Giovanni 20, 19-23: 19 La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22 Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23 A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
(Bibbia Cei; versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Giovanni 20, 19-23
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch`io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi»
(Bibbia Cei; versione 1971)
Esegesi
Nei versetti 19-31 vengono riferite due apparizioni del Risorto: ai discepoli nel giorno di Pasqua, (19-23) e a Tommaso, otto giorni dopo (24-29); e il capitolo 20 termina con la prima conclusione del quarto Vangelo (30-31). L’intero capitolo lo troviamo nella seconda domenica di Pasqua dell’anno A. Per la Pentecoste è proposta solo la prima apparizione agli Apostoli. (19-23)
VAI (17)
Gesù manda Maria in missione presso gli apostoli ad annunziare la sua risurrezione e il suo ritorno al Padre. Il Padre a cui torna Gesù, dopo la sua morte e risurrezione è anche “Padre nostro”, perché egli ci ha fatto diventare suoi figli; ma non è Padre allo stesso modo, perché Gesù è il Figlio unico, noi figli adottivi. Il messaggio di Maria agli Apostoli sarà lo stesso che faranno gli Apostoli: Il Signore è risorto.
IL PRIMO DOPO IL SABATO (19)
Il giorno della risurrezione per i seguaci di Cristo è una lunga giornata, iniziata con il ritrovamento della tomba vuota. Quando viene scritto il Vangelo di Giovanni nel primo giorno della settimana, giorno della resurrezione, la comunità si riuniva abitualmente per celebrare l’Eucaristia.
MENTRE ERANO CHIUSE LE PORTE (19)
Le porte sono chiuse per paura dei Giudei. Questo particolare dimostra che Gesù risorto è lo stesso che è vissuto con i suoi, ma che è anche trasformato e non è soggetto alle leggi normali dei corpi, dal momento che entra a “porte chiuse”.
PACE A VOI (19)
E’ il saluto ebraico, “shalon alekem”, che i semiti si scambiavano nei loro incontri. Ma qui ha un carattere nuovo: è il dono messianico dalla salvezza ormai ottenuta, è il dono supremo di Dio, annunziato dai profeti.
MOSTRO’ LORO LE MANI E IL FIANCO (20)
Furono trapassati i polsi e non le mani, ma qui si usa un linguaggio familiare. Le piaghe presentate allo sguardo e al tocco dimostrano che il Crocifisso e il Risorto sono la stessa persona.
I DISCEPOLI GIOIRONO (20)
E’ la gioia che Gesù aveva promesso in 16, 22, una gioia “che nessuno vi potrà rapire”. E’ la gioia della salvezza, che solo Gesù può donare e nulla e nessuno può togliere.
COME IL PADRE (21)
Gesù invia i discepoli nel mondo a continuare la sua stessa missione. Essi sono eletti e amati da Gesù come il Padre ama il Figlio (Gv 15, 9).
RICEVETE LO SPIRITO SANTO (22)
Il soffio è un gesto simbolico, ricorda il “soffio” di Dio, che dà la vita all’uomo (Gn 2, 7), ed esprime il dono dello Spirito, dono che crea una vita nuova. Il dono dello Spirito è strettamente legato alla morte-risurrezione di Gesù.
A CHI RIMETTERETE (23)
La missione comporta il perdono dei peccati e Giovanni ricorda la trasmissione che Gesù fa’ del potere di perdonare agli Apostoli e ai loro successori, visti all’interno della comunità ecclesiale. Potere di “rimettere” o di “ritenere” significa potere di perdonare e di decidere se la posizione di qualche membro della Chiesa esige che ne sia escluso.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
LO SPIRITO NELLE LETTERE DI PAOLO
Paolo, scrivendo a Timoteo, dice: “Custodisci il buon deposito con l`aiuto dello Spirito Santo che abita in noi” (2Tm 1,14). Ai Romani poi: “Non oserei infatti parlare di ciò che Cristo non avesse operato per mezzo mio per condurre i pagani all`obbedienza, con parole e opere, con la potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito Santo (Rm 15,18). E ancora: “Vi esorto perciò, fratelli, per il Signore Nostro Gesù Cristo e l`amore dello Spirito Santo, a lottare con me nelle preghiere che rivolgete per me a Dio” (Rm 15,30). Ai Corinzi: “O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio”? (1Cor 6,19). E ancora: “Chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito” (1Cor 6,17). Ecco che apertamente qui afferma che c`è lo Spirito del Signore e facendolo ancora più apertamente, così di nuovo scrive ai Giudei: “Fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, alla lettura dell`Antico Testamento, perchè‚ è in Cristo che esso viene eliminato. Fino ad oggi, guando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; ma quando ci sarà la conversione al Signore, quel velo sarà tolto. Il Signore è Spirito e dove c`è lo Spirito del Signore, c`è libertà” (2Cor 3,14-17). E ancora: “E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l`azione dello Spirito del Signore” (2Cor 3,18). Poichè dunque uno è il Signore Gesù Cristo, secondo la sentenza di Paolo, [questi] chiama il Signore veramente Spirito, e non riconosce alcuna differenza del Figlio e dello Spirito, ma lo chiama col nome del Signore in quanto in lui e per lui naturalmente esistente. (Cirillo di Aless., De Sanct. Trinit., Assertio 34)
RUOLO DELLO SPIRITO
Quanto all`«economia» stabilita per l`uomo dal nostro magnifico Dio e Salvatore Gesù Cristo, secondo la bontà di Dio, chi dunque rifiuterà [di attribuirne] la piena realizzazione della grazia dello Spirito? Si considerino pure il passato, le benedizioni dei Patriarchi, l`aiuto portato dal dono della Legge, i «tipi», le profezie, le azioni brillanti in guerra, i miracoli compiuti dai giusti, o le disposizioni relative alla venuta del Signore nella carne, tutto fu realizzato dallo Spirito. Egli fu all`inizio presente alla carne del Signore, quando di lui divenne l`«unzione» e l`inseparabile compagno, come è scritto: “Colui sul quale vedrai discendere e posarsi lo Spirito, è il mio Figlio diletto” (Gv 1,33; Lc 3,22) e “Gesù di Nazaret, che Dio consacrò in Spirito Santo” (At 10,38). Poi tutta l`attività di Cristo si compì in presenza dello Spirito. Egli era là anche quando fu tentato dal diavolo, poiché sta scritto: “Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato” (Mt 4,1). Ed era ancora con lui, inseparabilmente, quando Gesù compiva i suoi miracoli, perchè “io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio…” (Mt 12,28). Egli non l`ha lasciato dopo la sua Risurrezione dai morti: quando il Signore, per rinnovare l`uomo e per restituirgli – giacché l`aveva perduta – la grazia ricevuta dal soffio di Dio, quando il Signore soffiò sulla faccia dei discepoli, che cosa ha detto? “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (Gv 20,22-23). E l`organizzazione della Chiesa? Non è evidentemente, e senza contraddizione, opera dello Spirito Santo? Infatti, secondo san Paolo, è lui che ha dato alla Chiesa “in primo luogo degli apostoli, in secondo luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori; poi il dono dei miracoli, poi i carismi di guarigione, di assistenza, di governo, di lingue diverse” (1Cor 12,28). Lo Spirito distribuisce quest`ordine secondo la ripartizione dei suoi doni. (Basilio di Cesarea, De Spir. Sancto, 16, 39)
CAPARRA E GRAZIA INTERA DELLO SPIRITO
Ma ora, è solo una parte del suo Spirito che noi riceviamo, per disporci in anticipo e prepararci all`incorruttibilità, abituandoci a poco a poco a comprendere e a portare Dio. E` ciò che l`Apostolo chiama «caparra» – cioè una parte soltanto di quell`onore che ci è stato promesso da Dio -, allorché nella lettera agli Efesini dice: “E` in lui che anche voi, dopo aver ascoltato la parola di verità, il vangelo della vostra salvezza, è in lui che, dopo aver creduto, voi siete stati segnati con il sigillo dello Spirito Santo della promessa, che è la caparra della vostra eredità” (Ef 1,13-14). Se dunque questa caparra, dimorando in noi ci rende già spirituali e se ciò che è mortale è assorbito dall`immortalità (cf. 2Cor 5,4) – infatti “quanto a voi”, dice egli, “non siete nella carne, ma nello Spirito, se è vero che lo Spirito di Dio abita in voi” (Rm 8,9) -, e se, d`altra parte, ciò si realizza non con il rifiuto della carne, bensì per la comunione dello Spirito – in effetti coloro a cui egli scriveva non erano degli esseri disincarnati, ma persone che avevano ricevuto lo Spirito di Dio “nel quale gridiamo: Abba, Padre” (Rm 8,15) -; se dunque, fin da ora, per aver ricevuto questa caparra, noi gridiamo “Abba, Padre”, che sarà quando, risuscitati, “lo vedremo a faccia a faccia” (1Cor 13,12)? Quando tutte le membra, a fiotti straripanti, faranno sgorgare un inno di esultanza, glorificando colui che li ha risuscitati dai morti e li ha gratificati della vita eterna? Infatti, se già una semplice caparra, avvolgendo in se stessa l`uomo da ogni parte, lo fa gridare: “Abba, Padre”, cosa non farà la grazia intera dello Spirito, una volta data agli uomini da Dio? Essa ci renderà simili a lui e compirà la volontà del Padre, poiché farà l`uomo ad immagine e somiglianza di Dio (cf. Gen 1,26). (Ireneo di Lione, Adv. Haer. V, 8, 1)
DONO DEL RISORTO
Gesù dona lo Spirito Santo e trasmette il potere di “rimettere” cioè di perdonare i peccati e di “ritenere”, di decidere se la posizione di qualche credente esige che sia escluso. Nello Spirito la comunità riunita acquisisce pure la pace del Cristo, quella che il Cristo risorto comunica alla sua chiesa e che nessun altro può donare. E’ la pace generata dal suo perdono, in forza del quale veramente possiamo pregare come Cristo nella passione: “ Padre sia fatta la tua volontà” (Mt 26, 42). Lo Spirito è fondamento e criterio della vita ecclesiale: esso opera per trasformare l’umanità in popolo del Signore, in segno dei nuovi cieli e della terra nuova. Lo Spirito è la potenza della risurrezione all’opera nella storia dell’umanità: per mezzo di Lui Cristo crea e rinnova continuamente il suo corpo, cioè la Chiesa. In forza della risurrezione la storia umana non è semplicemente, un vuoto, un’attesa, ma è colma di quella vittoria di Cristo sulla menzogna e sul male, che ci permette di avanzare verso l’avvenire ultimo. (Gianni Colzani).
AZIONE DELLO SPIRITO
Lo Spirito Santo discende su Maria e sugli apostoli radunati nel Cenacolo, Cristo risorto dai morti manda il promesso Spirito Consolatore. Comincia la nuova epoca nella storia della salvezza, viene la pienezza dei tempi predetta dai profeti, viene il tempo della Chiesa. La Chiesa, animata dallo Spirito Santo, inizia l`annuncio della lieta notizia della salvezza a tutte le genti e raduna i popoli della terra. La Nuova Alleanza nel Sangue di Cristo è aperta a tutti. Lo Spirito Santo anima la Chiesa; con la sua forza, la Chiesa amministra i sacramenti; allo Spirito Santo essa rivolge la supplica per l`unità dei credenti in Cristo. Lo Spirito Santo abita nei cuori dei credenti, li rende figli di Dio, dà loro la forza di testimoniare Cristo, induce a portare il Vangelo agli altri, dà il coraggio nelle contrarietà. Lo Spirito Santo guida la Chiesa nella storia e ciascuno dei credenti nella vita, introduce la Chiesa e ciascuno dei credenti nella piú profonda comprensione del mistero di Cristo. La Chiesa, come ciascuno dei suoi membri, deve porgere l`orecchio alle ispirazioni dello Spirito Santo, riconoscere la sua voce e lasciarsi guidare da lui. Lo Spirito del Signore ha riempito la terra, ma continua a risuonare l`esclamazione della Chiesa: vieni Santo Spirito! Vieni nei cuori degli uomini, perché è tanto difficile trasformarli, rinnovarli ed infiammarli col fuoco dell`amore.
LO SPIRITO E’ FORZA
Lo Spirito è forza di coesione che unifica. Dove ci sono uomini ci sono tensioni. Queste tensioni possono trasformarsi in contrasto, quando resistiamo allo Spirito. Ma, se ci lasciamo guidare da lui, esse si compongono nella carità, e allora la diversità si rivela una ricchezza. Lo Spirito è forza di espansione missionaria. Apre ai credenti gli orizzonti del mondo. Quando lo Spirito irrompe, spalanca tutte le porte e lancia agli Apostoli per le strade del mondo. Lo Spirito è fermento di giovinezza. Ringiovanisce tutto: la Parola, i sacramenti, l’intera istituzione ecclesiale. Quante cose in venti secoli, una volta vive, sono morte e scomparse per sempre. E la Chiesa è sempre lì, viva e segno perpetuo di contestazione, perché nessuno possa evitare il confronto con essa. (M. Magrassi)
LO SPIRITO OPERA SEMPRE
La Pentecoste si presenta come un vertice dell’opera di Cristo, perché è grazie al dono dello Spirito che tutto quello che Cristo ha fatto per noi, specialmente nella Pasqua, non appartiene al passato, ma è realtà sempre attuale. Ciò che permette alla Chiesa di dire tranquillamente in ogni solennità liturgica: “ Oggi”. Lo Spirito continua a rendere operante la Pasqua del Signore. Come a Pentecoste anche oggi la comunione tra gli uomini nasce attorno a Cristo morto e risorto che la Chiesa celebra e annunzia sotto l’azione dello Spirito, Lo Spirito trasforma l’uomo dal di dentro, lo rigenera, lo libera dal ripiegarsi su se stesso, lo rende capace di amare. Permetto allo Spirito che mi rigeneri? “Dove c’è lo Spirito ivi c’è libertà” (2 Cor 3, 17). La libertà consiste nell’essere figli di Dio. Lo Spirito ci libera dalla schiavitù dell’egoismo e dell’orgoglio, dal dominio di Satana e persino dalla morte. Per la potenza dello Spirito giunge a maturazione l’opera rivelatrice di Cristo, nasce la fede pasquale, viene inaugurata la nuova creazione, si stabilisce la nuova alleanza, si espande l’annunzio del Regno. Lo Spirito guida la Chiesa verso la verità tutta intera, aiuta a penetrare sempre più la persona di Cristo nella sue parole e nei suoi segni.
UOMINI SPIRITUALI
Il dono dello Spirito genera uomini e donne spirituali, che diventano testimoni. Dopo la discesa dello Spirito santo i primi cristiani “furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare” (Atti 1, 3). Il centro dell’esperienza cristiana non è una conoscenza o una morale, ma la potenza dello Spirito di Cristo; per questo il credente non è assimilabile a un sapiente o a un uomo pio: è una persona traboccante di Spirito, che, in tutto ciò che fa e dice, manifesta questa singolare presenza che lo ha rinnovato. Naturalmente uomini e donne spirituali non ci si inventa; non è la generosità dell’impegno a renderci tali, ma solo il dono di Dio. Nessuno di noi può aggiungere nulla al dono di Dio; quello che possiamo fare è ridisegnare l’orientamento profondo della nostra vita all’interno del dono di Dio, impegnandoci nella linea della conversione e del ringraziamento. Si fa strada così un itinerario spirituale che non si regge sul semplice buon senso ma, piuttosto su fatto che Dio dopo aver dato tutto esige tutto dall’uomo. (Gianni Colzani)
INIZIO DELLA CHIESA
Nella Pentecoste lo Spirito dà inizio alla Chiesa, chiamando e incorporando ad essa uomini di ogni nazione che è sotto il cielo. A Pentecoste emerge il popolo di Dio, che annunzia “le grandi opere di Dio”. Con la forza dello Spirito ogni uomo diventa capace di proclamare nella sua lingua le grandi opere di Dio. Si tratta anzitutto della fede che professa e proclama le opere meravigliose di Dio. Il dono delle lingue è compreso in questa azione fondamentale e “creatrice” dello Spirito, che fa nascere la fede e quindi la Chiesa. (Antonio Bonora)
LO SPIRITO DELL’ALLEANZA NUOVA E DEFINITIVA
Le immagini usate da Luca nel raccontare l’evento di Pentecoste permettono di stabilire un parallelo tra la Pentecoste del Sinai e quella di Gerusalemme: al Sinai tutto il popolo era convocato in assemblea; fuoco e vento impetuoso avevano manifestato la presenza di Dio sul monte; Dio aveva dato a Mosè la legge dell’Alleanza (Es 19, 3-20; 31, 18) a Gerusalemme gli Apostoli sono “tutti insieme nel medesimo luogo”; nella casa in cui sono riuniti si manifestano gli stessi fenomeni del Sinai; Dio dà lo Spirito della nuova Alleanza. Questa è la novità della Pentecoste cristiana: l’Alleanza nuova e definitiva è fondata non più su una legge scritta su tavole di pietra, ma sull’azione dello Spirito di Dio. E’ vero ciò che dice un autore orientale: “Senza lo Spirito, Dio è lontano, il Cristo resta nel passato, il Vangelo una lettera morta, la Chiesa una semplice organizzazione, l’autorità un potere, la missione una propaganda, il culto un arcaismo e l’agire morale un agire da schiavi. Ma nello Spirito Santo il cosmo è nobilitato per le generazione del Regno, il Cristo risorto si fa presente, il Vangelo si fa potenza di vita, la Chiesa realizza la comunione trinitaria, l’autorità si trasforma in servizio, la liturgia è memoriale e anticipazione, l’agire umano viene deificato”. (Messale LDC)
SPIRITO FERMENTO DI GIOVINEZZA NELLA CHIESA
Lo Spirito è fermento di giovinezza. Sono venti secoli che la Chiesa è inserita nella storia. Quante vicissitudini in questo arco di tempo ! Quante cose, un tempo vive, sono morte e scomparse per sempre ! E la Chiesa è sempre lì, viva e segno perpetuo di contestazione, perché nessuno può evitare il confronto con essa. In certe zone e in determinati momenti storici sembra stanca. C’è subito qualcuno che si affretta a definirla “pezzo da museo”. Ma poi inopinatamente ritrova in sé energie nuove, il suo volto ritorna giovane e fresco, senza rughe. Il Concilio Vaticano II è una dimostrazione E’ ringiovanito tutto: la Parola, i Sacramenti, l’intera istituzione ecclesiale. Con ragione il Cardinale Suenens dice: “ Credo alle sorprese dello Spirito”. (M. Magrassi)
SPIRITO GIOVINEZZA DEL MONDO
I profeti di sventura, guardando al mondo d’oggi, vedono soprattutto le note negative: segni di decadenza, cioè di vecchiaia e un progressivo frantumarsi delle realtà politiche e sociali, a causa di fermenti di divisioni sempre insorgenti. La Pentecoste ci fa guardare al mondo con ottica opposta: Lo Spirito continua a “rinnovare la faccia della terra”, e il mondo perciò non cammina verso la vecchiaia, ma verso la pienezza del Regno, e se il peccato tende a dividerci, Dio ci offre nello Spirito il suo stesso Amore, che può unirci in una meravigliosa armonia. (M. Magrassi)
UNA POTENZIALITA’ INSOPPRIMIBILE
La presenza dello Spirito del Dio vivente in mezzo ai suoi, non cessa di essere feconda nella sua Chiesa. Radicata su questa certezza di fede, la Chiesa di sempre deve trovare l’impulso della comunità primitiva per abbandonare ogni senso di paura, per spalancare senza indugio ogni porta sbarrata per timore di chicchessia, per gioire in profondità nel sapere che, per la potenza dello Spirito il peccato è sconfitto per sempre e la pace è sempre possibile, per andare messaggera del Padre e del Figlio a proclamare in ogni lingua e instaurare in ogni cultura la “novità” e “ la libertà” dello Spirito. E questo vale per ogni comunità locale e per ogni singolo “ battezzato nell’acqua e nello Spirito”. (E. Caporello)
PREGHIERA (pregare la parola)
•Vieni, santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni datore dei doni, vieni luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto. O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. (Dalla Sequenza di Pentecoste)
•Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli che in te confidano i tuoi santi doni, Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. (Dalla Sequenza di Pentecoste)
•Vieni, o Spirito creatore, visita le nostre menti, riempi della tua grazia i cuori che hai creato. O dolce consolatore, dono del Padre altissimo irradia i tuoi sette doni e suscita in noi la parola. (Dall’Inno Vespri di Pentecoste)
•Sii luce all’intelletto, fiamma ardente nel cuore; sana le nostre ferite col balsamo del tuo amore. Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci difenda dal male. (Dall’Inno dei Vespri di Pentecoste)
•O Spirito Paraclito, dono nuziale e fonte d’ogni bene profondo, dà concordia perenne e perfetta letizia alla Chiesa di Cristo. (Dall’Inno dell’Ufficio delle Letture)
•Vieni, o divino Spirito con i tuoi santi doni e rendi i nostri cuori tempio della tua gloria. O luce di sapienza, rivelaci il mistero del Dio Trino ed unico, fonte d’eterno amore. (Dall’Inno di Terza della Pentecoste)
•Manda a noi, Signore, il dono del tuo Spirito, concedi al mondo inquieto la giustizia e la pace. (Dall’Inno di Lodi della Pentecoste)
•O Dio, che nel mistero della Pentecoste santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione, diffondi i doni dello Spirito Santo sino ai confini della terra e continua oggi, nella comunità dei credenti, i prodigi che hai operato agli inizi della predicazione. (Colletta Pentecoste)
•Dio onnipotente ed eterno, che hai racchiuso la celebrazione della Pasqua nel tempo sacro dei cinquanta giorni, rinnova il prodigio della Pentecoste: fa che i popoli dispersi si raccolgano insieme e le diverse lingue si uniscano a proclamare la gloria del tuo nome. (Colletta Veglia di Pentecoste)
•Amore del Padre e del Figlio. Ispirami sempre ciò che devo pensare, ciò che devo dire e come devo dirlo; ciò che devo tacere; ciò che devo scrivere; come devo agire e ciò che devo fare per cercare la tua gloria, il bene delle anime e la mia santificazione. (Desirè Mercier 1851-1926)
•Spirito Santo, presenza della Chiesa, che mi attraversi da parte a parte, tu, mia ispirazione, mio fuoco interiore, mio refrigerio e mio respiro. Tu che sei dolce come una sorgente, e bruci come il fuoco. O unione di tutti i contrari, radunaci, fa l’unità in noi e attorno a noi. (Jean Guitton 1901)
•Credo che lo Spirito Santo dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio e in essi prega e rende testimonianza della loro adozione filiale. E’ lui che guida la Chiesa verso la verità tutta intera, la unifica, nella comunione e nel ministero, la istruisce e dirige con doni diversi, e l’abbellisce con i suoi frutti: l’amore, la gioia, la pace. Credo che con la forza del Vangelo, Egli fa ringiovanire la Chiesa, la rinnova continuamente e la conduce alla perfetta unione con Cristo. Perché lo Spirito e la Chiesa dicono sempre al Signore Gesù: vieni. (Bartolino Bartolini)
•Pure per noi sia veramente Pasqua, Signore. Vieni ed entra nei nostri chiusi cenacoli, perché abbiamo tutti e di tutto paura: paura di credere, paura di non credere, paura di essere liberi, e poiché la tentazione di cintarci in antichi steccati è sempre grande, vieni e abbatti le porte dei cuori, le diffidenze e i molti sospetti soprattutto fra quanti dicono di crederti. (D. M. Turoldo)
•O Dio, luce e vita dei credenti, di cui la odierna festività rende testimonianza per la magnificenza ineffabile dei doni, da` ai popoli che ti appartengono di capire con la mente ciò che solo un prodigio può tradurre in parole affìnché l`adozione che in loro apportò il tuo Santo Spirito nulla abbia di tiepido nell`amore e nulla di avverso nella confessione. (Missale Gothicum, ed. L.C. Mohlberg, Roma 1961, n. 358)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Lasciamoci trasformare dallo Spirito, che ci fa uomini e donne “spiritualizzati”, “creature nuove”, con profonda carica umana e grande sensibilità spirituale.