Caro don,
[...] Vorrei, se tu ne hai voglia e tempo, una risposta sulla questione del perché la Chiesa di cui come parroco sei un esponente qualificato, ha sempre sottovalutato noi donne, come anche dice il mio prof. di filosofia, relegandoci sempre a ruoli secondari [...]. Ciò non corrisponde a quanto hai affermato in una omelia e cioè che uomo e donna sono uguale, e che uomo è un nome collettivo, quando si parla di uomo si intende tutta l’umanità, comprese noi donne [...] Il prof. ha pure detto che nel Medio Evo le donne erano zero o quasi.
Lettera firmata
Cara signorina,
Confermo quanto ho affermato riguardo all’uomo. Quando diciamo che tutti gli uomini hanno gli stessi diritti e i medesimi doveri non intendiamo solo i maschi. L’umanità (il vocabolo viene proprio da uomo) è costituita da maschi e femmine, altrimenti dovremmo dire donnità per indicare la parte femminile. Sbaglio? Per quanto poi attiene all’affermazione che la donna sarebbe stata nel M.E. del tutto subalterna all’uomo, cioè al maschio, la storia smentisce tale asserzione. La donna nella Chiesa ha ricoperto ruoli di grande autorità. Gli esempi si sprecano, a cominciare dalle diaconesse della Chiesa primitiva. Le cito solo qualche esempio, ma ce ne sono decine. S. Giovanna D’Arco era addirittura a capo di un esercito e la storia afferma che i suoi soldati non erano delle amazzoni! Matilde di Canossa aveva un prestigio tale da potersi permettere di ospitare papi e imperatori, di far eleggere re d’Italia suo figlio Corrado, ecc. Ricorderà, in proposito, Enrico IV lasciato scalzo fuori del Castello di Matilde al freddo e al gelo, prima di essere ricevuto da papa Gregorio VII. Pensi a Ildegarda di Bingen una badessa che valeva più del suo vescovo, potenti e poveri, re e prelati si rivolgevano a lei per consigli.
S. Caterina da Siena si faceva obbedire da pontefici e re, a lei si deve il ritorno della sede pontificia a Roma, ecc. Insomma nella storia della Chiesa si annoverano nomi di formidabili badesse, di riformatrici, di sante regine, ecc. Si parla perfino di qualche papessa. Comunque anche in famiglia la moglie ha sempre presieduto il focolare domestico. Le potrei ancora citare Irene di Bisanzio, le sovrane della Svezia, le imperatrici della casa di Sassonia, l’intellettuale Dhuoda, nobildonna di età carolingia, Chiara d’Assisi e tante altre. Il volume di Régine Pernoud, “La donna al tempo delle cattedrali”, Rizzoli 1986 è un classico a riguardo del nostro tema. Resta anche vero che la donna ha dovuto lottare – e ha vinto – per la completa parità dei diritti.