Salve, ho da sottoporre una questione molto singolare e delicata. La premessa è che sono stato molto peccatore […] magia, viaggi astrali, telepatia, odio verso i nemici, dubbi su Dio, bestemmie, omosessualità, ecc. Un percorso intricato, pieno di tutto. Ho cercato di ristabilire la pace nella mia anima […]. Ho incontrato una ragazza, mi sono pazzamente innamorato, ma lei è già sposata. Disperato, sono ricaduto nei miei vecchi vizi […] Mi sento ripudiato da Dio per i peccati compiuti. Mi sento in colpa […].
Cosa dovrei fare? È sbagliato credere che la nostra unione nel corpo e non nella Chiesa valga qualcosa? È sbagliato chiedere a Dio il perdono dei miei peccati e la ricongiunzione con ciò che so per certo essere la mia metà, anche se è già sposata?
Questa email è generata dal form della pagina “Lettere al parroco” del sito della Parrocchia Don Bosco (Scrivi anche tu)
Caro Signore…
Ogni vita presenta a ciascun uomo, nessuno escluso, inciampi si può dire a ogni ora del giorno… Quando lei parla di un percorso intricato fatto di cadute e pentimenti, di desideri e sogni, di grovigli e sgrovigli, brogli e sbrogli, ecc., non dice molto di nuovo: le ripeto, ci troviamo di fronte ogni giorno a intoppi, barriere, contrarietà, opposizioni che, affrontati con intelligenza, senza arrendersi, ci possono aiutare a formare il carattere, rinforzare la volontà e allenare alle battaglie che quotidianamente incontriamo lungo il nostro cammino. Un uomo che vive senza ostacoli, non esiste, e se esistesse sarebbe un infelice: siamo fatti per superare gli ostacoli, non per vivere nel limbo di una beata incoscienza.
Per quanto riguarda alcune domande del suo lungo scritto (che sono stato costretto a ridimensionare), sì, le confesso che ho qualche difficoltà a rispondere. Comunque se lei ha un briciolo di fede – e mi pare che per quanto nascosta a lei non manchi – dovrebbe riflettere che unirsi come corpi punto e basta è un’azione monca, l’uomo non è solo un blocco di ciccia che cammina, è un essere con un’anima, una coscienza, una dignità, degli ideali da coltivare, una fede da rafforzare, un cammino da percorrere.
Per l’ultimo interrogativo, è mio compito ricordarle che c’è un comandamento esplicito al riguardo: “Non desiderare la donna d’altri”. Le lascio solo immaginare che cosa potrebbe succedere senza questo comandamento.