Cari studenti universitari,
pochi giorni fa si è svolto il pellegrinaggio degli universitari a Torino per l’ostensione della Santa Sindone. Un’esperienza davvero unica!
Il volto sofferente di Quell’Uomo ti sorprende: in quel volto ci sei anche tu, c’è tutta l’umanità.
L’idea di un’immagine di un uomo volenteroso ed eroico, pronto a soffrire per qualcuno o per qualche causa, anche importante, scompare dalla mente e dal cuore. In quel volto ci sono io, perché mi attira non per catturarmi o annullarmi, ma per rivelarmi chi sono! È la mia immagine se avessi l’onestà di fermarmi e riflettere sulla mia vita, sulla mia esistenza.
Molte volte ho ascoltato discorsi sull’autenticità, sulla genuinità. Di fronte al volto dell’Uomo della sindone ritornano tutte le mie perplessità: autentico, ma non vero; genuino, ma non reale.
Quanti giudizi sugli altri, quanti comportamenti utilitaristici! Devo confessarvi che ho sempre preso le distanze da chi si autodefinisce “autentico” e “genuino”. La filosofia e la pedagogia degli ultimi decenni hanno distrutto intere generazioni di giovani intorno a questi temi. L’importante è essere autentici e genuini!
Di fronte al volto della Sindone lo schema viene capovolto: è il primato della verità e della realtà.
Cari amici,
l’Uomo della Sindone ci attira perché il nostro volto deturpato è stato assunto da Lui, gratuitamente e generosamente. Nessuno può dire di avere un volto impresentabile, perché quell’Uomo ci rivela che la nostra immagine può diventare splendente senza chiedere nulla in contraccambio.
Per il tuo male, ci ha pensato Lui! Per la tua morte, ci ha pensato Lui!
E pensare che continuo a cercare la mia autenticità, la mia genuinità! Quanta ipocrisia nel nostro cuore e nella nostra mente! L’ipocrisia di chi ha paura della sua verità e della sua realtà! Quando sarò autentico cosa farò, lo griderò a tutti, lo ostenterò con fotografie o annunci via sms? Oppure mi addormenterò per nascondere la mia paura di conoscermi?
Se fosse vero che è sufficiente la ricerca dell’autenticità e della genuinità, il mondo non sarebbe privo di amore e di generosità. Quanti cristiani ho visto autentici e genuini in cerca di autografi, impegnati nel soddisfare i propri interessi e poi quelli degli altri. Ma si dichiaravano autentici e genuini!
Il volto dell’Uomo della Sindone non è quello del docente dell’interiorità per gli uomini alla ricerca di bellezza, sia pure spirituale; o quello di un dio che manifesta il suo disappunto per il male che c’è nell’uomo.
Quel volto ti attira perché è impresso su un lenzuolo che è stato deposto nel sepolcro, ha toccato la morte e testimonia la vittoria sulla morte. Quel volto è di un Uomo che ha vinto il mio male e la mia morte.
Cari amici,
quanto è difficile prendere sul serio il male e la morte che è in noi! Eppure in tutti noi c’è il desiderio di affrontare la questione. Non ci riusciamo perché pensiamo che l’unica via di uscita sia la sentenza, l’essere giudicati.
L’Uomo della Sindone non ti giudica ed è lì, davanti a te, come è accaduto a noi che siamo stati in pellegrinaggio, per rivelarci che per l’uomo non c’è alcuna sentenza e nessun giudizio: sei amato!
E la mia autenticità e la mia genuinità? Lasciale nel sepolcro, impara a vedere le cose come le vede Lui e scoprirai che la vita è molto diversa da quella che tu hai costruito. Di uomini autentici e genuini sono piene le fosse! Il mondo ha bisogno di servitori come l’Uomo della Sindone che non considerò un privilegio l’essere ricco, ma si rese disponibile a svuotare se stesso per gli altri.
Cari amici,
non confondiamo le nostre esigenze con quelle degli altri. Se volete essere uomini e donne pienamente realizzati dovete scoprire voi stessi in quel Volto e vedere con i suoi occhi la verità e la realtà. Ma soprattutto non confondete l’autenticità e la genuinità con il bene degli altri.
Si può essere autentici e genuini facendo del male agli altri!
Quanti rapporti, verso gli altri e anche verso Dio, si sono rivelati vuoti e inconsistenti perché privi di verità e di realtà! Eppure avevo agito con autenticità e genuinità…
È questa la gioia del cristiano: libero da ogni pregiudizio verso se stessi e verso gli altri e aperto alla propria verità e realtà. Non sei una cosa ma qualcuno, senza apparenze e senza doppiezze.
Ecco perché Maria, la sorella di Lazzaro, aveva scelto la parte migliore. Stava con Gesù, che non è un docente di vita interiore o di animazione sociale ma il Maestro, Colui che ti rivela la tua verità e la tua realtà.
Non ti staccare più da quel Volto. CercaLo e lasciati attrarre da Lui: sarai un interlocutore di cui si fida!
Vostro
+Lorenzo Leuzzi