LIBRI BIOGRAFICI ED AGIOGRAFICI
In questo campo Don Bosco fu di una fecondità inesauribile. Scrisse brevi biografie di Luigi Comollo, il giovane morto nel seminario di Chieri; del piccolo Santo Domenico Savio; di Michele Magone, allievo dell’Oratorio e di Francesco Besucco. Pubblicò anche molte biografie dei confratelli salesiani. Particolarmente interessante è la biografia del Sac. Giuseppe Cafasso, morto nel 1860. Da ricordare anche l’opuscolo “Fatti ameni” sulla vita di Pio IX. Le vite dei Santi già proclamati dalla Chiesa scritte da Don Bosco furono moltissime. Queste vite narrate con la consueta semplicità, riuscivano di grande profitto per le anime. Una magnifica collana di vite dei primi Sommi Pontefici furono apprezzate persino da uomini dotti. In omaggio a S. Pietro e ai suoi successori, pubblicò nel 1867 un opuscolo dal titolo “il centenario di S. Pietro” in occasione del XVIII centenario del martirio dell’Apostolo.
MARIANI ED ASCETICI
Fra le pubblicazioni mar iane abbiamo: la “Corona” dei sette dolori di Maria con sette brevi considerazioni sopra i medesimi, esposte in forma della “Via Crucis”; il “Mese di Maggio” consacrato a Maria Santissima Immacolata, ad uso del popolo; “Apparizione” della B. Vergine sulla montagna della Salette; “Meraviglie della gran Madre di Dio” invocata sotto il titolo di Maria Ausiliatrice; “Rimembranza” in onore di Maria Ausiliatrice; “Nove giorni” consacrati alla Madre del Salvatore; “La nuvoletta del Carmelo”. I suoi libri ascetici furono: “Il cristiano” secondo lo spirito di S. Vincenzo de’ Paoli; “Il devoto dell’Angelo custo de”; “Esercizio di devozione” alla misericordia di Dio; “Le sei domeniche” e la novena in onore di S. Luigi Gonzaga; “Il giovane provveduto” per la pratica dei suoi doveri e degli esercizi di pietà cristiana; “La chiave del paradiso” per il cattolico che pratica i doveri del buon cristiano; “Il cattolico provveduto” per le pratiche di pietà; “La figlia cristiana provveduta” per la pratica dei suoi doveri negli esercizi di pietà cristiana. Il libro che fra tutti ebbe una fortuna veramente mondiale fu “Il giovane provveduto”. Fu pubblicato per la prima volta nel 1847; e, vivente Don Bosco, se ne fecero ben 122 edizioni, ciascuna delle quali di 50.000 copie. Moltiplicando le due cifre, si ha un totale di sei milioni e centomila copie. Questo libro, tradotto in varie lingue, penetrò in ogni istituto di educazione, in ogni casa di lavoro, in ogni famiglia cristiana, cooperando efficacemente a promuovere la pietà e conservare la fede tra il popolo. Il Giovane provveduto fu sempre il libro prediletto dei giovani più buoni perché in esso vi trovavano un alimento spirituale, qualcosa che corrispondeva bene ai loro bisogni e alle loro aspirazioni ma soprattutto perché sentivano che era stato scritto da Don Bosco, padre, maestro e amico, proprio per loro.
CATECHISTICI, POLEMICI, AMENI
Don Bosco ci ha lasciato una serie innumerevole di scritti a difesa della religione. “Le Letture cattoliche” sono il tipo di letteratura educativa popolare. Vi si svolgevano trattenimenti tra un padre di famiglia e i suoi figli intorno alla religione cattolica secondo i bisogni del tem po. Altri opuscoli sono: “Una disputa tra un avvocato ed un ministro protestante” sotto forma di dramma; “Fatti contemporanei”; “Conversione di una Valdese”, fatto contemporaneo; “Raccolta di curiosi avvenimenti contemporanei”; “Il Giubileo” e pratiche devote per la visita delle chiese; “ D i a l o g h i ” ; “Conversazioni” tra un avvocato e un curato di campagna; “La Confessione”; “Massimino”. La penna di Don Bosco era sempre pronta per scovare l’eresia e la tracotanza degli apostati. Alcune operette intitolate: “La Chiesa cattolica e la sua gerarchia” e “I Concili generali e la Chiesa cattolica” videro la luce nel 1869. Altri suoi scritti più ameni e gioviali sono: “Pietro o la forza della buona educazione”; “Novelle e racconti”; “Novella amena”; “La casa della fortuna” rappresentazione drammatica; “Valentino” o la vocazione impedita; “Angelina” o l’orfanella degli Appennini. Attraverso queste pagine, che si leggevano con avidità, si insinuava l’anima dell’apostolo che ogni giorno conquistava nuovi discepoli alla dottrina di Cristo.
Per concludere abbiamo visto come Don Bosco fosse scrittore di drammi, commedie, catechismi, cose letterarie, storiche, ascetiche e teologiche. Fu polemista coraggioso e battagliero, giornalista arguto che ritemprava la penna ogni giorno per difendere i suoi ideali religiosi e il patrimonio della civiltà cristiana. Egli era uno scrittore fecondo e un fervido propagandista che comprese la nobile missione della penna e della stampa, e la mise al servizio della fede e dell’umanità.
Bruna Peverini
L’intero articolo è tratto da: Carlo Salotti, Il Santo Giovanni Bosco, Seconda Edizione, Soc. Ed. Internaz., Torino, 1934, pp. 249‐266.