Cari studenti universitari,
questa mia lettera è l’ultima come Vescovo ausiliare. Come già annunciato, il Papa mi ha nominato Vescovo della Chiesa che è in Teramo-Atri. Dopo 33 anni di ministero pastorale lascio la Chiesa di Roma. E’ stato un periodo lungo e intenso. Ringrazio il Signore per i tanti giovani universitari che ho incontrato prima nell’Università Cattolica e poi nella grande comunità accademica di Roma. A tutti il mio grazie per l’affetto e l’amicizia con cui mi avete circondato e sostenuto nel mio semplice servizio tra voi.
Vorrei affidarvi un paterno invito: “non fate della vostra vita un puro spettacolo”.
Ho raccolto questo invito, innanzitutto per me, nell’intervento del regista teatrale Walter Le Moli, il quale ha presentato il mio ultimo volume nel Teatro Due di Parma.
Con queste parole vorrei sintetizzare il mio servizio tra voi: evitare di fare puro spettacolo!
Se la società contemporanea vive momenti difficili è perché si è diffusa la mentalità del teatrante e non dell’attore.
Molti si illudono di essere protagonisti, in realtà sono solo maschere! Con la sincerità che ho cercato di conservare nelle mie lettere vorrei ancora una volta confidarvi che solo Gesù, il Figlio di Dio (Mc. 1,1), può liberare l’uomo dall’essere teatrante e renderlo attore.
Non è facile! La società contemporanea spinge verso l’illusione dell’esserci, ma in realtà utilizza l’uomo per obiettivi che sono lontani dalla sua esistenza.
Solo Lui, il Risorto, ci rende attori!
Ho visto nella mia vita tanti tentativi di superare questa tentazione: ma inutilmente. Solo il Dio di Gesù Cristo desidera che l’uomo sia attore! Partendo per Teramo vorrei augurare a tutti voi di scoprire il vostro ruolo, nella Chiesa e nella società, semplice e umile, ma da attore!
Per voi giovani universitari è la vera meta del vostro studio. Studiare per essere attori e non teatranti!
Prima della mia nomina a Vescovo di Teramo avevo iniziato la consegna del Vangelo di Marco nella Settimana del Vangelo. E’ un grande dono per me incontrarvi, ancora una volta, nelle diverse comunità accademiche, nei collegi, nelle parrocchie. Leggete attentamente il Vangelo di Marco che sarà proclamato nelle celebrazioni eucaristiche domenicali e vi accorgerete che il discepolo del Maestro è un attore, non un teatrante.
E’ il Maestro che ci libera dalla maschera del cercare il dio che mi serve, di cercare il consenso a tutti i costi, di raggiungere il risultato immediato. E’ il puro spettacolo dell’uomo contemporaneo! Tu, invece, insieme con il Maestro, che ti chiama e ti accompagna, sarai servitore, sobrio e sapiente. Sarai il vero attore della storia! Dopo di te non ci sarà il nulla come nello spettacolo, ma avrai posto le basi per fare spazio agli altri che, probabilmente, meglio di te, proseguiranno nella costruzione della storia.
Ti auguro di leggere il Vangelo di Marco lasciandoti guidare dalla domanda: Signore, chi sei?
Lui è il Maestro che non fa spettacolo, ma costruisce la storia!
Buon Anno liturgico.
Vostro,
+ Lorenzo