Cari studenti universitari,
la lettera di aprile vi giunge nel cuore della Settimana Santa, centro e culmine del cammino liturgico della Chiesa.
Nell’invitarvi a conservare in questi giorni santi un clima di silenzio e di preghiera, vorrei condividere con voi il mio stupore nell’ascolto di un racconto di un giovane che aveva sposato la sua fidanzata nonostante le fosse stata diagnosticata una malattia “grave”.
Coraggio, imprudenza, utopia: nulla di tutto questo! È la legge dell’amore.
Riflettevo su questo racconto durante la Via Crucis con i giovani della Parrocchia di S. Tommaso Moro, nel percorso dalla Parrocchia al Policlinico Umberto I. Anche la Via Crucis può essere un racconto di un uomo coraggioso, imprudente, utopista. La storia è piena di racconti più o meno avventurosi, di uomini e donne che si sono sacrificati per gli altri!
Nulla da sottovalutare!
Eppure i racconti restano tali. Sono nella memoria a suscitare emozioni e riflessioni che si consumano nel tempo! Nelle migliori delle ipotesi restano lì anche a suscitare emulazione. A ciascuno di noi interessa sapere fino a che punto sia possibile fidarsi oggi di questo racconto. Fidarsi significa che anch’io posso realizzare nella mia vita la stessa esperienza, che tutti riconosciamo grande, ma forse irripetibile.
È questa, cari amici, la grande scelta: credere che io possa vivere la stessa esperienza di Gesù oppure prendere atto che questa esperienza è irripetibile, forse imitabile ma a prezzo che essa diventi un’esperienza “miracolosa”.
Sì, noi crediamo nei miracoli, ma non nell’ordinarietà dell’esperienza cristiana. È più facile credere nella resurrezione di Lazzaro, che non in quella di Gesù!
Perché? La prima è comprensibile per la mia religiosità, perché il miracolo quando è tale non può non essere creduto! La Resurrezione di Gesù è invece segno dell’amore fedele. Di fronte alla fedeltà devo scegliere!
Cari amici,
se il nostro cammino è quello di chi va alla ricerca dei miracoli, l’annuncio della Resurrezione di Gesù sarà una delusione! Se invece stai cercando Colui che ti ama, allora anche tu piangerai come le donne che andranno al sepolcro. Non c’è più! Il Suo amore è davvero indissolubile.
Sì, piangere di fronte alla fedeltà dell’amore!
Ecco perché mi era ritornato in mente il racconto di quella giovane coppia. Anche loro stavano vivendo la fedeltà dell’amore, come quella di Dio verso l’umanità, verso ciascuno di noi.
Mi permetto di ricordarvi come negli ultimi tempi avete trovato frequentemente nei testi o negli editoriali di molti giornali l’idea che la vera religione debba professare il monoteismo, che esclude la relazione trinitaria. Ho capito perché s’insiste tanto su questa esigenza: perché il Dio monoteista fa miracoli, ma non può impegnarsi per sempre!
Ma a cosa serve un Dio che non può e non si è impegnato nell’amore fedele! Solo a consolarci nelle nostre disavventure! Sì, forse ci darà un premio dopo la morte, se saremo stati fedeli alle sue leggi.
Ma con la Pasqua tutto è cambiato!
La mente umana è sconvolta di fronte alla fedeltà dell’amore di Dio rivelatosi in Gesù Cristo. Non è più nel sepolcro, ma è ormai sempre con noi, con te! Sempre!
Anche noi siamo chiamati a percorrere l’itinerario dei discepoli di Emmaus (Cf. Lc. 24, 13-35): ritorneremo sulla via della Croce e scopriremo che non era un racconto di un uomo coraggioso, imprudente e utopistico,ma l’Uomo dell’amore fedele. Tutta la storia della salvezza conduce a Lui, parla di Lui, rivela Lui.
Lascia perdere i miracoli o i racconti mozzafiato, favolette per i bambini: fidati della fedeltà del Padre di Gesù Cristo.
Così anche tu potrai imparare ad amare per sempre. Come quella coppia di giovani sposi, che si amano senza condizionamenti e senza cercare il proprio interesse, perché solo la fedeltà ci fa amare la verità dell’altro, senza strumentalizzarlo per i nostri desideri.
Anche tu, come tanti uomini e tante donne, non racconterai più la tua storia, anche importante e affascinante, ma la presenza del Risorto nella tua vita e del suo desiderio di donare a tutti un’esistenza nuova, che è sorgente di quell’amore fedele e indissolubile che tutti noi desideriamo senza del quale la nostra vita rischia di diventare insignificante e priva di una vera e concreta progettualità.
Sarà Pasqua, per te e per tutta l’umanità.
Auguri!
Vostro
+ Lorenzo Leuzzi