Signor parroco,
Ho letto su una rivista, ma l’ho sentito anche in qualche omelia che il clima condiziona la vita dell’uomo. Infatti sono ormai scomparse le stagioni, ce ne accorgiamo di anno in anno, dicono che sono aumentati i deserti, che scompaiono delle isole, mangiate dal mare , si sciolgono i ghiacciai, si allargano i buchi dell’ozono […]. Che futuro ci attende?
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Caro signore,
sulla rivista da lei citata ha letto solo quanto mi ha scritto o anche il perché di questa débacle del clima. “Omnis effectus habet causam”/ogni fenomeno ha una causa, scriveva S. Tommaso d’Aquino. Se avvengono stravolgimenti così macroscopici qual è la causa scatenante? Lei, immagino che mi risponda: “il clima!”. Sì, ma come mai il clima che per millenni è stato sostanzialmente stabile, oggi sembra essersi ribellato?
Le cause, che i meteorologi indicano, ricadono sull’uomo e sulle sue attività. Il che vuol dire che non si fa più caso a ciò che si provoca ma solo a ciò che si guadagna. L’avidità ci porterà alla rovina: lo sfruttamento selvaggio della terra, il taglio indiscriminato delle foreste, i fumi mefitici delle ciminiere, gli scarichi tossici delle marmitte dei mezzi di trasporto, l’inquinamento macroscopico delle acque di fiumi laghi, mari e oceani; le costruzioni a ridosso dell’alveo di corsi d’acqua, l’interramento di rifiuti tossici in terreni agricoli… C’è di che vergognarsi, e invece ci si specula sopra. Poi, magari, se la natura si ribella ce la prendiamo con Dio. Il futuro che ci attende? Beh, credo che non sarà roseo se questo trend continua ai ritmi attuali. Mi sa che qualche inversione di marcia nei comportamenti umani e… sì, qualche preghiera in più potrebbe giovare alla salute del pianeta. Lei che ne dice?