La nostra è, ormai, una società di figli unici. In Italia superano il 25 per cento. Ebbene, essere figlio unico è una fortuna oppure un pericolo? Un’opportunità o un problema? Perché i lettori possano discutere con cognizione di causa, vediamo i pro e i contro dell’essere figli unici e i pro e i contro della ‘fratria’, cioè dell’esperienza dei fratelli.
FIGLIO UNICO: LUCI ED OMBRE
Secondo alcuni i figli unici sarebbero più fortunati dei figli con fratelli:
• Il fatto di essere figlio unico permetterebbe di non conoscere l’invidia, almeno in casa.
• Il figlio unico sarebbe meno aggressivo, non avendo l’occasione di bisticciare con la pestifera sorellina.
• Il figlio unico sarebbe più ambizioso per voler ricambiare, ad ogni costo, i genitori che tanto hanno fatto per lui.
• Potrebbe sviluppare meglio l’intelligenza, avendo la possibilità di studiare in pace nella sua cameretta, senza essere disturbato dagli strepiti e dalle urla dei fratellini.
Secondo altri, invece, i figli unici sarebbero svantaggiati:
• Senza fratelli il bambino corre il pericolo di non imparare a collaborare.
• Il figlio unico può diventare egocentrico, freddo, narcisista: tutti ostacoli pesantissimi per la crescita armoniosa e serena della persona umana.
• Il figlio unico può essere caricato, da parte dei genitori, di aspettative esagerate, superiori alle sue reali possibilità. E così può facilmente diventare vittima di quella che viene chiamata la ‘sindrome del 4-2-1′: quattro nonni, due genitori tutti in attesa dei trionfi dell’unico rampollo che non sempre è in grado di soddisfare tante aspettative. Di qui gli stati di depressione, di insicurezza, di tristezza, di sensi di colpa per non aver realizzato tanti ‘sogni di gloria’ dell’intera parentela.
• Senza fratelli, vi è il rischio che i genitori proteggano troppo il bambino. Il pericolo viene evidenziato, ad esempio, dal pedagogista Luigi Pati: «La tentazione di portarlo continuamente dal pediatra o di non allontanarsi mai un attimo da lui nel timore che gli succeda qualcosa è forte, fortissima. Volendo ad ogni costo farlo felice, in realtà lo si rende infelice».
• Infine, il figlio unico può sentire in maniera molto più amplificata le tensioni di coppia: liti, separazioni, divorzio. Privo di un fratello con cui discutere e comprendere quanto sta accadendo, il figlio unico può soffrire enormemente, tutto chiuso in se stesso, fino a rendersi insopportabile la vita.
Cari fratelli
Dopo aver visto i pro e i contro dell’essere figlio unico, passiamo a considerare gli elementi positivi e negativi della ‘fratria’. Anche qui, infatti, abbiamo luci e ombre.
• Un primo aspetto positivo del poter vivere con fratelli è il fatto che permetta di vivere con gli altri. Il che è decisamente bene! È dimostrato che da adulto chi ha avuto fratelli è più disponibile, più ottimista, meno pauroso, più propositivo. Insomma, la ‘fratria’ impedisce l’affievolirsi di alcuni grandi valori sociali quali la solidarietà, la gratuità, l’abitudine alla condivisione, alla tolleranza. Una società di figli unici è psicologicamente più povera e meno felice!
• Un secondo lato positivo della ‘fratria’ è il fatto che vince la solitudine che intristisce sempre il bambino. Ecco perché sovente il piccolo invoca: «Mamma, comperami un fratellino!». Avere un fratello significa avere un compagno di giochi con cui spartire gli spazi comuni, con cui vivere la complicità che tanto aiuta a fare gruppo.
• Terzo aspetto positivo del vivere con fratelli è il fatto che prepara il bambino ad avere, domani, una relazione migliore con il partner. Pare che chi, fin da piccolo, ha fatto l’esperienza di vivere con una persona di sesso opposto, sappia con più esattezza almeno che cosa non volere dal partner di domani. Il che non è poco!
Però anche la ‘fratria’ ha i suoi lati oscuri.
• Avere fratelli significa essere detronizzato.
• Avere fratelli significa incontrare ostacoli, opinioni diverse che quasi inevitabilmente portano a litigi, a screzi.
Ma dobbiamo domandarci: è un male essere detronizzati? No, affatto! «Non vi è niente di più dannoso per un bambino che sentire che tutti sono ai suoi piedi!» sosteneva la famosa psicanalista francese Françoise Dolto. Così pure non è male il litigio (ovviamente contenuto entro certi limiti). Il conflitto spinge a crescere, è un esercizio che insegna a togliersi d’impaccio, a farsi le ossa.
A questo punto, possiamo tirare le somme?
Dunque vi sono luci ed ombre tanto nell’essere figlio unico quanto nel vivere con fratelli. Comunque ci pare che le due situazioni non siano omologabili. La ‘fratria’ offre qualcosa in più alla formazione del figlio. Vien da dire che i fratelli sono la più bella disgrazia che possa capitare ad un uomo!