Marco 1, 1-8: 1 Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. 2 Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. 3 Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», 4 vi fu Giovanni che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5 Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6 Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7 E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8 Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
(Bibbia Cei: Versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Marco 1, 1-18
Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: “Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”, si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico e predicava: “Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”.
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
Nella prima domenica di avvento il Vangelo domenicale tocca il tema della parusia, nella altre tre domeniche compare sempre il motivo dell’ ”inizio” e considera l’avvento alla luce della comparsa storica di Gesù. Oggi vengono proposti i primi otto versetti del Vangelo di Marco, con la presentazione del tema del Vangelo (Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio) e dell’azione di Giovanni il Precursore.
INIZIO DEL VANGELO (1)
“Vangelo”, in greco “euanghellion” non significa “libro”, ma “buona notizia”. E con la parola ” inizio” l’autore non indica l’avvio di un libro ma intende dire: così ebbe inizio la buona novella annunziata e realizzata da Gesù, oppure che ha per oggetto e riguarda Gesù, l’azione di Dio che si fa storia e ha per protagonista Gesù. Questa “buona novella”, che nella cultura greca e semitica ricordava la buona notizia diffusa in occasione della salita al trono di un re è profetizzata da Isaia 52, 7 (come sono belli i piedi) , inizia con Giovanni e culmina con Gesù (Mc 1, 14-15), e risuona nella comunità. (Mac 13, 10)
GESU’ CRISTO, FIGLIO DI DIO (1)
Gesù è il nome proprio, con cui sarà indicato il protagonista della lieta notizia, Cristo (cristos) è la traduzione greca del termine ebraico mashiah (unto – messia). Colui di cui parlerà il Vangelo è il Messia, l’unto per eccellenza. Figlio di Dio, espressione che, sebbene manchi in certi codici, è quasi certamente genuina e non è da intendersi in modo generico, ma nel senso inteso dalla primitiva comunità cristiana, di cui qui rispecchia la professione di fede. “Gesù Cristo, Figlio di Dio” è la tesi che sarà dimostrata nel libro di Marco.
COME E’ SCRITTO (2)
Nei vangeli di Matteo (3, 3) e di Luca (3, 4) alla menzione del profeta Isaia, fatta anche da Marco, segue subito il detto del profeta (voce di uno). Il secondo evangelista vi inserisce invece una seconda profezia, che fa pensare a Esodo 23, 20 (“Ecco io mando il mio messaggero davanti a te” per custodirti nel cammino e farti entrare…) e poi richiama Malachia 3, 1 (Ecco io mando il mio messaggero a preparare la via davanti a te). Col richiamo di Esodo intende suggerire che il popolo eletto e Gesù stanno per entrare nella terra promessa, citando Malachia 3, che si riferisce al periodo della restaurazione successiva all’esilio, quando il Signore stesso, preceduto da un messaggero, avrebbe restaurato il nuovo tempio con tutta la sua gloria egli vede nel Battista il profeta Elia, tornato a preparare la via del Signore; i rabbini infatti interpretavano il testo in riferimento ad Elia, che sarebbe tornato sulla terra quale precursore. (cf Ml 3, 22-24)
VOCE DI UNO (2)
Segue la profezia di Isaia, (40, 3) citata anche dagli altri Sinottici, che rievoca il ritorno di Israele attraverso il deserto verso Gerusalemme, dopo l’editto di Ciro (538 a.C). Il testo invitava le popolazioni a rendere più agevole il sentiero in cui dovevano passare i rimpatriati, guidati da Javhè; i Rabbini e i primi cristiani riferivano la profezia all’epoca messianica.
SI PRESENTO’ GIOVANNI (4)
Giovanni “ si presentò”, “apparve”(egheneto) nella regione disabitata lungo le sponde del Giordano meridionale, chiamata “deserto” (cf Lc 7, 24), forse perché la profezia di Isaia 40, 3 parla di “araldo (uno che grida) nel deserto”. Giovanni proclama, come un “araldo” un “battesimo di conversione”, un bagno, un lavacro, che fosse il simbolo esteriore di una “conversione” (metanoia = cambiamento di mente o di giudizio).
PER IL PERDONO DEI PECCATI (4)
Si chiede di cercare tutti, senza eccezione il perdono dei propri peccati, invece di confidare nel rapporto di parentela con Abramo. Il battesimo di Giovanni non conferiva tale perdono, ma disponeva i fedeli a riceverlo, se veramente pentiti e contriti. Il perdono veniva dal battesimo “con lo Spirito Santo” cui si fa cenno nel v. 8..
ACCORREVANO A LUI (5)
Presentazione enfatica del successo ottenuto dalla predicazione di Giovanni, segno evidente dell’impressione profonda esercitata dalla sua singolare personalità. L’accentuazione: “tutta” (pasa) e “tutti” (pantes) è una caratteristica dello stile popolare, ma mette in evidenza che “tutti” in Israele sono chiamati a conversione. La Giudea è la parte meridionale della Palestina, con centro a Gerusalemme.
ERA VESTITO (6)
Giovanni indossa un vestito di peli di cammello, una sorta di tunica rozza e ruvida, molto adatta a simboleggiare la penitenza interiore, come un profeta (Zc 13, 4) e una cintura di pelle come Elia (2 Re 1, 8); si nutre di locuste e di miele selvatico, i prodotti tipici del deserto di Giuda, come un povero nomade; ancora oggi infatti i beduini mangiano le cavallette, private solo della testa, delle ali e della coda. Giovanni non impone una forma di vita ascetica, come quelli di Qumran, ma incarna in se stesso il messaggio che annunzia.
E PREDICAVA (7)
Le parole di Giovanni sono la risposta che egli dava a chi lo interrogava, credendolo il Messia. Con essa egli annunziava il Messia senza nominarlo: la “forza” (più forte di me) era infatti una delle prerogative dei tempi messianici (cf 2 Sm 22,33; Sl 7, 11) e per la stessa persona del Messia (cf Is 49, 25).
IO NON SON DEGNO (7)
Questa espressione è riferita dai 4 evangelisti e anche da At 13, 25; evidentemente doveva essere un elemento ordinario della catechesi dei primi tempi. Esalta soprattutto l’altezza morale del Cristo e della sua missione, maggiormente se si tiene conto che nessuno schiavo ebreo era costretto a sciogliere i lacci dai sandali del suo padrone.
CON ACQUA… CON LO SPIRITO SANTO (8)
Nonostante il suo valore, il battesimo di Giovanni si riduce ad essere un battesimo di “acqua”, ossia un’immersione che aiuta a far prendere coscienza fino a che punto l’uomo ha bisogno di Dio, Il battesimo di Gesù è radicalmente diverso, perché immerge l’uomo nello Spirito di Dio, che è Spirito di santità e di vita.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
GIOVANNI IL BATTEZZATORE
Il protagonista in questi primi otto versetti del Vangelo di Marco sembra Giovanni, il battezzatore. E’ il messaggero mandato a preparare la via; si presenta nel vestito e nello stile di vita degli antichi profeti; battezza nel deserto; predica la conversione; suscita una vasta reazione popolare. In realtà la figura centrale è Gesù Cristo: appare già nel primo versetto: “Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio”; è il più forte: “ dopo di me viene uno più forte di me”; è di eccezionale dignità: “io non sono degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali”, “egli vi battezzerà in Spirito Santo”, cioè vi cambierà il cuore dal di dentro. La figura centrale è Gesù Cristo: questo è il lieto annunzio, la buona notizia. Giovanni è la controfigura che mette in risalto la figura di Cristo, presente al centro della vicenda umana. (Giovanni Nervo)
TRA L’ANTICO E IL NUOVO TESTAMENTO
Secondo tutti i vangeli il Battista si pone nell’articolazione tra l’AT e il NT, tra i vecchi e i nuovi tempi. Egli, ultimo dei profeti veterotestamentari, ha la missione di “preparare al Signore un popolo ben disposto” (Lc 1, 17) e di “rendere testimonianza alla luce (Cristo), perché tutti credano per mezzo di lui” (Gv 1, 7). La testimonianza a Cristo-luce e la predicazione volta a suscitare nell’uomo la disponibilità a Dio fanno del Battista il profeta che chiama a Cristo, il quale anche in questo avvento viene. Nel nostro tempo privo di profeti, dalla pagina del vangelo ci viene incontro una voce di profeta. (Mario Masini)
MESSAGGERO
“Ecco manderò il mio messaggero davanti a te” “ Abbi rispetto della sua presenza, ascolta la sua voce e non ribellarti a lui” Es 23, 21) La strada per la quale Dio viene è la stessa che dobbiamo percorrere anche noi! Preparare la venuta del Signore significa dunque appianare la strada per la quale abbiamo da camminare, e cioè raddrizzar e i nostri sentieri e seguire quella pedagogia dell’esodo con la quale Dio preparò il suo popolo all’ingresso in terra promessa, pedagogia che dura tutta la vita (i quarant’anni del deserto sono i quarant’anni di una generazione) e si chiama “conversione” E di fatto questo forma il centro della predicazione di Giovanni Battista.(Daniel Attinger)
Giovanni Battista è un profeta: il suo vestito e la dieta che egli segue lo fanno rassomigliare al profeta Elia (cf 2 Re 1,8) che vestiva come lui ed errò nel deserto mangiando il cibo dei nomadi (cfr Gn 43,11) Il Battista assume in sé tutta l’attesa veterotestamentaria, che tendeva essenzialmente a Gesù Cristo, il più forte. La conversione da una vita di peccato, predicata da Giovanni, è non soltanto l’abbandono di una vita moralmente disonesta, ma soprattutto apertura al Salvatore, che viene portando con sé il dono dello Spirito di Dio, che egli vuole effondere su di noi mediante un battesimo o una nostra immersione nella potenza divina. (Antonio Bonora)
UNA VOCE NEL DESERTO
La voce di Giovanni risuona nel “deserto”, ossia dove non c’è vita, non c’è attesa di salvezza, speranza di liberazione, ma opacità, sterilità, assenza di terreno fecondo. Così è il nostro mondo! Eppure, comunque sia il nostro mondo, c’è Dio che ci viene incontro in Gesù Cristo: egli ci ama anche se non lo meritiamo, egli ha fiducia in noi, anche se noi non abbiamo fiducia in lui, egli vuole la nostra salvezza anche se noi non attendiamo nessuna salvezza. Non possiamo eliminarlo dalla nostra vita, ma possiamo reagire come un “deserto”, cioè fare come se lui non ci fosse. Allora restiamo soli se siamo soli, restiamo egoisti se siamo egoisti, non guariamo dalle nostre malattie se siamo malati, non usciamo da noi stessi e non cambiamo il mondo. Se lui viene in mezzo a noi e noi lo accogliamo, allora anche il deserto ritorna a fiorire e portare frutto. (Antonio Bonora)
IL PIU’ FORTE
La predicazione del Battista si esprime e si concentra in una sola parola: “ Viene”. Attorno a questo verbo si configurano i tratti di Gesù. Egli viene “dopo” il Battista, ma è “più forte” di lui; è “il più forte che vince” la potenza del maligno (cf Lc 11, 22), perché “viene con la potenza di Dio”. “ Viene dopo” il Battista, ma “gli passa avanti” (Gv 1, 15) perché è il Signore del quale egli è il piccolissimo servo, immeritevole persino del più umile dei servizi. La superiorità di Gesù si commisura su quella del suo battesimo, il quale è tanto maggiore di quello di Giovanni, quanto lo “Spirito Santo” è superiore all’”acqua”. (Mario Masini)
INVITO ALLA CONVERSIONE
In ebraico, conversione si dice “teshuvah”, parola che significa “ritorno”. E’ proprio questa l’opera da compiere prima della venuta del Signore. “ Farò tornare i cuori dei vostri padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri (Ml 3, 24). Vale a dire che non ci può essere una riconciliazione con Dio senza una riconciliazione tra gli uomini Anche Gesù ricorderà questa esigenza della riconciliazione umana per una vera conversione a Dio (Mt 5, 23). In greco invece si parla di “metanoia” che contiene l’idea di un cambiamento del “nous”, cioè della ragione, dell’intelligenza, quell’organo attraverso il quale l’uomo conosce se stesso, gli altri e il mondo e prende le sue decisioni. Convertirsi è quindi non guardare più a partire da sé, ma con gli occhi di Dio stesso, immettendosi nella nuova strada dove non più l’io, ma Dio, è il centro. E’ ovvio che tale cambiamento non appartiene alle capacità umane. Solo Dio può fare questo.
INCOMPRENSIONE
I discepoli del Battista, dalle sue scarne parole, probabilmente non hanno capito molto dell’identità del messia che stava per venire, ma forse si sono convinti che dovevano porsi in atteggiamenti di umile attesa. E’ il primo e sostanziale sentimento che viene suggerito anche a noi nel periodo di avvento. Anche per noi la presenza di Dio e la sua azione nella storia rimangono mistero. Il Signore non ci chiede di capire, ma di fidarci di lui, soprattutto di fronte ad alcuni drammi della storia personale (malattia, sofferenze psicologiche, delusioni, tradimenti, abbandoni..) e anche della storia del mondo, quali il problema del male che penetra insensibilmente e avvelena le relazioni tra individui, tra famiglie e tra popoli. Naturalmente il fidarsi in Dio non deve mai essere confuso con la passività. Fidarsi di Dio significa invece credere totalmente che le strade da lui scelte sono le uniche giuste e vere e perciò devono essere imboccate anche da noi. (Giuseppe Pasini)
UNA STRADA NEL CUORE
Il precursore di Cristo, “la voce di colui che grida nel deserto”, predica dunque nel deserto dell`anima che non ha pace. E non solo allora, ma anche oggi “è una lampada ardente e brillante” (Gv 5,35), che viene per prima “e annunzia il battesimo della penitenza per la remissione dei peccati”. Poi viene “la luce vera” (Gv 1,9), quando la lampada stessa dice: “è necessario che egli cresca e io diminuisca” (Gv 3,30). La parola di Dio è proferita dunque “nel deserto, e si diffonde in tutta la regione circostante il Giordano”. Quali altri luoghi avrebbe dovuto infatti percorrere il Battista, se non i dintorni del Giordano, per spingere al lavacro dell`acqua tutti coloro che volevano fare penitenza?… Troviamo nel profeta Isaia il passo dell`Antico Testamento or ora citato: “Voce di colui che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” (Is 40,3). Il Signore vuol trovare in voi una strada per poter entrare nelle vostre anime e compiere il suo viaggio: preparate dunque per lui la strada di cui sta scritto: «raddrizzate i suoi sentieri». «Voce di colui che grida nel deserto». C`è dunque una voce che grida: “Preparate la via”. Dapprima infatti è la voce che giunge alle orecchie; poi, dopo la voce, o meglio insieme con la voce, è la parola che penetra nell`udito. E` in questo senso che Giovanni ha annunziato il Cristo. Vediamo dunque ciò che annunzia la voce a proposito della parola. Essa dice: «Preparate la via al Signore». Quale strada dobbiamo noi preparare al Signore? Si tratta di una strada materiale? La parola di Dio può forse seguire una simile strada? O non bisogna invece preparare al Signore una via interiore, e disporre nel nostro cuore delle strade dritte e spianate? E` attraverso questa via che è entrato il Verbo di Dio, che prende il suo posto nel cuore umano capace di accoglierlo. Grande è il cuore dell`uomo, spazioso, capace, sempreché sia puro. Vuoi conoscere la sua grandezza e la sua ampiezza? Osserva l`estensione delle conoscenze divine che esso contiene. E` esso che dice: “Egli mi ha dato una vera conoscenza di ciò che è; egli mi ha fatto conoscere la struttura del mondo, le proprietà degli elementi, l`inizio, la fine e lo svolgersi dei tempi, il cambiamento delle stagioni, la successione dei mesi, il ciclo degli anni, la posizione degli astri, la natura degli animali, la furia delle belve, la violenza degli spiriti e i pensieri degli uomini, le varietà degli alberi e la potenza delle radici” (Sap 7,17-20). Vedi dunque che non è affatto piccolo il cuore dell`uomo che abbraccia tutte queste cose. Devi intendere questa grandezza, non secondo le sue dimensioni fisiche, ma secondo la potenza del suo pensiero, che è capace di abbracciare la conoscenza di tante verità…..Non è piccolo il cuore dell`uomo se può contenere tanto. E se non è piccolo, dato che contiene tante cose, si può benissimo in esso preparare il cammino del Signore, e tracciare un dritto sentiero in modo che il Verbo e la Sapienza di Dio possano entrarvi. Preparate una strada al Signore osservando una condotta onesta, spianate i sentieri con opere degne, in modo che il Verbo di Dio cammini in voi senza incontrare ostacoli e vi dia la conoscenza dei suoi misteri e del suo avvento, egli “cui appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen”. (1Pt 4,11). (Origene, Evang. Luc., 21, 2, 27)
RADDRIZZARE I SENTIERI DELL’ANIMA
Frattanto ascoltiamo tuttavia ciò che ci grida la voce del Verbo affinché‚ un giorno possiamo progredire dalla voce al Verbo stesso: “Preparate la via del Signore”, dice, “raddrizzate i suoi sentieri” (Mc 1,3; Is 40,3). Prepara la via colui che corregge la sua vita; raddrizza il sentiero chi mena un genere di vita più stretto. Chiaramente una vita corretta è la via dritta attraverso la quale il Signore potrà venire a noi, lui che in ciò ci previene, giacché‚ è il Signore che dirige i passi dell`uomo (cf. Sal 37,23); per questo fatto, la sua via gli piace talmente che la prende volentieri per venire all`uomo e al cui fianco camminare costantemente. Se lui che è la via, verità e vita (cf. Gv 14,6) non prepara lui stesso il suo avvento verso di noi è impensabile poter correggere la nostra via secondo la regola della verità e tantomeno quindi poterla indirizzare verso la vita eterna. Invero, come un giovane potrà correggere la sua via se non custodendo le parole (cf. Sal 119,9) e seguendo le orme di Colui che si è fatto egli stesso via per la quale andremo a lui? O Signore, possano le mie vie essere dirette in modo da custodire le tue vie (cf. Sal 119,5); acciocché io custodisca, a causa delle parole delle tue labbra, anche le vie dure! Sebbene esse appaiano dure alla carne, la quale è inferma, appaiono soavi e belle allo spirito, se è pronto. Le sue vie, dice la Scrittura, sono deliziose e tutti i suoi sentieri sono pacifici (cf. Pr 3,17). E le vie della Sapienza non solo sono pacificate, ma pacifiche; poiché quando il Signore si compiace della via seguita da un uomo, riconcilia a sé anche i suoi nemici (cf. Pr 16,7). Se Israele, dice il Signore, avesse camminato per le mie vie, avrei annientato i suoi nemici e avrei portato la mia mano contro i suoi vessatori (cf. Sal 81,15). Perché infatti l`afflizione e l`infelicità sono sulle loro vie, se non perché essi hanno misconosciuto la via della pace? (cf. Sal 14,3). (Guerric d`Igny, Sermo IV de Adv.)
IL BATTESIMO DI GIOVANNI E QUELLO DI GESU’
Il battesimo annunziato da Giovanni già allora sollevò una disputa proposta dallo stesso Signore ai farisei: se fosse un battesimo celeste oppure terreno, ma sul quale essi non valsero a dare una risposta, poiché non poterono né capire, né credere, noi invece, per quanto siamo di poca fede, ed abbiamo poca intelligenza: possiamo giudicare che quel battesimo fosse divino, in verità, tuttavia, per comando e non per potere, poiché leggiamo che Giovanni fu inviato dal Signore per questo ministero, pur essendo uomo secondo la condizione di tutti gli altri. Niente, pertanto, di celeste amministrava, ma in luogo dei celesti amministrava, essendo, cioè, preposto alla penitenza, che è nella volontà dell`uomo. Infine, i dottori della legge e i farisei, che non vollero credere, non vollero nemmeno entrare nello spirito di penitenza. Che se la penitenza è cosa umana è necessario anche che il battesimo sia stato di quella stessa condizione: oppure darebbe anche lo Spirito Santo e la remissione dei peccati se fosse stato celeste. Ma né i peccati rimette né perdona all`anima, se non Dio. Anche lo stesso Signore disse che non sarebbe disceso lo Spirito se egli stesso non ritornava al Padre. Così il discepolo [Giovanni] non potrebbe amministrare (il Battesimo) poiché il Signore non lo conferiva ancora. Inoltre, negli “Atti degli Apostoli” troviamo che poiché avevano il battesimo di Giovanni non avevano ricevuto lo Spirito Santo che neppure conoscevano. Dunque, non era celeste, ciò che non conferiva doni celesti, e quello che di celeste era presente in Giovanni, come lo spirito di profezia, dopo il conferimento sul Signore di tutto lo Spirito, venne meno fino a tal punto, che colui che aveva annunziato alla folla [nel Giordano], colui che aveva indicato che veniva, in seguito, se fosse egli stesso, avrebbe cercato di saperlo. Si trattava, infatti, di un battesimo di penitenza come preparazione della remissione e della santificazione che sarebbero venute col Cristo. Infatti, ciò che leggiamo: “Predicava un battesimo di penitenza per la remissione dei peccati” (cf. Mt 11,10) era annunciato per la futura remissione, perchè la penitenza precede, la remissione segue, e questo significa preparare la via, chi, invero, prepara non perfeziona egli stesso ciò, ma lo dà da perfezionare agli altri. Egli stesso proclama che non sono suoi i doni celesti ma del Cristo, quando dice: Chi ha origine dalla terra, parla di cose terrene, chi viene dall`alto è superiore a tutti parimenti battezzarsi solo nella penitenza, [è sapere] che verrà qualcuno fra non molto che battezzerà nello spirito e nel fuoco, poiché‚ la vera e duratura fede sarà battezzata nell`acqua per la salvezza, ma la fede simulata e debole è battezzata nel fuoco per il giudizio. (Tertulliano, De Baptismo, 10, 1-7)
PREGHIERA (pregare la parola)
•O Dio, Padre di ogni consolazione, che agli uomini pellegrini nel tempo hai promesso terra nuova e cieli nuovi, parla oggi al cuore del tuo popolo, perché in purezza di fede e santità di vita possa camminare verso il giorno in cui manifesterai pienamente la gloria del tuo nome. (Colletta alternativa 2 Avvento B)
•Dio grande e misericordioso, fa che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio, ma la sapienza che viene dal cielo ci guidi alla comunione con il Cristo, nostro Salvatore. (Colletta 2 Avvento B)
•La sua salvezza è vicina a chi lo teme e la sua gloria abiterà la nostra terra. Misericordia e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo. Quando il Signore elargirà il suo bene, la nostra terra darà il suo frutto. Davanti a lui camminerà la giustizia e sulla via dei suoi passi la salvezza (Dal Salmo 85)
•Ecco ci lasciamo alle spalle il rumore e gli affanni, le immagini opache di false illusioni, gli idoli vani, gli amori sciupati, le attese incompiute e deluse. Tu, Dio, ci chiami all’incontro. La “voce” ci guida laddove tu hai piantato una nuova speranza, una gioia, una luce che sorge per noi. Attiraci a te: come popolo che vaga smarrito in cerca di un lembo di pace, ci lasciamo condurre dal grido che s’alza dall’arida terra. E’ finita la nostra schiavitù. Ecco il nostro Dio”.
•Sei tu la parola di fuoco, mandata dall’alto che sciogli le asprezze del male. Il sentiero del cuore del Padre non ha incrinature: è uno sguardo diritto, è uno sguardo d’amore. Sei tu che prepari la via, che abbatti i monti del male e dell’odio, che colmi le valli delle nostre omissioni, distendi le ripide vie della vana superbia. Sei tu che spiani le alte montagne, le rupi perenni che i nostri passi non sanno affrontare. Su questa mia povera terra prepari una strada appianata, perché sia più facile al cuore vedere i tuoi occhi, limpido specchio dell’amore del Padre.
•Quale potenza? Guarda: è stupore divino. E’ la mitezza di te che prendi pian piano le pecore madri, vai in cerca di chi si è smarrito, sorridi felice a chi ti è vicino. La tua potenza: umiltà di Betlemme, fragilità e tenerezza di un bimbo, di colui che è annunziato il più forte, il più grande dei re della terra, che viene a salvare col soffio amoroso e potente di Spirito Santo.
•Ti confessiamo, Signore, la nostra impotenza, deponiamo nell’acqua della tua misericordia, i nostri peccati, perché, fatti nuovi nel Battesimo di Spirito Santo, fuoco d’amore, siamo pronti all’incontro e all’annunzio.
•Sia la mia vita in quest’oggi di grazia un altro monte di gioia che gridi la lieta notizia del tuo venire. Sia trasparenza della tua parola che risuoni al mio cuore e al cuore del mondo di ognuno dei miei fratelli: “Siate consolati, siete consolati!” Perché il cuore di Dio per noi è una carezza alle nostre infermità, un braccio potente che ci raccoglie nel regno della pace.
•Siamo noi la tua voce, Signore, noi che abbiamo raccolto l’annunzio,noi immersi nel fuoco dello Spirito Santo, noi tuo popolo scelto, terra purificata dal sangue di Cristo, che canta con gioia la nostra salvezza.
•Se ai tuoi occhi il mio oggi è mille anni, è perché tu attendi, o Signore, nel paziente tuo amore la mia carne malata, finché tutto risani e con me ogni carne che soffre. Non tardare l’incontro, ma affretta il venire. Il tuo Spirito Santo ci vesta del cuore di Cristo, in pietà e santità. Quando lui tornerà, troverà i suoi figli uniti nel bene e per tutti sarà il giorno nuovo: la nuova terra del nostro amarci, il nuovo cielo del nostro incontrarci.
•Il battesimo che ci hai dato in dono, ravvivi, Signore la consapevolezza di essere figli amati e chiamati a portare nel mondo il lieto annunzio.
•Sorga, o Padre, nel cuore di ogni uomo la speranza come nuova terra e nuovo cielo in cui la giustizia e la pace regnino per il bene di ogni creatura. (Preghiere di suore di un monastero di clarisse)
•Aiutaci, o Signore, a preparare la venuta del tuo Figlio. Purifica la nostra coscienza. Libera il nostro cuore dalla superbia, da ogni sentimento di rancore, da ogni sete di vanagloria. Rendici santi e irreprensibili davanti a te, affinché siamo pronti ad accogliere il tuo Figlio. (Charles Berthes)
•Terra d’avvento, Vergine Maria, grembo tu sei del grembo di ogni cosa, donna che tutto ricevi e tutto dai, Madre in cui inizia l’alba della Gloria…In te dimora la tenerezza del Dio tre volte Santo, in te ci è dato il segno della speranza, più forte della morte, in te il riflesso dolce dell’amore, cui solo ognuno può affidare il cuore. (B. Forte)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della Parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Viviamo nella speranza e diventiamo seminatori di speranza.