Matteo 4, 1-11: 1 In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2 Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3 Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4 Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». 5 Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». 7 Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». 8 Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: 9 «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10 Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, satana! Sta scritto infatti: “II Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». 11 Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Matteo 4, 1-11
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai».Allora Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto infatti: “II Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano.
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
La tentazione di Gesù, segna la soglia che immette nell’attività pubblica di Gesù. Colui che è stato proclamato Messia nel Battesimo, avvenuto poco prima, (Mt 3, 17) si prepara nel deserto, sotto l’ispirazione dello Spirito di Dio alla sua attività pubblica. L’episodio è appena accennato da Marco (1, 12-13); è narrato con dovizia di particolari da Luca (4, 1-13) che descrive Gesù come il nuovo Adamo vincitore nella prova (3, 38) con la sola inversione delle due ultime tentazioni rispetto a Matteo, che presenta Gesù come colui che rivive in sé la storia d’Israele, in particolare l’Esodo e le tentazioni del deserto, e le respinge, uscendo vittorioso. E’ un fatto che Gesù fu messo a dura prova e sottoposto a pressione violenta, durante la sua vita pubblica. Gli avversari gli chiedevano di compiere miracoli spettacolari per dimostrare la sua missione messianica (12, 38; 16, 1); le folle avevano attese messianiche; Pietro cercò di distoglierlo dall’intraprendere il viaggio vero Gerusalemme (16, 21-22). Questo racconto delle tentazioni precedenti l’attività pubblica di Gesù, secondo alcuni è costruito come un midrash aggadico su due testi del VT: Gn 3 e soprattutto Dt 6-8, citato più volte nel testo del racconto. Per altri è la drammatizzazione del ricordo di quanto Gesù ha dovuto lottare per essere fedele esecutore della volontà del Padre. Le tre tentazioni sono tutte in relazione alla missione messianica.
FU CONDOTTO DALLO SPIRITO (1)
E’ lo stesso Spirito di Dio, che era disceso su Gesù nel Battesimo (3,16). Anche del popolo eletto si dice in Dt 8, 2 che fu condotto nel deserto per essere messo alla prova. Il “deserto” è quello di Giuda, che si estende dalla valle del Giordano presso Gerico fino a cinque chilometri da Gerusalemme, con un dislivello di quasi mille metri, un paesaggio lunare con profondi wadi e molte grotte. Secondo la concezione giudaica il deserto è il luogo dei demoni (Mr 1, 12; Mt 12, 43), ma anche il luogo dell’elezione e della purificazione del popolo (At 7, 29-50).
PER ESSERE TENTATO (1)
“Tentare” nel linguaggio biblico ha due significati: “ mettere alla prova, saggiare” e “ far deviare dalla retta via”. Matteo insiste sull’intenzione di Dio: questa tentazione è una prova attraverso la quale deve passare Gesù; non è quella della purificazione attraverso la quale deve passare ogni giusto, ma la prova per rivelare chi egli è. Il “diavolo” (in greco “diàbolos da “diaballo” = accusare, calunniare, ingannare, mettere male fra due), è nella Bibbia un personaggio annoverato tra gli esseri creati (Gn 3, 1), menzognero e omicida fin dal principio (1 Gv 8, 44), non è una figura, ma una persona (Mt 6, 13). Lo scontro tra Satana e Cristo, anche se non in modo visibile occupa un posto tutt’altro che marginale nella vicenda evangelica.
DOPO AVER DIGIUNATO (2)
La totale astensione dal cibo sostenuta da Gesù per quaranta giorni, ricorda il digiuno di Mosè sul monte Sinai (Es 24, 18) e quello di Elia nel deserto (1, Re, 19, 8) ed è modello del nostro digiuno quaresimale.
IL TENTATORE (3)
Il diavolo fa leva sulla fame di Gesù per la prima prova. Satana invita Gesù a fare il miracolo con la formula: “Se tu sei il Figlio di Dio”. E’ la stessa formula che si ritrova in bocca al rappresentante del gran Consiglio e dei crocifissori sotto la croce. “Figlio di Dio” qui inteso nel senso dell’AT., di figliolanza morale, è un titolo che il giudaismo contemporaneo messianico attribuiva al Messia. (Sl 2, 7; Mt 3, 17; 17, 5) Gesù è invitato ad operare un miracolo per se stesso. Qui è questione di vedere se Gesù può usare il suo straordinario potere a proprio vantaggio almeno nei momenti critici. La risposta è: la volontà di Dio ha prescritto a Gesù la via dell’amore totale fino alla passione e alla morte per la salvezza del mondo.
EGLI RISPOSE: “STA SCRITTO” (4)
Gesù risponde citando Dt 8, 3, che si riferisce all’insegnamento rivolto al popolo sul significato della manna e in cui è detto che è più importante l’obbedienza a Dio. La risposta di Gesù va intesa quindi in questo senso. Il cibo di Gesù è la volontà di Dio (Gv 4, 34) L’adempimento della sua volontà gli dona la forza per espletare il suo compito.. E alla tentazione della fame Gesù risponde con la ferma fiducia che hanno i figli di Dio nell’onnipotenza provvidente della parola di Dio. Questa prima tentazione sollecita Cristo ad usare a proprio vantaggio gli strumenti che Dio ha dato per realizzare il suo compito. Gesù la respinge affermando che l’uomo vive per l’onnipotenza della parola di Dio e quindi ad essa deve attenersi e non pretendere di essere autonomo.
ALLORA IL DIAVOLO (3)
Il luogo della seconda tentazione è la “città santa”, cioè Gerusalemme. Il punto esatto, il “pinnaccolo del Tempio”, non è stato localizzato con certezza, ma molti studiosi pensano indichi il muro dell’angolo di SE, dove il terreno degrada rapidamente verso il Cedron.
STA SCRITTO “ AI SUOI ANGELI..” (3)
Il tentatore cita Sl 91, 11-12 presupponendo che se Gesù è “Figlio di Dio”, Messia, deve rimanere illeso nel recinto sacro per un intervento miracoloso di Dio. La tentazione è più sottile della precedente, perché il Salmo assicura un’azione protettiva di Javhé, ma l’inganno di satana sta nell’invitare ad una fiducia tanto eccessiva in Dio da metterlo addirittura alla prova.
NON TENTARE (7)
Gesù risponde citando la Bibbia (Dt 6, 16) che condanna severamente di mettere alla prova Dio. La seconda tentazione, che scopertamente invita a un gesto clamoroso di ostentazione, è vinta col richiamo alla fede e quindi a non cercare di obbligare Dio a intervenire, quasi che non ci si fidi di lui e si abbia bisogno di metterne alla prova la fedeltà e l’onnipotenza (=tentare Dio).
DI NUOVO IL DIAVOLO (8)
Questa terza tentazione è situata su un “monte altissimo”. Incerta è l’identificazione di questo monte: per alcuni è l’Ermon, il monte più alto della regione siro-palestinese (2814 metri), altri pensano al Tabor o al monte Nebo, da dove Mosè contemplò la terra promessa. Di questo monte parla solo Matteo.
PROSTRANDOTI MI ADORERAI (9)
Il tentatore svela il suo pensiero recondito; egli non vuole tanto informarsi sulle qualità di “figlio di Dio”, di Gesù, quanto farlo deflettere dal piano divino inducendolo a scegliere la via di un messianismo terreno. Ma, seguire un messianismo politico, sognare un impero messianico sopra “tutti regni del mondo” in fondo è servire satana. All’inizio dell’attività di Gesù, Satana era ancora “signore del mondo”. Con la sua attività e soprattutto con la morte in croce, Gesù ha infranto tale potere e ha strappato gli uomini alla tirannia di satana (Mt 12, 22-30; 27, 51-55). Dalla sua risurrezione in poi il Risorto detiene ogni potere (28, 18).
ADORA IL SIGNORE DIO TUO (11)
Gesù risponde opponendo a satana il grande principio del monoteismo ebraico, il riconoscimento e il culto da prestare a Javhé quale unico Dio e sovrano Signore del mondo. La terza tentazione, che apertamente propone il baratto tra adesione a Dio e gloria mondana o che sollecita a rinunziare al piano di Dio e quindi a Dio stesso (adesione a satana) nella pretesa di avere subito la sovranità messianica del mondo è respinta con la riaffermazione che l’unica cosa che conti è la sottomissione a Dio in atteggiamento di concreta adorazione, cioè riconoscimento del suo sovrano dominio.
IL DIAVOLO LO LASCIO’ (11)
Il diavolo si ritira vinto. Matteo non parla come fa Luca di un altro momento di lotta (Luca 4, 13: per ritornare al tempo fissato).
ED ECCO ANGELI LO SERVIVANO (11)
Il servizio degli angeli a cui Marco aggiunge l’amichevole compagnia delle fiere (Mc 1, 13) è indice e simbolo insieme del paradiso terrestre riconquistato, mediante la rivincita del Messia su satana. Luca ricorda la presenza degli angeli durante l’agonia di Gesù nell’orto, un altro momento forte della tentazione (Lc 22, 43; vedi pure Giovanni 12, 29).
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
LE TENTAZIONI DEL REDENTORE
Non era indegno del nostro Redentore il voler essere tentato, lui che era venuto per essere ucciso. Era anzi giusto che vincesse le nostre tentazioni con le sue tentazioni, dato che era venuto a vincere la nostra morte con la sua morte. Ma dobbiamo sapere che la tentazione passa per tre stadi: la suggestione, la dilettazione e il consenso. Noi, quando siamo tentati, cadiamo per lo più nella dilettazione o addirittura nel consenso, perchè siamo nati da una carne di peccato e portiamo in noi stessi ciò che ci muove tante battaglie. Ma Dio, che s`incarnò nel grembo della Vergine, venne nel mondo senza peccato e non provò in sè alcuna contraddizione. Egli poté dunque essere tentato per suggestione, ma l`anima sua non provò la compiacenza del peccato. Pertanto tutta quella tentazione diabolica fu all`esterno, non all`interno….. Bisogna fare attenzione a quello che segue, che cioè gli angeli lo servivano dopo che il diavolo se ne fu andato. Cos`altro si ricava da ciò se non la duplice natura nell`unità della persona? E` un uomo, infatti, colui che il diavolo tenta, ma è anche Dio colui che è servito dagli angeli. Riconosciamo dunque in lui la nostra natura, in quanto se il diavolo non l`avesse conosciuto uomo, non l`avrebbe tentato, adoriamo in lui la divinità, in quanto se non fosse Dio che è al di sopra di tutte le cose, gli angeli non lo servirebbero. (Gregorio Magno, Hom. 16, 1-6)
NON C’INDURRE IN TENTAZIONE
«E non c`indurre in tentazione» Signore. C`insegna forse il Signore a pregare di non essere mai tentati? Perché dice altrove: “L`uomo non tentato non è provato” (Sir 34,10; Rm 5,3-4) e di nuovo: “Considerate fratelli suprema gioia quando cadete in diverse tentazioni” (Gc 1,2)? Però entrare in tentazione non è farsi sommergere dalla tentazione. Infatti la tentazione sembra come un torrente di difficile passaggio. Alcuni che nelle tentazioni non si lasciano sommergere l`attraversano. Sono bravi nuotatori che non si fanno trascinare dal torrente; gli altri che tali non sono, entrati ne vengono sommersi. Così, ad esempio, Giuda entrato nella tentazione dell`avarizia non la superò, ma sommerso materialmente e spiritualmente si impiccò. Pietro entrò nella tentazione di rinnegamento, ma superandola non ne fu sommerso. Attraversò [il torrente] con coraggio e non ne fu trascinato. Senti ancora in un altro passo il coro di santi perfetti, che ringrazia di essere scampato alla tentazione. “Tu ci hai provato, o Dio, come l`argento ci passasti al fuoco. Tu ci hai spinto nella rete, tu hai posto sulle nostre spalle le sofferente; tu hai fatto passare gli uomini sulle nostre teste. Abbiamo attraversato il fuoco e l`acqua e ci hai sospinto verso il refrigerio” (Sal 66,10-12). Vedi che parlano della loro traversata senza essere andati a fondo? (cf.Sal 69,15). E tu «ci hai sospinto al refrigerio». Entrare nel refrigerio è essere liberato dalla tentazione. (Cirillo di Gerus., Catech. V Mistag. 17)
QUARESIMA
Nessuno creda che l`astinenza da sola possa bastargli dal momento che il Signore dice per bocca del Profeta: “Non è forse maggiore di questo il digiuno che bramo?”, aggiungendo: “Dividi il pane con l`affamato, e introduci in casa tua i miseri, senza tetto; quando vedrai uno nudo, soccorrilo, e non disprezzare la tua carne” (Is 58,6.7). Dio dunque gradisce quel digiuno che una mano piena di elemosine presenta ai suoi occhi, quel digiuno che si congiunge all`amore del prossimo ed è ornato dalla pietà. Ciò che togli a te stesso, dallo a un altro, affinché ciò di cui si affligge la tua carne serva di ristoro alla carne del povero. Così infatti dice il Signore per bocca del Profeta: “Quando avete fatto digiuni e lamenti, forse avete digiunato per me? E quando avete mangiato e bevuto, forse non avete mangiato e bevuto per voi stessi?” (Zc 7,5-6). Infatti mangia e beve per sé chi prende i cibi del corpo, i quali sono donati a tutti dal Creatore, senza parteciparli ai bisognosi. E digiuna per sé chi non distribuisce ai poveri quelle cose di cui si è privato temporaneamente, ma anzi le serba per darle al suo ventre in altra occasione. Perciò è detto per bocca di Gioele: “Santificate il digiuno” (Gl 1,14; 2,15). Santificare il digiuno significa offrire un`astinenza dalle carni degna di Dio, dopo aver aggiunto altri doni. Cessi l`ira, si plachino i litigi. Invano la carne è afflitta, se l`animo non si frena nei suoi malvagi desideri. (Gregorio Magno, Hom. 16, 1-6)
LE TENTAZIONI DI GESU’
E’ lo stesso Spirito di Dio, disceso su Gesù nel momento del Battesimo, che “lo conduce nel deserto per essere tentato dal diavolo”. Ciò significa che la tentazione rientra nel disegno di Dio sull’uomo, su ogni uomo, e quindi anche su Cristo come uomo libero: vi rientra come necessario meccanismo che rende possibile l’azione della libertà e il suo esprimersi. Il v. 1 riecheggia le parole di Mosè a Israele: “ Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova per sapere quello che avevi nel cuore”. Gesù fu messo alla prova, come Adamo, come Israele. La tentazione dei pani è la tentazione del messianismo terrenista, legato alla materialità delle cose. La salvezza voluta da Dio e portata agli uomini non si esaurisce (non di solo pane) nella realizzazione e promozione esclusivamente terrene e mondane dell’esistenza. Come dire che l’uomo non è soltanto un “uomo economico”. La tentazione del buttarsi innocuo dal pinnacolo del tempio è la tentazione del messianismo taumaturgico, magico, pubblicitario, che sbaglia la grandezza con la grandiosità, la gloria col plauso, il libero assenso con il consenso pubblicitario. La tentazione dei segni ottenuti con il prezzo dell’adorazione del diavolo è la tentazione del potere mediato dall’idolatria, la tentazione del messianismo politico cercato e raggiunto mediante il compromesso con le potenze del mondo, sempre disposte ad offrire la loro diabolica collaborazione. (Riflessioni di Valerio Mannucci)
L’ULTIMA TENTAZIONE
Nell’ultima tentazione sono concentrate tutte le altre. La proposta del diavolo. riecheggia la tentazione primordiale dell’Eden. La condizione è sostituire l’adorazione dell’unico Dio e Signore con quella di colui che promette il potere assoluto. Gesù smaschera questa pretesa idolatrica del diavolo: “ Vattene satana!”. Alla fine egli, come Figlio fedele, nella prova suprema della morte sarà reso partecipe della signoria di Dio e riceverà ogni potere in cielo e in terra. Non c’è bisogno di fare molti sforzi per vedere l’attualità di questo messaggio. Il dramma della libertà con i suoi esiti di peccato e morte sta davanti agli occhi di tutti. Gesù, come nuovo Adamo e Figlio fedele, non è solo un modello da seguire, ma la possibilità offerta all’incontro di ogni essere umano con il Dio della vita. (Rinaldo Fabbris)
LE TENTAZIONE NELLA CULTURA ATTUALE
Oggi non si parla più di tentazione: si è persuasi che ogni idea che si presenta, ogni impulso che si avverte, ogni stimolo al di fuori o di dentro si fa sentire, può essere soddisfatto proprio perché c’è, è dentro di noi e quindi è “vero”. L’idea di valutazione, di discernimento, di decisione, e quindi di libertà, cioè di scelta voluta perché conforme al progetto autentico della persona, è una posizione quasi del tutto cancellata nella mentalità comune. Oggi ci si lascia condurre dal sentimento, dalle correnti più diffuse, dal risultato immediato che si spera. Solo la coscienza cristiana parla ancora di tentazione, cioè di proposte che insorgono nella persona e debbono essere valutate, misurate, giudicate per essere poi accettate o respinte: perciò spesso la coscienza cristiana viene rimossa come un sorgente di disturbo, di malessere, che impedisce una situazione tranquilla. (G. Basadonna)
NEL DESERTO
Gesù “è condotto nel deserto per essere tentato dal diavolo”. C’è un progetto di Dio nella necessità di “andare nel deserto”, di prendere le distanze, di ritrovarsi soli con la propria coscienza, e così mettersi di fronte le proprie scelte già fatte o da farsi. E’ il progetto del nostro vivere quotidiano; è la realtà di tutti e di ciascuno. E’ necessaria la riflessione, il silenzio, il deserto, per rivedere il nostro comportamento, giudicarlo e decidere di conseguenza, Il primo risultato sarà quello di interrogarsi e analizzare coraggiosamente quello che siamo e che facciamo, proprio per renderci liberi, cioè padroni di noi stessi e tesi a quella pienezza di vita che tutti desideriamo. L’impegno di valutare e di metterci in questione esige un punto di riflessione, un criterio, un’unità di misura: esige un atteggiamento di ascolto della parola di Dio, che sola può indicare la verità del nostro essere uomini, le linee che Dio stesso ha segnato creando l’uomo. Le scelte quotidiane, quelle comuni, quelle della comunità cristiana, quelle più personali vanno misurate sul messaggio evangelico e non sulla facilità, sulle abitudini o sul risultato effettivo che è conseguito. La lotta contro il peccato non è mai finita, la tentazione è realtà quotidiana, e la debolezza e l’illusione dell’uomo sono esperienza di tutti: la certezza della vittoria sul male viene da Cristo, il nuovo Adamo nel quel già siamo inseriti e nel quale ci ritroviamo con la preghiera e i sacramenti. (Giovanni Basadonna)
L’UOMO NEL PROGETTO DI DIO (Genesi 2)
Alla domanda: “ Che cosa è l’uomo?”, la Bibbia ne preferisce un’altra: “ A che cosa l’uomo è chiamato?”. E’ l’unica creatura responsabile, chiamato a rispondere, capace di rispondere. Risponde nel bene e per il bene: e’; risponde nel male e per il mele: non è. Questo in sintesi è il messaggio di Genesi 2-3 (1° lettura). In Genesi 2 è scritto il progetto di Dio su “Adam”, sull’uomo: il primo uomo appena creato da Dio, ogni persona umana, ognuno di noi. (Mannucci)
RISPOSTA NEGATIVA DELL’UOMO (Genesi 3)
Adam, “mangiando dell’albero della conoscenza del bene e del male” contro il volere di Dio, che lo ha creato e gli ha offerto l’alleanza e l’amicizia, “vuol diventare come Dio”. Questo è il peccato delle origini, ma è anche il peccato di sempre. Peccando noi rifiutiamo il nostro essere creature di Dio, rifiutiamo di dipendere da Lui e di ricevere da Lui il nostro compimento, pretendiamo di prendere il posto di Dio, ci auto deifichiamo. Vogliamo “ diventare come Dio, conoscendo il bene e il male”: pretendiamo di dominare il “bene e il male” cioè “tutto”, con un dominio assoluto e dispotico, prescindendo dagli altri, calpestando i fratelli. Questa è la radice profonda del male morale; il peccato fontale delle origini e di sempre, che rompe le relazioni con Dio e distrugge l’uomo. (Mannucci)
IL DRAMMA DEL PECCATO
Il problema del male da sempre ha angustiato il cuore dell’uomo. La riflessione mai è riuscita a chiarirne a fondo l’enigma. Solo il messaggio biblico ne ha diradato le tenebre; anzitutto indicandone la radice: il peccato, cioè il male morale. E’ questa la fonte inquinata da cui sgorga il fiume limaccioso di tutto il male che c’è nel mondo e nella storia. Questo oscuro dramma è sullo sfondo della liturgia odierna. Il peccato dei nostri progenitori nell’Eden è solo il primo anello di una triste catena di cui non vediamo la fine. Quell’atto aveva in sé una carica esplosiva, che ha segnato profondamente tutta la storia. Per togliere il peccato c’è voluto che Dio mettesse nelle nostre mani il suo Figlio incarnato, che permettesse lo sfogarsi su di Lui di tutte le passioni degli uomini, fino alla purificazione tragica. Tra peccato e Croce c’è una proporzione. Dio non fa nulla senza ragione. Se l’ha fatto vuol dire che la proporzione era questa. Per questo il peccato è un ”mistero”: ha le dimensioni del divino. Ed è appunto l’ombra della croce, da cui esso è segnato che ne rivela tutte le dimensioni. (Mariano Magrassi)
LA TENTAZIONE DI GESU’
Come Messia Gesù si scontra con Satana. Gesù respinge gli inviti a vivere nell’abbondanza e nella sicurezza illusoria creata dai beni materiali e di percorrere la strada di un messianismo miracolistico o politico, fondato sul potere e sul dominio. La vittoria di Gesù deriva dalla perfetta e incondizionata fiducia in Dio, espressa nell’appello alla parola della Bibbia: “ Sta scritto”. Non possiamo leggere questa pagina immaginando che Gesù non sia stato realmente tentato, ma abbia solo voluto darci un esempio. Gesù ha realmente condiviso in tutto la nostra condizione umana, rendendosi veramente solidale con l’umanità e subendo la tentazione. Egli, Figlio di Dio, e perfettamente immacolato e senza nessun peccato, ha voluto affrontare le difficoltà, le lotte, le illusioni della nostra condizione umana, rendendosi veramente solidale con l’umanità e proprio per la sua totale innocenza e per la sua perfetta disponibilità a Dio, ha superato la prova. Soltanto con la morte e la risurrezione terminerà la lotta di Gesù con Satana, con la sconfitta definitiva di quest’ultimo. (A. Bonora)
ESISTENZA TENTATA
L’episodio della tentazione di Gesù è un racconto chiave che presenta la condizione pienamente umana nella quale Gesù vive la relazione con il Padre. Si hanno qui le prime avvisaglie di una prova che attraversa tutta la vita di Gesù fino al momento culminante della croce. Tra il battesimo del Giordano e il battesimo della Croce si apre e si snoda un cammino di progressiva fedeltà alla vocazione ricevuta. La triplice insinuazione diabolica: “Se sei Figlio di Dio.” fa da contrappunto alla dichiarazione del Padre al battesimo di Gesù. La tentazione dunque va alla radice della condizione filiale di Gesù. Se Cristo avesse eluso la “povertà” della condizione umana e avesse percorso la “scorciatoia” del successo facile, non sarebbe stato autenticamente uomo, né Figlio di Dio. In fondo questa è la tentazione di ogni uomo, e il cristiano deve fare i conti con una simile realtà che diventa il banco di prova della sua fede e della sua esistenza filiale. (Messalino LDC)
TENTAZIONI NOSTRE
La tentazione fa parte della nostra esperienza quotidiana.La tentazione di rivolgerci a Dio soltanto per chiedergli beni materiali: il cibo, il lavoro, la salute, il buon esito negli affari, la promozione agli esami o a un buon concorso. La parola di Dio è: “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio “. La prima cosa da chiedere a Dio è che ci aiuti a fare, ogni giorno, la sua volontà: questo è il primo cibo.La tentazione di andare in cerca del miracoloso, delle rivelazioni, delle apparizioni, e poi magari scivolare nei maghi e negli oroscopi per ottenere quello che vogliamo. E’ la tentazione di pretendere il miracolo da Dio per credere, piuttosto che chiedere nell’oscurità il dono della fede; pretendere di piegare la sua volontà alla nostra per tirarci fuori da qualche pasticcio o farci evitare la strada della croce. L’espressione di Gesù è fortissima: “ Non tenterai il Signore Dio tuo”.
La tentazione di cadere in ginocchio davanti agli idoli moderni del denaro e del potere. Gli dei moderni (denaro, potere, piaceri, usura, droga…) sono più crudeli di quelli adorati dagli antichi. Adorare significa subordinare la propria vita a quella degli altri, a questi idoli, vivere per essi, servirli. Non è la realtà di molte persone di oggi? Si credono libere e sono schiave. (G. Nervo)
LA FORZA DELLA PAROLA
La vita cristiana è vita di fede. E’ fondata sulla Parola di Dio e si nutre di essa. Esemplare, quindi, il ricorso di Gesù alla Parola per vincere le tentazioni. La vittoria consiste nel dare ascolto alla parola di verità e credere in essa. Rifiutando le parole di menzogna. Urge dunque riascoltare il vangelo della verità, perché rafforzi in ciascuno di noi una coscienza di verità. S’impone una nuova evangelizzazione. I vescovi italiani, a Loreto, hanno scritto: “ Dalla parola di verità è anzitutto plasmata la coscienza personale. Affinché la coscienza personale sia coscienza di verità, bisogna dunque operare per la formazione di personalità adulte, capaci di lasciarsi giudicare e possedere dalla Verità, per diventare testimoni, con la trasparenza della vita”. (A. Ambrosiani)
QUARESIMA
La Quaresima anticamente era il periodo durante il quale i Catecumeni si preparavano a ricevere il battesimo, nella notte di Pasqua. Entrando nel tempo quaresimale, la liturgia ci invita a rinnovare e ravvivare nel nostro cuore le disposizioni con cui a Pasqua pronunzieremo di nuovo le promesse del nostro battesimo. Tutta la Quaresima è tempo privilegiato della conversione, del combattimento spirituale, del digiuno medicinale e caritativo. La Quaresima è anche e soprattutto tempo di ascolto della Parola, di una catechesi più approfondita, che richiami ai cristiani i grandi temi battesimali in preparazione alla Pasqua. Battezzati nella morte e risurrezione di Cristo, viviamo secondo una morale di battezzati, seguendo non una legge astratta, ma l’esempio di Cristo nella sua obbedienza al Padre. (Messalino LDC)
CAMMINO QUARESIMALE
La Quaresima ci propone e ci invita a fare un cammino. Anzi la Quaresima è un cammino: il cammino del popolo di Dio che nella “nube del battesimo” attraversò il deserto e tutti mangiarono e bevvero attingendo a Cristo che li accompagnava (1 Cor 10, 1-4); la Quaresima è ogni anno il cammino battesimale che la Chiesa, nuovo popolo di Dio, propone ad ogni battezzato, perché possa ripercorrere e rivivere il sacramento dell’iniziazione cristiana per una rinnovata partecipazione al mistero pasquale. Un cammino da fare con una disponibilità interiore a perseverare nella fede e maturare in essa.
PREGHIERA (pregare la parola)
•Lode a te o Cristo, re di eterna gloria! Lode a te che non hai opposto resistenza allo Spirito che ti ha condotto in luoghi di infinita solitudine. Lode a te che ci hai mostrato come vincere la prova con la spada della Parola e della fede pura. Lode a te, vittorioso Signore, che ti sei fatto solidale fratello di ogni nostro lottare e patire. Lode a te, o Cristo, re d’eterna gloria. (Suore trappiste)
•Antiche e gravose proposte che sono il peso di tutta la terra, ti sono cadute addosso a ondate come un mare di nere acque, Signore, e tu a resistere, tu solo a dire no; Signore, benché non capiamo, noi ti crediamo per questo: perché sei tentato come uno di noi e tu per noi hai vinto, da solo. Signore, fa che anche noi diciamo no, che dica di no almeno la tua chiesa. (David Maria Turoldo)
•Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione. Abbi un cuore retto e sii costante, non ti smarrire nel tempo della seduzione. Sta unito a lui senza separartene, perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni. Accetta quanto ti capita, sii paziente nelle vicende dolorose, perché con il fuoco si prova l’oro e gli uomini ben accetti nel crogiolo del dolore. Affidati a lui ed egli ti aiuterà. (Siracide 2, 1-6)
•Signore, tu hai affrontato le difficoltà e le hai superate. Le prove che hai voluto affrontare sono anche le mie prove: a me non compare il demonio ma compaiono nelle circostanze e nelle difficoltà, che mi deviano con tutta facilità, se non sono vigilante. Ti ringrazio che mi mostri come si supera la prova: si supera col coraggio e con la decisione; mi insegni che devo combattere con certezza di vittoria perché in fondo combatto per la fedeltà a te, combatto al tuo fianco, con la tua grazia. (Andrea Gasperino)
•C’è una fame nel mondo più grande della fame di pane: è il desiderio di intimità con te, o Padre, il desiderio di vivere da figli, perché “ci hai fatti per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”. Fa o Signore, che tutti comprendono il senso di questo desiderio e vengano a te.
•Aiutaci, Signore, a convincerci delle verità espresse in questo prefazio del V secolo: ” Nessun male può colpirci dal di fuori se sappiamo controllare il nostro intimo. Nessun nemico può sottometterci se abbiamo la pace dentro di noi. Noi siamo i primi responsabili dei nostri errori e delle nostre sconfitte. Tutte le difficoltà spariscono se prima sappiamo guidare noi stessi”
•O Dio, che conosci la fragilità della natura umana ferita del peccato, concedi al tuo popolo di intraprendere con la forza della tua parola il cammino della Quaresima per vincere le seduzioni del maligno e giungere alla Pasqua nella gioia dello spirito. (Colletta 1 di Quaresima: A)
•Signore della mia vita, allontana da me lo spirito dell’ozio, della tristezza, dell’amore per il dominio e le parole vane. Accorda al tuo servo lo spirito di temperanza di umiltà, di perseveranza e la carità che non verrà mai meno. Si, mio Signore e mio re, concedimi di vedere i miei peccati e di non giudicare il fratelli. Perché tu sei benedetto nei secoli dei secoli. (Efrem il Siro)
•Signore Gesù Cristo, proteggimi perché non sia vinto dalla tentazione. La vana gloria non mi faccia perdere la condizione di figlio di Dio, non mi allontani dal rigore della penitenza. Ma, con la tua parola di verità muta per me in pane questi rigori della penitenza, che il tentatore chiama pietre e muti in pietre i godimenti che chiama pane. Egli non mi ponga sul pinnacolo del tempio, facendomi stimare me stesso migliore degli altri. Non mi trasporti sulla montagna dell’ambizione; e, sotto la spinta della cupidigia, non lo adori piegando davanti a lui le ginocchia del mio cuore, della mi volontà e della mia intelligenza. Scaccia lontano da me tutto ciò che si oppone, affinché adori te, mio Signore, e non serva altri all’infuori di te. (S. Alberto Magno)
•In cambio della triplice vittoria quando fosti tentato nel deserto, fa` che l`infausto principe io vinca, il tiranno che rendesi invisibile. Sulla parola del tuo comandamento ch`io cammini sull`aspide e la vipera; ch`io schiacci sotto la pianta dei piedi la testa del drago attorcigliato. (Nerses Snorhalì, Jesus, 343-344)
•O Maria, tutta pura, senza il segno di una sola macchia, fa che io ti lodi con cuore mondo e sereno. Fa che io rimanga casto, modesto, dolce, generoso, sobrio, devoto, leale, scaltro e nello stesso tempo semplice. Fa che io sia colto e rafforzato dalla Parola di Dio, sempre attento e fedele nel seguire il Signore. Vergine santa, guarda quanti pericoli dobbiamo sempre affrontare, sostienici, affinché abbiamo a rimanere sempre saldi e sicuri. Proteggi e aiuta il popolo cristiano, ottieni pace, affinché i tempi cattivi non ci turbino. (Gregoriano)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
La vita cristiana è vita di fede; è fondata sulla parola di Dio di essa si nutre. Diamo ascolto alla Parola di verità, rifiutiamo le parole di menzogna: si rafforzerà in noi la “coscienza di verità” e saremo vittoriosi nelle tentazioni.