Siamo alla quinta mossa del Padre misericordioso, il protagonista della parabola che ormai conosciamo. Siamo al punto più alto del racconto! “Lo baciò!”. Anche questo verbo è tutto da comprendere, da gustare, da imitare. La nostra competenza pedagogica non ne trarrà che vantaggi!
Abbracciare è già tanto, baciare è di più! Ecco: già in questa prima annotazione abbiamo un insegnamento: la misericordia punta sempre al massimo, al meglio.
Concretizziamo per la misericordia:
• è meglio sorridere che deridere,
• è meglio la collaborazione che la competizione,
• è meglio muoversi che commuoversi,
• è meglio un bicchier d’acqua ai vivi che cento ceroni accesi ai morti,
• è meglio dare una mano che dare un consiglio,
• è meglio l’incontro che lo scontro,
• è meglio essere girasoli che salici piangenti,
• è meglio il bacio che il semplice abbraccio.
La verità di quest’ultimo ‘meglio’, la tocchiamo con mano proprio nel bacio che il padre della parabola regala. Invece di indignarsi con il figlio egoista e sprecone, il padre lo bacia! Questo è il bacio più prezioso di tutti gli altri baci che troviamo nei Vangeli. Lasciamo il bacio di Giuda (Mc 14,45) e pensiamo ai tanti baci della peccatrice deposti sui piedi di Gesù (Lc 7,45). Il bacio del padre misericordioso al figlio che ritorna a casa è il più prezioso tra tutti perché è un gesto pieno di significati. Baciando il figlio, il papà gli invia tanti messaggi tutti positivi: “Ti amo!”. “Siamo amici intimi!”. “Ti sono vicinissimo!”. Il bacio del padre è l’espressione culminante del suo animo misericordioso. Così culminante che ‘timbra’ per sempre il cuore del figlio. Il bacio dalle labbra scende nella zona più intima e profonda dell’anima del figlio come una benedizione simile a quella che l’autore della parabola (Gesù) deve aver sentito pronunciare dal padre Giuseppe e dalla madre Maria al tredicesimo compleanno di vita. Allora, secondo la legge ebraica, il figlio diventava maggiorenne. In quell’occasione i genitori lo salutavano con queste affettuose parole: “Figlio, qualsiasi cosa ti accadrà nella vita, sia che abbia successo o no, sia che diventi importante o no, che abbia salute o no, ricordati quanto tuo padre e tua madre ti amano!”. Ebbene, tutte queste dolci parole stanno racchiuse nel bacio del padre al figlio commosso.
Potenza del bacio
La forza del bacio sta nel fatto che quell’accostamento delle labbra del padre a quelle del figlio provoca una commozione così profonda che si scrive sull’anima per una vita intera!
“Il bacio di mia madre mi ha fatto pittore” diceva il grande Michelangelo Buonarroti (1475-1564).
Allora, passando all’operativo, perché nasconderci nell’armadio per dimostrare il nostro amore? I genitori che si baciano davanti ai figli emanano educazione! “Quando vi vedo innamorati, sento voglia di vivere e mi innamoro di tutto!” è la secca dichiarazione di Monica (13 anni).
I baci aggiustano i cuori. Perché, dunque, non valorizzarli come fattori educativi?
• I baci formano nel figlio gli anticorpi necessari per resistere quando il sole picchia forte e la vita mostra i denti. Poter contare sempre sul bacio dei genitori, anche dopo un deragliamento, dà pace, dà forza!
• I baci dicono ciò che sovente ci è difficile esprimere con le parole.
• I baci rasserenano, tranquillizzano, come la musica di Mozart (1756-1791) che, stando a serie ricerche, i bambini prediligono fin dal grembo materno.
Insomma i baci sono mattoni di prim’ordine nell’arte di educare. Sarebbe grave sprecarli. Eppure può succedere. Succede, ad esempio, quando diventano cascata: così eccessivi da soffocare i figli (in questo caso, anche i piccoli, giustamente, li respingono). I baci si sprecano quando sono autoreferenziali, quando cioè vengono dati non già per gratificare il figlio, il nipote, ma per soddisfare le nostre esigenze affettive. In questo caso il bacio non è per chi lo riceve, ma per chi lo dà (una sottile forma di egoismo che strumentalizza il figlio o il nipote).
Il bacio perfetto resta sempre quello del Padre della parabola: bacio che non ha altro scopo che mettere una pietra definitiva sul passato sbagliato del figlio e ridargli credito. Un simile bacio porta primavera in chi lo riceve e gli dà gioia e grinta per riprendere a vivere.
HANNO DETTO
• “La più significativa scoperta della scienza psichiatrica attuale è il potere dell’amore di proteggere e ristabilire la mente” (George Vickers, psicologo inglese).
• “Il legame mamma-bambino deve essere vissuto in ‘modo carnale’: cioè i pasti, la pulizia personale, devono essere occasioni di carezze, di abbracci, di baci” (Jacqueline Renaud, psicologa).
• “Noi scopriamo che vale la pena di vivere il giorno in cui sentiamo di essere qualcuno per qualcuno” (Giuseppe Colombero, psicologo).
(Tratto da IL BOLLETTINO SALESIANO – Autore PINO PELLEGRINO)