La Pasqua è la festa fondamentale del culto cristiano: tutto l’anno liturgico trae da essa l’origine. La singolarità del mistero pasquale non sta nel fatto che Gesù ha compiuto un’opera straordinariamente grande e sovrumana, ma nell’aver assunto le esperienze più profonde dell’uomo e nell’averle vissute e “patite” al modo degli uomini, e in obbedienza a Dio. Quindi la festa pasquale in origine non intendeva celebrare solo la risurrezione, ma la globalità del mistero di Cristo morto, sepolto, risorto, asceso al cielo.
Nelle varie domeniche, le tre letture non sono coordinate tematicamente, ma offrono ogni anno tre itinerari paralleli che a tratti si intersecano e si richiamano.
Lo schema è il seguente:
- DOMENICA DELLA RISURREZIONE: L’annuncio alle Donne, a Pietro e a Giovanni
- DOMENICA II e III: Le domeniche delle apparizioni
- DOMENICA IV: La domenica del buon pastore
- DOEMNICA V e VI: le domeniche dell’addio
- ASCENSIONE – Il risorto siede alla destra del Padre
- PENTECOSTE – Il risorto manda lo Spirito Santo
La celebrazione dell’Eucarestia nel tempo Pasquale racchiude due delle tre grandi veglie dell’anno liturgico: quella della notte di Pasqua e quella di Pentecoste. Esse non “ripetono” la celebrazione del giorno, ma la anticipano, la preparano e la vivono nel tempo di attesa, il tempo della notte.
Le sette settimane del tempo di Pasqua, il più lungo tra i tempi forti, indicano pienezza, compimento, perfezione. Le otto domeniche ci fanno comprendere come il Signore morto, sepolto, risorto, asceso al cielo che manda lo Spirito sulla Chiesa nascente, sia il compimento e la pienezza delle opere di Dio. I cinquanta giorni della pasqua sono un pezzo di vita eterna nel tempo. Per questo il tempo pasquale è come una “unica grande domenica”.
Nell’ascensione, abbiamo ora la certezza che con il Signore crocifisso e innalzato sopra ogni creatura, questo progetto di Dio non è illusione, ma verità: «Mediatore tra Dio e gli uomini, giudice del mondo e Signore dell’universo,non si è separato dalla nostra condizione umana, ma ci ha preceduti nella dimora eterna, per darci la serena fiducia che dove è lui, capo e primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria»
Con la Pentecoste, abbiamo il primo dono di Gesù dopo la risurrezione: lo Spirito Santo, che ci porta in una mentalità nuova intorno alla vita, e che ci riunisce in un cielo nuovo e una terra nuova, nella Chiesa, tramite i sacramenti. Sono essi che generano la vita cristiana, non l’inverso. Non a caso, subito dopo la Pentecoste c’è la festa del Corpo e Sangue di Cristo.