Agli audaci che riescono ad andare oltre. E’ a loro che Frate Alfonso Longobardi detto Tartufone dedica il suo libro edito dalla San Paolo “Gesù mangiava a scrocco – Le cose migliori le ha fatte stando a tavola”.
Il titolo di questo libro susciterà l’indignazione di molti, l’ilarità di alcuni, la curiosità di tutti. Gli eventi narrati in queste pagine non sono nulla di nuovo, anzi. Nuovo, piuttosto, è il modo di raccontarli, di evidenziarne e coglierne i particolari. [...] Con gentilezza, ironia e discrezione.
Quando si prende in mano questo libro si resta un po’ perplessi, ammutoliti, non si capisce bene quale potrebbe essere il contenuto. Ma quando si apre il libro e si comincia a leggere, beh, allora le cose cambiano. Si comprende subito che l’argomento, il centro di tutta l’opera è l’Amore.
Alfonso è un frate dell’Ordine dei Minimi, originario di Sant’Antonio Abate (Na), ora a Roma, al convento di Sant’Andrea delle Fratte. Il frate scrittore ripercorre e commenta i tanti episodi evangelici che hanno come scenario proprio la tavola. “Sono stufo di vedermi presentare in ‘pretesco’, in un linguaggio troppo teologico, un Cristo che somiglia tanto – spiega fra Alfonso – a una figurina da attaccare sul parabrezza di una macchina ma che ha poco a che fare con l’umanità. C’è chi prende questo titolo con simpatia – ci dice subito il frate (pardon, Alfonso) – c’è chi invece si scandalizza, poiché pur essendo simpatico si rivela anche provocatorio. A me piace usare un “linguaggio terra terra, il pretese non mi piace, sono un tipo che nella predicazione usa termini semplici, mi piace essere diretto e senza giri di parole, e questo libro ha questo obiettivo: un linguaggio parlato, molto slang napoletano” . “La cosa bella è che la San Paolo ha mantenuto il titolo, la nota dell’autore, lo ha soltanto ammorbidito un po’ per qualche parola.
E allora, scherzando, ma non troppo, nel libro si ripercorrono le storie narrate dal Vangelo: le nozze di Cana, oppure la parabola in cui il Regno di Dio è presentato come un banchetto di matrimonio. Si parla degli apostoli che “si imbucavano” perché se Gesù mangiava “a scrocco” perché invitato, loro invece approfittavano dell’amicizia con il Maestro. C’è poi l’episodio della cena a casa di Matteo, l’esattore delle tasse ovvero uno che “lavorava presso l’Equitalia di allora”. E poi tutti gli episodi a partire dalla Pasqua quando Cristo, risorto, per farsi riconoscere dai suoi fa gesti familiari, come lo spezzare il pane con i discepoli di Emmaus, o il chiedere da mangiare quando appare agli apostoli chiusi per paura nel Cenacolo.
Citando infine Papa Francesco (“Gesù nasce come Pane per noi”, dall’omelia della messa di Natale del 2016), frate Alfonso conclude: “Tutte le volte che ha scroccato del cibo è stata la scusa buona per mettersi allo stesso livello dell’umanità, per farsi prossimo, in modo da offrire a tutti in abbondanza il suo cibo per la vita eterna”.
Questo libro parla di concetti teologici, di dogmi della fede cristiana, con un linguaggio semplice e diretto, comprensibile a tutti. Dio si è fatto talmente vicino che si è messo a mangiare con noi e da quello che sembra essere uno scroccone poi alla fine diventa un cibo che si mangia, che si dona, ha fatto il più grande invito a scroccare che c’è stato nella storia. Quel ‘prendete e mangiatene tutti’ è qualcosa di gratuito che avviene ogni giorno: partecipare a Messa alla fine è un invito a scroccare, per beneficiare della sua eredità”.
“La nostra fede non sta nel parlare di un Gesù storico ma di un Gesù vivente, se è vivo io ti porto la mia esperienza. Qualsiasi linguaggio si usi, l’importante è che ognuno possa manifestare la propria esperienza col Cristo risorto”. “La bellezza della fede è che crescendo cambi l’idea che hai di Dio, e Cristo te la fa cambiare”.
“Lo stare a tavola – spiega Alfonso – annulla le barriere difensive, gia il fatto che dici passami l’acqua passami il pane, ti mette allo stesso livello, gomito a gomito, pure che sei l’ospite. A tavola esce il meglio della nostra umanità (o il peggio), li dimostri quello che sei.
Il libro è rivolto certamente ai giovani anche se credo che vada bene per tutti. È finito anche nelle mani del Papa: ha chiesto cosa significasse scrocco…”
Quindi, per saperne di più…vi aspettiamo numerosissimi mercoledì 10 ottobre alle 20.30 in Basilica con Fra’ Alfonso. Passate parola!