Marco 8, 22-26
In quel tempo Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, dove gli condussero un cieco pregandolo di toccarlo. Allora preso il cieco per mano, lo condusse fuori del villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: “Vedi qualcosa?”. Quegli, alzando gli occhi, disse:”Vedo gli uomini, poichè vedo come degli alberi che camminano”. Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente e fu sanato e vedeva a distanza ogni cosa. E lo rimandò a casa dicendo: “Non entrare nemmeno nel villaggio”.
Leggenda Maggiore di San Bonaventura V,11; FF 1100
Non soltanto la creatura si piegava al cenno del servo di Dio: anche il provvido Creatore di tutte le cose accondiscendeva ai suoi desideri. Una volta Francesco, prostrato da molte malattie insieme, sentì il desiderio di un pò di bella musica, che gli ridonasse la gioia dello spirito. Convenienza e decoro non permettevano che ciò avvenisse ad opera degli uomini- e allora intervennero gli Angeli compiacenti a realizzare il suo desiderio. Infatti, una notte, mentre vegliava in meditazione, improvvisamente sentì una cetra suonare con un’armonia meravigliosa e una melodia dolcissima. Non si vedeva nessuno, ma si avvertiva benissimo l’andare e venire del citaredo dal variare del suono, che ora proveniva da una parte ed ora dall’altra. Rapito in Dio, a quel canto melodioso, fu invaso da tanta dolcezza che credette di trovarsi nell’altro mondo. L’avvenimento non sfuggì ai frati suoi familiari. Essi, d’altronde, sapevano da indizi sicuri che il Signore veniva spesso a visitarlo, donandogli consolazioni così sovrabbondanti che non riusciva a tenerle completamente nascoste.
L’invocazione più insistente che viene rivolta a Gesù è quella di riuscire a vedere! Sappiamo che questa richiesta, e i miracoli operati in tal senso, si riferiscono soprattutto al “vedere” interiore, all’apertura degli occhi della mente e dello spirito per conoscere ciò che è buono, perfetto e gradito a Dio.Noi vogliamo vedere subito i risultati, il Signore, invece, ci insegna la pazienza della maturazione. Ci prende per mano, cammina con noi, permettendoci di orientarci gradualmente. In questo modo è il Signore stesso che impara il nostro passo, si china sui nostri bisogni e desideri rispondendovi a tempo opportuno.