Come si usano gli strumenti musicali nella Quaresima? Si è abbastanza sicuri che la reazione più comune leggendo questa domanda sarà “perché, ci sono vai usi?”… Si, perché ci sono vari tempi liturgici, e partendo dall’assunto che il messaggio che la musica porta deve essere lo stesso della Liturgia di quel tempo, ecco che l’uso degli strumenti deve andare di pari passo.
Rimandando ad altro articolo il tema di quali strumenti siano adatti (e di conseguenza “ammessi”) all’uso nella Liturgia Eucaristica, il come usarli è descritto chiaramente in uno dei documenti di riferimento, la Musicam Sacram, nell’articolo 66: “Il suono, da solo, degli strumenti musicali non è consentito in Avvento, in Quaresima, durante il Triduo sacro, nelle Messe e negli Uffici dei defunti.”
Cosa si intende suono “sa solo”? Abbiamo sempre detto che lo strumento musicale serve per sostenere il canto, non per riempire in modo più o meno consono spazi vuoti. Normalmente, si ha un’introduzione al canto, che ne espone il motivo, il ritmo e la tonalità, e anche degli interludi tra le strofe o dei postludi quando si rendessero necessari fino al termine di un rito all’interno della Liturgia. Nel caso della Quaresima, essa riscopre un elemento del tempo che è essenziale per una corretta armonia: il “silenzio”.
La Quaresima è un tempo di introspezione, di confronto con il Cristo Salvatore: è un tempo, di fatto, di deserto, in cui tutto ciò che è superfluo si toglie per arrivare all’essenziale. Il silenzio fa parte di questo processo pedagogico, così come il digiuno.
La musica non avrebbe senso senza le pause, i respiri: sono i “silenzi” che completano il “suono”. Ultimamente, sembra che ogni secondo debba essere riempito sempre, ogni momento di vuoto, in ogni momento della giornata; ma questo non aiuta l’ascolto, anzi lo riduce. Nella Liturgia domenicale, il silenzio fa parte del “ritmo”, e in Quaresima questo silenzio è amplificato, e la musica deve adeguarsi a questo ritmo particolare.
Quindi, per concludere: si accompagni solamente il canto, se possibile si cambi timbro diminuendo gli strumenti che suonano (nell’organo si diminuiscano i registri) e si evitino riempimenti vari. Una leggera eccezione nella IV domenica di quaresima, la domenica detta appunto “Laetare”, in cui si ha una piccola pausa da questo silenzio (sottolineata anche dall’antifona di ingresso “rallegrati, Gerusalemme!”, da cui il termine “Laetare”), in cui il sacerdote veste i paramenti di colore rosa, al posto del viola. La “leggera eccezione” vuol significare che comunque si rimane nel tempo di Quaresima, quindi ci si regoli di conseguenza.