Luca 1, 39-45: 39 In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44 Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
(Bibbia Cei: versione 2008)
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Luca 1, 39-45
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell`adempimento delle parole del Signore».
(Bibbia Cei: versione 1971)
Esegesi
La visita di Maria ad Elisabetta è l’episodio complementare con cui termina il primo dittico delle due annunciazioni. E collega tra loro i due precedenti episodi, dato che si incontrano Maria ed Elisabetta, ma anche Gesù e Giovanni. Maria è al centro di questo episodio. Lei non va da Elisabetta per verificare la verità delle parole dell’angelo, ma per una corrispondenza pronta (in fretta) alle parole dell’angelo, che le ha rivelato il progetto di Dio.
Essa corre là dove questo progetto comincia a realizzarsi per riconoscere, adorare, cantare. La pietà cristiana vede in questo viaggio il desiderio di aiutare la parente anziana in un momento tanto impegnativo per la sua vita. Sembra che questa narrazione di Luca sia stata influenzata da 2 Sam 6, 2-11 dove si parla del trasloco dell’arca dell’alleanza, proprio in una località (Baala di Giuda), che è l’attuale Ain-Karin. In quella circostanza David esclamò: “ Come potrà venire presso di me l’arca di Dio?”. Ora Maria viene considerata l’arca della nuova Alleanza, che nel suo seno porta il Santo, la Rivelazione di Dio..
IN QUEI GIORNI (39)
La partenza avviene subito dopo l’annunciazione. La strada va da Nazaret ad “una città di Giuda” situata in una regione montuosa, che è delimitata dal Negeb, dal deserto di Giuda e dal Sefela. Secondo un’antica tradizione la città sorgeva al posto dell’attuale AinKarim a circa 6 chilometri ad ovest di Gerusalemme. La strada che Maria percorse corrispondeva a tre, quattro giornate di cammino. Maria andò “in fretta”, prontamente, senza frapporre indugi.
SALUTO’ ELISABETTA (40)
Le notizia storiche e geografiche sono precise ed essenziali. Luca si concentra sui fatti: un incontro, un saluto, il sussulto di Giovanni, le parole di benedizione di Elisabetta, l’inno di Maria e la notizia che Elisabetta riceve il dono dello Spirito Santo, che la rende capace di comprendere e interpretare il significato profondo di quanto sta avvenendo.
BENEDETTA TU (42)
Per ispirazione dello Spirito Elisabetta proclama Maria “benedetta” (eulogemene), per la presenza di un “frutto benedetto” (eulogemenos); “benedetta”, perché madre del “Benedetto”, “del mio Signore”.
A CHE DEBBO (48)
Elisabetta parla in maniera analoga a David alla presenza dell’antica arca (2 Sam 6, 2-11) e si professa indegna della presenza di Maria novella arca.
IL BAMBINO HA ESULTATO (44)
Elisabetta avverte che il bambino le sussulta in seno; è un piccolo segno che le fa intuire chi le sta davanti. Lo Spirito poi le fa conoscere e confessare il mistero. Maria è Madre del Messia; nel suo seno porta il Santo, colui che è fonte di ogni benedizione e sorgente di gioia messianica. Elisabetta proclama Maria “beata” (makaria), per la fede con la quale ha reagito alla proposta divina, beata perché fedele.
L’ANIMA MIA MAGNIFICA (46)
Segue, non presente nella pericope liturgica odierna, il Magnificat, che è un brano di chiara intonazione innica. Maria, quasi dimentica di sé, si rivolge a Dio e lo saluta come Salvatore. L’opera salvifica di Dio suscita in lei questa espressione di culto glorificante e giubilante.
L’UMILTA’ DELLA SUA SERVA (47)
Lei che è umile, si annovera tra i piccoli, i poveri, si proclama “umile”.
MI CHIAMERANNO BEATA (48)
E’ grande e forte il contrasto tra la considerazione che ha Maria di sé e la grandezza di Dio, che guarda la profonda umiltà di Maria, intimamente commossa per il grande dono ricevuto; tra ciò che Maria pensa di sé e ciò che gli altri diranno di lei.
MEDITAZIONE (meditare con attenzione e ascoltare con amore)
ESULTO’ IL FANCIULLO PER LA GIOIA
I piú buoni vanno dai meno buoni per procurare loro qualche vantaggio con la loro venuta. Cosí anche il Salvatore andò da Giovanni, per santificare il suo battesimo, e Maria, dopo aver udito il messaggio dell`angelo, cioè che stava per concepire il Salvatore e che la sua cugina Elisabetta era incinta, “si alzò e si recò in fretta alla montagna, ed entrò nella casa di Elisabetta” (Lc 1,39-40). Gesú, che era nel seno di lei, aveva fretta di santificare Giovanni che si trovava nel grembo della madre. Prima che venisse Maria per salutare Elisabetta, il fanciullo non «esultò nel seno»; ma non appena Maria ebbe pronunziata la parola che il Figlio di Dio, nel suo seno, le aveva suggerito, “esultò il fanciullo per la gioia”, e da allora Gesú fece, del suo precursore, un profeta. (Origene, In Luc., 7, 1-6)
BENEDETTA TU FRA LE DONNE
“Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del ventre tuo. E donde a me la grazia che venga a me la madre del mio Signore?” (Lc 1,42-43). Dicendo: «Donde a me la grazia?», non mostra affatto di ignorare donde viene tale grazia, quasi che Elisabetta, ricolma di Spirito Santo, non sappia che la madre del Signore è venuta da lei obbedendo alla volontà di Dio, ma vuol dire: Che cosa ho fatto di buono? Quali grandi opere ho compiuto per cui la madre del Signore giunga fino a me? Per quale giustizia, per quali buone azioni, per quale fedeltà interiore ho meritato che la madre del mio Signore venga fino a me? “Ecco, appena il tuo saluto è giunto alle mie orecchie, il fanciullo ha trasalito di gioia nel mio seno” (Lc 1,44). L`anima del beato Giovanni era santa: ancora chiuso nel seno di sua madre e sul punto di venire al mondo, conosceva colui che Israele ignorava; per questo esultò, e non soltanto esultò, ma esultò nella gioia. Aveva compreso che il Signore era venuto per santificare il suo servitore, ancor prima che nascesse dal ventre materno. (Origene, In Luc., 7, 1-6)
MARIA PARTI IN FRETTA
“In quei giorni Maria si alzò e partí in fretta per la montagna verso una città della Giudea ed entrò nella casa di Zaccaria e salutò Elisabetta” (Lc 1,39-40). E` di regola che tutti coloro che vogliono essere creduti, forniscano le prove. Cosí l`angelo che annunziava i misteri, per indurre a credere Maria con un esempio, aveva annunziato a lei, che era vergine, la maternità di una donna anziana e sterile, mostrando cosí che Dio può tutto ciò che vuole. Appena Maria ebbe appreso questa notizia, non certo per mancanza di fede nella profezia, né per incertezza sulla veridicità dell`annunzio, e neppure perché avesse dei dubbi su quel precedente che l`angelo le aveva riferito, ma lieta e sollecita per il compimento di un dovere, partí, frettolosa, alla volta della montagna. Ormai ricolma di Dio, dove poteva andare in fretta se non in alto? La grazia dello Spirito Santo non conosce lunghi indugi. (Ambrogio, In Luc., 2, 19.22 s.26 s.)
ELISABETTA E GIOVANNI PERCEPISCONO L’ARRIVO
Immediatamente si manifestano i benefici della venuta di Maria e della presenza del Signore: infatti, “appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, esultò il bambino nel seno di lei ed ella fu ricolma di Spirito Santo” (Lc 1,41).Nota la scelta e il significato anche delle singole parole. Elisabetta udì. per prima la voce, ma Giovanni per primo sentí la grazia: la donna ha udito secondo l`ordine della natura, Giovanni invece ha trasalito nell`ambito del mistero; lei ha percepito l`arrivo di Maria, lui l`arrivo del Signore, la donna l`arrivo della donna, il bambino l`arrivo del bambino. Esse parlano delle grazie ricevute; essi, nel seno delle madri, realizzano la grazia e il mistero della misericordia a profitto delle madri stesse, le quali, per effetto di un duplice miracolo, profetizzano sotto l`ispirazione dei figli che recano nel seno. Il figlio ha esultato di gioia, la madre è stata riempita di Spirito Santo. Non la madre è stata ricolmata di Spirito prima del figlio, ma è stato il figlio che, una volta ricevuto lo Spirito Santo, ne ha riempito la madre. Giovanni ha esultato e ugualmente ha esultato lo spirito di Maria. Alla esultanza di Giovanni, Elisabetta è ricolma di Spirito Santo; quanto a Maria, apprendiamo che essa non è stata colmata ora dello Spirito Santo, ma che ora il suo spirito ha esultato -colui che è incomprensibile, opera in modo incomprensibile nella madre. Elisabetta è ricolma dello Spirito Santo dopo la concezione, mentre Maria ne è stata colmata prima della concezione. (Ambrogio, In Luc., 2, 19.22 s.26 s.)
IL SIGNORE MAGNIFICATO IN NOI
Ogni anima, dunque, che sa esser cosí, magnifica il Signore, come l`anima di Maria l`ha magnificato e il suo spirito ha esultato in Dio salvatore. Il Signore è infatti magnificato, come tu hai letto altrove: “Magnificate il Signore con me” (Sal 33,4). E non nel senso che la parola umana possa aggiungere qualcosa alla grandezza del Signore, ma nel senso che egli viene magnificato in noi: infatti l`immagine “di Dio è Cristo” (2Cor 4,4; Col 1,15), e quindi l`anima che compie opere giuste e pie magnifica questa immagine di Dio, a somiglianza della quale è stata creata. E magnificandola si sublima, e sembra riprodurre in sé quella immagine con lo splendore delle buone opere e l`emulazione della virtù. Cosi l`anima di Maria magnifica il Signore e il suo spirito esulta in Dio: fedele al Padre e al Figlio, venera di religioso amore il Dio unico da cui derivano tutte le cose, e l`unico Signore per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte (cf. 1Cor 8,6). (Ambrogio, In Luc., 2, 19.22..26…)
ELISABETTA RIPIENA DI SPIRITO SANTO
Dopo aver ascoltato queste cose, la Vergine si recò, alla casetta di Zaccaria, e trovata Elisabetta incinta, la salutò, e il bambino all`interno rispose. Per le orecchie della madre il saluto pervenne a quelle del feto, e poiché per i limiti di natura Giovanni non poteva usare la lingua, parlò in modo che la propria madre attraverso i suoi salti rispondesse con proprie parole alla madre del Salvatore. Infatti Elisabetta non potendo piú trattenere il sussultare del figlio, ripiena di Spirito Santo, esclamò dicendo: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del ventre tuo”! (Lc 1,42). Tu, disse, benedetta che dissolvi la maledizione. Tu benedetta, che rechi il dono della sapienza. Tu benedetta, che porti nell`utero colui che ha passeggiato nel paradiso. Tu benedetta, il cui ventre è divenuto tempio santo. “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del ventre tuo!”, dal quale sarà vinto il nemico, dal tempo in cui Adamo mangiò. Frutto benedetto, che è divenuto alimento e vestito del mondo. (Antipatro di Bostra, De S. Ioanne, 12)
MARIA HA CONCEPITO GESU
Elisabetta concepí un uomo, Maria un uomo: Elisabetta madre di Giovanni, Maria madre di Cristo: ma Elisabetta soltanto un uomo, Maria Dio e l`uomo. E` meraviglioso come mai una creatura abbia potuto concepire il Creatore. Cosa richiede maggiore intelligenza, fratelli miei, che egli abbia assunto la carne dalla sola madre, o l`aver creato il primo uomo senza padre e senza madre? Quel primo uomo determinò la nostra caduta quando la donna, ad opera della quale siamo morti, accolse nel cuore i veleni de; serpente. Infatti il serpente la convinse di peccato, e persuadendola fu ammesso il male. Se cosí quindi avvenne la nostra prima caduta, allorché la donna accolse nel cuore i veleni del serpente, non desti meraviglia che la nostra salvezza si sia operata allorché la Donna ha concepito nel suo grembo la carne dell`Onnipotente. Entrambi i sessi erano caduti, entrambi dovevano essere ricostituiti. Per la donna eravamo entrati nella morte, per la Donna ci è stata resa la salvezza. (Agostino, Sermo 289, 2)
UMILTA GRANDE
Onde disse: “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?” (Lc 1,43). Umiltà grande, fratelli miei! La madre del Salvatore si recò dalla madre del Precursore. Giovanni salutava Cristo, ed entrambi non apparivano nella carne. Infatti Cristo era ospite del grembo di Maria, Giovanni era portato dal seno di Elisabetta. Alla fine, la stessa voce profetica, dalla persona di Cristo vaticinò, dicendo: “Prima di formarti nel grembo, ti conoscevo, prima che uscissi dal ventre, ti avevo santificato; ti ho stabilito profeta delle nazioni” (Ger 1,5). Beate sono siffatte madri che son divenute genitrici di santi! E sempre beate saranno quelle madri che meritarono di esser dette tali! Riconosciamo pertanto le nascite di entrambi e distinguiamo le mirabili generazioni dei due: uno da sterile, l`altro da vergine: la sterilità fu tramutata in fecondità, la verginità rimase dopo la fecondità: la sterile generò il Precursore, la Vergine generò il Giudice. Elisabetta generò Giovanni il battezzatore, Maria partorí Cristo Salvatore. (Pseudo-Agostino, Sermo Mai 45, 2 s.)
FEDE DI MARIA
La scena della visitazione è costruita da Luca sulla base dei cantici pronunziati dalle due madri, da Elisabetta e da Maria sulle cui labbra è posto il ben più famoso Magnificat. L’incontro tra le due madri e i loro bambini non ancora nati, permette a Luca di delineare quell’atmosfera di gioia che caratterizza l’intero suo Vangelo; una gioia che nasce dall’incontro con il Signore. Di Maria, in particolare, non viene esaltata tanto la maternità quanto piuttosto la fede: «Beata colei che ha creduto». Il Magnificat, modellato da Luca sulla base di 1 Sam 2 (il cantico di Anna), è un vero e proprio inno liturgico; nella prima parte proclama la gioia di chi ha scoperto ciò che ha compiuto in lei la misericordia del Signore; poi passa a cantare, attraverso sette verbi all’aoristo (tempo che in greco indica qualcosa di avvenuto in un tempo preciso) la salvezza davvero rivoluzionaria che il Signore ha operato nel mondo a favore dei poveri. Il Magnificat non canta ciò che ancora deve accadere, ma quel che nella nascita di Gesù già si è realizzato. (L. Mazzinghi)
PIENA DI SPIRITO SANTO SI METTE IN CAMMINO
L’evangelo della Visitazione è preceduto dalla pagina che mette Maria a colloquio con l’angelo dell’Annunciazione. E’ perché era piena di Spirito Santo che «Maria partì in fretta». Questo è solo il primo dei tanti viaggi di cui sono ricchi i due libri di Luca, Vangelo e Atti. Si è potuto dire che per Luca la strada è il luogo più importante dove avviene la rivelazione, e questo vale sia per chi annuncia che per chi riceve l’annuncio: chi è investito dallo Spirito si mette in cammino, e chi è già in cammino è più pronto a capire e ad accogliere il dinamismo acceso dalla presenza dello Spirito. (F.Mosconi)
PRAENNUNZIO DI SALVEZZA
Che pena quando l’annuncio dell’evangelo ci muore dentro, quando ce ne andiamo in giro dimenticando di avere in cuore una notizia di gioia! Eppure qui lo Spirito provoca un andare in fretta, un sussulto del bambino, una esplosione di benedizioni. Questo brano costringe a un esame di coscienza personale e comunitario. Non è solo un incontro idillico tra due donne che si trasmettono l’interiore felicità e la trepidazione che le prende in vista della vicina maternità. Dietro di loro, in prospettiva, appaiono le figure dei loro figli e Giovanni è già «l’amico dello sposo, che è presente e lo ascolta, ed esulta di gioia alla voce dello sposo» (Gv 3,29). Elisabetta loda Maria, ma il centro della sua benedizione è Gesù, il Signore di cui Maria è la madre. C’è dunque già qui un riconoscimento del Figlio di Dio, e il benedire è un rendere grazie perché ci si accorge che la salvezza ha raggiunto tutto il proprio essere. (Franco Mosconi)
MOTIVO DI SPERANZA
L’incontro delle due madri e il linguaggio così naturale con il quale l’evangelista narra la scena e riferisce la loro gestazione, ci pone di fronte alla realtà umana, si potrebbe dire quasi fisiologica, del Messia che Michea aveva annunciato con tanta nobiltà di parole e di accenti maestosi. Quest’aspetto dell’incarnazione di Dio, questa umiltà che contraddistingue il suo agire più autentico nelle vicende umane, è un grande motivo di speranza. Tutto, in questo racconto, è avvolto da una calda e intima gioia sponsale: le due donne sanno quanto è grande in loro l’intervento divino, ma soprattutto sanno di nutrire in grembo una vita che è preziosa, per loro, certo, quanto è sempre prezioso un figlio per la madre che lo porta, ma preziosa in un modo più arcano, più carico di destino per tutto il popolo. Scaturiscono di qui la gioia, la lode, ma sopra ogni altra cosa l’accoglienza più totale. (Domenico Pezzini)
AVVENTO E MARIA
La quarta domenica di Avvento è una liturgia prevalentemente mariana; il mistero dell’Avvento e quello di Maria sono inscindibili. Maria è il segno di Gesù che nascerà, è il tipo più sublime delle anime che attendono Gesù tanto nel senso della generazione spirituale in sé e negli altri, che in quello dell’accoglimento amoroso di colui che porta gioia e salvezza. L’avvento liturgico, con la sua azione sacramentale, percorre,annunzia e porta il Cristo e la sua salvezza. Per entrare più profondamente nello spirito di questi giorni, dobbiamo accendere in noi l’entusiasmo religioso e l’amore fervido, pieno di dolce speranza, che aveva Maria. Dobbiamo ricopiare la sua fede piena, per la quale credette alla realizzazione dei piani eterni di lei. Questa fede nei disegni divini in noi deve animare il nostro Avvento. (V. Raffa)
INTERROGATIVI
Il Natale è vicino: Cristo viene ad instaurare un regno di pace, di giustizia e di amore. Questo pensiero suscita in noi una santa letizia, o ci lascia invece indifferenti? Siamo pronti a collaborare alla diffusione del Regno di Dio, offrendoci ad esempio di Cristo (“ Padre, eccomi, sono pronto per fare la tua volontà”)? Durante il tempo di Avvento ci siamo sforzati di vivere in uno stato di raccoglimento e di preghiera, per prepararci alla venuta del Salvatore? (C. Berthés)
PREGHIERA (pregare la parola)
•Dio nostro Padre, tu vuoi nella nostra notte far brillare nel tuo Figlio la stella della speranza. Infondi in noi la fede profonda della vergine Maria e di Elisabetta; ispiraci la loro generosità di cuore nel conformarci alla tua parola e divenire nel mondo i messaggeri della gioia che tu ci porti in Gesù Cristo, tuo Figlio, che vive e regna con te e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. (Ch. Berthes)
•O Dio, che hai scelto l’umile figlia d’Israele per farne la tua dimora, dona alla Chiesa una totale adesione al tuo volere, perché imitando l’obbedienza del Verbo, venuto nel mondo per servire, esulti con Maria per la sua salvezza e si offra a te in perenne cantico di lode. (Colletta 2 Avvento C)
•Cristo, che hai scelto i piccoli per rivelare al mondo il tuo amore, educaci alla vera umiltà del cuore di cui Maria è segno vivo per noi.
•Cristo, buon pastore, che guidi gli uomini ai pascoli eterni del Regno per renderli sicuri nelle difficoltà della storia, donaci di gustare la fedeltà del Padre.
•Cristo, che non hai offerto sacrifici, ma te stesso come oblazione al Padre, compiendone la volontà, aiutaci a comprendere che solo nel “sì” quotidiano al suo progetto di salvezza rendiamo la nostra vita una lode al suo nome.
•Cristo, che nella tua oblazione ci hai collocati nella comunione di vita con te e con il Padre, immetti in noi il coraggio di rinunciare ad ogni forma di avere per essere una pura eucaristia in cui godere della nostra vera identità.
•Cristo, che in Maria ci doni l’immagine dei poveri che vivono del tuo Regno e si pongono in radicale sequela del tuo volto, aiutaci a camminare con lei nelle vicissitudini della vita per essere tuoi veri discepoli.
•Cristo, che in Elisabetta ci offri la donna piena di meraviglie e di ammirazione che proclama il mistero della tua presenza nel mondo, riempi di stupore la nostra vita mediante la dimenticanza di noi stessi e la piena apertura al tuo mistero.
•O Padre, nello stupore di Maria ed Elisabetta possiamo accedere a contemplare il mistero del tuo amore in Cristo Gesù. Attiraci sempre più nel suo cuore perché sappiamo magnifìcare il tuo amore rivivendo nello Spirito il suo «sì» e così gustare l’esultanza della vera liberazione, che da te procede e che nella lode del tuo nome ha la sua verità e la sua pienezza. (Preghiere di A. Donghi)
•Con la gioia dei semplici, come Elisabetta e Maria, ti lodiamo, Signore, ogni giorno con esultanza nuova. L’esempio di fede di Maria ci spinge a dirti con gli apostoli: Signore, aumenta la nostra fede. Abbiamo bisogno, come lei, di condividere questa fede, perché ogni gioia condivisa moltiplica la felicità. Risveglia la tua potenza, Signore, e vieni a salvarci. Visitaci con la tua salvezza, « O Astro che sorgi, splendore di luce eterna e sole di giustizia: vieni, e illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra della morte». (B. Caballero)
•Che si incontrino tutte le madri con te, divina Madre, e tutti i fanciulli sussultino di gioia già dai loro grembi, e sia ogni bimbo felice di nascere perché è stato concepito un uomo nuovo: l’uomo-Dio, Gesù Cristo, il frutto più benedetto di tutta l’umanità. (D. Maria Turoldo)
•Tu, pastore d’Israele, ascolta, assiso sui cherubini rifulgi. Risveglia la tua potenza e vieni in nostro soccorso. Dio degli eserciti, volgiti, guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, il germoglio che ti sei coltivato. Sia la tua mano sull’uomo della tua destra, sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte. Da te più non ci allontaneremo, ci farai, vivere e invocheremo il tuo nome. (Dal salmo 79)
•Signore Gesù, che hai vissuto spesso su una strada, sai bene quanto noi amiamo invece il conforto e la quiete della casa. Donaci lo slancio di Maria, per correre con cuore agile verso chi ha bisogno.
•Signore Gesù, che al tuo primo apparire hai diffuso il giubilo e l’esultanza, tu sai che possiamo essere vittime della tristezza e perfino della noia. Donaci la gioia di Maria e di Elisabetta, perché sappiamo essere gli uni per gli altri fonte di conforto e di fervore.
•Signore Gesù, che spesso hai condiviso con la gente l’atmosfera festosa della mensa, attraversa con il tuo Spirito le nostre eucaristie, perché siano sempre un incontro tra fratelli che si cercano, si aspettano, e sono contenti di stare insieme a cantare le tue meraviglie. (Preghiere di A. Donghi)
•La pena che la terra sopportava a causa del peccato si è cambiata nel canto che germoglia esultante, pronunciato dalle labbra di Maria. Il « sì » delle promesse è arrivato, l’alleanza si compie, poderosa: il Verbo eterno scende dai cieli, si sposa con la nostra debole carne. O mistero che solo la fede raggiunge! Maria è nuovo tempio della gloria, rugiada mattutina, nuvola che passa, luce nuova nella sua presenza misteriosa. A Dio sia eternamente la gloria, e all’amato Figlio suo, Gesù Cristo, colui che volle nascere per noi, per darci il suo Spirito divino. Amen. (Liturgia delle ore)
•O vero tesoro di vita e canale perenne della divina grazia, Maria santissima, per le tue ineffabili virtù piacesti a Dio più di tutte le anime sante insieme. Per quell’ammirabile distacco, o Maria, quando, compiuto il tempo della tua carità verso la bisognosa Elisabetta, tornasti subito a Nazaret, ottienici di vivere con distacco dalle cose del mondo, affinchè il nostro cuore tenda veramente a Dio, dal quale proviene la nostra pace in vita e la beatitudine in Ciclo. O Maria, poiché tutto puoi presso il Signore, siamo sicuri di ottenere dal tuo divin Figlio, con il favore della tua potentissima intercessione, tutte le grazie che ci sono necessarie per servire fedelmente a Dio, qui in terra, per goderlo poi con te in Paradiso in eterno.
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della Parola di Dio)
AZIONE (assunzione di impegni concreti)
Abbandoniamoci sempre, come Maria, al disegno di Dio.