Dal libro del Siracide
Beato il marito di una donna virtuosa; il numero dei suoi giorni sarà doppio. Una brava moglie è la gioia del marito, questi trascorrerà gli anni in pace. Una donna virtuosa è buona sorte, viene assegnata a chi teme il Signore. Ricco o povero il cuore di lui ne gioisce, in ogni tempo il suo volto appare sereno. La grazia di una donna allieta il marito, la sua scienza gli rinvigorisce le ossa. E’ un dono del Signore una donna educata. Grazia su grazia, è una donna pudìca, non si può valutare il pregio di un’anima modesta. Il sole risplende sulle montagne del Signore, la bellezza di una donna virtuosa adorna la sua casa.
Santa Elisabetta d’Ungheria, figlia del re d’Ungheria Andrea II, nacque nel 1207. Giovanissima andò sposa a Luigi IV di Turingia. Fedele ai doveri del suo stato, mise nello stesso tempo la sua vita a servizio dei poveri e degli ammalati, distribuendo i suoi beni e curando personalmente i lebbrosi. Morto il suo sposo durante una crociata, fu ingiustamente cacciata dal castello insieme con i suoi tre figli. Ella accettò con fede e con fortezza la nuova condizione di povertà, e continuò a dedicarsi all’educazione dei figli, all’assistenza dei malati e alla preghiera. Morì terziaria francescana, a soli 24 anni, nel 1231.
“Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli,
se vi amerete gli uni gli altri”