Luca 1,1-4 4,14-21: 1 Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, 2 come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, 3 così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, 4 in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. 14 In quel tempo Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15 Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.16 Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: 18 lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, 19 a proclamare l’anno di grazia del Signore. 20 Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. 21 Allora cominciò a dire loro: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”.
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Luca 1,1-4 4,14-21
Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch`io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l`unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore. Poi arrotolò il volume, lo consegnò all`inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi.
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
La pericope odierna si compone di due brani del Vangelo di Luca, tra loro ben diversi. Il primo è costituito dal prologo del Vangelo (1, 1-4), in cui l’Evangelista garantisce la solidità storica e le fonti ecclesiali di quanto scrive su Gesù; il secondo (4, 421) riferisce la prima parte della pericope di Nazaret (la seconda metà sarà riferita nella 4° domenica durante l’anno), che assume un carattere programmatico, grazie al contesto in cui Luca la inserisce, dopo il battesimo (3, 21-22), la genealogia ascendente (23-38) che collega Gesù ad Adamo, e la tentazione che il nuovo Adamo affronta nel deserto (4, 1-12). Il ministero pubblico di Gesù ha inizio emblematicamente a Nazaret.
MOLTI HAN POSTO MANO (1,1)
Luca si presenta subito come una persona che riferisce fatti accaduti, e in quest’opera non si sente solo, né vuole dichiarasi il primo, ma dice di inserirsi in una tradizione precedete che fa capo agli Apostoli e, attraverso essi, a Cristo. Gli “avvenimenti “successi tra noi” sono i fatti della vita di Gesù.
MINISTRI DELLA PAROLA (2)
I “ministri della parola” sono i testimoni degli avvenimenti, dei quali sono stati non padroni, ma servi, “ministri”. E sono stati “molti”, nel senso di parecchi. Quanto a queste testimonianze possiamo pensare almeno ad un racconto completo, al Vangelo di Marco, a due o tre raccolte di sentenze e a molteplici tradizioni orali.
RICERCHE ACCURATE (3)
Luca ha indagato, seguendo passo passo le notizie offerte dalla tradizione, vagliando scrupolosamente, scegliendo oculatamente e componendo ordinatamente. (“un resoconto ordinato”)
Pensare a Luca come ad uno storico nel senso attuale è un errore, perché gli storici allora sapevano che l’interpretazione dei fatti era essenziale alla loro opera e perché si presenta come storico evangelista. Egli è uno storico della storia della salvezza.
ILLUSTRE TEOFILO (3)
La persona cui è indirizzato il Vangelo è probabilmente un personaggio importante, un amico, forse un protettore. Luca lo invita a verificare la solidità di quanto scrive.
GESU’ RITORNO’ IN GALILEA (4, 14)
La nostra pericope salta al capitolo quarto, all’inizio del ministero pubblico di Gesù. Luca, parlando della visita di Gesù a Nazaret, che Marco pone al capitolo 6, schematizza i rapporti di Gesù con il suo popolo, riunendo in uno solo due episodi, accaduti in tempi diversi e prolunga il dialogo fino al tentativo di uccidere Gesù. Inoltre pone l’inizio della predicazione a Nazaret, mentre Matteo la pone a Cafarnao. La scelta di Luca è fatta per offrirci un esempio completo di predicazione di Gesù, i cui temi di fondo vede ottimamente sintetizzati nella profezia di Isaia 61, 1-2. Nella scelta di Luca notiamo che Gesù all’inizio non fa cenno al Regno, che invece secondo Marco (1, 14-15) è l’annunzio che inaugura il suo ministero “ Il tempo è compiuto. Il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete nel Vangelo”. Questa scelta non ha trovato ancora tra gli studiosi una spiegazione omogenea. Forse quella più logica è che Luca ha spostato l’accento dal Regno a Gesù e allo Spirito.
CON LA POTENZA DELLO SPIRITO (14)
Gesù riceve lo Spirito nel Battesimo al Giordano (3, 22). L’azione dello Spirito è ribadita all’inizio del racconto della tentazione (4, 1). Ed è lo Spirito che guida Gesù nella sua azione ed è “sopra” di Lui, secondo l’asserzione di Isaia (4, 18).
INSEGNAVA NELLE SINAGOGHE (14)
A differenza di Giovanni che predica nel deserto, Gesù va dove il popolo si raduna, ascolta e medita la parola. Ciò dimostra la continuità del piano di Dio, con l’Antica alleanza.
SI ALZO’ A LEGGERE (16)
Dopo le significative annotazione: “di sabato” e “secondo il solito”, Luca, presenta Gesù che legge e spiega le Scritture. Nelle sinagoghe si era soliti leggere di sabato un brano storico ed uno profetico e un fedele poteva commentare la Scrittura. In questa circostanza tutti sono d’accordo che sia Gesù a commentarla, data la fama che già lo circondava.
LO SPIRITO DEL SIGNORE (18)
Il testo che Gesù legge è tratto dal profeta di Isaia 61, che dichiara di aver ricevuto un messaggio di consolazione da trasmettere ad un popolo di derelitti e sbandati, esiliati in Babilonia. Tale annunzio, data la situazione, non poteva venire da un uomo, ma da un’investitura messianica del profeta (“ unzione”) e con la forza divina del suo “spirito”, e si fonda su una missione di Dio. Destinatari del messaggio sono i “miseri”, gli uomini dal “cuore spezzato”, cioè “ i prigionieri”, gli schiavi”. Per loro si apre una prospettiva di liberazione, un “condono dei debiti”, come avveniva nel grande giubileo, nell’”anno di grazia” del Signore (Lev 25). Il testo è un po’ ritoccato da Luca. Questa profezia, anche se legata ad una situazione storica, va ben al di là di essa, e fa pensare ad ogni condizione di sofferenza, oppressione e povertà, in cui può trovarsi la vita umana.
POI ARROTOLO’ IL VOLUME (20)
Gesù arrotola il volume e si mette a sedere come facevano i maestri. “Gli occhi fissi “ descrivono la situazione liturgico-rituale entro cui Gesù sta per pronunziare il suo discorso. I presenti attendono che Gesù spieghi dove e quando si avvera la profezia.
OGGI SI E’ COMPIUTA (21)
Gesù asserisce che le parole del profeta giungono al compimento “oggi”. “Oggi” è cronologicamente il momento in cui parla Gesù, ma evoca il momento decisivo e presente della salvezza. “Oggi” tutto quanto detto da Isaia non è più attesa; si attua “oggi” l’unzione, la missione messianica, profetica e sacerdotale conferita all’Unto, l’annunzio della salvezza ai poveri, il condono generale ai prigionieri. E tutto ciò è realtà in Gesù. Forse nell’economia del Vangelo di Luca questo discorso svolge il compito che in Matteo ha il discorso della montagna: è la magna carta, il programma essenziale del suo ministero.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
MOLTI HANNO TENTATO
“Perché molti hanno tentato di comporre una narrazione” (Lc 1,1). Queste parole «hanno tentato» contengono implicitamente un`accusa contro coloro i quali, senza la grazia dello Spirito Santo, si sono gettati nella redazione dei Vangeli. Non v`è dubbio che Matteo, Marco, Giovanni e Luca non hanno affatto «tentato» di scrivere, ma, ricolmi di Spirito Santo, hanno scritto i Vangeli. “Molti hanno tentato di comporre una narrazione di questi avvenimenti che sono a noi perfettamente noti” (Lc 1,1). La Chiesa possiede quattro Vangeli, gli eretici moltissimi. (Origene, Luc., 1)
ANNUNZIO TRAMANDATO
“Come ce li hanno tramandati coloro che all`inizio videro e furono poi ministri della Parola” (Lc 1,2). Nell`Esodo sta scritto: “Il popolo vedeva la voce del Signore” (Es 20,18). Certamente a voce si ascolta piuttosto che vederla, ma così sta scritto per farci capire che vedere la voce di Dio significa possedere altri occhi, che permettono di vedere a coloro che lo meritano. Senza dubbio nel Vangelo non è la voce che si vede, ma la Parola, che è superiore alla voce. Per questo dice ora: «Come ce li hanno tramandati coloro che all`inizio videro e poi sono divenuti ministri della Parola». Gli apostoli hanno visto la Parola, non perché hanno visto il corpo del Signore e Salvatore, ma perché hanno visto il Verbo. Se, infatti, aver visto Gesú con gli occhi del corpo fosse lo stesso che aver visto la Parola di Dio, in questo caso Pilato, che condannò Gesú, avrebbe visto il Verbo, come anche lo avrebbero visto il traditore Giuda e tutti coloro che gridavano: “Crocifiggilo, crocifiggilo, fallo sparire dalla terra” (Gv 19,15). Lungi da me ammettere che qualsiasi infedele abbia potuto vedere il Verbo di Dio. Vedere il Verbo di Dio è ciò che dice il Salvatore stesso: “Chi ha visto me, ha visto anche il Padre che mi ha mandato” (Gv 14,9). (Origene, In Luc., 1)
MINISTRI DELLA PAROLA
«Come ce li hanno tramandati coloro che all`inizio videro e sono divenuti poi ministri della Parola». Le parole di Luca ci insegnano implicitamente che lo scopo di una dottrina può essere la conoscenza della dottrina stessa, e che c`è invece un`altra dottrina il cui scopo consiste nelle opere che la mettono in pratica. Ad esempio: la scienza della geometria ha per scopo soltanto la conoscenza e la dottrina; diversa è la scienza il cui fine esige la pratica, come la medicina. In questo caso io debbo conoscere i metodi e principi della medicina, non diversa è la scienza il cui fine esige la pratica, come la medicina. In questo caso io debbo conoscere i metodi e principi della medicina, non soltanto per conoscere ciò che debbo fare, ma anche per fare: cioè per curare una piaga, per prescrivere una dieta rigorosamente misurata, per valutare il grado della febbre secondo il pulsare delle vene, per moderare e ridurre con periodiche cure l`abbondanza degli umori. Chi sa soltanto queste cose e non le mette in pratica possiederà una scienza inutile. C`è pertanto un analogo rapporto tra la scienza della medicina e le opere, come tra la conoscenza della Parola e il suo ministero. Per questo sta scritto: «Come ce li hanno tramandati coloro che all`inizio videro e poi divennero ministri della Parola». Dicendo «videro» significa la conoscenza e la dottrina, e dicendo «divennero ministri» ci fa conoscere che hanno compiuto le opere. (Origene, In Luc., 1)
LUCA HA INVESTIGATO
“E` sembrato anche a me, investigata accuratamente ogni cosa fin dal principio…” (Lc 1,3). Insiste e ripete che tutto ciò che si appresta a scrivere non l`ha conosciuto per sentito dire, ma che ha investigato ogni cosa fin dall`origine. Per questo giustamente anche l`Apostolo lo loda dicendo: “La cui lode per quanto riguarda il Vangelo è diffusa in tutte le Chiese” (2Cor 8,18). Non dice cosí di nessun altro, lo dice solo a proposito di Luca.”E` sembrato anche a me, investigata accuratamente ogni cosa fin dal principio, di scrivere per te ordinatamente, ottimo Teofilo” (Lc 1,3). (Origene, In Luc., 32, 2-6)
HA SCRITTO PER I “TEOFILI”
Qualcuno può credere che il Vangelo sia stato scritto per un certo Teofilo. Tutti voi che ascoltate le nostre parole, se siete uomini tali da essere amati da Dio, siete anche voi Teofili, e per voi il Vangelo è scritto…Cosí audacemente direi che chi è Teofilo è forte, perché deriva la sua forza e il suo vigore tanto da Dio quanto dalla sua Parola, per cui è capace di conoscere «la verità delle parole nelle quali è ammaestrato» comprendendo le parole del Vangelo nel Cristo. (Origene, In Luc., 1)
STRUMENTI PER TRASMETTERE LA PAROLA
Quando tu leggi: «E insegnava nelle loro sinagoghe e tutti celebravano le sue lodi», stai attento a non credere che soltanto quelli siano stati felici, mentre tu sei stato privato del suo insegnamento. Se la Scrittura è la verità, Dio non ha parlato soltanto allora nelle assemblee giudee, ma anche oggi parla in questa nostra assemblea; e non soltanto qui, nella nostra Chiesa, ma anche in altri consessi e in tutto il mondo Gesú insegna, cercando gli strumenti per trasmettere il suo insegnamento. Pregate dunque affinché egli trovi anche in me uno strumento idoneo e ben disposto a parlare di lui. Cosí, come Dio onnipotente, cercando dei profeti, al tempo in cui gli uomini avevano bisogno delle profezie, trovò per esempio Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele; del pari Gesú cerca strumenti con cui trasmettere la sua Parola, e ammaestrare i popoli nelle loro sinagoghe ed essere glorificato da tutti. (Origene, In Luc., 32, 2-6)
GESU’ TROVO’ UN PASSO DI ISAIA
“Poi venne a Nazaret, ove era stato allevato, entrò, secondo il costume, nel giorno di sabato nella sinagoga e si alzò per fare la lettura. Gli fu dato il libro del profeta Isaia, e, sfogliando il libro, trovò il passo in cui era scritto: lo Spirito del Signore è su di me, per questo mi ha unto” (Lc 4,16-18). Non è per caso, ma per intervento della provvidenza di Dio, che Gesú sfoglia il libro e trova nel testo il capitolo che profetizzava a suo riguardo. Se sta scritto infatti che «nessun uccello cade nella rete senza la volontà del Padre»; e se «i capelli della testa» degli apostoli “sono tutti contati” (Lc 12,6-7), sarebbe forse un effetto del caso che quella scelta sia caduta proprio sul libro di Isaia e non su un altro, e il passo da leggere sia stato non un altro, ma questo che esprime il mistero del Cristo: «Lo Spirito del Signore è su di me, per questo egli mi ha unto»? E` infatti Cristo che commenta questo testo e bisogna quindi pensare che niente sia avvenuto secondo il gioco del caso o della fantasia, ma tutto si svolse secondo il disegno della provvidenza di Dio. (Origene, In Luc., 32, 2-6)
GLI OCCHI RIVOLTI SU DI LUI
Gesù, dopo aver letto, ripiegandolo, restituì il libro al ministro e si pose a sedere. E gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi in lui”. Anche ora, se lo volete,..in questa nostra assemblea, gli occhi vostri possono fissare il Salvatore. Quando voi riuscirete a rivolgere lo sguardo più profondo del vostro cuore verso la contemplazione della Sapienza, della Verità del Figlio unico di Dio, allora i vostri occhi vedranno Gesù. Felice assemblea quella di cui la Scrittura testimonia che “gli occhi di tutti erano fissi su di lui”. Come desidererei che questa nostra assemblea potesse ricevere una simile testimonianza, cioè che tutti voi….
aveste gli occhi, non gli occhi del corpo, ma quelli dell’anima, rivolti a guardare Gesù. Quando voi vi volgerete verso di lui, dalla sua luce e dal suo volto i vostri cuori verranno fatti più chiari e potrete dire: “ Impressa su di noi è la luce del tuo volto, o Signore” (Sl 4, 7), “ “cui appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli, Amen” (1 Pt 4, 11) (Origene: commento al Vangelo di Luca)
QUEL PASSO PREANNUNZIAVA GESU
Consideriamo il senso delle parole del Profeta e, dopo, l`applicazione che di esse fa Gesú a proprio riguardo nella sinagoga. Dice: “Mi ha inviato a portare la buona novella ai poveri” (Lc 4,18). I poveri raffigurano i Gentili. Infatti essi erano poveri, dato che non possedevano assolutamente niente, né Dio, né la legge, né i profeti, né la giustizia, né le altre virtù. Per quel motivo Dio lo ha inviato come messaggero presso i poveri? “Per annunziare agli schiavi la liberazione”. Noi fummo prigionieri, e per tanti anni Satana ci ha tenuti incatenati, schiavi e soggetti a sé; è venuto Gesú «ad annunziare la liberazione ai prigionieri “e a dare ai ciechi la vista”». E` appunto per la sua parola, e per la predicazione della sua dottrina, che i ciechi vedono. Il termine «predicazione» va logicamente riferito apò koinoù non soltanto «ai prigionieri», ma anche «ai ciechi». “E a restituire la libertà agli oppressi” (Lc 4,18). C`è un essere piú oppresso e piú mortificato dell`uomo, che da Gesú è stato liberato e guarito? (Origene, In Luc., 32, 2-6)
MISSIONE DI GESU
“A proclamare l`anno di grazia del Signore” (Lc 4,19; Is 61,2). Secondo una pura e semplice interpretazione letterale, alcuni intendono che il Salvatore ha annunziato il vangelo in Giudea durante un anno, e che questo è il significato della frase: «proclamare l`anno di grazia del Signore “e il giorno della ricompensa”». Ma forse la Santa Scrittura nella frase «proclamare l`anno del Signore» ha voluto nascondere un mistero. Diversi saranno i giorni futuri, non paragonabili a quelli che vediamo oggi nel mondo; ed anche i mesi saranno diversi e diverso il calendario. Se dunque i tempi saranno tutti rinnovati, nuovo sarà nel futuro l`anno del Signore portatore di grazia. Queste cose ci sono state annunziate affinché, dopo essere passati dalla cecità alla chiara visione e dalla schiavitú alla libertà, guariti dalle nostre molteplici ferite, noi perveniamo «all`anno di grazia del Signore». (Origene, In Luc., 32, 2-)
CONSACRAZIONE
La consacrazione a una missione avveniva con un’unzione. Infatti, l’olio simbolicamente rappresentava l’irradiarsi della forza divina nell’eletto, proprio come penetrava nella pelle, rinvigorendo i muscoli e tonificando le membra. È per questo che l’unzione faceva parte del rituale di consacrazione dei re: si pensi a Saul e Davide, “unti “ da Samuele e sovrani d’Israele. La parola « unto », in ebraico mashiah, diverrà il nostro termine « messia » tradotto in greco con « Cristo »: al « messia » re, un consacrato, spesso infedele, si sostituirà il « Messia » perfetto, re e profeta salvatore. (G. Franco Ravasi)
GESU “UNTO”
Anche Gesù si considera un « unto » dello Spirito ed è per questo che il titolo di Messia gli sarà riconosciuto da Pietro: « Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente » (Matteo 16,16). Lo stesso Pietro ripeterà al centurione romano Cornelio: « Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret » (Atti 10,38). Anche i cristiani sono « unti » da Dio: « È Dio stesso che ci conferma e ci ha conferito l’unzione, impresso il sigillo e dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori » (2Corinzi,1,21-22). (G. Franco Ravasi)
OGGI LA SCRITTURA SI COMPIE
L’annuncio, quello di Gesù e degli apostoli, è questo: la speranza riceve finalmente una risposta, non è più tempo di aspettare, perché oggi la Scrittura si compie. Rivelazione incredibile e sorprendente, questo “oggi” mette in crisi tutto e non consente più alcun rimando, non permette più alcun indugio. Bisogna decidersi. Ma prima di decidersi occorre lasciarsi affascinare e stupire dalla bellezza gioiosa di quanto è contenuto nell’annuncio: la buona notizia è portata ai poveri, i prigionieri e gli oppressi ricevono la libertà, i ciechi ricuperano la vista, per tutti è proclamato un anno di grazia del Signore. Gesù è tutto questo, è la realizzazione di tutto questo. Le parole di questa proclamazione sono le piste attraverso cui corre la vicenda che il Vangelo di Luca si appresta a narrare, sono una introduzione perché letteralmente ci portano dentro il tragitto percorso da Gesù, ci svelano le sue scelte, ci fanno capire il suo cuore. Momento unico nella storia, momento di liberazione che rende visibile lo Spirito come forza che rompe le catene, porta la luce e la tenerezza amorosa di Dio, raggiungendo per primi i poveri, quelli che stanno in attesa, che sanno di dover essere liberati. (Franco Mosconi)
GESU’ LIBERATORE
In questi versetti si parla di poveri, di prigionieri, di ciechi, di oppressi: sono quattro immagini che descrivono e riassumono bene la miseria dell’uomo di ogni tempo. Il compimento che Cristo porta è in ordine a questa realtà di miseria; egli si proclama compimento di liberazione da queste miserie. Il Regno che viene è questa liberazione. Gesù è l’oggi di questo momento di grazia e di liberazione. Egli è la buona notizia che culmina nella pasqua di trasformazione radicale dell’essere umano. (Domenico Pezzini)
L’OGGI DI DIO
In questo annuncio è coinvolta la nostra vita: la vita di ciascuno di noi è una promessa; siamo un progetto; siamo in potenza ciò che di più bello, di più grande, di più nobile si possa realizzare nell’umanità; realizzarlo concretamente significa testimoniare l’oggi di Dio; concretizzarlo vuol dire testimoniare che l’oggi di Dio si sta compiendo. Il gesto di Gesù, condotto dallo Spirito, deve continuare nei suoi discepoli. Solo nella misura in cui saremo portatori di libertà interiore e di liberazione renderemo concreto il «tempo di grazia» e potremo dire di vivere nello Spirito di Cristo: o si è collaboratori del Regno, o non si è affatto nel Regno. (Domenico Pezzini)
A FIANCO DEI POVERI
Paolo VI in uno dei messaggi per la Quaresima di carità commenta in questo modo le parole di Gesù «I poveri li avete sempre con voi». Egli dà di questo testo evangelico una singolare interpretazione: «Non dobbiamo rassegnarci: già tanto i poveri ci saranno sempre. Anzi dobbiamo impegnarci con tutte le forze perché escano dalla condizione di povertà. Le parole di Gesù significano “ nei poveri ci sono sempre, lì mi troverete sempre”. E concludeva: se vogliamo essere con il Signore Gesù dobbiamo porci a fianco dei poveri”. Se non facciamo così non siamo dalla parte di Gesù. Il problema è di non ridurre queste parole ad uno slogan, ma di tradurre nel concreto della vita, sempre, ogni giorno, in famiglia, nel lavoro, a scuola, in tutti i rapporti sociali. (Giovanni Gallo)
RAGIONEVOLEZZA DELLA FEDE
Luca sottolinea con insistenza la storicità dell’evento “Gesù Cristo”. E’ un “evento” che trascende la storia, ma che non per questo cessa di essere “avvenimento”. Si tratta di “avvenimenti successi tra di noi”, passibili di documentazione testimoniale, ricostruibili attraverso investigazioni e ricerche serie e obiettive, comparabili in un quadro cronologico e geografico definito e tale da offrire la possibilità di “resoconto ordinato”, capace di dimostrare la “solidità della catechesi”. Il “credo” biblico cristiano “confessa” dei fatti. Fatti “salvifici”, in cui è avvenuta l’irruzione di Dio nel nostro tempo, che così ha reso “ultimo”, ma realmente “fatti”. Storia e teologia insieme. Per Luca, Gesù è il “Cristo”, l’unto dello Spirito, ma non è un mito. E’ “dentro” il tempo e, insieme “centro” di ogni tempo e spiegazione del nodo inestricabile delle nostre speranze e delle nostre vicende. (Giovanni Saldarini)
PREGHIERA (pregare la parola)
•La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima, la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore; i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi. Il timore del Signore è puro, dura sempre; i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti, più preziosi dell’oro. Ti siano gradite le parole della mia bocca, davanti a te i pensieri del mio cuore. Signore, mia rupe e mio redentore. (Dal Salmo 18)
•«Lo Spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del Signore… per consolare tutti gli afflitti, per allietare gli afflitti di Sion, per dare loro una corona invece della cenere, olio di letizia invece dell’abito di lutto, canto di lode invece di un cuore mesto». (Is 61,1-3).
•O Dio, che hai mandato il Cristo, re e profeta, ad annunziare ai poveri il lieto annunzio del tuo regno, fa che la sua parola che oggi risuona nella Chiesa ci edifichi in un corpo solo e ci renda strumento di liberazione, di salvezza. (Colletta 3 peran. C)
•In questo giorno consacrato al tuo nome, convocati per ascoltare la tua Parola, ci presentiamo a te, Signore, con il grosso peso delle nostre fatiche e delle nostre pene visibili e segrete. Tristi sono, infatti, i giorni in cui viviamo e sempre più insidiata è la nostra speranza per un futuro di sicurezza e di pace. Ma nell’udire la tua voce il nostro cuore si rinfranca e il nostro lamento si trasforma in canto. Sì, la tua Parola, Signore, è come una sorgente fresca e pura, una cascata di gioia che ci ristora e ci dona la forza e l’entusiasmo di ricominciare (cf. Ne 8). (Suore Benedettine “Mater Ecclesiae)
•Gesù, Figlio di Dio nato da Maria, lo Spirito divino – il santo crisma – riposa su di te, da te trabocca la sovrabbondanza della grazia, l’olio profumato della santa letizia per noi miseri per noi affranti di cuore. Oggi tu sei qui, parola di salvezza che si compie in noi, balsamo e medicina per le nostre ferite (cf. Le 4,14ss). (Suore Benedettine “Mater Ecclesiae)
•Tu, rivestito della nostra povertà, ritenuto figlio di Giuseppe, il carpentiere di Nazaret, tu, ultimo tra gli umili, sei la «lieta notizia» che
può trasformare la nostra vita da steppa riarsa in giardino fiorito. Donaci un cuore semplice, da veri poveri, per saper pendere dalle tue labbra e trasalire di gioioso stupore – anziché scandalizzarci – ad ogni tua parola, ad ogni tuo gesto di bontà e di consolazione. (Suore Benedettine “Mater Ecclesiae)
•Come nel nuovo tuo sabato, o Cristo, sei tu a prendere il rotolo e a dire: questa parola tuttora si compie per te risorto e vivente fra noi, così lo Spirito tuo si fermi sopra la chiesa, che pia risponda: mi ha consacrata di santa unzione, perché annunzi il suo anno di grazia. (David Maria Turoldo)
•O Cristo, servo obbediente del Padre in tutto sospinto dallo Spirito, tu hai portato a compimento le divine Scritture. La tua missione di servo continua nella chiesa, «popolo di umili e di poveri», inviato in tutto il mondo per gli uomini di ogni tempo. Di fronte al male dilagante, alla violenza e alla corruzione, non permettere che ci assalga uno zelo amaro e turbolento, un istinto di impazienza e di vendetta, ma donaci il tuo buono Spirito di mansuetudine e di pace, di giustizia e di pietà, di forza e di dolcezza, perché così venga – a cominciare dai nostri cuori – il tuo regno di santità e di amore. (cf. Is 42,lss; Mt 11,28-30)
(Suore Benedettine “Mater Ecclesiae)
•Signore Gesù, tu dicevi ai tuoi concittadini di Nazaret: «Oggi si è compiuta questa parola della Scrittura». L’oggi di cui tu parli e il nostro: noi lo viviamo adesso. Aiutaci a prenderne chiara coscienza, perché il nostro cuore sia più disponibile ad accogliere la tua Parola, più generoso nel metterla in pratica, più zelante nel trasmetterla ai fratelli. (Preghiere di C. Berthes)
•Tu dunque, o Madre cara, sii la mia atmosfera, il più beato mondo, al quale scevro di peccato io volga; posami sopra e intorno, offri il tuo dolce e intatto cielo al mio torbido sguardo, penetra nel mio orecchio, amor divino parla, aria vivace, e pazienza, preghiera, penitenza; aria materna al mondo, vaga aria, in te raccolto e racchiuso prendi con te il tuo Figlio. Nelle tue braccia stringilo. (Gerard Hopkin)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Il credo biblico-cristiano confessa “avvenimenti successi”: impegniamoci a conoscere con chiarezza le loro prove storiche.