Luca 24, 46-53: 46 In quel tempo. Gesù disse ai suoi discepoli: «Cosi sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47 e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48 Di questo voi siete testimoni. 49 Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, fìnchè non siate rivestiti di potenza dall’alto». 50 Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse. 51 Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52 Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Luca 24, 46-53
«Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall`alto». Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
La pericope 44-53 da alcuni è stata intesa in continuazione con l’apparizione precedente e quindi l’ascensione sarebbe avvenuta il giorno della risurrezione. Secondo altri il ““Poi disse” introduce un altro brano presentato senza determinazione di tempo e questa opinione concorda con l’asserzione di Atti che pone l’ascensione 40 giorni dopo la risurrezione. Nel brano, Gesù appare come interprete delle Scritture, che hanno preannunziato la sua passione, morte e risurrezione e si fa cenno del perdono dei peccati, di testimonianza degli apostoli, dell’ascensione di Gesù e della venuta dello Spirito Santo.
POI DISSE: SONO QUESTE LE PAROLE (44)
Gesù si rifà a quanto aveva varie volte detto che, secondo il volere di Dio, espresso nelle Scritture, lui doveva subire la passione, morire e poi risorgere e che nel suo nome sarebbe stata annunziata al mondo la conversione e la remissione dei peccati(9, 22-44; 17, 25; 18, 31-33; 22, 37). Queste profezie sono ora adempiute. Gesù cita l’Antico Testamento secondo le tre classi distinte del canone: Legge, Profeti, Salmi. E, come ha fatto a Emmaus, apre agli altri discepoli, la mente (aprì loro la mente) fino ad allora chiusa, così che essi possano intendere la Scrittura. Il verbo greco usato “dianoigo” indica “un’apertura completa”, il creare “un varco”.
COSI’ STA SCRITTO (46)
Aperta loro la mente, Gesù riassume tutto il senso del progetto del Padre: morte e risurrezione, conversione, perdono dei peccati, annunzio alle genti con inizio a Gerusalemme.
DA GERUSALEMME (48)
Gerusalemme sarà il punto di partenza della predicazione degli apostoli. A loro viene ricordata la missione già in precedenza affidata (Lc 10, 1-12) di andare ad evangelizzare tutte le genti.
VOI SIETE TESTIMONI (48)
Gli Apostoli hanno constatato tutto e diventeranno testimoni attendibili che le profezie sono fatti avvenuti e non parole umane e si sono avverate.
E IO MANDERO’ (49)
Il “promesso dal Padre” è Lo Spirito Santo. Troviamo la promessa in Gioele 3, 1-4. La venuta dello Spirito è nella Pentecoste. (Atti 2,1). “Potenza dall’alto”, significa da Dio (Is 32, 15).
LI CONDUSSE FUORI (50)
Luca dice tutto in forma molto concisa. Il definitivo distacco avviene a Betania e in un clima di preghiera (“alzate le mani li benedisse”). Per Atti l’ascensione avviene dopo 40 giorni, nel Monte degli Ulivi. L’ascensione al cielo, presuppone la concezione dell’universo secondo gli antichi. E’ da notare che nel testo “occidentale” mancano: “e fu portato verso il cielo” e “ dopo averlo adorato”. Varie interpretazioni ci sono di questa mancanza. E’ possibile che gli incisi siano stati tolti da chi pensava che questo episodio fosse posto nel giorno della risurrezione e pertanto in contrasto con Atti. Comunque sia, è chiaro che Luca parla del definitivo distacco di Gesù.
CON GRANDE GIOIA… NEL TEMPIO (52-53)
La gioia dei discepoli è dovuta alla certezza che il Signore vive e ha compiuto la sua opera di redenzione e che su loro verrà lo Spirito. In questo stato gioioso essi frequentano il tempio, che ancora sarà anche per loro luogo del servizio divino; la scissione con Israele avverrà solo più tardi.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
CONOSCENZA CERTA DEGLI APOSTOLI
E in questi giorni (tra la Risurrezione e l’Ascensione) che viene abolita la paura di una morte temuta e viene proclamata non solo l`immortalità dell`anima, ma anche quella della carne. E` in questi giorni che viene infuso lo Spirito Santo in tutti gli apostoli attraverso il soffio del Signore (cf. Gv 20,22) e che, dopo aver ricevuto le chiavi del Regno, il beato apostolo Pietro si vede affidata, con preferenza sugli altri, la cura del gregge del Signore (cf. Gv 21,15-17). E in questi giorni che il Signore si affianca ai due discepoli in cammino (cf. Lc 24,13-35) …Tuttavia, dato che gli spiriti dei discepoli, in mezzo a queste meraviglie e ad altre ancora, continuavano a scaldarsi in inquieti pensieri, il Signore apparve in mezzo a loro e disse: La pace sia con voi (Lc 24,36; Gv 20,26). …..rimproverò loro i pensieri contrari al vero e mise sotto i loro occhi esitanti i segni della crocifissione che serbavano le sue mani e i suoi piedi, invitandoli a toccarli attentamente; aveva voluto conservare, infatti i segni dei chiodi e della lancia per guarire le ferite dei cuori infedeli. Cosí, non è da una fede esitante, bensì da una conoscenza molto certa, che affermeranno che la natura che stava per sedere alla destra del Padre, era la stessa che aveva riposato nel sepolcro. (Leone Magno, Sermo 73 [60], 2-4)
LA NATURA UMANA E’ SALITA IN CIELO
Così i beati Apostoli e tutti i discepoli, resi timorosi dalla sua morte sulla croce, e che avevano esitato a credere alla sua Risurrezione furono a tal punto riconfermati dall`evidenza della verità che quando il Signore si levò verso le altezze dei cieli, non solo non furono presi da tristezza alcuna, bensì furono ripieni da una grande gioia (cf. Lc 24,52). E, in verità, grande e ineffabile era la causa di quella gioia, allorché in presenza di una santa moltitudine, la natura umana saliva al di sopra delle creature celesti di ogni rango, superava gli ordini angelici e si elevava al di sopra della sublimità degli arcangeli (cf. Ef 1,21), non potendo trovare a livello alcuno, per elevato che fosse, la misura della sua esaltazione fintanto che non venne ammessa a prender posto alla destra dell`eterno Padre, che l`associava al suo trono di gloria dopo averla unita nel Figlio suo alla sua stessa natura.
L`Ascensione di Cristo è quindi la nostra stessa elevazione e là dove ci ha preceduti la gloria del capo, è chiamata altresì la speranza del corpo. Lasciamo dunque esplodere la nostra gioia come si deve e rallegriamoci in una fervorosa azione di grazie: oggi, infatti, non solo siamo confermati nel possesso del paradiso, ma siamo anche penetrati con Cristo nelle altezze dei cieli; abbiamo ricevuto piú dalla grazia ineffabile di Cristo di quanto non avevamo perduto per la gelosia del Maligno. Infatti, coloro che quel virulento nemico aveva scacciato dal primo soggiorno di felicità, il Figlio di Dio li ha incorporati a sé per collocarli in seguito alla destra del Padre. (Leone Magno, Sermo 73 [60], 2-4)
AL DI SOPRA DEGLI ANGELI
In occasione della festività pasquale, la Risurrezione del Signore si presentava come causa della nostra gioia; oggi, ricorre la sua Ascensione al cielo che ci offre nuovi motivi di gioia, in quanto commemoriamo e veneriamo, come si conviene, il giorno in cui l`umiltà della nostra natura è stata elevata in Cristo al di sopra di tutte le schiere celesti, al di sopra di tutti gli ordini angelici e oltre la sublimità di tutte le potenze (cf. Ef 1,21), fino a condividere il trono di Dio Padre. E su questa disposizione delle opere divine che siamo costituiti ed edificati; la grazia di Dio diviene, in verità, piú ammirevole quando fa sí che la fede non dubiti, che la speranza non vacilli, che la carità non si intiepidisca, allorché è scomparso dalla vista degli uomini ciò che, con la sua presenza sensibile, meritava di ispirare loro il rispetto. Tale è in effetti, la forza propria dei grandi spiriti, tale la luce propria delle anime eminentemente fedeli: essa consiste nel credere incrollabilmente ciò che non vedono con gli occhi del corpo e nel fissare il proprio desiderio là dove non può arrivare la vista.
Ma una tale pietà come può nascere nei nostri cuori, o come possiamo essere giustificati dalla fede, se la nostra salvezza risiedesse solo in ciò che cade sotto i nostri occhi?…… (Leone Magno, Sermo 74 [61], 1-3.5)
ALLA DESTRA DEL PADRE
Per renderci capaci di questa beatitudine, carissimi, nostro Signore Gesú Cristo, dopo aver realizzato tutto ciò che era conforme alla predicazione del Vangelo e ai misteri della Nuova Alleanza, quaranta giorni dopo la sua Risurrezione, ascese al Cielo alla presenza dei discepoli. Mise cosí termine alla sua presenza corporale, per rimanere alla destra del Padre suo fino a che siano compiuti i tempi divinamente previsti perché si moltiplichino i figli della Chiesa e ritorni a giudicare i vivi e i morti, nella stessa carne nella quale è asceso. Ciò che si era potuto vedere del nostro Redentore è dunque passato nei misteri; e, affinché la fede divenga piú eccellente e piú ferma, l`istruzione è succeduta alla visione: è sulla di lui autorità che il coro dei credenti, illuminati dai raggi provenienti dall`alto, ormai faranno leva. (Leone Magno, Sermo 74 [61], 1-3.5)
PER QUESTA FEDE
Su questa fede, che l`Ascensione del Signore aveva aumentata e che il dono dello Spirito Santo aveva fortificata, né le catene, né le prigioni, né la fame, né il fuoco, né le belve, né i raffinati supplizi di crudeli persecutori potranno prevalere per paura. Per questa fede, in tutto il mondo, non solo gli uomini, ma anche le donne; non solo i fanciulli, ma anche tenere vergini lotteranno fino alla effusione del sangue. Questa fede mise in fuga i demoni, scacciò le malattie, risuscitò i morti. Cosí, gli stessi santi Apostoli che, quantunque fortificati da tanti miracoli e istruiti da tanti discorsi, si erano nondimeno lasciati spaventare dall`atroce
Passione del Signore e avevano accettato non senza esitazione la verità della sua Risurrezione, trassero dalla sua Ascensione un tal profitto che tutto ciò che prima costituiva motivo di paura ora diveniva soggetto di gioia. Tutta la contemplazione della loro anima li aveva elevati, in effetti, verso la divinità di Colui che sedeva alla destra del Padre; la vista del suo corpo non era piú ormai un ostacolo che potesse attardarli o impedir loro di fissare lo sguardo dello spirito su quella Verità che, scendendo verso di essi, non aveva lasciato il Padre suo, e che, ritornando verso quest`ultimo, non si era allontanata dai suoi discepoli… (Leone Magno, Sermo 74 [61], 1-3.5)
CONDIZIONI PER L’ASCENSIONE
Non si può… ascendere su quel monte, se non ti servi delle virtù come compagne (di viaggio), e, con le mani pure da ogni colpa, e non macchiato da alcun delitto, con il cuore innocente non volgi il tuo animo a nessuna vanità e né inganni il tuo fratello con frode. La benedizione è il premio di tale ascensione, e ad essa il Signore largisce la sua misericordia. (Gregorio di Nissa, Sermo de Ascens., passim)
LO STESSO GESU
Mi domandi «se il corpo del Signore abbia adesso le ossa e il sangue con tutte le altre fattezze fisiche»… Dio può prolungare ovunque e per tutto il tempo che vorrà l`incorruttibilità di qualsiasi corpo. Io quindi credo che il corpo del Signore si trova nel cielo nello stesso identico stato in cui era sulla terra al momento della sua ascensione al cielo.
Infatti ai suoi discepoli, i quali, come si legge nel Vangelo, dubitavano della sua risurrezione (cf. Lc 24,37) e credevano che fosse uno spirito e non già un corpo quello che vedevano, il Signore disse: Osservate le mie mani e i miei piedi; palpate ed osservate, poiché lo spirito non ha né ossa né carne, come vedete che ho io (Lc 24,39). Come l`avevano toccato i suoi discepoli con le loro mani mentre era sulla terra, cosí i loro sguardi lo accompagnarono mentre saliva al cielo. S`intese allora la voce di un angelo dire: Egli tornerà cosí come lo avete visto salire al cielo (At 1,11). (Agostino, Epist. 205, 1.2)
ESSERE PRONTI PER L’INCONTRO
Perciò, fratelli dilettissimi, occorre che col cuore ci volgiamo là dove crediamo che Egli sia asceso col corpo. Fuggiamo i desideri terreni, nulla più ci diletti quaggiú, poiché abbiamo un Padre nei cieli. E ciò noi dobbiamo considerare attentamente, poiché Colui che mite salí in cielo tornerà terribile; e tutto ciò che ci insegnò con mansuetudine, esigerà da noi con severità. Nessuno, dunque, tenga in poco conto il tempo dovuto alla penitenza; nessuno, mentre è nel pieno delle proprie forze, trascuri se stesso, poiché il nostro Redentore quando verrà a giudicarci sarà tanto piú severo quanto piú paziente è stato con noi prima del giudizio. Pertanto, fratelli, fate questo tra voi e su questo meditate assiduamente. Sebbene l`animo, sconvolto dalle passioni terrene, sia ancora incerto, tuttavia adesso gettate l`ancora della vostra speranza verso la patria eterna, fortificate nella vera luce i propositi dell`animo. Ecco abbiamo sentito che il Signore è asceso al cielo. Perciò meditiamo sempre su ciò in cui crediamo. E se ancora siamo trattenuti qui dall`impedimento del corpo, tuttavia seguiamo Lui con passi d`amore. Non può lasciare insoddisfatto il nostro desiderio Colui che ce l`ha ispirato, Gesú Cristo Nostro Signore. (Gregorio Magno, Hom. 2, 29, 11)
SIAMO GIA LASSU CON LUI
Oggi, come avete sentito, fratelli, Nostro Signore Gesú Cristo è salito in cielo: salga con lui anche il nostro cuore. Ascoltiamo l`Apostolo che dice: Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassú, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassú, non a quelle della terra (Col 3,1-2). Infatti, come egli è salito [in cielo] e non si è allontanato da noi, cosí anche noi siamo già lassú con lui, sebbene nel nostro corpo non sia ancora accaduto ciò che ci viene promesso. Egli ormai è stato innalzato sopra i cieli. In verità, non dobbiamo disperare di raggiungere la perfetta ed angelica dimora celeste, per il fatto che egli ha detto: Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell`uomo che è disceso dal cielo (Gv 3,13). Ma ciò è stato detto perché siamo uniti a lui: egli è infatti il nostro capo e noi il suo corpo. Se, quindi, egli sale in cielo, noi non ci separiamo da lui.
Colui che è disceso dal cielo non ci nega il cielo; ma in un certo modo ci dice: «Siate le mie membra, se volete salire in cielo». Dunque fortifichiamoci intanto in ciò che piú desideriamo vivamente. Meditiamo in terra ciò che ci aspettiamo [di trovare] nei cieli. Allora ci spoglieremo della carne mortale, ora spogliamoci dell`uomo vecchio. Un corpo leggero si alzerà nell`alto dei cieli, se il peso dei peccati non opprimerà lo spirito. (Agostino, Sermo 263, 2)
LA TERRA VESTIBOLO PER LA PATRIA
Prima di salire in cielo Gesù manda i suoi in missione e trasmette i suoi poteri.
Questo mistero chiude il Vangelo e apre gli Atti. E l’angelo dice: Che fate qui a guardare?
Tornate a Gerusalemme. Il Regno è in costruzione quaggiù nella storia e noi dobbiamo lavorare “perché venga”. Il Cielo non è un alibi per il disimpegno in questo mondo. Il desiderio della Pasqua non smobilita le forze del cristiano: piuttosto lo stimola. Nessun problema della Chiesa e del mondo è estraneo al credente. Egli li assume tutti in proprio e vi apporta un “supplemento di anima”, che solo il vangelo sa offrire, sicché “ciò che è l’anima per il corpo, questo sono i cristiani per il mondo” (Lettera a Diogneto). E se è così la terra non è un esilio, ma il vestibolo della patria. E tuttavia ciò che si realizza quaggiù è transitorio, il cuore del cristiano è afferrato dalla nostalgia struggente della Patria definitiva. “Guardando a quale speranza Dio ci ha chiamati e quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi “, (Ef 1, 19) il cuore esulta di gioia indicibile. “ Se Cristo è salito al cielo, con lui deve salire il nostro cuore” (Agostino). Un tratto essenziale del cristianesimo sta in questa sintesi: tra l’assunzione generosa e responsabile degli impegni di quaggiù e la nostalgia invincibile della gloria di lassù. (Mariano Magrassi)
IL NOSTRO DESTINO
L’Ascensione ci rimette davanti al senso ultimo della nostra vita. Senza afferrare questo senso, sono vane la fede e la predicazione della fede e, “se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini” (1 Cor 15, 19). E’ un’espressione forte che va presa in tutta la sua forza. La speranza ha il suo punto nodale e il suo termine nei cieli e si appunta sulla risurrezione-ascensione del Cristo, perché “Cristo è risuscitato, primizia di coloro che sono morti” (1 Cor 15, 20), per prepararci un posto nei cieli (Gv 14, 2). Non credere alla vita eterna è un assurdo per la fede cristiana, perché la dimensione della vita di un credente o ingloba, come compimento, l’escatologia o è fallimentare. Si rivela allora la necessità di riproporre il senso pieno dell’esperienza cristiana, d’insistere sul destino ultimo della nostra vita, di “demondanizzare” un certo cristianesimo affinché si sappia, si creda e si viva la speranza totale a cui siamo stato chiamati. In definitiva il credente si misura da quel che pensa della morte, da come la considera ultima assimilazione a Cristo per ottenere la vita eterna. Abbiamo già qui, in certo modo, un cielo con noi: e’ Gesù. Mentre aspettiamo la vita eterna per la visione di Dio “faccia a faccia” siamo chiamati a riposare in Cristo per la “conoscenza”, l’esperienza di fede e la comunione d’amore. Il paradiso sarà il compimento e la giusta ricompensa di un’esistenza che, dalla comunione con Cristo impara ad espandersi nell’impegno per l’uomo, nella giustizia e nell’amore che promuove. Poiché “ la nostra patria è nei cieli” (Fil 3, 20), riempiamo il nostro pellegrinaggio terreno di quelle opere della fede che fanno anche “un mondo più umano”. (Giuliano Agresti)
UN ANDARE VERSO GERUSALEMME
Tutta la vita del Signore Gesù è descritta come un «andare» verso Gerusalemme, dove si compie il mistero della sua Pasqua. «Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme» (Lc 13,33). Ora la chiesa, ricevuta la consegna di Gesù, «cominciando da Gerusalemme» inizia anch’essa il suo cammino. La visione profetica dell’Apocalisse presenta questa città come dono di Dio. Essa infatti non sale verso Dio, ma scende da Dioverso l’uomo. Così la nuova Gerusalemme diventa la meta versocui tende l’umanità, che viene invitata a camminare verso il compimento ultimo della sua salvezza. (E. Menichelli)
CAMMINO ASCENSIONALE
Questi testi contengono un esplicito richiamo alla missione, vista come un cammino ascensionale durante il quale il discepolo sperimenta ogni giorno il senso del provvisorio. Infatti ascendere vuol dire sperimentare l’insufficienza del momento presente; ad ogni passo in avanti si capisce che quanto si era raggiunto non basta più. Se dentro di noi si radica la dimensione del salire, emerge subito attorno a noi il senso della precarietà delle cose marginali. In questo cammino ci si spoglia e ci si arricchisce; ci si appassiona all’essenziale perché diventa del tutto indifferente il marginale. Non si può ridurre la fede a una specie di gestione ordinaria di un piccolo o grande bagaglio acquisito: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?» (At 1,11). La fede non contempla qualcosa di avvenuto e di statico: essa indirizza alla continuazione dell’opera di Cristo; quindi indirizza a un cammino nello Spirito. (E. Menichelli)
PARTECIPI DELLA SORTE DI CRISTO
Per il battesimo viviamo anche nella nostra vita il mistero della morte e della risurrezione di Cristo: e perciò partecipi della sorte di Gesù. La vita non si chiude con un salto nel buio, ma fra le braccia di Dio Padre che ci ama. Si continua a vivere “in un altro modo”. Ce lo ricorda la liturgia dei defunti: «Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non viene tolta, ma cambiata e, distrutta la casa di questo soggiorno sulla terra, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo». Per il cristiano è una realtà certa, come per l’emigrante che, finita l’emigrazione, ritorna al suo paese. È strano che nelle conversazioni quotidiane non se ne parli mai. E’ paura? E’ rimozione? E’ poca fede? (G. Gallo)
VITA ETERNA GIA INIZIATA QUI
Per percepire questa realtà che si può vedere solo con l’occhio della fede, bisogna mantenere l’occhio limpido e il cuore puro, libero dal peccato. Per questo è necessaria la conversione continua del cuore e la remissione dei peccati; per non rimanere schiacciati da un materialismo pratico che impedisce di vedere al di là delle cose che ci sommergono. Ma se l’occhio rimane limpido, questa prospettiva riempie il cuore di gioia e di sicurezza interiore. Non è una posizione passiva di fronte alla vita, che rimanda tutto all’aldilà. Tutt’altro! Il cristiano sa che la vita eterna è già cominciata qui e si costruisce giorno per giorno nel sudore e spesso nel sacrificio. Ma sa anche di poter contare sulla presenza di Cristo e sulla «potenza che viene dall’alto». Il cristiano non vive nel mondo come un esiliato che attende con amarezza di portare nella tomba la sua tristezza, ma come l’emigrante che lavora con impegno e attende con gioia il giorno del ritorno a casa: questo è il messaggio dell’ascensione del Signore. (G. Gallo)
RIFLESSIONI
Per Gesù l’Ascensione è il compimento della gloria pasquale. Con il suo distacco, Gesù non abbandona i discepoli, continua ad essere presente nella Chiesa e a guidarla per realizzare la salvezza di tutti.
Oggi non solo abbiamo ricevuto la conferma di avere il paradiso, ma siamo penetrati con Cristo nell’altezza dei cieli. (S. Leone Magno)
Con l’Ascensione l’umanità assunta dal Capo è innalzata accanto a Dio. Anche le membra sono chiamate a partecipare al medesimo destino. (Isacco della Stella)
Il cristiano, come gli apostoli il giorno dell’Ascensione, tiene lo sguardo fisso al cielo cioè al mondo delle realtà divine, perché là si trova il Salvatore e là è la patria dei suoi seguaci. (S. Leone Magno)
L’ascensione introduce la comunità cristiana sulla scena del mondo e della storia e la invita ad essere la continuazione nel tempo e nello spazio dell’azione salvifica di Cristo.
Il tempo della Chiesa si caratterizza come piena disponibilità e fiducia nello Spirito, come testimonianza di Cristo e come apertura a tutti gli uomini in atteggiamento missionario.
INTERROGATIVI
Cristo, di cui oggi celebriamo la gloriosa ascensione al cielo, chi è per noi? Un personaggio della storia o un vivente? Siamo coscienti che è sempre presente nel mondo, nella Chiesa e in noi?
“Andate in tutto il mondo”, ha detto Gesù. Ci sentiamo chiamati in causa da quest’ordine o pensiamo che non ci riguardi?
Ci sentiamo inviati da Gesù a testimoniarlo nel nostro ambiente di vita, nella nostra famiglia, nel nostro lavoro, nel nostro studio, nella società, ovunque ci troviamo?
PREGHIERA (pregare la parola)
•Gloria a te, Signore Gesù, che sei stato inchiodato sulla croce, sei morto e sei risuscitato. Gloria a te che sei stato annunziato agli uomini risorto e vivo per sempre, che sei salito al cielo, siedi alla destra del Padre e ritornerai con gli angeli e i santi a giudicare l’umanità.
•Tu, che nella tua ascensione hai colmato di gioia il gruppo degli apostoli, rendi degni anche noi della gioia degli eletti, per le loro preghiere e la tua grande misericordia. (Liturgia orientale)
•E’ asceso il buon pastore alla destra del Padre, veglia il piccolo gregge con Maria nel cenacolo. Dagli splendori eterni scende il crisma profetico che consacra gli apostoli araldi del Vangelo. Vieni o Divino Spirito con i tuoi santi doni e rendi i nostri cuori tempio della tua gloria, (Inno dei Vespri dell’Ascensione)
•Padre santo, ti ringraziamo per aver fatto sedere il tuo Unigenito alla tua destra e per averci fatto scoprire la tua presenza in mezzo a noi.
•Signore che hai portato in cielo la nostra fragile umanità, distruggi in noi la colpa antica e ridonaci la dignità perduta. (Intercessioni Vespri Ascensione)
•Signore sei disceso a noi per la via dell’amore, per essa guidaci tutti dove tu sei. Ci hai preceduto nella casa del Padre, donaci di abitarvi fin d’ora col cuore. (Invoc. Vespri Ascensione C)
•Tu che hai promesso di attirare ogni cosa a te, non permettere che ci separiamo dalla Chiesa che è il tuo corpo. (Invocazioni Vespri Ascensione)
•Signore che hai promesso ai discepoli lo Spirito Santo, per renderli tuoi testimoni sino ai confini della terra, rafforza la nostra testimonianza con la potenza dello Spirito Santo. (Intercessioni Lodi Ascensione)
•Applaudite, popoli tutti, acclamate a Dio con voci di gioia; perché terribile è il Signore, re grande su tutta la terra. Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba. Cantate inni a Dio, cantate inni; cantate inni al nostro re, cantate inni. (Dal salmo 46)
•Padre giusto e santo, da te procede il Verbo della vita nella comunione del tuo Spirito; fa che il popolo da te redento formi una perfetta unità nel vincolo del tuo amore, perché il mondo creda in Colui che hai mandato, Gesù Cristo, principio e termine di tutta la creazione. (Colletta Ascensione)
•Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero dell’Ascensione, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del tuo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo nostro capo nella gloria. (Colletta Ascensione C)
•Padre che sei nei cieli, fonte e meta del nostro cammino, esaudisci le nostre preghiere: effondi nei nostri cuori la rugiada dello Spirito, perché si sviluppino in tutti i credenti i germi di vita eterna, ricevuti nei sacramenti.
•La tua partenza dal mondo segna anche la partenza della missione della tua Chiesa, che deve annunciare al mondo il perdono e la con- versione: rendici testimoni del tuo dono di misericordia e della gioia che nasce dall’accogliere il tuo Vangelo.
•Ogni domenica tu ci riconvochi nel tempio a fare memoria della tua passione e della tua risurrezione: rendici testimoni della speranza che nasce dalla tua vittoria sulla morte.
•Ti sei congedato da noi effondendo la grazia della tua benedizione, che ci viene rinnovata al termine di ogni eucaristia: rendici testimoni della serenità che nasce dal saperci creature benedette da Dio e inviate nel mondo a benedire. (D. Pezzini)
•Dopo l’ascensione la Chiesa prolunga la presenza vivente di Cristo nel mondo. Preghiamo perché con la sua santità e il suo ministero essa sia agli occhi di tutti la vera immagine di Cristo.
•Membri della Chiesa, inseriti in essa col battesimo, i cristiani devono essere gli autentici testimoni di Cristo. Preghiamo, perché ne prendano coscienza sempre meglio.
•Signore Gesù, tu hai mandato gli apostoli a portare al mondo il tuo Vangelo: missione che dopo duemila anni è ancora ben lontana dall’essere compiuta. Da alla tua Chiesa missionari ardenti, capaci di prodigarsi senza riserve alla diffusione del regno di Dio, e fa che anche noi sappiamo lavorare con coraggio a questo grande compito. (C. Berthes).
•Padre santo, tu hai strappato l’umanità da un sentiero di angoscia ove era condotta nella morte e l’hai fatta camminare verso pascoli verdi. Tu ci hai donato, segno del tuo amore per noi, Gesù risorto, buon pastore: egli è il salvatore dell’uomo e dà a tutti il pane della vita. Egli ha per tutti compassione e vuole fare di noi una chiesa missionaria. A tutti i popoli deve giungere l’invito di Cristo a cambiare vita; a tutti gli uomini deve risuonare l’annuncio del perdono dei peccati; ad ogni uomo è promesso lo Spirito Santo per rinascere a nuova vita. Fa’ di noi docili discepoli alla scuola del Maestro, rendici autentici testimoni del Risorto per essere inviata quali gioiosi compagni dei nostri fratelli, sui sentieri che conducono a te, vita vera, portatori della parola di verità che è Gesù Cristo, nostro Signore e nostro fratello. (W Ruspi)
•Dolcissimo Gesù che, senza abbandonare l’alone paterno ti sei immerso da uomo tra gli abitanti di questa terra, oggi, sul monte degli Ulivi sei asceso in gloria. Elevando con te, per compassione, la natura caduta, l’hai fatta sedere con te accanto al Padre tuo. Per questo le schiere degli Incorporei, stupite, colte da timore e piene di riverenza magnificano il tuo amore per gli uomini. Assieme a loro, anche noi, abitanti della terra, glorifichiamo la tua discesa verso di noi e la tua ascensione che da noi ti separa, e ti supplichiamo: «Tu, che nella tua ascensione hai colmato di gioia il gruppo degli apostoli e la beatissima Madre che ti ha generato, rendi degni anche noi della gioia degli eletti, per le loro preghiera e la tua grande misericordia». (Liturgia orientale)
•Eterno, Altissimo Signore, che hai redento il mondo; tu, distrutto il regno della morte, hai fatto trionfar la grazia. Alla destra del Padre tu sali, o Gesú, quale giudice tu siedi; non dalla terra, ma dal ciel tu hai ricevuto ogni tuo potere. Tu sali per accogliere l`omaggio del mondo triplice creato, celeste, terrestre ed infernale, che, sottomesso, a te il ginocchio piega. Tremano gli angeli vedendo la sorte capovolta dei mortali: pecca l`uomo, redime l`Uomo; regna Dio, l`Uomo Dio. (Aeterne Rex altissime, Ascensione, liturgia horarum, hymn. ad off. lectionis)
•Nostra gioia sii tu che in ciel n`attendi per farti premio a noi; tu che governi con la destra la macchina del mondo tu che oltrepassi ogni mondana gioia. Quaggiú rimasti, noi ti supplichiamo, le nostre colpe nell`oblio perdona, in alto i cuori verso te solleva, porgi l`aiuto di tua superna grazia. Sicché quando improvviso tornerai giudice sulle nubi luminoso, le meritate pene allontanate, le perdute corone a noi ridar tu possa. A te, Signor, sia gloria, risorto dalle strette della morte, e al Padre, e al Santo Spirito, ora e nei secoli perenni. Amen. (Aeterne Rex altissime, Ascensione, liturgia horarum, hymn. ad off. lectionis)
•Cristo, scendendo dal cielo in terra, come Dio facesti risorgere con te il genere umano dalla schiavitú dell`inferno cui soggiaceva, e per la sua Ascensione lo riconducesti al cielo facendolo sedere con te sul trono del Padre tuo, perché sei misericordioso ed amante degli uomini. (Liturgia Bizantina, EE, n. 3151)
•Noi crediamo che nella gloria, ove tu regni vestita di sole e coronata di stelle, tu sei, dopo Gesù, la gioia e la letizia di tutti gli Angeli e di tutti i Santi; e noi, da questa terra, ove passiamo pellegrini, confortati dalla fede nella futura risurrezione, guardiamo verso di te, nostra vita, nostra dolcezza, nostra speranza, attraici con la soavità della tua voce, per mostrarci un giorno, dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del tuo seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. (Pio XII)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della)parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Mentre tendiamo alla vita eterna, viviamo sempre in contatto con Gesù, nostro “cielo”, con la conoscenza, l’esperienza di fede, la comunione d’amore.