“Si è manifestata la gloria di Dio”: grande è il significato del Tempo di Natale. Tempo corto, il più corto di tutti, ma densissimo. Sembra quasi che la Chiesa voglia rispecchiare la dinamica della vita di tutti i giorni, in cui la maggior parte delle cose che accadono, si capisce pian piano. Il tempo di Natale è strutturato allo stesso modo, è il condensato del mistero dell’incarnazione di Dio nell’uomo, che poi si svela e si rende comprensibile man mano, nel corso del tempo, e per questo ci vengono in aiuto gli altri tempi liturgici. Per cui il Tempo di Natale non viene suddiviso in anno A, B e C, come invece accade per la maggior parte degli altri tempi liturgici.
Tutte le due settimana di Natale sono strutturate per non “sbagliare Dio”, per non farci un Dio a nostra immagine e somiglianza:
- Il 24 dicembre, vigilia, e poi il 25, Natale del Signore. La liturgia della Messa della Notte, dell’Aurora e del giorno di Natale sono diverse tra loro: per gustare appieno questo giorno, sarebbe bello vederle tutte e tre. Il fatto di essere diverse deriva dall’importanza del momento di cui si fa memoria: quindi c’è una liturgia del “prima” (la notte), del durante (all’aurora) e del dopo (del giorno). Questa struttura si ha solo negli altri due momenti fondamentali del mistero cristiano: la Pasqua e la Pentecoste. Non a caso, alla fine del tempo di Natale c’è l’annuncio di Pasqua.
- 26 dicembre: Santo Stefano, il primo martire. Perchè il Dio nato il 25 non è quello che ci evita o risolve i problemi, ma anzi ci chiede di prenderli sulle spalle, insieme a Lui, per la salvezza di tutti gli uomini.
- 27 dicembre: la strage degli innocenti. Perchè la priorità di Dio non è il preservare dalla sofferenza ma che l’uomo viva in eterno, e il suo orizzonte non è solo questo temporale ma tende a Lui. Da non confondere con il concetto di “male necessario”, che non è cristiano ed è un’idea puramente umana.
- 31 dicembre: Santa Famiglia. Perchè non si cammina da soli, e la famiglia è la prima chiesa.
- 1 gennaio: Maria Madre di Dio. E’ cioè che ci distingue da tutte le altre confessioni, tranne gli ortodossi. In questa festa celebriamo e meditiamo il mistero di Maria, “vergine madre figlia del tuo figlio”.
- 6 geannio: Epifania, che vuol dire “manifestazione” di Dio. Adorazione del Dio nato nella mangiatoia.
- 7 gennaio: battesimo di Gesù. Perchè i segni esterni sono necessari alle scelte del cuore. Qui, e solo qui, finisce il tempo di Natale.
Vedendo quindi bene tempo di Natale, si preannuncia quale Dio si è fatto carne: un Dio che non rifiuta l’umanità da Lui creata, ma la incarna e la esalta fino a farla simile a Lui. Se si vuol vedere Dio, ora bisogna guardare alla persona e alla vita nel tempo e nella carne di Gesù di Nazaret. Cristo è la ragione ultima di tutte le cose. Lui è la risposta chiara alla domanda di senso dell’uomo e dell’universo. Dio non ci ha risposto con una filosofia, ci ha fatto «vedere» nella vita concreta di Gesù come si vive da figli di Dio rimanendo e divenendo uomini in pienezza. La strada per arrivare a Dio è l’umanità.
Ora tutto è pervaso da questa dimensione umano- divina: il tempo è luogo in cui il disegno di Dio si svela, l’uomo diviene tempio di Dio, la Chiesa è il popolo di Dio, i sacramenti sono segni della sua azione. Non Dio contro l’uomo o l’uomo senza Dio, ma Dio e l’uomo ora sono «insieme». Così prega la colletta del giorno di Natale:
O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine, e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana. Per questo il Natale si orienta alla Pasqua. In quell’offerta totale, preceduta dal «sì» del Figlio che entra nel mondo per fare la volontà del Padre, si avrà la piena reintegrazione dell’uomo nell’obbedienza al progetto di Dio.
Il mistero dell’incarnazione celebrato dal Natale, spingendoci a riflettere sulla nostra comunione con la natura divina, diventa paradossalmente un invito ad assumere una spiritualità della storia. La concretezza degli eventi e delle persone non è un elemento accessorio alla fede. Anzi, solo nella concretezza del tempo si può discernere il progetto di Dio.