Un approfondimento per l’adulto
Papà, mamma, nonna, catechista… che affiancano il bambino nella lettura di questa storia, è bene che siano consapevoli del messaggio che il racconto intende proporre e sappiano “sbriciolarlo” al piccolo uditore.
La meta è educarlo alla gratuità dell’amore, del darsi con generosità nei piccoli servizi, specie in un’età in cui spesso prevale l’egoismo e l’egocentrismo.
Il racconto infonde piccole dosi di altruismo, sull’esempio di Gesù che diede l’intera vita per noi.
Chi è il personaggio misterioso?
Tutti corriamo. Siamo presi dalla frenesia della velocità, del risparmio di tempo. La nostra società si può ben definire dinamica. Il tempo è frazionato. Produrre più in fretta. Vendere immediatamente. Comprare subito. Ieri ha il sapore di una settimana addietro. L’anno scorso l’impressione ci dice: anni fa. La novità ci incanta. Ci abbaglia. Desideriamo il nuovo. Gettiamo ciò che è vecchio. Guai se ci mancasse il giornale, oggi. Che cosa sarebbe la nostra cultura se non conoscessimo l’ultimo romanzo? Potremmo parlare domani della partita di un mese fa?
Potremmo continuare a descrivere la nostra società. Noi stessi. “Eppure questa è la vita” concluderemmo. Preoccupati di questo e di quello, di arrivare in tempo e di fare tutto, non ci accorgiamo di chi incontriamo, di chi avviciniamo. Eppure l’orario di lavoro si riduce, aumenta il tempo libero… Tutti dobbiamo dichiarare il nostro schieramento… cattolico, agnostico, ateo… Chi è come noi ci è “amico”. L’altro, qualcuno da cui difendersi o da convincere, ma sempre un potenziale nemico.
Il povero, l’emarginato, il disoccupato, il diverso, lo zingaro… una conseguenza inevitabile di una struttura ingiusta. Difficilmente un “uomo”, un vicino. Se abbiamo bisogno di un aiuto, prima di chiederlo ci domandiamo quanto ci costerà. Se lo diamo, pensiamo quanto può valere. Tutto viene monetizzato: il dare e il ricevere. Quanto è lontano l’evangelico: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.
Ecco una parabola. Ecco un uomo diverso.
a) Amare è perdere tempo
Sembrerà stupido o semplicistico, ma la carità comincia dalla voglia di dare un po’ del proprio tempo a qualcuno che ci è vicino, che ha bisogno.
Chi continua a fare ciò che sta compiendo, non potrà mai mettere le proprie mani a servizio di chi domanda aiuto. Nella nostra società opulenta tutti possono generalmente dire che hanno tutto il necessario, che nulla fondamentalmente manca.
Eppure tutti abbiamo bisogno degli altri.
Ciò che chiediamo non sono cose. Queste si possono anche procurare. Manca invece qualcuno che perda un po’ del suo tempo. Si ha bisogno di attenzione, di considerazione, di qualcuno che porti per noi, per qualche attimo almeno, i nostri pesi, le nostre pene. Se volessimo fare un paragone con la parabola evangelica del buon samaritano, potremmo vedere che tutti quelli che passarono accanto al malcapitato avevano fretta.
Solo uno decise di dare il suo tempo. Si fermò.
b) Un amore che supera le divisioni
Se si dovesse prestare attenzione o servire solo chi è come noi, chi è dalla “nostra parte”, forse pochi troveremmo vicini. A chi ha un peso da portare non si chiede se è da molto che lo sta portando, oppure se è molto pesante, né se la sua meta è ancora lontana.
Se per ipotesi, tornando alla parabola, il samaritano e l’aggredito si fossero chiesti uno scambio reciproco delle generalità, molto probabilmente l’uno sarebbe morto e l’altro avrebbe continuato la sua strada. Da sottolineare quindi il fatto che il personaggio di cui non si conosce il nome, si faccia incontro a chi porta il peso e il suo primo gesto sia quello di chiedere per sé il peso dell’altro.
c. Amare è dare gratuitamente
Nell’amore non si può pattuire o contrattare quello che si offre. Dando se stessi non si può trovare corrispettivo. Si può ricevere un segno che esprima accettazione o riconoscenza (una stretta di mano o un saluto), ma non è mai quanto si è dato.
Se qualcuno portasse per noi lungo un tratto di strada, un peso, potremmo rimunerarne il lavoro o la fatica secondo una legge di mercato. Ma se egli lo fa per amore nulla potrebbe ricompensarlo. Si può monetizzare l’amore di una madre o dei genitori per un figlio? Come si potrebbe pagare l’amore di una moglie per il marito e viceversa? Quando una relazione assume un valore quantitativo noi riconosciamo ad essa un valore legale, ma non riconosciamo la presenza di un amore. L’amore anticipa e supera i limiti della legge e spesso è libero dalle costrizioni della legge.
d. Amare fino al sacrificio
In un clima pluralistico è difficile riconoscere l’amore vero. Tutti i modi tendono a legittimarsi. L’uno sembra avere gli stessi diritti dell’altro. La preferenza sembra essere solo un motivo di scelta casuale od opportunistica.
Ma può essere vero sia l’amore altruistico che l’amore egoistico? Possono essere uguali l’ amore di chi non rischia nulla e di chi può perdere tutto? Hanno lo stesso valore l’amore di chi per un altro ha perso la vita e quello di chi per “prudenza” l’ha conservata?
È difficile essere giudice. Tante possono essere le sfumature nei singoli casi. Una certezza orientativa forse ci può essere. È certamente più profondo e autentico l’amore di chi per l’altro dà la propria vita. Anche Gesù disse che non c’è amore più grande di colui che dà la vita per gli altri. Per questo i cristiani riconoscono in Gesù, colui che più di ogni altro li ha amati.
2. Chi è colui che riceve la veste candida
Chi ha ricevuto amore, crede nell’amore. Ciò che dà fiducia e speranza nella vita è la sicurezza di essere amati. “La tentazione più grande al suicidio si affaccia alla nostra mente quando non si è oggetto di attenzione da parte di qualcuno”, afferma uno psicologo americano. È l’amore che dà la vita.
Per chi è stato amato, la vita diventa amore.
Si potrebbe discutere se la conclusione della parabola “Il migliore amico” sia la traduzione del “va’ e fa’ anche tu lo stesso” oppure se è nella logica dell’amore il diffondere amore quando lo si è ricevuto.
Preferisco pensare più alla seconda ipotesi che alla prima anche se la realtà spesso smentisce tale correlazione. Ma il dare amore non è come seminare? È vero che non tutto il seme porta frutto, ma è tendenza del seme il fruttificare. È tendenza dell’amore promuovere altro amore. Cristo non avrebbe potuto giustificare il suo comandamento: “Amatevi come io vi ho amati” e iniziare una sequela di amore se lui non avesse amato prima di tutti. Così la Chiesa e i cristiani sentono di dovere tutto a lui. Se lui non ci avesse amati, la comunità cristiana mancherebbe del suo fondamento, del suo inizio. Non solo amiamo perché siamo stati amati, ma anche “come” siamo stati amati. C’è un amore narcisistico e uno altruistico, uno gratuito e uno che vuole ricompensa, uno a parole ed uno con i fatti.
Non riconosceremmo come il migliore amico colui che amasse per amore di sé, per una ricompensa o solo a parole.
Per questo il discepolo non partì per “predicare” l’amore ricevuto. Incontrò uno che portava un peso. Lo sollevò del sacco.
Amò come egli era stato amato.
DICHIARAZIONE DI SINTESI
Noi crediamo
che la vita si realizza
nell’amore che si dona gratuitamente
e senza riserve.
Noi crediamo che l’egoismo,
l’intolleranza, il disprezzo per gli altri
distruggono prima la persona
e poi il gruppo.
Noi crediamo che amare
è essere attenti agli altri,
accorgersi delle loro esigenze e rispondere,
è perdere tempo per gli altri,
è caricarsi del peso che devono portare.
Noi crediamo che
non c’è amore vero
senza sacrificio di sé,
senza apertura a tutti:
l’amore supera le divisioni,
non emargina nessuno,
dona senza attendere il contraccambio.
Noi crediamo
che chi è capace di amare per primo
inizia nel mondo una proliferazione d’amore,
perché chi è amato
diventa capace di donare amore.
Noi crediamo
che non c’è amore vero del prossimo
senza amore di Dio,
che l’amore di Dio è una menzogna
senza l’amore del prossimo.
Noi crediamo che Gesù Cristo
è il maestro e la fonte inesauribile dell’amore.
Noi crediamo che l’amore
è l’unica sorgente della vera gioia:
salva la persona, costruisce la comunità,
rende la vita degna di essere vissuta.