Fraternamente
don Giancarlo
Quando don Bosco si recò la prima volta in Francia, dovendo fermarsi colà per parecchio tempo, fu consigliato di vestirsi secondo l’uso dei preti di quel paese. Egli acconsentì, e pavoneggiandosi con quel cappello e con quel rabat (colletto) alla francese, andava esclamando: “Già!… quest’oggi incomincia il carnevale e bisogna fare qualcosa di straordinario!”
Cari fratelli, l’arguzia di Don Bosco è ben nota. Ciò che dovremmo riscontrare in questa caratteristica del santo dei giovani è che le sue doti e qualità le ha utilizzate unicamente e sempre per il bene dei suoi ragazzi. In Francia egli si recò varie volte perché aveva conquistato degli estimatori della sua persona e della sua opera.
Non era entusiasta del carnevale, perché anche allora, come oggi, è un periodo in cui ci si lascia andare a volte senza ritegno. Il suo timore era che questo allargare le maglie della morale portasse a commettere sciocchezze gravi. Don Bosco nella sua vita ha sempre combattuto il peccato, l’unico suo vero nemico …
Di sé diceva: “Come don Bosco è per tutti, così deve approfittare di tutto anche col fare il “Gianduia” per sfamare i suoi giovani e tirar innanzi le sue opere”. Anche noi dobbiamo inventarne di nuove per tirare avanti a riparare i danni fatti dal tempo alla nostra bella basilica.
Il parroco