Nelle nostre giornate così piene di notizie angoscianti di stragi, crack finanziari, pirati della strada, politici corrotti ed altre varie delizie; mentre ci stiamo lambiccando la mente pensando a chi dare il nostro voto inutile, perché non ci sentiamo più rappresentati da nessuno e da nessun partito, una notiziola buttata lì, tra le altre, ci commuove e ci solleva l’animo. E’ la tenera storia di un cagnolone (Ciccio) che è rimasto solo dopo la morte della padrona; con la fedeltà tipica degli animali non ha spezzato il suo legame ed ogni giorno, da due mesi, si reca nella chiesa dove la padrona ha ricevuto l’ultimo saluto. Ciccio, puntuale ogni giorno arriva, si piazza nel luogo dove era situata la bara, assiste alla messa e poi va via e il parroco lo lascia fare. In poco tempo è diventato il beniamino dei paesani che lo nutrono e lo coccolano. E’ un racconto che sembra una favola dove gli animali parlano e agiscono come esseri umani, e questo cagnolone può veramente insegnarci tante cose…. L’amore che non termina con la morte; la fedeltà, altro valore dimenticato; il rispetto per il luogo sacro; il bisogno del contatto con gli altri e così via. Il nostro tempo ha perduto il senso delle cose semplici della vita e un fatto simile ci stupisce, però dovrebbe anche farci riflettere e portarci a riscoprire i valori perduti.
Tenera storia di fedelta’
Nelle grandi città specialmente, la vita è vissuta di corsa, presi nei vari impegni, in lotta con i mezzi di trasporto, con le distanze; si arriva a sera che non si è avuto il tempo di soffermarsi e gustare un raggio di tiepi- do sole o la brezza del vento, ci si inaridisce poco a poco, venendo privati delle cose essenziali. Mi ha sempre affascinata l’incontro del Piccolo Principe con la volpe che domanda, per giocare con lui, di essere addomesticata. “Se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”. Questo essere unici l’uno per l’altro, sentirsi amici, avere gli stessi riti, piangere e ridere per le stesse cose, veder con gli occhi del cuore perché l’essenziale è invisibile agli occhi, sono tutte cose che nella nostra vita convulsa stiamo perdendo; che però quel pastore tedesco di nome Ciccio ci ha fatto tornare alla mente e che le sta insegnando a un intero paese.
Davvero si impara dagli animali
Mi torna alla mente un altro cane, il Grigio, che don Bosco si trovava accanto nei momenti di maggior pericolo,non era un cane qualunque,ma certamente un dono di Dio a quel prete coraggioso che dava tutte le sue forze ai giovani abbandonati di Torino. Noi umani dovremmo ringraziarlo per averci aiutati a ripensare ai nostri atteggiamenti distratti e superficiali e considerare come stiamo sciupando il tempo che abbiamo a disposizione. Vorrei non dover leggere più sui giornali di donne violentate, di guerre, di stragi nelle discoteche; di regolamenti di conti; di politici che sotto l’aspetto di salvatori del mondo firmano decreti contro la vita o contro la famiglia con assurde leggi che permettono aberrazioni contro natura; di licenzia menti, di fabbriche che chiudono, di bambini contesi tra genitori assurdi che fanno dei figli lo strumento delle loro ripicche.
Il nostro cuore vive in Dio
Il nostro vecchio mondo è malato, però ha ancora una speranza se riesce a commuoversi per la storia d’amore di un cane che aspetta la sua padrona in una chiesa di paese. E’ il segno che ancora non si è spenta del tutto la voce di Dio nel cuore degli uomini e che possiamo sperare di ritrovare il cammino guardando la bussola della Fede, della Speranza e della Carità, virtù Teologali che escono dal cuore di Dio per guidarci verso la sua dimora. Dio si serve di strumenti che toccano le corde più indurite per realizzare il nostro bene!
Paola Ferrazzani