Tra la seconda metà del II secolo a.C. e lungo tutto il I secolo a.C. Roma affrontò cambiamenti epocali che ne avrebbero mutato il volto pur senza in realtà alterarne l’essenza più profonda. Ellenizzazione, questione agraria, urbanizzazione, rivolgimenti politici a causa dell’inevitabile collasso di un sistema repubblicano che non poteva più conciliarsi con le esigenze del nuovo Impero (geoamministrativo prima che politico) nato dalle ceneri delle Guerre Puniche. Ne furono protagoniste alcune delle più carismatiche figure che la storia romana ci abbia tramandato: i fratelli Tiberio e Gaio Gracco, Gaio Mario, Lucio Cornelio Silla, Marco Tullio Cicerone, Gaio Giulio Cesare, Gneo Pompeo, Marco Antonio, Gaio Giulio Cesare Ottaviano (il futuro Augusto), senza contare fra le donne Cornelia, Aurelia, Fulvia, Giulia, Ottavia, Livia. Negli stessi decenni la letteratura latina si arricchisce grazie a Catullo, Virgilio, Orazio, Tibullo, Properzio, Tito Livio, Varrone e il già menzionato Cicerone. L’arte definisce il suo linguaggio ufficiale che ha poi influenzato quello europeo per secoli fino al Settecento. Dunque un periodo fondamentale per la storia europea e non solo italica, che lo storico inglese Syme ha felicemente definito la Rivoluzione Romana.