Due larghe lesene di bassorilievi marmorei, a guisa di grandiose quinte, delimitano ai due lati il mosaico.
Entrambe sono divise simmetricamente in quattro pannelli da strisce orizzontali, su cui una scritta fa da didascalia a quanto è scolpito nel pannello stesso.
Sono otto bassorilievi di circa 14 metri quadrati ciascuno, opera di 4 noti scultori, convocati insieme e orientati su un comune schema di fondo.
I primi due in alto sono di Lodovico Consorti e rappresentano la prima dimora dell’Oratorio e la fondazione della Società Salesiana. Precisione e chiarezza di linee fissano al vivo due fatti fondamentali della vita di Don Bosco.
Il primo rappresenta Don Bosco con la mamma alla prima sede definitiva dell’opera sua.
Il secondo l’opera educativa di Don Bosco tra i giovani del suo tempo.
Gli altri due riquadri sono di F. Nagni, che vi ha impresso tutta la finezza e la forza compositiva della sua arte. Nel primo l’artista ha sintetizzato l’ordinazione sacerdotale del Santo, presente la mamma, e l’incontro con il primo ragazzo di migliaia di giovani che popoleranno i suoi oratori.
Nel secondo bassorilievo si richiama la fondazione dell’Ordine femminile.
Seguono due bassorilievi di Luigi Venturini che dona al marmo dovizia di valori plastici con figurazione angolosa e tagliente, quasi di sapore primitivo. Raffigurano da un lato Giovannino giocoliere e apostolo che diverte e catechizza i suoi compagni, e dall’altro l’opera missionaria salesiana.
Alessandro Monteleone, nel primo pannello in basso, è riuscito a rendere efficacemente i vari momenti del sogno divinatore, che è focalizzato nelle tre figure centrali: Gesù ritto a la Madonna maternamente curva sul piccolo Giovannino quasi sbigottito. Nella rappresentazione dell’altro pannello Don Bosco muore come un patriarca biblico.