Cari studenti universitari,
vi scrivo al termine dell’intensa giornata vissuta nell’Aula Magna della Sapienza Università di Roma con tanti di voi convenuti per il Forum in occasione del Giubileo sul tema: Conoscenza e misericordia.
Mi ha molto impressionato la consapevolezza dei partecipanti a scoprire la dimensione vocazionale dello studio.
Studiare, perché?
È forse finito il tempo della professionalizzazione, in cui si studiava per specializzarsi, per essere competente in questa o quella disciplina accademica. C’è bisogno di respirare l’aria della progettualità!
Ma per progettare, bisogna conoscere. L’informazione non basta. Bisogna immergersi nel reale per scoprirlo e servirlo.
Anche nella vita cristiana, l’informazione non basta. L’informazione ci fa essere buoni, forse onesti. Alcuni filosofi contemporanei direbbero autentici. Ma l’autenticità non basta. Tutti sono autentici, ma non tutti conoscono e sanno progettare la propria vita e quella della realtà nella quale vivono. Quante delusioni in nome dell’autenticità! Quante occasioni perdute per seguire la propria autenticità! Sono autentico, dunque esisto!
Cari amici,
per essere autentici non c’è bisogno di studiare o meglio, di conoscere. Basta intensificare le relazioni, sempre più virtuali e fuori dalla realtà. A me fa sorridere chi sostiene che nella rete si possa incontrare Dio. Certo, il “mio dio”, anche misericordioso. Ma il “mio dio”, che forse non esiste! Ascoltando le domande dei vostri amici ho sperimentato questo vostro grande desiderio, quello di non aver paura della realtà. Guardare la propria disciplina accademica a viso aperto, senza cadere nella trappola dei pregiudizi o del sentito dire.
Come gli amici della samaritana, che dopo averla sentita, riferirono che non credevano più per le sue parole, ma perché “noi stessi abbiamo visto e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo” (Gv 4,42). Unire insieme conoscenza e misericordia significa non essere più creduloni, anche se fossimo seguaci di un grande fondatore o predicatore religioso o sociale. Devi cercare tu!
Si cari amici,
il Risorto aveva promesso che non avrebbe lasciato soli i suoi: avrebbe mandato lo Spirito Consolatore. I suoi discepoli non saranno fondatori o predicatori, ma annunciatori che il Risorto è una realtà presente nella storia. Questa è la vera misericordia! L’uomo nella storia non è solo e la realtà, – non solo quella naturale, ma soprattutto quella storica – è sostenuta dalla presenza del Risorto che dona lo Spirito Santo a coloro che desiderano conoscere.
Non c’è gioia più grande che scoprire la presenza del Risorto, il quale cammina con noi, ci sostiene nello studio, ci sollecita a progettare. In altri termini, ci spinge ad essere protagonisti. Essere protagonisti di una nuova stagione della storia contemporanea. I vostri amici lavorando nei gruppi per aree accademiche hanno testimoniato che ci sono. E tu?
Cari amici,
è il tempo di uscire dall’anonimato, dalla massa, dalla classe per essere un costruttore della storia. Non ti illudere che basti essere “autentico”! Devi verificare la tua autenticità confrontandoti con la realtà. Ma per far questo hai bisogno di conoscenza e di misericordia.
È molto bello pensare che Gesù cresceva in sapienza e grazia (cf. Lc 2, 39-40). Possiamo tradurre: cresceva in conoscenza e in misericordia. Lui ce lo ha insegnato sulla Croce, dove ha rivelato il mistero della nostra esistenza e della storia. Ha buttato via la maschera dell’uomo meramente autentico! La realtà è molto diversa. Interpella la tua e la mia responsabilità. Perché il Risorto non ha voluto fare da solo, ma ha donato ai suoi lo Spirito consolatore affinché fossero costruttori della storia. Ma c’era bisogno della Sua Croce e della Sua Resurrezione?
Si, cari amici,
perché per essere autentici basta un “dio” misericordioso. Per essere costruttori della storia c’è bisogno di conoscenza e misericordia. E lì, sulla Croce si consuma il dramma umano dell’autenticità, dando inizio alla nuova creazione. Senza il dono della vita nuova non si può essere costruttori della storia! Non siamo soli.
Insieme allo Spirito Consolatore, c’è Maria, Sede della Sapienza. Lei ci conduce al Risorto, aiutandoci a scoprire che Lui non è un mito o un messaggio morale o sociale per essere autentici, ma è il centro del cosmo e della storia.
Nella notte tra il 7 e l’8 maggio saremo in cammino verso il Santuario della Madonna del Divino Amore. Arriveremo all’alba e lì Maria ci aspetterà per celebrare con noi l’Eucarestia, memoriale della Pasqua del Signore, e accogliere il dono dello Spirito Santo.
Tornerete nelle vostre aule universitarie con la gioia di coniugare insieme conoscenza e misericordia.
Vi aspetto numerosi con grande amicizia nel Signore.
Con amicizia
+ Lorenzo, vescovo