Don Bosco, creatura privilegiata, ha avuto da Dio in larga misura ingegno e cuore e ha saputo coltivarli in maniera da assecondare i disegni della Provvidenza. Don Bosco nella sua anima grande abbracciava tutto: l’infinito e il finito, il divino e l’umano. Amava immensamente Dio; amava con devozione filiale la Chiesa; nutriva un affetto generoso per l’Italia; circondava di un affetto premuroso la gioventù; amava infine l’umanità intera. Di questo amore sono testimonianza le sue opere che hanno un carattere di universalità, non conoscono frontiere e si espandono benefiche sul mondo intero. Il cuore grande di Don Bosco è stato ricco di delicatezze da cui emanavano bontà e generosità. Il suo cuore era talmente sensibile che egli non solo dinanzi alle grandi sventure ma anche dinanzi alle piccole disavventure si commuoveva facilmente e piangeva. Spesso accadeva che nelle prediche parlando della bontà di Dio o della bruttezza del peccato, si commuoveva fino a piangere e far piangere i suoi uditori. Qualche anno prima della sua morte, parlando della sensibilità del cuore, confessava che non poteva più raccomandare nella Santa Messa i suoi missionari per la troppa commozione che gli procurava, tanto da restarne soffocato.
Amore intenso per Dio
Parlando dei benefici ricevuti da persone benevole, rimandava tutto alla bontà di Dio: “Com’è buono il Signore!”. Cercava con tutte le sue forze di servirsi dei progressi del secolo per la gloria di Dio e far vedere che lo spirito religioso non è contrario al progresso. Egli amava e adorava Dio nelle scoperte scientifiche ma molto più lo amava e adorava sotto forma di Eucaristia. Perciò il suo cuore, ricco di amore lo spingeva spesso verso il Tabernacolo dove Dio vive nella dolcezza di un amore infinito. Infatti ogni giorno adorava Gesù sacramentato, si prostrava fino a terra assorto in preghiera. Raccomandava ai suoi giovani di visitare spesso Gesù per sconfiggere il demonio. L’amore che nutriva verso la madre di Dio era fatto di gentilezza, di pietà, di entusiasmo. Egli ha fatto sempre vibrare nell’anima dei suoi giovani una nota di amore ardente verso di lei. Donando agli infermi la benedizione di Maria Ausiliatrice non solo ridava vita ai corpi malati ma risvegliava in tutti la devozione verso quella potente Patrona.
E per la mamma celeste
Il culto verso Maria Ausiliatrice lo si deve a Don Bosco tanto che comunemente viene chiamata la “Madonna di Don Bosco”. Tutta la grande Famiglia Salesiana è testimone della grandezza e tenerezza di cuore del suo fondatore. Egli amava con immenso amore i suoi alunni e i suoi Parchierici. Egli si sentiva legato ai suoi figli con vincoli più forti e tenaci di quelli del sangue; era padre per missione divina, al di sopra degli stessi affetti naturali. Le sollecitudini a favore dei suoi figli erano innumerevoli: procurava loro lavoro, li serviva egli stesso in refettorio, racco- modava i loro panni, tagliava loro i capelli. Quando si ammalavano si prendeva cura di loro, li visitava spesso, li confortava. Correva voce tra i suoi giovani che sarebbe stato dolce morire all’Oratorio per avere l’assistenza di Don Bosco.
Tutti i suoi figli erano uguali
Nella sua carità poi si riscontrava una squisita adattabilità ai bisogni, all’indole e al carattere di ciascuno. Il suo interessamento paterno non conosceva distinzioni: tutti i suoi figli gli erano ugualmente cari e sembrava che ognuno di essi avesse un posto di predilezione nel suo cuore. E quei giovani sentendosi teneramente amati da lui lo ricambiavano con tanto affetto che gli avrebbero dato in dono la vita. Ma non basta! Il cuore di Don Bosco non poteva tollerare che i genitori dei suoi alunni versassero in grave difficoltà e prontamente li soccorreva. Tanti padri e madri che avevano regalato i loro figli a Don Bosco furono ampiamente beneficati. Se diventavano poveri, inviava loro soccorsi. Se non potevano più lavorare, li accoglieva all’Oratorio dove formavano come una famiglia a parte. La virtù della riconoscenza in Don Bosco ha raggiunto un tale grado che difficilmente può essere superato. Egli era molto sensibile ai più piccoli servizi resigli che chiunque fosse a beneficarlo, poteva esser certo di non essere dimenticato: il suo nome rimaneva scritto a caratteri indelebili nel cuore di Don Bosco.
Scrisse ai cooperatori
Quando riceveva in regalo cose rare e prelibate, pensava subito ai suoi benefattori: per essi supplicava favori speciali d’indulgenze e benedizioni; per essi fa ceva ogni giorno pregare i suoi alunni, abituandoli così a praticare il dovere della riconoscenza. Prima di morire egli ha dettato una lettera da inviare, dopo la sua morte, ai benefattori e Cooperatori Salesiani. Ecco l’incipit: “Prima di lasciarvi per sempre in questa terra, io debbo sciogliere un debito verso di voi e così soddisfare a un grande biso- gno del mio cuore. Il debito che io debbo sciogliere è quello della gratitudine per tutto ciò che voi avete f a t t o c o l l ’a i u t a rmi nell’educare cristianamente e mettere sulla via della virtù e del lavoro tanti poveri giovani affinché riuscissero la consolazione della famiglia , utili a se stessi e alla civile società …“. Avendo conosciuto la povertà e la miseria, Il cuore d’oro di Don Bosco ha avuto una grande compassione per i poveri, non rimandandoli mai senza soccorsi. Anche per coloro che da ricchi cadevano poi in disgrazia, egli si prodigava generosamente. Giovani, vecchi, infermi, borghesi, sacerdoti tutti erano da lui aiutati con delicatezza e con larghezza. Nessuna sofferenza lo lasciava impassibile.
Figli del cuore grande di don bosco
Ogni lacrima versata dal prossimo, ogni pena provata da altri lo inteneriva. La bellezza del suo gran cuore, Don Bosco lo dimostra nel conformarsi pienamente al precetto evangelico dell’amore anche ai nemici. Sappia famo di quante offese ed ingiurie egli sia stato continuamente bersaglio. La sua miglior vendetta è stata sempre il perdono ed il pregare per le persone che lo offendevano. Dal cuore grande di Don Bosco scaturiscono fiamme d’amore tra le quali risplende quella carità eroica verso Dio e verso il prossimo che è la vera caratteristica dei Santi.
Bruna Peverini