Marzo, A.D. 2017
Cari studenti universitari,
la mia lettera di marzo vi giunge nel giorno in cui la Chiesa inizia il cammino della Quaresima con il rito delle Ceneri, al quale desidero invitarvi a prendere parte.
Come avevo annunciato nella mia lettera precedente l’itinerario quaresimale sarà animato dalla parabola dei talenti descritta da Matteo nel capitolo 25, versetti 14-30.
Forse può sembrare paradossale un simile accostamento se si pensa all’idea che la Quaresima sia il tempo della rinuncia, dei sacrifici e quindi molto lontana dalla proposta della parabola che, al contrario, ci invita ad investire e quindi ad essere protagonisti e non rinunciatari.
Cari amici,
è questa la sfida che desidero affidare a ciascuno di voi: l’incontro con Cristo è un evento che mi introduce nella limitazione della mia esistenza o invece mi apre alla pienezza della vita?
Certamente il predicatore o animatore religioso vi dirà, e non potrebbe dire il contrario, che apre alla vita. Ma tu ci credi davvero?
Il desiderio di fare penitenza, anche nel mondo contemporaneo, ci affascina. Ci dà un ruolo, anche nei confronti di Dio.
Dopo aver scoperto che tutto è vanità, arriva il tempo del timore per ritrovare un po’ di serenità nel cuore.
Cari amici,
nella società contemporanea sorgeranno sempre di più proposte per rasserenare il cuore, per dirci che in fondo si può ricominciare da capo, che non tutto è perduto. Insomma che c’è ancora un po’ di speranza!
Ecco la Quaresima:
essere creduloni o cristiani?
Essere creduloni non significa essere peccatori, finché non si cade nella irresponsabilità verso se stessi e verso gli altri.
Il cammino quaresimale è un’altra proposta.
È la scoperta della fedeltà di Dio.
Cari amici,
l’ostacolo da superare nella nostra vita è l’illusione che l’infedeltà possa essere una via per la nostra gioia. Anche desiderando l’infedeltà di Dio. Il vero tormento per la nostra esistenza è che ci possa essere fedele. Se tutti fossero infedeli, almeno qualche volta, la vita sarebbe più accettabile.
È questa l’illusione che ci opprime e che ci conduce a scelte sbagliate.
È la fedeltà la via della gioia, perché senza fedeltà non c’è speranza.
Quando gli uomini cercano gli infedeli, o meglio credono di essere più felici con amici infedeli che con quelli fedeli, allora non c’è più speranza. Allora l’amicizia si trasforma in lobby e la società si trasforma in classe.
Ecco perché il padrone della parabola rimprovera il servo che ha custodito il talento: perché non ha creduto nella fedeltà del suo padrone!
Cari amici,
pensiamo al cammino del popolo di Israele dalla obbedienza alla libertà.
Solo la fedeltà di Dio ci libera dall’obbedienza e dal desiderio di rinunciare a qualcosa pur di essere rasserenato.
Signore che cosa devo fare?
Nulla ti risponde il Signore. Scopri la mia fedeltà!
Paolo nella seconda lettura della celebrazione delle Ceneri ci affida un invito pressante, che nasce dal suo cuore: “Lasciatevi riconciliare con Dio”. (2Cor 5,20).
Esser riconciliati con Dio significa fidarsi della sua fedeltà!
Allora togli via dal cassetto il tuo o tuoi talenti e non avere più paura.
La prima verifica che davvero lo hai tolto dal cassetto è il desiderio di accompagnare il padrone verso Gerusalemme. Lui va lì per renderti libero!
Questa è la grande scelta della vita: investire nell’infedeltà o nella fedeltà?
Cammina verso Gerusalemme con il Signore, non avere fretta di arrivare in anticipo. Cerca di stare più vicino a Lui per conoscere di più i suoi sentimenti, le sue scelte. Più lo conoscerai più scoprirai che la sua fedeltà è la vera novità della storia.
Solo Lui è il Dio fedele che apre lo spazio della tua esistenza per essere protagonista.
Vi auguro un tempo quaresimale nel quale i vostri cassetti siano aperti e lentamente svuotati per costruire insieme al Signore un nuova stagione della vostra vita fondata sulla fedeltà a ciò che si è ricevuto e di cui si è debitori verso gli altri.
Buona e Santa Quaresima.
Vostro
+ Lorenzo