Cari studenti universitari,
questa mia lettera vi giunge in un periodo dell’anno accademico dedicato agli esami. Quest’anno il mese di febbraio ci separa dall’inizio della Quaresima: Mercoledì 1 marzo.
Vorrei invitarvi a vivere questo mese aprendo il testo della parabola dei talenti, nel capitolo 25 di Matteo, versetti 14-30.
Lasciando ad altri momenti l’approfondimento dell’intera parabola, vorrei condividere con voi la scelta del padrone prima di consegnare i talenti ai suoi servi: partire per un viaggio (Mt. 25,14).
Il viaggio a cui si accingeva il Signore non era certamente un viaggio di vacanza: era il viaggio verso Gerusalemme!
E’ questo viaggio che ci turba. Tante volte, vorremmo che il Signore fosse sempre con noi. E quante volte nella preghiera ci rivolgiamo a Lui: Signore rimani con noi!
E’ vero, il Signore è molto contento di questa invocazione. Ma Lui ci ricorda che è in viaggio verso Gerusalemme e che ci ha affidato il necessario per il nostro cammino.
Il vero problema della nostra vita è che siamo spaventati dal fatto che la destinazione del suo viaggio è Gerusalemme. Prima ancora di riflettere sul perché della sua assenza, la sua meta ci appare deludente.
Invocare un padrone che va a Gerusalemme ha senso nel bisogno, nei momenti di delusione, di sofferenza. Ma poi! Non aveva, allora, ragione Nieztsche che il Cristianesimo è la religione dei deboli?
Il partire del Signore verso Gerusalemme è il dono più grande della nostra vita. Non parte per lasciarci soli, ma per dare spazio a me, a te, a tutti noi.
Dare spazio agli altri!
Sì cari, amici, il futuro della nostra esistenza e quella dell’intera umanità si gioca sulla nostra capacità di dare spazio agli altri. Nel mondo c’è spazio per tutti, ma noi siamo portati a restringerlo.
La vera condizione per non restringere lo spazio ai fratelli è l’annuncio che Dio è partito per Gerusalemme.
Nasce qui un’altra grande tentazione: nascondersi nella carovana per evitare di essere coinvolti. Non siamo chiamati a partire senza una meta, fosse pure Gerusalemme.
Dio stesso ha deciso di partire per Gerusalemme. Tu stai fermo!
Cari amici,
lo spazio che Dio ha affidato a ciascuno di noi, talvolta, ci rende insoddisfatti, delusi, aggressivi. Ma questo spazio, infatti, potrà crescere o no?
Questa è la nostra fede: crescerà, anzi sarà senza tempo!
Papa Francesco più volte ci ha ricordato che il tempo è superiore allo spazio (cf. Evangelii Gaudium, n. 222), perché lo spazio è stato liberato dalla morsa del tempo che spinge l’esistenza di ciascuno di noi verso la morte.
Nel partire verso Gerusalemme il Signore si fida di ciascuno di noi.
Tu non temere la sua assenza!
Fermati e troverai tanti talenti nella tua esistenza che nella carovana non puoi scoprire. Hai bisogno di una comunità che ti fa spazio. E questa comunità è la Chiesa!
Cari amici,
nonostante tante difficoltà e, talvolta, delusioni, posso dirmi con sincerità che solo nella Chiesa ho trovato lo spazio di crescita piena per la mia esistenza.
Ma a una sola condizione: essere fermo. Fermo con il corpo e con la mente, con il cuore e l’intelligenza. Perché la storia la si costruisce piano piano, giorno dopo giorno.
Ti illuderesti con i grandi viaggi. L’unico grande viaggio è quello che ha compiuto il Signore verso Gerusalemme.
Ora spetta a ciascuno di noi occupare lo spazio della sua assenza, perché tutti possano avere lo spazio necessario per costruire la propria esistenza.
Mi auguro di incontrarVi Mercoledì 22 febbraio nella Basilica di S. Croce in Gerusalemme per prepararci insieme alla Quaresima, tempo nel quale la Chiesa vuole capire e condividere la meta del viaggio del Signore: Gerusalemme!
In questo mese di febbraio non abbiate paura di stare un po’ più tempo fermi per preparare gli esami. Non è tempo perso! E’ il tempo della responsabilità, perché sarà vuoto per chi approfitta dell’assenza del padrone per dissipare i suoi talenti.
In bocca al lupo a tutti.
Vostro
+ Lorenzo