha, vieni Signore Gesù!
6. REPOSIZIONE
Preghiere personali
Preghiera universale
CANTO: TANTUM ERGO
Tantum ergo sacramentum
veneremur cernui
et antiquum documentum
novo cedat ritui.
Praestet fides supplementum
sensuum defectui.
Genitori genitoque
laus et jubilatio
salus, honor, virtus quoque
sit et benedictio.
Procedenti ab utroque
compar sit laudatio. Amen.
BENEDIZIONE
CANTO: RALLEGRIAMOCI
Rallegriamoci, non c’è spazio alla tristezza in questo
giorno, rallegriamoci, è la vita che distrugge ogni paura.
Rallegriamoci, che si compie in questo giorno la promessa, rallegriamoci, ogni uomo lo vedrà: la salvezza di Dio
GLORIA A TE EMMANUELE,
GLORIA A TE FIGLIO DI DIO.
GLORIA A TE, CRISTO SIGNORE CHE NASCI PER NOI
E TORNA LA GIOIA (2V)
Rallegriamoci, Egli viene a liberarci da ogni male.
Rallegriamoci,è il momento di gustare il sui perdono,
rallegriamoci, con coraggio riceviamo la sua vita,
rallegriamoci, perché è giunta in mezzo a noi la
presenza di Dio.
Rallegriamoci, tutti i popoli del mondo lo vedranno
rallegriamoci, nel Signore è la nostra dignità.
Rallegriamoci nella luce del suo regno in cui viviamo,
Rallegriamoci, siamo tempio vivo suo, siamo chiesa di Dio.