Lorenzo gigotti
Le vetrate della parete d’ingresso
Le due grandi finestre ad arco alto del portico del tempio sono fornite all’interno da due balconcini aggettanti verso la grande navata centrale. Gli infissi di dette finestre incorniciano due belle vetrate di Lorenzo Gigotti, già autore di una parte di quelle del tiburio [Cfr. http://www.archiviolorenzogigotti.it/pdf/carlo_chenis.pdf .] Sono le ultime opere ideate per il tempio di Don Bosco, ormai diventato basilica, ed eseguite una ventina di anni dopo le prime.
La vetrata di sinistra
La prima vetrata a sinistra, osservando dall’interno del tempio, è divisa in tre sezioni: due ante rettangolari e la parte superiore ad arco alto.
L’anta sinistra presenta l’oratorio salesiano. Il santo è in mezzo ai suoi ragazzi davanti alla “casetta Pinardi”, il primo vero ritrovo stabile di don Bosco.
L’anta destra ha tre personaggi: don Bosco, un ragazzo con il pallone, un cardinale e, sullo sfondo a destra, una chiesa. Si tratta dell’episodio capitato proprio a Roma durante il primo viaggio del 1858 quando, accettò l’invito del cardinale Tosti per una gita in carrozza. Durante il tragitto “si incominciò a parlare del sistema più adatto all’educazione dei giovani [...]
- Veda, Eminentissimo, è impossibile poter bene educare i giovani se questi non hanno confidenza nei superiori.
- Ma come, replicava il Cardinale, si può guadagnare questa confidenza?
- Col cercare che essi si avvicinino a noi, togliendo ogni causa che da noi li allontani.
- E come si può fare per avvicinarli a noi?
- Avvicinandoci noi ad essi, cercando di adattarci ai loro gusti, facendoci simili a loro. Vuole che facciamo una prova? Mi dica: in qual punto di Roma si può trovare un bel numero di ragazzi?
- In Piazza Termini, in Piazza del Popolo; rispose il Cardinale.
- Ebbene: andiamo dunque in Piazza del Popolo.
Il Cardinale diede ordine al carrozziere, e si andò. D. Bosco scese di carrozza, e il Cardinale rimase osservando. Don Bosco, visto un crocchio di giovanetti che giuocavano, si avvicinò, ma i biricchini fuggirono. Allora li chiamò colle buone maniere e i giovani dopo qualche esitanza ritornarono. D. Bosco li regalò di qualche cosuccia, domandò notizia delle loro famiglie, chiese a qual giuoco si divertissero, li invitò a ripigliarlo, si fermò a presiedere al loro trastullo, ed egli stesso vi prese parte. Allora altri giovani che stavano guardando in lontananza corsero numerosissimi dai quattro angoli della piazza intorno al prete, che tutti li accoglieva amorevolmente ed aveva per tutti una buona parola ed uno regaluccio; loro chiedeva se fossero buoni, se dicessero le orazioni, se andassero a confessarsi. Quando volle allontanarsi, lo seguirono per un buon tratto, e solo lo lasciarono allorché risalì in carrozza. Il Cardinale era meravigliato.
- Ha visto? gli disse D. Bosco.
- Avevate ragione; esclamò il Cardinale (Memorie Biografiche, vol. V, pag. 916-918).
Infine, la parte superiore arcuata disegna un uomo al centro che sembra volare da una chiesa verso un’altra di diversa fattura, la prima a sinistra più antica l’altra a destra più moderna. Possono rappresentare le missioni salesiane che si svilupparono nel tempo e continuano anche oggi.
La vetrata di destra
La seconda vetrata, a destra della grande navata centrale, è dedicata alle Figlie di Maria Ausiliatrice, in sigla FMA (la seconda famiglia fondata da S. Giovanni Bosco assieme a una giovane contadina, Maria Domenica Mazzarello (1837 – 1881) che ne sarà la prima superiora generale; proclamata santa da papa Pio XII nel 1951.
Anche questa vetrata è divisa in tre parti.
Nell’anta di sinistra campeggia, raffigurata dai tipici tratti geometrici di Gigotti, la nobile figura di Maria Ausiliatrice, patrona della congregazione, sotto i suoi piedi volano due colombe a significare la dignità celeste della Madre di Dio.
L’anta di destra è occupata da tre personaggi: don Bosco, don Domenico Pestarino (parroco di Mornese, protettore e guida della giovane popolana, che sotto la sua guida prese ad attuare un programma di promozione della vita umana e cristiana a favore delle giovani di Mornese fino a riunirle in una comunità). Il terzo personaggio è proprio Maria Domenica Mazzarello , in secondo piano rispetto agli altri due ma non certamente di secondo piano. Al di sotto dei tre personaggi, un po’ nascosto dalle sponde del balconcino, compare un angelo con un libro sulle ginocchia. Forse figura celeste che annota attentamente quanto di buono e di bene si sta facendo a Mornese sotto la spinta di tre santi (anche di don Pestarino, autentico uomo di Dio, è stata introdotta la causa di beatificazione). Senza di lui, difficilmente sarebbe sorta la congregazione delle FMA.
La parte superiore ad arco alto, riprendendo il tema della precedente vetrata, raffigura le missioni delle FMA. Il solito misterioso personaggio sembra in volo da Mornese ad altre esotiche località.